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domenica 5 ottobre 2014

"Una lacrima a transistor", di Maria Novella Oppo - l'Unità 20 dicembre 1982




Nel precedente post dell'Emeroteca Anime avevo inserito la puntigliosa lettera di replica (del gennaio 1983) di una ragazza milanese ad un articolo di Maria Novella Oppo su l'Unità che, però, non ero riusito a trovare. Quindi mi restava il dubbio su cosa mai avesse scritto su l'Unità la giornalista per spingere una giovane fan di Lady Oscar, e dei cartoni animati giapponesi in generale, a risponderle per le rime. Dopo una mattinata in una vera emeroteca di Milano sono riuscito a recuperare l'articolo, non particolarmente lungo, ma, anche per la sua brevità, una vera perla di luoghi comuni. Con l'aggravante che l'articolo fu scritto nel 1982, non nel 1978, e quindi la giornalista, forse, con un piccolo sforzo, avrebbe potuto recuperare qualche informazione più affidabile rispetto ai suoi preconcetti e ai suoi legittimi gusti.
E' chiaro che a Maria Novella Oppo l'animazione giapponese non piaceva, non c'è nulla di male, ma il giornalismo anglosassone non prescrive di tenere distinti fatti ed opinioni del giornalista?
Non deve essere comunque facile fare il/la giornalista, ti danno da scrivere un pezzo su un argomento che magari non conosci, o che non ti interessa, e se non sei una grande firma non puoi mica rispondere: "Scusa, ma io di cartoni animati giapponesi non so nulla, ergo preferirei evitare di scrivere cavolate, che poi, magari, tra 32 anni qualche ex ragazzo nerd mi ritira fuori l'articolo e mi fa le pulci a ciò che ho scritto...".
Peccato che Maria Novella Oppo scriveva nelle pagine degli spettacoli già da qualche anno, non in politica estera, quindi l'argomento rientrava in quelli su cui lei si sarebbe dovuta in minimo informare, oltre al fatto che qualche articolo valido in passato era già stato scritto. Sarebbe bastato che Maria Novella Oppo avesse letto ciò che scrivevano i suoi colleghi più informati, di certo pochi, ma se c'erano riusciti loro prima di lei forse l'impresa era anche alla sua portata nel 1982.
Già il solo titolo è tutto un programma: "melense storielle dei fumetti tv"; "i personaggi giapponesi mancano di invenzione".
Quando le storie erano di combattimento e guerra non andavano bene perché troppo violente, quando erano storie drammatiche non andavano bene perché troppo melense, che poi in Lady Oscar di "melenso" c'è proprio poco...
Che "i personaggi giapponesi mancano di invenzione" è veramente una assurdità senza limite, guarda caso a distanza di tanti decenni Actarus, Lady Oscar, Capitan Harlock e soci sono ancora presenti in Italia, qualcuno addirittura al cinema!
La cosa divertente è che Maria Novella Oppo, dopo una gavetta tra le pagine dello spettacolo, è assurta alle pagine di politica interna nazionale, mi auguro vivamente che non abbia replicato il medesimo stile giornalistico presente in questo breve articolo...




I toni non sono per nulla apocalittici: "Ore 17 coprifuoco televisivo"; "le antenne di tutta Italia bombardano i nostri bambini di fumetti nipponici".
Una vera guerra, le cui incosapevoli vittime eravamo noi, feriti a morte sotto le macerie dei palinsesti televisivi pomeridiani!
"Fumetti nipponici"... va bene che nel 1982 non esisteva il web, ma la giornalista non poteva alzare la cornetta del telefono per chiamare, non dico l'ambasciata giapponese, ma un accidente di cittadino nipponico a caso? Avrebbe comunque scritto un articolo in cui si criticavano i "fumetti nipponici", ma almeno li avrebbe chiamati in maniera più consona.
Pur di attaccare gli anime del 1982 arriva a considerare migliori quelli "violenti" del triennio 1978/80, anche se non sembra proprio che stia encomiando Goldrake e Mazinga.




Gli "animaletti dei fumetti giapponesi" erano così "insulsi feticci" (peggio di insulsi feticci, in realtà) che negli anni 90 la Walt Disney, tanto ammirata dalla giornalista, ruberà il personaggio di "Kimba il leone bianco" a Tezuka per il suo "Il Re leone".




Ma veramente Maria Novella Oppo considerava più educativo il Pierino cinematografico di Alvaro Vitali rispetto a Kimba, l'ape Magà, lo scoiattolo Banner o la banda dei ranocchi?
Non sono certo che la giornalista si riferisse al Pierino di Alvaro Vitali, perché in realtà non lo specifica, però è il primo "Pierino fantasioso e perfino un po' sboccato" che mi viene in mente nel panorama dello spettacolo italiano del 1982.
Che considerasse gli anime mal disegnati era ormai abbastanza chiaro dal tono dell'articolo, ma che, addirittura, li valutasse mal doppiati è la bestemmia nella bestemmia. Doppiati così male che le interruzioni pubblicitarie erano meglio che sentire le voci di tanti doppiatori, spesso attori teatrali, che prestavano le voci a Oscar, Andrè, Himika, Lupin, Actarus, Banjo etc
L'articolo si conclude con il classico pistolotto finale.




Non posso fare altro che lasciare la replica a Maresa Bertolo di Sesto San Giovani (Milano).




2 commenti:

  1. Leggendo l'articolo si capisce dalle prime righe e la signora ha solo spulciato qualche immagine qua e la senza aver visto manco un minuto di animazione

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