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domenica 14 agosto 2022

"Intervista ad Alessandra Valeri Manera, responsabile della fascia ragazzi delle reti Fininvest" - "Mangazine n° 30 dicembre 1993 + testo dell'intervista a AVM nel documentario "Lupin III - Tutta la Storia" del 2015


Nel penultimo post sul doppio articolo di "Vinile" n° 34 sulle sigle c'è anche un'intervista a Alessandra Valeri Manera, il cui titolo si vanta che fosse la prima intervista della responsabile dei programmi per ragazzi delle reti Mediaset/Fininvest in quarant'anni!
Nei commenti (a dire il vero, l'unico commento ^_^ ) Mattia Bulgarelli (K. Duval) faceva notare che su Mangazine la Valeri Manera era già stata intervistata.
Inoltre nel documentario "Lupin III - Tutta la Storia" del 2015 c'è un'intervista dal vivo proprio a Valeri Manera.
Quindi si può concordare con Mattia Bulgarelli che scrivere che l'intervista su "Vinile" fosse la prima in 40 anni, sia stato un po' generoso   ^_^
Ho quindi ripescato l'intervista a Mangazine.
Visto che ormai c'ero, ho trascritto anche l'intervista a AVM presente nel documentario su Lupin III di cui sopra, dato che non è più disponibile in rete.
Spero di aver messo tutte le parti presenti, perché l'intervista a Valeri Manera era spalmata in molti minuti.
Comparando le due interviste di questo post, con quella presente in "Vinile" n° 34, si può avere una buona panoramica sul punto di vista di Alessandra Valeri Manera, che devo dire è rimasta in tutti questi decenni coerentemente fedele al suo operato.
Faccio presente che nell'intervista a Mangazine del 1993 AVM era ancora in carica, mentre in quella del documentario su Lupin II e, ovviamente, in quella presente in "Vinile" n° 34 non ricopriva più il ruolo di responsabile dei programmi per ragazzi.

Piccola chiosa sulle parole di AVM su Mangazine.
Il nodo che pare non venisse proprio compreso alla Fininvest/Mediaset è che il loro target tra i 6 e i 14 anni, non era un target sensato per un unico cartone animato. E' ovvio che o manderai in onda qualcosa di troppo complesso per i bambini di 6/8 anni, oppure qualcosa di troppo banale per i ragazzine di 12/14 anni.
Se ci arrivo io, è possibile che non ci arrivassero loro?  
Quindi, forse, c'era un pelino di impostazione di base errata, diciamo così   ^_^




Il numero di Mangazine dove è presente l'intervista qui sopra.



Di seguito il testo dell'intervista ad Alessandra Valeri Manera contenuta nel documentario del 2015 "Lupin III - Tutta la storia".



Gli anime furono di rottura perché piacquero tantissimo al pubblico giovanile e, invece non vennero assolutamente compresi dal adulto dai genitori. I ragazzi e i bambini capivano subito e si sentirono a loro agio, perché i tempi e le sceneggiature delle anime erano dei tempi e delle sceneggiature molto vicine a quello che potevano essere la loro realtà emotiva e del giorno per giorno.

I genitori non capirono questo, non lo videro e contestavano, invece, l'animazione, che ritenevano povera. Non riuscivano a vedere la forza della sceneggiatura riuscivano unicamente a vedere un'animazione che dal loro punto di vista era povera.

La scelta era mettiamo in onda questi prodotti o non li mettiamo in onda?

E se li mettiamo in onda comunque dobbiamo correggere qualche cosa. E' stata una procedura che è costata tantissimo a noi, perché ogni episodio andava controllato. Una volta controllato, se c'erano dei dubbi guardavamo, se noi stessi eravamo nel dubbio, chiamavamo lo psico terapeuta, magari più di uno. Per sentirci dire cosa ne pensavano, tutto questo aveva un costo.

Un grosso problema è nato col fumo. Perché in Lupin si fumava spesso, e ad un certo punto non si poteva più fumare, ma io lì non sapevo bene cosa fare, perché o non andavo in onda con l'episodio...ma lì i tagli erano impossibili. Allora abbiamo tagliato dove era possibile o per lo meno sfocato il primo piano del pacchetto di sigarette, ma più di quello non potevamo fare.

Lì ci sono arrivate un sacco di multe.

Sempre nel discorso di questi tagli, mi passano una telefonata la centralinista dicendomi che c'è una signora arrabbiatissima, vuol parlare con lei:

“Si signora, mi dica”

“Mio figlio è arrabbiatissimo perché avete messo in onda un episodio di Lupin e quando l'ha visto la prima volta c'era una sequenza dove torturavano qualcuno (un po' violenta), e voi l'avete tagliata! Non dovevate tagliarla”

“Signora, deve pensare che il nostro pubblico è più vasto...”

“No, perché voi non potete tagliare, mio figlio c'è rimasto malissimo...”

Ed era veramente arrabbiata.

Abbiamo avuto contestazioni di tutti i tipi...a parte i genitori che dicevano che tutti i prodotti giapponesi andavano... messi nella toilette, diciamo...

Addirittura uno di questi comitati, ma non ricordo quale fosse, ci disse che Berlusconi non dovesse andare in onda con prodotti per bambini perché essendo divorziato lui non era adatto a trasmettere prodotti per bambini.

Il Giappone comunque ha un background generale completamente diverso dal nostro. Il nostro background è un background che comunque è legato alla religione cattolica cristiana e loro no.

I prodotti che in Giappone non creano nessun problema per i bambini, da noi in Italia possono creare problemi. Facciamo un esempio molto semplice, tutti fanno il bagno assieme, belli allegramente: mamma, papà, bimbo, bimba.

Lei capisce bene che se mettevo in onda una sequenza simile, l'indomani mattina quando arrivavo in ufficio avrei trovato i genitori che mi aspettavano fuori con i forconi.

Quindi ci vuole buon senso quando si fa questo lavoro.

Non è solo una questione di dividere il target di età, è anche di guardare alla cultura, perché sono due culture diverse.

Un altro esempio molto semplice, ma proprio banale, il loro cibo e il nostro cibo. Loro mangiano con i bastoncini, non mangiamo con il coltello e la forchetta.

La mia idea era che se un bambino riconosceva la sigla, andava a cercare il cartone, andava a cercare il cartone e pensava alla sigla. Devo dire che a me il il discorso delle sigle ha fatto molto piacere, nel senso che io ancora oggi incontro gente all'aeroporto quando do il mio bigliettino per il check in che mi dice “io sono cresciuto bene con le sue sigle, grazie”.





Mi limiterò ad un paio di chiose.
La prima riguarda il punto in cui la Manera riporta che alcuni genitori contestassero il diritto di Berlusconi di mandare in onda programmi per bambini in quanto persona divorziata.
Chiaramente è una cosa ridicola, però fa ridere che spesso nella serie di Lupin III c'era il personaggio ricchissimo ed anziano, di certo non avvenente, che perdeva la testa per Fujiko, molto più giovane del vecchio riccastro.
Sovente il personaggio ricco ed anziano non era onestissimo.
Scopriamo nel 2010 che il proprietario di Mediaset interagiva con ragazze avvenenti molto più giovani di lui.
Quindi chi diede il cattivo esempio?   ^_^
Cosa facciamo? 
Censuriamo tutti gli episodi di Lupin III dove un vecchio multi miliardario cerca di concupire Fujiko o altre giovincelle?
Purtroppo la realtà non si può censurare (forse...), ma i cartoni animati si...

Questione delle sigle.
Alessandra Valeri Manera è felice di constatare che le persone ricordano con piacere le sue sigle, mi pare giusto, ma se oggi Mediaset decidesse di rifare tutte le sue sigle, come lei rifece tutte le sigle degli autori precedenti, come la prenderebbe?
Nell'intervista su Mangazine si legge che rifecero le sigle perché non avevano i diritti per rimettere in onda quelle vecchie, sarebbe bastato pagare per comprare quei diritti. Semplice.
Fecero una scelta economicamente più redditizia per loro ed oculata per l'azienda, ragionevole, ma non giusto verso i giovani telespettatori che conoscevano le sigle vecchie. Senza contare i soldi persi dagli autori originali italianai.


5 commenti:

  1. Più andavo avanti con l'intervista più mi saliva la rabbia. Trovo alcune sue affermazioni assurde, inconcepibili. Secondo questa persona il bambino deve guardare passivo, non turbarsi, non pensare, non porsi domande. Tutto deve essere facile, piatto, rimasticato secondo logiche bacchettone. Non si educano così i bambini (visto che hanno di queste pretese), ma lo si rende un citrullo.

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    1. Si, è un aspetto corretto, ed è la differenza tra l'animazione Occidentale, che tratta i bambini come dei mentecatti, e quella nipponica, che li mette in contatto con le difficoltà della vita.

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  2. Cmq neppure quella di Mangazine fu la prima intervita alla Manera.
    Ce ne era già stata un altra di un paio di anni prima su Video Carton e Comics dela Play Press.

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    1. Di Federico Fiecconi, quattro pagine, la posterò.

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    2. La rivista era di circa un anno e rotti prima

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