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sabato 28 febbraio 2015
Daimos, il figlio di Goldrake - film di montaggio 1979/1980
Prima di commentare questo altro film di montaggio è giusto premettere che io non ho mai seguito la serie "General Daimos", tranne per qualche occasionale spezzone visto ai tempi sulle tv private minori. Ho provato a guardarlo da adulto(?), ma sinceramente, oltre ad avere un doppiaggio italiano orrendo e caotico, ho trovato inverosimile gran parte della trama, infine il robottone è osceno, ed inguardabile è la sua trasformazione.
Detto ciò, il film di montaggio "Daimos, il figlio di Goldrake" mi interessa esclusivamente per il coinvolgimento d'ufficio di Actarus, che si ritrova ad avere un figlio, probabilmente a "sua insaputa"...
Mentre immagino che per i fan della serie del Daimos il film sarà un scempio perché massacra tutta la trama e gli accadimenti della 44 puntate.
Il coinvolgimento di Goldrake ed Actarus nel film è abbastanza sporadico, giusto all'inizio del film, che presenta il classico incipit minestrone con date e parole a caso, e in qualche altro punto dove si sottolinea il rapporto di parentela tra Kazuya ed Actarus. Però mi chiedo quale parentela potrà mai esserci tra due robottoni... se Daimos è il figlio di Goldrake, chi è la madre?
L'inizio del film presenta una serie di spezzoni presi dagli altri corti dei film Toei sui robottoni gonagaiani, tagliati e cuciti alla buona, con una voce narrante in sottofondo che spiega l'inspiegabile.
Il commentatore ci informa che siamo nel 2980... quindi, considerando che la serie di Atlas Ufo Robot è ambientata a metà degli anni 70, circa mille anni dopo... vabbè che Actarus era guarito dagli effetti nocivi dei raggi vegatron, però campare 1000 anni mi pare un po' esagerato...
Si capisce che la mano e la voce dei testi è la medesima del film di montaggio Mazinga vs Goldrake dal modo in cui viene pronunciato Goldrake, un po' alla romanesca :]
Actarus, però, non ha passato mille anni a raccogliere fiori su Fleed, ma s'è preso una bella laurea, magari sarà stato pure fuori corso, ma tanto in mille anni si recupera.
venerdì 27 febbraio 2015
The official handbook of the Marvel Universe, vol. 4 Karkas to Mister Fantastic
La grafica dei personaggi Marvel non è sempre quella a cui sono stato abituato da bambino leggendo i fumetti editi dalla Editoriale Corno, lo si evince già dalla copertina, che vede Mister Fantastic con un ridicolo costume blu e bianco, a differenza del mitico ridicolo costume azzurro. Purtroppo il numero di personaggi di questo volume già restylinginizzati sono numerosi, tutti peggiorativi dell'originale, a mio avviso. Quando scrivo "peggiorativi dell'originale", intendo che i costumi a cui era abituato io erano, in larghissima parte, quelli creati per la prima volta, non dei costumi già modificati x volte. Quindi vedere il Mandarino, uno dei primi nemici dei Vendicatori, che già aveva un costume un po' ridicolo, finito in braghe di metallo mi ha fatto inorridire...
La cosa più interessante del volume è una cartina dell'isola di Manhattan con descritte tutte le sedi di gruppi o singoli supereroi, abitazioni di vari personaggi e, financo, gli uffici della "Marvel Comics", cosa che palesa l'intento autoironico della mappa.
I personaggi mostrati, che vanno dallo sconosciuto Karkas a Mister Fantastic second version(...).
giovedì 26 febbraio 2015
Oltre i confini della mente (volume 8, 1976) - collana "Il mondo dell'occulto" Rizzoli
TITOLO: Oltre i confini della mente (volume 8, 1976) - collana "Il mondo dell'occulto" Rizzoli
AUTORE: Stuart Holroyd
CASA
EDITRICE: Rizzoli
PAGINE:
144
COSTO:
8€ (variabile)
ANNO:
1976
FORMATO:
26 cm X 21 cm
REPERIBILITA':
Reperibile su internet
CODICE
ISBN:
Questo è uno dei due volumi che mi venne regalato da bambino per un qualche compleanno, ancora oggi, nello sfogliarlo per queste scan, alcune immagini continuano ad inquietarmi...
Non saprei ben datare quando da bambino appresi da film/fumetti/cartoni dell'esistenza degli "Extra-Sensory Perception", cioè gli ESP e tutte le menate relative, forse fu questo libro, oppure qualche cartone animato giapponese, tipo Babil Junior o il Gundam (anche se in quest'ultimo col vecchio doppiaggio non era ben esplicitato il potere ESP dei "New Type"). Escludo sia stato tramite "Guerre Stellari", perchè è ovvio che quelli degli Jedi non sono insulsi poteri ESP, ma è la "Forza".
Fatto sta che sfogliare queste pagine, allora come oggi, ti mette in contatto direttamente con il mondo della creduloneria e delle truffe, che immagino si siano solo evolute rispetto al 1976, ma come basi restino le medesime.
Come diceva Ezio Greccio al Drive In nelle vesti di Mister Tarocò: "...che para-normale, ma badaben badaben badaben, è normale."
Il volume è diviso in sette capitoli, uno più esilarante dell'altro :]
Come commentare questa immagine? Una tortura a Guantanamo? A quale scopo lo sfondo psichedelico? Tanto il soggetto non vede, forse per impressionare chi lo vede?
mercoledì 25 febbraio 2015
Go Nagai Robot Collection 56 Mamirez
Parto prima con la descrizione del modellino o con le lagnanze sul caos della distribuzione?
Meglio con la seconda...
Il numero precedente su Gorel, che era già uscito con una settimana di ritardo, prevedeva per il 12 febbraio l'uscita di Mamirez (a cui sarebbero dovuti seguire il 19 febbraio il Jet Pilder, e domani 26 febbraio il Delfino Spaziale), per il 12 febbraio era anche prevista la quinta uscita speciale, il Generale Rigarn.
Nulla di tutto ciò si è avverato.
Il Generale Rigarn pare scompraso...
E due date di uscite normali sono semplicemtne state saltate, infatto domani 26 febbraio sarebbe dovuto uscire il Delfino Spaziale.
In questa uscita 56 il nuovo prospetto delle uscite future prevede per il 26 il Jet Pilder (che doveva uscire il 19 febbraio) e per il 5 marzo il Delfino Spaziale (che doveva uscire il 26 febbraio).
Io mi chiedo se sia così arduo riuscire a fare arrivare in edicola puntualmente ciò che si prevede sulle proprie pubblicazioni, l'alternativa sarebbe non mettere più il box informativo con le prossime uscite, tanto neanche lo rispettano...
All'inizio della GNRC mi è capitato di recarmi al negozio della Yamato Video per chiedere lumi sulle uscite che non uscivano, ma loro mettevano subito in chiaro che non ne sapevano nulla, e nulla, ti facevano capire, ne volevano sapere. Forse, visto che sulla copertina c'è anche il loro "brand", sarebbe loro interesse un miglioramento dell'opera, sia della qualità dei modellini, che dei contenuti dell'inserto cartaceo e della distribuzione. Oppure, c'è sempre una seconda opzione, gli converrebbe togliere il loto logo, così eviterebbero di essere accumunati alla Fabbri-Centauria e alla Gazza.
Concludo col riferire alcune inquietanti voci raccolte sul web secondo le quali il piano dell'opera sarebbe stato ampliato alle 100 uscite, più le speciali... non volevo morire democristiano, e pare invece che sarà così, ma non vorrei neppure morire prima di aver finito questa GNRC...
Torno al povero Mamirez, del quale fino ad ora non ho parlato, e che, invece, merita un elogio, visto che non è per nulla brutto, anzi, direi che è tra i (pochi) meglio riusciti. Ed è anche il primo mostro guerriero di Mikens a vedere la pubblicazione in questa GNRC, ora ogni serie della collezione ha uno o più mostri guerrieri/combattenti/meccanici.
Non c'è dubbio che Mamirez sia un bel nemico per Tetsuya, però, come prima uscita avrei preferito vedere l'assassino delle tenebre Garaliya.
Anche perchè a memoria la puntata con Mamirez è un po' troppo piena di assurdità, ne ricordo alcune:
il Gran Maresciallo delle Tenebre sogna il Great crocifisso, oltre al letto ridicolo, mi son sempre chiesto come facesse uno spirito dentro ad un robot a dormire, e poi perchè ha gli incubi?
quando Mazinga è legato alla croce di legno con i capelli di Mamirez non riesce a spezzarli con nessuna delle sue armi, ci può stare, ma il legno?! Per quanto i capelli di Mamirez potessero essere resistenti erano sempre assicurati a del semplice legno;
Addirittura Tetsuya prova a far partire i Pugni Atomici, ma questi non si separano dal braccio, bloccati dai capelli di Mamirez!!!
Lo tsunami generato da quel genio del redivivo Dottor Inferno spezza la base della croce di legno, materiale che pareva invulnerabile fino a pochi istanti prima;
Alla fine Tetsuya spezza il crine con i raggi atomici del Brain Condor, senza scalfire il suo robot nè scheggiare il legno!
Ricordo che dal precedente numero le pagine dell'inutile inserto di 12 pagine colorate sono diventate di 8 pagine colorate, 4 pagine in meno di costi e 4 pagine in più di utili.
Noto ora che gli occhiettini del viso sul torace guardano curiosamente a destra, avranno visto qualcosa di interessante a casa mia? Spero di no...
L'unica scan anteriore che ho potuto fare, vista la posa di mamirez.
domenica 22 febbraio 2015
Subbuteo Club Edition - 1983
La confezione "Club Edition" dei primi anni 80 era quella base assieme alla "League Edition", conteneva le due squadre (Italia ed Olanda), il sacro panno verde (ancora non Astropitch), le porte, i palloni e le bandierine.
Benchè questa sia una confezione del 1983, il medesimo articolo era già venduta almeno dal 1981, essendo presente sia nelle pubblicità sui Topolino, che nel catalogo Subbuteo 1981.
Proprio bella la confezione interna, ed anche resistente, cosa che ha permesso a questo pezzo di arrivare intonso fino al 2015.
A distanza di 30 anni il vero pezzo forte della confezione è, a mio avviso, la dotazione di opuscoli:
il mega poster; le istruzioni del 1983; il catalogo 82'/83'.
Il catalogo 82'/83' lo propongo completamente scannerizzato in questo post, ed è una vera piccola perla, contiene, oltre ai tanti articoli del Subbuteo, numerose pagine informative sui tornei nazionali e mondiali di Subbuteo. Nelle sue pagine non si manca di inneggiare all'appena vinto terzo mondiale di calcio in Spagna, che immagino fu un bel volano pubblicitario per il Subbuteo.
Stesso discorso per il posterone, che nella parte anteriore mostrava i disegni delle varie squadre disponibili e alcuni articoli, ed in quella posteriore l'elenco delle squadre.
Le istruzioni meritano un futuro post.
Un breve video con il contenuto della scatola, il sottofondo audio è preso dal "The Subbuteo sound", un 45 giri pubblicato nel 1973 che conteneva l'audio di una partita di calcio, per rendere ancora più reale una partita "in punta di dito".
La chicca audio è scaricabile a questo sito sul Subbuteo:
http://subbuteosoloplay.altervista.org/qualcosa-da-scaricare-non-pu-mancare.html
Stupendo anche il mega poster da appendere in cameretta, un articolo che non conoscevo è il set per allenarsi sulle punizioni, che anticipa di una quindician di anni le sessioni d'allenamento alle punizioni di PES.
Sul Topolino 1352 del 25 ottobre 1981 c'era una pubblicità della versione "FIFA World Cup Edition", che a grandi linee, a parte il modellino della coppa del mondo, era la medesima della "Club Edition".
Il 24 ottobre 1982, giusto un anno dopo, sul Topolino 1404 veniva pubblicizzata la medesima confezione mondiale.
sabato 21 febbraio 2015
Catalogo mostra "Giappone, dai samurai a Mazinga"
TITOLO: Catalogo mostra "Giappone, dai samurai a Mazinga"
AUTORE: Adriano Màdaro e Francesco Moreno
CASA EDITRICE: Edizioni Sigillum
PAGINE: 288
COSTO: 39€
ANNO: 2014
FORMATO: 33 cm x 25 cm
REPERIBILITA': tramite la sede della mostra
CODICE ISBN:
A differenza dell'altro catalogo disponibile, "Super Robots", che contiene solo le immagini dei modellini/giocattoli dei robottoni, ed è molto essenziale, nel formato, nel testo e nel tipo di pubblicazione, questo catalogo è di grande formato e di pregevole fattura, con carta patinata, rilegato e copertina rigida.
Ovviamente il prezzo è ben diverso, e come tutti i cataloghi delle mostre non è a buon mercato, ma considerando la sua bellezza è un prezzo che merita di essere pagato.
La parte inziale è dedicata all'approfondimento saggistico, con otto brevi, ma interessanti saggi su vari apsetti legati alle tematiche esposte alla mostra:
"Incontro con il Giappone" di Adriano Màdaro
"Il Giappone per immagini dai samurai a Mazinga" di Francesco Morena
"Settecenti anni di samurai" di Giuseppe Piva
"La persistenza della tradizione nella fotografia della scuola di Yokohama" di Francesco Paolo Campione
"Giapponismi italiani" di Vincenzo Farinella
"Come i samurai divennero robots, e viceversa" di Fabrizio Modina
"Elementi di cultira popolare nei manga" di Valentina Leoni
"Van Gogh, gli impressionisti e il Giappone" di Adriano Màdaro
Seguono numerose pagine con immagini a pagina intera di alcuni dei pezzi più belli della mostra, ben distribuiti per tutte le tematiche toccate. Dal mio punto di vista sono stupende le enormi immagini dei robot giocattolo.
Da pagina 207 sono presentate, con immagini più piccole, tutti i 511 pezzi esposti, ma, rispetto alle precedenti immagini di grande formato, che non avevano nessuna didascalia, queste 511 foto sono tutte comprensive di alcune righe di commento. In pratica sono riproposte le didascalie che si possono leggere alla mostra, che però, e questa è forse l'unica critica che si può muovere alla manifestazione, spesso erano poco illuminate, quindi di difficile lettura.
La mostra si dipana su 19 tematiche, nel medesimo ordine in cui sono esposte nel catalogo:
Samurai
No, il teatro dell'anima
La "via della scrittura"
La cerimonia del tè
Shunga, le immagini della primavera
Ukiyo-e, le immagini del mondo fluttuante
La natura, con la "N" maiuscola
Tra miti e leggende
Il buddhismo in Giappone
Inro, netsuke, ojime: vezzi per uomini elegantoni
L'influenza della Cina, il vicino importante
Il periodo Heian, emblema di bellezza classica
Dei piaceri effimeri nel Giappone del periodo Edo
Hasshin! Il grande viaggio nell'universo dei Super Robots
Arte giapponese nel museo di antropologia di Padova
Il Giappone nel castello di Miramare a Trieste
Un pittore esploratore in Giappone
Giapponismo. Il paese del Sol Levante ispira gli artisti
I manga di Hokusai, alle origini del fumetto giapponese
Ho ripreso alcuni brevi video per mostrare il contenuto del catalogo.
E qualche scan, qua sotto la descrizione del catalogo e della mostra presente in seconda di copertina.
martedì 17 febbraio 2015
The Art of Pagot - La meravigliosa storia della famiglia Pagot e dei suoi eroi in carta e inchiostro
TITOLO: The Art of Pagot - La meravigliosa storia della famiglia Pagot e dei suoi eroi in carta e inchiostro
AUTORE: Fulvio Fiori e Marco Pagot
CASA EDITRICE: Edizioni BD
PAGINE: 258
COSTO: 35€
ANNO: 2008
FORMATO: 28 cm x 21 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 9788861233669
Ammetto la mia totale ignoranza, oltre che in generale, anche nel particolare dello Studio Pagot e degli accadementi riguardanti la famiglia Pagot. Ovviamente conosco i personaggi che li hanno resi celebri, avendoli amati da bambino, conosco i loro legami con gli studi d'animazione nipponici, ma tante altre cose proprio non le sapevo. Questo art book mi ha permesso ridurre il mio livello d'ignoranza sulla famiglia più importante dell'animazione italica.
Le immagini sono il fulcro del libro, cosa ovvia per un art book, ma la parte scritta, seppure un po' troppo limitata, è colma di informazioni ed aneddoti interessanti.
Il libro lo si può dividere in tre parti. Nella prima (fino a pagina 107) è ripercorsa la storia dello Studio Pagot dagli esordi al 2008, anno di pubblicazione del libro, non mancano le notizie sui componenti della famiglia Pagot.
Nella seconda parte (fino a pagina 203) ci sono delle schede monografiche sui personaggi più famosi dello Studio Pagot, quasta parte è suddivisa per generi (vedere le scan dell'indice postate più sotto).
L'ultima parte si occupa dei successi e del futuro dello Studio Pagot.
Nel blog cerco di inserire spicchi dell'immaginario personale degli anni 70 e 80, solitamente tendo a dividerlo in un a.G. (Goldrake) ed un d.G. (Goldrake), un po' come se Atlas Ufo Robot fosse l'anno zero della fantasia delle generazioni di quel periodo. Lo Studio Pagot, una delle poche eccezioni, può ascrivere a questa storia della fantasia giovanile, personaggi sia nell'era a.G. che nel d.G., da Calimero e Jo Condor, passando dal mitico ed ineguagliabile Draghetto Grisù (si capisce che era il mio preferito?), fino all'anime "Il fiuto di Sherlock Holmes".
Schematizzando in maniera esagerata si può dire che lo Studio Pagot iniziò la sua storia con un film d'animazione per il cinema, "I fratelli dinamite", per poi passare alle inserzioni pubblictarie proiettate sempre al cinema.
Con la nascita della tv e di Carosello iniziò la grande produzione di spot pubblicitari animati, che videro la nascita di numerosi personaggi ancora oggi famosi. Per esempio non sapevo che il draghetto Grisù fosse il testimonial della "Mentafredda-Caremolli.
Iniziarono anche le prime collaborazoni internazionali, sia con la Hanna & Barbera che con la Worner Bros, che autorizzarono in esclusiva lo Studio Pagot ad usare i loro personaggi per le pubblcità italiane. Il famoso "Wilma, dammi la clava!" gridato da Fred Flinstone degli Antenati, fu una invenzione dei Pagot per uno spot del Neocid, uno spray contro mosche e zanzare.
Quando Carosello venne interrotto lo Studio Pagot si ritrovò in casa una lunga serie di personaggi amati dal pubblico televisivo, e decise di farli diventare protagonisti di serie televisive animate.
A questo punto lo Studio Pagot continuò la sua tradizione in fatto di collaborazioni internazionali, ma con gli studi d'animazione giapponesi, sia per le serie su Calimero che per "Il fiuto di Sherlock Holmes", ma anche con Tezuka e Dezaki.
L'art book ha ormai qualche anno, ma i lavori antecedenti al 2008 restano comunque ben rappresentati, a mio avviso il libro merita di essere acquistato, se poi capitasse di trovarlo ad un prezzo scontato, proprio in virtù del fatto che non è più una novità editoriale, come è capitato a me ad una Cartoomics di due o tre ani fa, l'acquisto è d'obbligo.
lunedì 16 febbraio 2015
Goldrake sulle pagine di Topolino, ovvero da "Uffa Robot" ad "Atlas Ufo Robot" con finale poetico - anni 1978/79/80
Oltre ad un paio di articoli dedicati espressamente a Goldrake ( "Anteprima! Torna Atlas Ufo Robot " e " Mazinga, Dragun, Goldrake "), il waltdisneyano settimanale Topolino informava regolarmente i giovani lettori dei programmi televisivi della settimana corrente nella rubrica "7 giorni di TV".
In questa breve carrellata mostro alcuni numeri di Topolino che contengono piccoli articoli su Goldrake, ma in post futuri anche sugli altri anime arrivati in Italia in quegli anni.
Nel numero 1166 del 2 aprile 1978, quindi la settimana dell'esordio tv di Goldrake, si può notare Atlas Ufo Robot nella programmazione sulla Rete 2 alle 18,45. A dire il vero non era proprio quello il titolo... che era incredibilmente sbagliato, oltre che ridicolo: "Uffa Robot".
Forse una inconscia speranza della Walt Disney che i nuovi cartoni animati (giapponesi) fossero noiosissimi (per quanto io vi sia affezionato) come quelli italiani?
Più logicamente fsi può immaginare che fu un grossolonao errore di comunicazione del titolo, non un refuso, in quanto è ripetuto per tutti i giorni in cui Goldrake era trasmesso. Quando nei mesi successivo il successo di Atlas Ufo Robot si dimostrò devastante, Topolino dovette prenderne atto e, pur cercando di infangare le capacità artistiche degli autori dell'anime robotico (vedi il primo articolo linkato sopra), non potè evitare di pubblicare un minimo di notizie.
Il successo fu così spiazzante che in seguito Topolino, oltre a pubblicarne il titolo corretto, arriverà a inserire nelle sue pagine addirittura una poesia su Goldrake, scritta da una giovane lettrice.
Comunque è meglio andare per ordine, ed iniziare con il Topolino numero 1166 del 2 aprile 1978:
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domenica 15 febbraio 2015
Attraverso il Giappone
TITOLO: Attraverso il Giappone
AUTORE: Luciano Magrini
CASA EDITRICE: Edizioni Corbaccio
PAGINE: 207
COSTO: 38€
ANNO: 1925
FORMATO: 23 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN:
Ciò
che mi attira in questi vecchi, o vecchissimi, libri sul Giappone è
il loro valore di testimonianza diretta. Piuttosto che leggere un
saggio storico scritto oggi in cui si racconta del Giappone del 1923
preferisco leggerne uno scritto nel 1923, questo non impedisce,
ovviamente, che chi lo scrisse riportò male alcune questioni. Questo
libro di Luciano Magrini si concentra molto sul grande terremoto del
Kanto, avvenuto il primo settembre 1923, l'autore arrivò in Giappone
poco dopo, e poté testimoniare le distruzione e le condizioni di
vita dei sopravvissuti. E' citata anche la violenza omicida di cui
furono vittima i cittadini coreani, accusati ingiustamente di
appiccare incendi.
Scrivendo
sui forum mi è capitato di scontrarmi con super fan del Giappone con
la tendenza forte al revisionismo storico, quando fai notare che i
libri storici raccontano di un Giappone poco pacifico ti rispondono
che sono libri poco affidabili perché scritti dai vincitori, o
amenità simili. Mentre un libro come questo è difficilmente
contestabile, in realtà lo sarebbero anche i libri storici scritto
oggi, ma quella di Luciano Magrini è una testimonianza quasi
istantanea dei fatti accaduti.
Il
libro consta di 20 capitoli, di cui renderò il contenuto e gli
spunti più interessanti, spesso le parole giapponesi (tipo i nomi
delle città: Tokio, Jokohama etc) sono scritte in maniera difforme
da quella odierna, dove ho potuto le ho riportate nella forma
corretta.
Fra
le rovine e gli orrori del terremoto (Tokyo ottobre 1923)
Sono
riportati numerosi aneddoti sul quel lontano disastro, in particolare
mi ha colpito quello dei 35 mila cittadini di Tokyo rifugiatisi in
una piazza e morti arsi vivi dagli incendi dove erano rimasti
intrappolati.
Terre
squarciate e città sconvolte (Tokyo ottobre 1923)
Stesso
resoconto per la città di Yokohama, che venne letteralmente rasa al
suolo, sono riportati i danni subiti dalle altre città giapponesi:
Kamakura; Jokosuga; Odovara, Hiratsuka.
Le
resistenze dello Stato (Tokyo ottobre 1923)
Viene
descritto come il governo del primo ministro Yamamoto, insediatosi
durante le scosse di assestamento, agì nel momento della crisi, e le
difficoltà che dovette superare. Il primo atto del governo fu di
istituire lo stato d'assedio (legge marziale) a Tokyo, per impedire
disordini e razzie. Uno dei timori maggiori era la sollevazione dei
“bolscevichi”, che, sfruttando il caos, potessero iniziare una
rivoluzione, assaltando la cittadella del Mikado. Il panico venne
accresciuto da numerose notizie prive di fondamento, come la fuga
dell'imperatore e gli “incendi coreani”. Quest'ultimo è il primo
cenno dell'autore al massacro dei cittadini coreani da parte dei
giapponesi inferociti.
Il
resoconto dell'opera del governo è dettagliato, sia riguardo i
successi che per le mancanze.
Le
tragedie del panico (Tokyo ottobre 1923)
In
questo breve capitolo l'autore racconta del panico che assalì i
cittadini colpiti dal terremoto, sempre legato alle notizie
infondate, come il sollevamento armato dei socialisti ed anarchici e
i già citati “incendi coreani”. La polizia giustiziò numerosi
esponenti di sinistra ed anarchici, allo scopo di prevenire la loro
insurrezione. Mentre contro i coreani si scatenò una vera e propria
caccia all'uomo, che secondo le stime ufficiali riportate nel libro
causò la morte di 430 coreani, ma si ipotizzava fossero stati almeno
il doppio. Per queste uccisioni vennero arrestati circa 200
giapponesi, l'autore non riporta se seguirono condanne penali. Le
prime voci contro i coreani si sparsero a Yokohama, pare messe in
giro da ex galeotti (giapponesi) alla scopo di creare ulteriore caos
per compiere furti con più facilità. Fu comunque facile attizzare
l'odio verso i coreani, che in patria si erano più volte ribellati
alla dominazione giapponese. Al grido “arrivano i coreani” si
spargeva il terrore in città, ad Omori (40 mila abitanti) fu la
stessa polizia a mettere in allarme i cittadini. Sono riportai i vari
metodi che gli ossequiosi cittadini nipponici utilizzarono per
massacrare i coreani, comprese donne e bambini. Fu, a mio avviso, un
anticipo del potenziale distruttivo che i soldati imperiali avrebbero
dimostrato in Cina ed in tutte le nazioni occupate.
mercoledì 11 febbraio 2015
Go Nagai Robot Collection 55 Gorel
Dato che la qualità dei modellini è assai altalenante, dall'accettabile al disastroso, e che il fascicolino-ino-ino è a dir poco insulso, almeno la distribuzione sarebbe simpatico se fosse puntuale. Invece, dopo un periodo in cui è stata abbastanza costante (pur cambiando spesso il giorno, prima il mercoledì, poi il giovedì, infine il sabato), dalla fine di dicembre ad oggi le uscite sono randomiche...
Questo numero 55 doveva uscire settimana scorsa, al mio edicolante è arrivato oggi, tra l'altro dei due pezzi che ha ricevuto uno era rotto (più in basso metto le foto), ergo ho pure rischiato di non averlo.
Tralasciando la posa da guardia in garitta (hatti! riiiso!), quello che non comprendo è il perchè sia stato scelto il mostro Aniba della puntata numero 12, in cui non mi pare succeda qualcosa di particolarmente interessante. La scelta poteva cadere sul primo mostro Aniba della serie, oppure su quello che Ikima e Amaso scagliano contro l'Imperatore del Drago, o anche sul mostro in cui si reincarna la regina Himika, invece è stato scelto Gorel. Mistero...
Comunque Gorel non è fatto male, la testa mi pare un po' differente dalla versione animata, troppo tondeggiante, magari è solo una mia erronea impressione.
Praticamente questo è il primo mostro della serie di Jeeg, in quanto io considero Takeru un semi-cattivo, un buono obbligato ad essere cattivo. Per questo vedere Gorel mi sembra così strano, forse è un raccomandato...
Del fascicolino-ino-ino mi era ripromesso di non parlare più finché non avesse contenuto qualcosa di menzionabile. No, non è successo, ma da questo 55esimo numero le pagine sono scese da 12 ad 8!
Tanto erano tutte immagini, inutili e ripetitive, ma ora noto che la Fabbri risparmia in un colpo solo un terzo dei costi dovuti all'inserto, mantenendo invariato, ovviamente, il prezzo dell'uscita.
Altri soldini di utile per la Fabbri, complimenti per la furbizia ;)
Non assomiglia un po' all'Omino Biscottino?
Come sempre le foto ravvicinate, o le scan, tendono ad esaltarne i difetti, qui Gorel è commosso, una furtiva lacrima solca il suo (bel) viso.
martedì 10 febbraio 2015
Catalogo Barbie 1979
Dato che di materiale per femminucce ne metto assai poc, ogni tanto rimedio con una dose di Barbie, che è un tema involontariamente assai spassoso. I commenti agli articoli sono geniali, se nel 1979 dovevano fomentare la fantasia delle bambine, o inculcare loro fissazioni dalle quali non si sarebbero mai più liberate, nel 2015 acquistano un retrogusto vintage.
Come i nomi delle varie Barbie: Barbie Acapulco; Barbie Partytime (che anticipa la pubblicità del Campari); Barbie Sposa(...).
Oppure comei vari ammennicoli di complemento: gli arredamenti in pieno stile anni 70; i mezzi di trasporto; le proprietà immobiliari.
E poi c'è sempre Ken Barbie, il pupazzo più pupazzo che mai donna abbia desiderato come uomo :]
Una cosa che trovo sempre bella è che in questi cataloghi del periodo era uso inserire un prezzo indicativo, così il genitore poteva subito stroncare una pretesa troppo esosa della bambina.
Il cataloghino ha un formato 11 cm X 11 cm circa, abbastabza consueto per il periodo.
Si parte con la famiglia (di fatto) Acapulco, come? Acapulco non è il cognome?
domenica 8 febbraio 2015
Raccolta delle cianografie del film "Addio Yamato" - 1978
Questa pubblicazione contiene la "raccolta dettagliata dei disegni schematici" (traduzione letterale del titolo) dei mezzi del film "Addio Yamato" ("Saraba Uchū Senkan Yamato Ai no Senshitachi"). Ben 16 cianografie di ottima fattura, anche per un adulto(?) del 2015, ma che per un bambino del 1978 dovevano essere qualcosa di stupendamente inimmaginabile.
Questa raccolta anticipa di ben tre anni una simile sul Gundam ("Gundam Manual"), di maggiore qualità e a colori, a dimostrazione che in Giappone deve esistere un apposito filone editoriale composto da cianografie degli anime robotico-fantascientifici, roba da otaku ante litteram :]
Ovviamente il testo è tutto in giapponese, ho comunque scannerizzato la parte scritta, chi ne ha la possibilità potrà leggerselo, noi altri a secco di ideogrammi ci limiteremo ad apprezzare la perfezione grafica delle astronavi.
Personalmente, come tanti altri appasionati, sono contrario agli adattamenti che stravolgono i contenuti originali di un anime, una delle poche eccezione è proprio Star Blazers/Yamato. L'adattamento statunitense che vedemmo da bambini, per quanto pieno di inesattezze, ci fece apprezzare una serie più unversale, senza il nazionalismo/revisionismo storico soft della serie animata e non solo. Quando ho visto il film live del 2010 sono rimasto inorridito nel sentire che l'equipaggio affermasse che la Yamato varata nel 1940 fu uno strumento di pace... son piccole cose, ma un bambino giapponese di oggi crescerà convinto che l'incrociatore da guerra Yamato fu costruito per portare la pace, se non è revisionismo storico questo...
Preferisco pensare che quella mostrata in queste bellissime cianografia sia la Star Blazers ^_^
L'indice delle cianografie, per chi lo sa leggere :]
sabato 7 febbraio 2015
Super Robot Files, 1963/1978 l'età d'oro dei robot giapponesi nella storia degli anime e del collezionismo
TITOLO: Super Robot Files,
1963/1978 l'età d'oro dei robot giapponesi nella storia degli anime
e del collezionismo
AUTORE: Fabrizio Modina
CASA EDITRICE: Edizioni BD
PAGINE: 200
COSTO: 20 €
ANNO: 2014
FORMATO: 24 cm X 18 cm
REPERIBILITA': 9788868830489
CODICE ISBN: Ancora presente nelle librerie di
Milano
Fabrizio
Modina è un super collezionista di modellini/giocattoli dei
robottoni, ha collaborato all'allestimento di due mostre in Italia:
“Manga Impact” del 2009 a Torino; “Giappone dai samuari a Mazinga” 2014/2015 a Treviso.
Questo
libro, a differenza di quello che si potrebbe pensare sfogliandolo e
vedendo i tantissimi modellini di robottoni
(sia vintage che recenti) presenti nelle sue pagine (e conoscendo il curriculum vitae
dell'autore), non tratta di collezionismo robotico o di giocattoli
anni 70/80, ma degli anime robotici. In questo primo volume, per un
totale di due, sono presentati i cartoni prodotti dal 1963 al 1978,
quella che l'autore chiama “l'età d'oro” dei robot giapponesi.
Il prossimo volume, la cui pubblicazione immagino sia prossima,
arriverà alle serie prodotte fino al 1984, anno che l'autore ha
individuato con la fine dell'era robotica negli anime.
Il
libro contiene un'introduzione divisa in cinque parti (per un totale
di 11 pagine), che in realtà farebbero pensare ad un testo che si
addentri di più nella tematica modellismo/collezionismo robotico,
cosa che in realtà, come ho già scritto sopra, non avviene.
L'introduzione permette anche ad un neofita di poter poi leggere il
libro senza incontrare troppe difficoltà con le terminologie usate.
Dietro
Super Robot Files:
Dove
Fabrizio Modina spiega come sia nata la sua passione, e come si è
evoluta, fino ad arrivare alla pubblicazione di questo libro.
Origine
dei super robot:
Una
breve, ma esaustiva, storia dei super robot in Giappone, dai samurai
alle bambole meccaniche “karakuri” , finendo con gli anime
robotici.
Tipologie
dei super robot:
Sono
illustrate le varie tipologia dei robottoni, grandezza, forma, tipo
di trasformazione ( “gattai = unione; “henkei” =
trasformazione).
Giocattoli
e modellismo:
Un
brevissimo accenno al mondo dei giocattoli/modellini e del
collezionismo robotico, in cui sono spiegate le varie tipologie :
Tiny Toy; Safubi; Chogokin; Jumbo Machinder; Pla DX; Model Kit; Doll.
Note
sulla consultazione:
L'autore
spiega come ha impostato il suo libro.
Quello
che si racconta nel libro sono le serie animate, per ogni serie è
riportata la sinossi sia della prima puntata, che della serie totale,
quindi comprensiva di finale, con un approfondimento per i momenti
topici. Ovvio che scrivere la sinossi di Goldrake o Jeeg
non è una primizia in assoluto, sia il web che altre libri le hanno
più o meno tutte sviscerate, per questo l'autore inserisce numerose
curiosità. Per esempio svela da cosa derivi il nome di Ga-Keen,
cioè la compressione del termine inglese “gathering keen”,
traducibile in “desiderio di unirsi”, con l'allusione sia alla
trasformazione di Mai e Takeru, che al rapporto uomo-donna.
martedì 3 febbraio 2015
"Perchè Marco Polo sconfigge Mazinga" - di Teresa Buongiorno - Radiocorriere TV n° 16 19/25 aprile 1981
Se il titolo dell'articolo a firma Teresa Buongiorno fa un'affermazione perentoria, io, invece, mi pongo una domanda perentoria:
Ma perchè bisognava tirar fuori ad ogni costo sempre Mazinga o Goldrake?!
Teresa Buongiorno non poteva scrivere solo un bel articolo sul successo editoriale dello sceneggiato Rai?
Pare che qualsiasi programma che poteva essere indicato per i giovani doveva, obbligatoriamente, essere paragonato ai cartoni animati giapponesi (e questa è l'ennesima prova del loro successo devastante), non era contemplato che due trasmissioni fossero parimenti interessanti.
Il successo dello sceneggiato Rai di "Marco Polo" era la sconfitta di Mazinga e soci. Purtroppo per la giornalista, dopo 30 e passa anni, del "Marco Polo" televisivo non si ricorda quasi più nessuno, mentre Mazinga e soci imperversano nelle edicole, sul web, nelle librerie e pure al cinema:
chi ha sconfitto chi?
Nell'aprile del 1981 si svolgeva l'annuale Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi a Bologna, dove la casa editrice made in Rai, la Eri, presentava le pubblicazioni sullo sceneggiato di "Marco Polo". La Eri aveva pubblicato, e venduto, una caterva di libri su Goldrake e Mazinga, facendo una montagna di utili, ma la riconoscenza non è di questo mondo, e i dirigenti Rai pare non vedessero l'ora che qualcosa di italico potesse sostituire il successo nipponico.
lunedì 2 febbraio 2015
Giochi con il computer: come funzionano, come si vince - 1985
TITOLO: Giochi con il computer: come funzionano, come si vince
AUTORE: Round Designe e Roger Priddy
CASA EDITRICE: Gruppo Editoriale Jackson
PAGINE: 48
COSTO: 10/20 €
ANNO: 1985
FORMATO: 25 cm x 18 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 8870560619
Penso che questo sia tra i primi libri sui videogiochi pubblicati in Italia, contenente sia una dettagliata spiegazione di come quelle magiche macchinette mangiasoldi da bar funzionassero, ma sono illustrati anche le prime console (anche a cartucce) e i primi videogiochi portatili, sia un breve testo sulla storia dei videogames (dove il 1982 era l'attualità) e sul loro futuro.
Sono ben spiegate tutte le parti che componevano allora un videogioco, dalla memoria Ram o Eprom, alla scheda grafica e sonora, compreso un mini box esplicativo sui "joystick".
Sono illustrati pure i primi videogiochi parlanti, tipo il "Grillo Parlante " della Texas Instruments, quello che ti diceva "Scri-vi e con-trolla", e quando il bambino/a ignorante cannava la parola da digitare ti riprendeva con un bel "Non ri-cevo ri-prova e con-trolla".
Il tutto con la stessa voce metallico-digitale della sigla degli I-Zenborg:
Adi uoti acimi
seseosese speotradi
damaoprio ciriofra bul
locoripe quiggau
ricro valo I-Zenborg
Nutrita la parte sui videogiochi di scacchi, una delle prime applicazioni che riscontrò un buon successo. E pensare che oggi ho una app di scacchi sullo smartphone che sarà millemila volte più complessa di quelle macchine.
Ai tempi esistevano parecchi giocattoli che erano un ibrido tra un videogioco ed una macchinina telecomandata, anche questa versione è ben illustrata.
C'è un capitolo sia sui giochi didattici, tipo di nuovo il "Grillo Parlante", che sui videogiochi utili, come i simulatori (di tiro e di volo).
Un capitolo è incentrato sulla creazione del videogioco, dall'ideazione alla sua trasformazione in oggetto materiale, fino alla produzione industriale, in pratica la prima spiegazione dei ruoli di game designer, editore e distributore etc
Molto bella, seppur talvolta un pelino caotica, l'impaginazione del libro, con sfondi che richiamato i giochi più famosi del momento.
Non manca una nutrita parte con i trucchi per vincere ai cabinati da bar, o meglio, per far durare il più possibile le 100 o 200 lire necessarie al coin-op, visto che la sconfitta prima o poi (nel mio caso prima) sarebbe inevitabilmente arrivata. Benchè i trucchi svelati sono di videogames risalenti all'alba dell'invasione italica, difficilmente reperibili nei bar del 1985. Asteroids o Space Invaders arrivarono in Italia nel 1980, ormai nel 1985 erano stati rimpiazzati da giochi ben più sofisticati, probabilmente i trucchi potevano restare utili per le prime versioni casalinghe degli originali cabinati da bar.
Questi trucchi sono posizionati in box gialli sparpagliati nel libro, io li ho radunati tutti assieme al termine del post, anche per rendere più leggibile le altre tematiche, tra cui un capitolo sui primi Personal Computer, ed il loro utilizzo videoludico.
A distanza di 30 anni dallla sua pubblicazione in Italia (negli Usa risale al 1982), a mio avviso, resta ancora un bel testo, che riesce a farci assaporare quell'epoca pioneristica dei videogiochi, ed evidenziarci quanta strada sia stata fatta da allora, visto che oggi un videogames complesso sta dentro ad uno smartphone. Non che la miniaturizzazione dei videogiochi sia cosa atttuale, dato che, oltre ai primi "scacciapensieri" (Game Watch LCD), nei primi anni 80 esistevano in commercio degli orologi a cristalli liquidi con delle mini versioni assai spartane di Space Invaders.
Insomma, il libro della Jackson fa risaltare i passi da gigante compiuti dall'industria videoludica (che brutto termine...), ed in qualche sua parte riesce quasi ad anticipare questa evoluzione senza freni.
Questo post può essere letto e guardato asieme ad altri due sulla medesima tematica:
Direi che l'indice del libro, più di ogni mia anticipazione, renda merito a chi lo scrisse.
domenica 1 febbraio 2015
"Le figurine di Tarzan delle scimmie" - Editrice Cenisio Milano 1973
A parte il fatto che è un bel album di figurine con delle belle immagini, e che Tarzan è un classico, il terzo motivo che mi spinge a postare questo album è l'intenzione, come per Sandokan o Ufo Shado (ma anche Spazio 1999), di illustrare cosa veniva offerto ai bambini/ragazzi prima dell'avvento di Goldrake e soci.
In pratica non è che ci fosse questa grandissima scelta di personaggi fantastici e avventurosi, poche le cose innovative, a parte i supereroi Marvel della "Editoriale Corno", c'erano Superman e Batman, ed il qui presente Tarzan, che era presente in tv con i vecchi film (impersonato da vari Johnny Weissmuller, Lex Barker e Gordon Scott). Personalmente non rammento con precisione se il telefilm del 1966 con Ron Ely (link You Tube) e la bellissima serie animata della Filmation ("Tarzan il signore della giungla") fossero antecedenti a Goldrake. Sono abbastanza certo che il cartone arrivò dopo Goldrake, ma il telefilm potrebbe essere stato tasmesso prima o durante.
Comunque questo album di figurine della casa editrice "Editrice Cenisio Milano" venne pubblicato nel 1973, e se nel 1978 Goldrake fu accusato di essere violento, non è che Lord Greystoke ci andasse giù piano... una volta divenuto adulto commette le seguenti nefandezze:
uccide l'uomo che aveva ucciso sua madre scimmiesca; la leonessa Sabor; si ruba il tesoro rubato dagli ammutinati; uccide la scimmia Kerchak; uccide un leone; uccide un'altra leonessa; fa lo stalker con Jane; copula con la suddetta, probabilmente illibata, Jane; uccide la scimmia Terkoz; uccide un povero coccodrillo che si faceva gli affari suoi; uccide un altro leone; uccide uno scienziato nano; infine uccide un gorilla.
Omicidi, massacro di animali, furto, stalking; sesso sfrenato: tutto questo in sole 32 pagine, olè!Veramente educativo!
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