TITOLO: C'era una volta... Prima di Mazinga e Goldrake, storia dei robot giapponesi dalle origini agli anni settanta
AUTORE: Massimo Nicora
CASA EDITRICE: Youcanprint
PAGINE: 186
COSTO: 16€
ANNO: 2016
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': su internet
CODICE ISBN: 9788892633308
Il contenuto del saggio di Massimo Nicora è già ben chiaro dal titolo del libro, e si completerà con il successivo incentrato su Goldrake, partendo, quindi, da dove finisce questo. L'arco temporale abbracciato dall'autore è molto lungo, dall'epoca Tokugawa ai primi anni del 1970, ovviamente concentrandosi su robot e personaggi robotici/cyborg di matrice nipponica. In particolare nei primi due capitoli si farà sovente richiamo alla storia, alla situazione sociale e politica del periodo, in quanto robot e personaggi robotici vennero ispirati dal Giappone reale. Per chi non ha mai letto nulla sul paese del Sol Levante potrebbe essere un buono spunto per approfondire qualche tematica storico-sociologica (saggistica storica + saggistica sociologica )
Il saggio è scritto in maniera comprensibilissima, non sono presenti
citazioni in lingua straniera (grazie!!!) e, a beneficio dei lettori non fan,
anche le serie solamente citate hanno una nota a fondo pagina con una
breve sinossi. In pratica lo possono leggere tutti, non necesita di una laurea in robottonica applicata :]
Inoltre il prezzo, considerando che è una auto pubblicazione edita
da Youcanprint, è abbastanza basso.
Ma perché Nicora inizia la sua trattazione dall'epoca Tokugawa?
La passione dei giapponesi per gli automi, i robot e i cyborg nasce
proprio in epoca Tokugawa, con i karakuri, la cui storia è ben
sviscerata nel primo capitolo. Questa prima parte in realtà era
stata già pubblicata su “Manga Academica 3", come
avverte l'autore nelle note. Di norma non sono molto incline ad
accettare le riproposizioni di scritti già pubblicati, ma nel
leggerla ho avuto l'impressione che quella fu veramente una prima
parte di una analisi più approfondita, che si sviluppa in questo
libro e che terminerà nel prossimo su Goldrake. Non è una mera
ripetizione del 2010, ma una prosecuzione.
Per il contenuto del primo capitolo rimando alla mia recensione di "Manga Avademica 3" che ho linkato sopra.
Per il contenuto del primo capitolo rimando alla mia recensione di "Manga Avademica 3" che ho linkato sopra.
Il secondo capitolo inizia storicamente dove era terminato il
primo, raccontando come il processo di ammodernamento tecnologico,
nato dall'apertura forzata all'Occidente, permise lo sviluppo di una
editoria popolare, comprese le prime riviste a fumetti. La prima
rivista che conteneva vignette e brevi fumetti, a carattere di
critica e satira politica e sociale fu “The Japan Punch”, fondato
dall'inglese Charles Wirgman nel 1862. L'autore propone una breve
storia di queste prime riviste che con il tempo iniziarono ad
ospitare regolarmente fumetti, passando dalla satira, ormai sempre
meno accettata dal potere governativo, alle storie a fumetti. Fin
quando anche i fumetti vennero arruolati a scopo propagandistico e
bellico, nascevano così gli “heitai (soldato) manga”. Nel 1934
nasce il primo eroe robotico dei manga, “Tanki Tankuro”,
disegnato da Gajo Sakamoto. Viene spiegato quali furono le azioni
governative per obbligare tutti i mangaka a disegnare questi fumetti
di propaganda militare. Proprio in una di queste riviste di
propaganda verrà ospitato il primo robot gigante alla fine del 1943,
“Kagaku Senshi” (“Il guerriero della scienza”).
Anche gli anime vennero arruolati nella propaganda militarista, una
di queste star animate fu il cane Norakuro.
Molto interessante la cronaca di come il dramma teatrale “Rossum's
Universal Robot” di Karel Capek venne rappresentato nel 1924, con
il titolo “Jinzo ningen” (“Uomo artificiale”), paragrafo in
cui viene anche spiegato influenzò gli autori di allora.
Il terzo capitolo è incentrato sul dopo guerra, come, sulla scia
della sconfitta militare e tecnologica, iniziarono a proliferare
storie a carattere scientifico ed avventuroso. Ovviamente si analizza
lungamente il lavoro di Osamu Tezuka, in primis di “Tetsuwan Atom”,
prima nella versione manga, poi in quella animata, con tutte le
notizie riguardo all'esportazione negli Stati Uniti, per esempio sul
perché venne cambiato il nome della serie animata in “Astroboy”.
L'autore si concentra sugli aspetti anti discriminatori di
“Astroboy”, che Tezuka voleva trasmettere ai sui concittadini. Mi
permetto di chiosare che il messaggio non mi pare sia giunto a buon
fine...
Nel quarto capitolo si analizza il primo anime robotico, “Tetsujin
28”, che negli Usa fu ribattezzato “Gigantor”, si parla anche
dell'adattamento statunitense.
Per il quinto capitolo si prendono ad esempio altri personaggi
robotici antesignani degli anime gonagaiani: Robot Santohei; Tetsujin
13 gou Hasshin seyo”; “Tetsu no Samson”; “Midori no Mao”;
Muteki Gouriki”.
Nel quarto capitolo si analizzano quattro titoli, molto approfondito
il paragrafo sui “Cyborg 009”, con tutte le relative implicazioni
etico morali del loro non essere più umani.
Altresì interessante il paragrafo su Astroganga e Doraemon, in
quanto conosco entrambi gli anime. In particolare Astroganga può
essere considerato il robottone vintage per eccellenza, in quanto non
più disponibile nella versione doppiata in italiano, la cui memoria
ormai sta scemando in tutti i fan del first impact. Ad Astroganga siamo tutti affezionati, ma dubito che qualcuno riguarderebbe la serie pur potendo.
L'ultimo capitolo si concentra sui cyborg e robot della Tastunoko,
concludendo così la panoramica dei robottoni prima dell'avvento di
Mazinga e Goldrake, e rimandando il lettore alla primavera del 2017
per il proseguo della storia.
"Nel 19834 nasce il primo eroe robotico dei manga,"
RispondiEliminaSUPPONGO che ci sia un errore di battitura. L'anno giusto qual è?
Nella mia copia del libro la data e' 1934
EliminaAlessandro
Miiiii che pignoli! :]
EliminaCorreggo ;)