TITOLO: L'Italia e l'imperialismo giapponese in estremo oriente, la missione del partito nazionale fascista in Giappone e nel Manciukuò
AUTORE: Alessandro Vagnini
CASA EDITRICE: Aracne Editrice
PAGINE: 241
COSTO: 15€
ANNO: 2015
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788854882713
Questo saggio si concentra sulla missione del PNF in
Giappone, Corea e la tutta Cina occupata dai giapponesi nel 1938. Lo
scopo della missione era quello di affermare il nuovo ruolo
internazionale dell'Italia anche in oriente. In altre recensioni
riporto scritti di questa missione “trionfale”, talvolta sono
soltanto accenni, comunque fu un viaggio ufficiale che ebbe molta
importanza propagandistica, seppure non sortì materialmente nessun
effetto, come accordi industriali o economici.
Al link sotto le recensioni di libri e riviste del periodo, che possono contenere accenni a questa visita:Libri pubblicati prima del 1950
Le prime 80 pagine del libro sono occupate dall'analisi
storica di Vagnini riguardo questa missione, e sono la parte più
interessante del libro, in quanto il resoconto ufficiale è infarcito
di propaganda, molto faticoso da leggere, almeno per me.
Segnalo la pessima idea della casa editrice di scegliere
un carattere di scrittura abbastanza piccolo, che diventa minuscolo
per la parte più cospicua in cui si riporta il rapporto della
missione. Le mie pupille ringraziano per lo sforzo loro procurato...
Nel primo capitolo si fa un riepilogo storico sulle mire
nipponiche verso i territori cinesi della Manciuria, riportando i
dissidi interni ai governi giapponesi, e le posizioni dei militari e
dei nazionalisti su quale atteggiamento avere in Cina. Viene spiegato
il ruolo pro invasione della “South Manciuria Railways” e della
famigerata armata imperiale del Kwantung, con tutti gli accadimenti
storici.
Nel contempo l'autore illustra la posizione italiana, da
equilibrista della politica estera, tra gli occupati cinesi e gli
occupanti giapponesi.
Nel secondo capitolo ci si concentra sulla posizione
italiana (o cambio di posizione, in quanto passammo da difensori dei
cinesi occupati a difensori dei giapponesi occupanti), cioè del PNF,
rispetto al conflitto sino-giapponese. Nel capitolo è ben spiegato
anche quanto i membri del PNF che visitarono il Giappone nel marzo
1938, rimasero impressionati dall'unità del popolo giapponese con
le forze armate e l'imperatore. Inoltre fece grande impressione
l'applicazione quotidiana della popolazione, pure nelle semplici
mansioni lavorative e di studio, all'ideologia nazionalista. I nostri
“osservatori”, non disinteressati, si sorprendono di quanto fosse
stato inculcato in maniera così capillare il nazionalismo ed il
culto dell'imperatore.
In particolare stupì l'onnipresenza della propaganda,
che iniziava fin dalle classi scolastiche per bambini più piccoli,
permeava ogni attività sociale ed ogni momento della giornata.
La missione si sposta poi in Corea, nel Manciukuò e nel
resto della Cina occupata. La relazione finale sulla situazione nel
Manciukuò esalta la presenza civilizzatrice nipponica, e non
nasconde che il potere effettivo risiedeva nell'armata del Kwantung.
Le speranze italiche di fare affari in terra cinese si
scontrò con l'opposizione reale giapponese, non contenta di aver
concorrenti sul “suo” territorio.
Con il secondo capitolo si conclude l'analisi di
Vagnini, segue il rapporto ufficiale del PNF della missione in
Giappone.
Questa parte l'ho trovata pesante da leggere, rispetto
ad altri scritti del periodo da me recensiti, non ufficiali, e quindi
solo con accenni propagandistici, la retorica fascista è imperante.
Ci sono piccoli sprazzi di vita giapponese, ma vengono subito
inghiottiti dalla propaganda, inni al duce e alla nuova e moderna
Italia, allo spirito battagliero etc etc etc.
Inoltre talune informazioni riportate dal rapporto le ho
trovate ripetitive, superficiali ed grandemente poco interessanti.
Mia opinione personale.
Ovviamente questa pesantezza non è ascrivibile a
Vagnini.
Per esempio sono riportate le lettere di giubilo dei
bambini nipponici verso la missione del PN. Poco più di 40 anni dopo
saranno i bambini italici a scrivere lettere entusiastiche, di certo
più sincere e spontanee, verso un “vero” eroe nipponico:
Goldrake.
Un po' più interessanti le parti di commento della vita
quotidiana giapponese, ma sono parti minoritarie, si parla più
spesso di economia, industri ed agricoltura.
Quando la missione si sposta dal Giappone all'occupata
Corea l'accoglienza è meno entusiastica, e alle manifestazione anche
gli italiani notano più giapponesi che coreani.
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