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domenica 29 aprile 2018

Heidi - Clementoni 1978



Molti giochi in scatola della Clementoni avevano in comune due aspetti, una corposa dotazione di pezzi ed un sottotitolo assai prolisso, tipo:
"Un avvincente gioco a tre dimensioni che vi porta a vivere le avventure di Heidi con le sue caprette sui fioriti pascoli alpini".

Sembra il titolo di un anime dell'era Fininvest/Valeri Manera    ^_^
Forse alla Clementoni temevano che con solo il nome di Heidi e l'immagine di Heidi, Petar e Nebbia che correvano sui prati sotto la baia di montagna, le bambine potessero avere qualche dubbio su quale fosse il cartone  :]
Scrivo "bambine" perché a grandi linee doveva essere un gioco dedicato prettamente alle  femminucce, poi ciò non impediva che potesse piacere anche ai maschietti, specialmente perché non doveva essere malaccio dal punto di vista della giocabilità. Infatti lo scopo del gioco era raccogliere il proprio gregge di pecore e riportarlo all'ovile, durante questo tragitto si doveva distribuire i punti del dado tra il segnaposto e le caprette (per un totale finale di 5 personaggi). L'avere la necessità di scegliere di quanti posti muovere ogni singolo personaggi o, eventualmente, decidere chi lasciare fermo, era una scelta molto strategica. Inoltre era possibile posizionare i propri segnaposto per ostacolare il percorso degli avversari, e a me questi regolamenti "bastardi" son sempre piaciuti, in quanto conferivano sale alla partita e allungavano la vita del gioco in scatola.
Per il resto il regolamento sembra molto semplice, e quindi giocabile da tutti quanti, altro apparente pregio del gioco in scatola della Clementoni.
Il fatto che la confezione fosse piena di pezzi (montagne, caprette, cartine, baita e steccato) comportava che prima di iniziare il gioco si dovesse portare a termine il "gioco" di montare il gioco in scatola, l'unico svantaggio è che ci voleva un po' per poter iniziare la partita.


La scatola non è molto grande, quindi i numerosi pezzi che la formano fanno ancor più bella scena.




Il tabellone, una volta montato, faceva una gran bella figura, riuscendo a evocare con efficacia l'atmosfera dei "fioriti pascoli alpini" del cartone.
Chissà che caos quando c'erano in gioco tutte le 5 caprette per ogni segnaposto, sarà stato assai arduo trovare la via per arrivare alla baita...
Ovviamente le cartine con il dorso blu dovevano essere tutte coperte, io ne ho lasciate quattro scoperte per farne comprendere lo scopo,

venerdì 27 aprile 2018

I sogni e i loro messaggi (volume 12) - collana "Il mondo dell'occulto"



TITOLO: I sogni e i loro messaggi (volume 12) - collana "Il mondo dell'occulto"
AUTORE: Stuart Holroyd
CASA EDITRICE: Rizzoli
PAGINE: 144
COSTO: 8€ (variabile)
ANNO: 1976
FORMATO: 26 cm X 21 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet 
CODICE ISBN:
Posto questi volumi della Rizzoli essenzialmente perché li trovo curiosi, più che altro trash... molto anticipatori di una vulgata attuale secondo la quale si può credere a tutto, a qualsiasi panzana pseudo scientifica o per nulla scientifica. E se nel 1976 al massimo venivano pubblicati dei libri, oggi ci sono trasmissioni televisive che fanno passare per vera qualsiasi vaccata che la gente si immagina realistica. Personalmente sono abbastanza scettico su tutto, non parliamo poi dei messaggi profetici insiti nei sogni... però anche questo volume riserva qualche perlata   ^_^
 I numeri recensiti fino ad oggi:

Ovvio che questi volumi siano ben poco attendibili, però ho trovato interessante come venga sfruttata l'ignoranza (nel senso di non conoscere un argomento) dei lettori (e forse anche degli autori) per convincerli che le teorie esposte siano valide.
Mi ha colpito l'immagine sotto, che rappresenta un mostro del folclore giapponese, il rokurokubi. La stampa è tratta dalla raccolta "Hokusai Manga".



Secondo Stuart Holroyd la stampa rappresenta, invece, il sogno fatto da un oppiomane!  ^_^
"Disegno di un sogno  fatto da un oppiomane tratto dal Mangwa. Si può notare l'alterazione della realtà e la mancanza di logica tipica dei sogni degli oppiomani".

Non credo che Katsushika Hokusai fosse dedito agli oppiacei.  
Ecco, secondo me, scritto con tutto il rispetto, qui, l'unico che si fumava l'oppio, era proprio Stuart Holroyd  :]
Poi magari manco lui sapeva che è un rokurokubi, però perché inventarsi le cose?  >_<
Interessante anche il fatto che si citi la fonte dell'immagine, che sarebbe tratta da una raccolta di disegni chiamata "Mangwa" del XIX secolo. Nell'elenco delle fonti iconografiche non è mai citato Hokusai, quindi non si capisce bene se l'autore conoscesse, ma solo musei inglesi, da dove, ipotizzo, furono riprese le immagini. Ma nel museo in cui c'era l'immagine del disegno di Hokusai, non c'era una didascalia informativa?



Certo, Stuart Holroyd non poteva leggere l'Enciclopedia dei mostri giapponesi M-Z di Shigeru Mizuki, ma ciò non lo discolpa dall'uso truffaldino di immagini prese a caso...
Chissà quante altre tonnellate di immagini di questi volumi subirono questo "adattamento" assai discutibile, per la serie che le "fake news" nascono da moooolto lontano   ^_^
Per il resto ognuno si guardi queste scan, che vogliono essere solo indicative, comunque consiglio di reperire questi volumi, sono veramente unici!
In particolare le stupende illustrazioni a doppia pagina, questo volume ne contiene ben sei, ed il fatto che mostrino emerite baggianate non inficia la qualità del disegno.

giovedì 26 aprile 2018

Telepiù N° 8 dal 10 al 16 maggio 1980



Continuo il mio tentativo di mostrare più numeri consecutivi di Telepiù dal suo numero zero a seguire. Purtroppo mi manca il numero 7, ergo debbo passare all'otto, saltando i palinsesti dal 3 al 9 maggio. Resta comunque una panoramica abbastanza omogenea, anche perché, tranne il numero zero, che riporta le tv locali del sud Italia, gli altri numeri sono tutti della Lombardia e Piemonte.
Questo numero 8 non contiene articoli sui cartoni animati giapponesi, tranne un piccolo accenno a Candy Candy nella rubrica "Teleproteste". E' presente un piacevole articolo su un telefilm a cui sono abbastanza affezionato, "I ragazzi del sabato sera", con John Travolta nelle vesti di Vinnie Barberino, anche se io lo ricordo precedentemente su Tele Radio Reporter, magari sbaglio.
Non mancano un paio di articoli sui programmi delle tv locali, verso le quali la rivista aveva una attenzione particolare, forse per distinguersi da "Tv Sorrisi e Canzoni", che dava più spazio ai programmi nazionali.
Sulle tv locali milanesi che vedevo da bambino c'è un profluvio di cartoni animati giapponesi, sovente nel prime time, quando le emittenti private ci usavano per contrastare gli adulti nell'orario dei telegiornali Rai. Quindi alle 20,00 si poteva vedere Charlotte o Astroganga su "Antenna Nord", "Ryu il ragazzo delle caverne" su "Antenna 3" oppure Daitarn III su "Milano TV". Era già difficile scegliere cosa dovevamo vedere noi, a parte Charlotte...  tre robottoni alla stessa ora!!!   T_T

I sette numeri consecutivi di Telepiù:
Telepiù N° zero dal 15 al 21 marzo 1980
Telepiù N° 1 dal 22 al 28 marzo 1980
Telepiù N° 2 dal 29 marzo al 4 aprile 1980 
Telepiù N° 3 dal 5 all'11 aprile 1980
Telepiù N° 4 dal 12 al 18 aprile 1980
Telepiù N° 5 dal 19 al 25 aprile 1980
Telepiù N° 6 dal 26 aprile al 2 maggio 1980



Se è vero che non ci sono articoli sugli anime, la redazione di Telepiù puntava abbastanza sui giovani lettori, infatti erano spesso presenti di box informativi sulle serie più gettonate del momento, oppure su quelle nuove. A pagine 19 c'è uno stupendo trafiletto sulla seconda tranche di puntate del Gundam, il cui contenuto mi ha dato molte soddisfazioni  ^_^
"Ritorna il Gundam, il robot che nonostante le apparenze si rivela sensibile e umano ed anche sempre disposto ad aiutare i suoi amici nei momenti di difficoltà"!!!!!

Direi che l'autore o autrice di queste poche righe non seguiva molto il Gundam, perché fu proprio questo robot ad essere il primo ad essere un mero mezzo meccanico di combattimento. Quindi, ammesso e non concesso che lo potessero essere Goldrake o Jeeg, il Gundam non poteva essere sensibile, umano o disposto ad aiutare gli amici, comunque non di più di un semplice carro armato o un cannone... che poi... chi erano gli amici del Gundam? Il Guncannone ed il Guntank?  ^_^




Nella rivista è presente un altro accenno ai cartoni animati in terza pagina, sul mitico "George della giungla", dove si accenna che conteneva non ben specificate "variazioni erotiche"... boh... mi sa che io vedevo un altro cartone...

martedì 24 aprile 2018

Opuscolo sul volo Giappone/Roma (via Mosca - Berlino - Parigi - Londra) del 1925 organizzata dal quotidiano Mainichi Shimbum (+ rientro in patria)




Nel 1925 il Giappone non era ancora diventato "cattivo", cioè, si era annesso Taiwan e Corea e qualche altro territorio cinese... ma non era definitivamente indirizzato verso l'abisso. Anzi, ci teneva a far bella figura con noi occidentali, a dimostrarci che loro non era da meno rispetto ai nostri successi. E se nel campo prettamente militare della guerra, lo avevano già fatto, volevano essere considerati alla pari anche in altri terreni, tipo quello dei voli a lungo tragitto.
Nel 1920 l'aviatore italiano Arturo Ferrarin aveva compiuto il raid Roma-Tokyo, e nel 1925 il quotidiano di Tokyo/Osaka Mainichi Shimbum, con la collaborazione dell'aviazione militare imperiale, parti da Tokyo per arrivare a Roma, le tappe intermedie furono molte, tra cui Mosca, Berlino, Parigi e Londra.
In ogni città europea i quattro piloti furono accolti con tutti gli onori, e questo fu un successo propagandistico, ma anche al loro ritorno in patria non mancarono i festeggiamenti. Basandomi solo sulle fotografie, visto che non posso certo leggere lo scritto, direi che i quattro aviatori furono invitati a numerosi ricevimenti al loro ritorno in Giappone, compreso, ipotizzo dalla foto, una udienza dal prossimo futuro imperatore del Giappone, che nel 1925 era solo reggente.
Per quanto riguarda il contenuto scritto dell'opuscolo ho chiesto ad una amica con conoscenze in materia di darmi qualche informazione, ma mi ha fatto notare che i kanji sono in disuso, ergo faticava a comprenderne il significato.
Per me è anomala una lingua scritta che non si può leggere perché, col passare dei decenni (meno di un secolo, però) si è perso il significato dei caratteri di scrittura...
Nelle scan che qui propongo c'è tutto l'opuscolo, magari qualcuno/a potrà trarne qualche dato interessante.





Ho scartabellato tutti i miei libri anni 20 e 30 e le mie riviste dello stesso periodo, cercando qualche riscontro in foto d'epoca, ma non ne ho trovato alcuno. Poi ho scandagliato il web, nel limite delle mie possibilità linguistiche, sia chiaro. In Italiano non ho trovato nulla, però in inglese ho reperito poche righe di cronaca del fatto.
Il sito è quello del "Oxford Research Encyclopedias", sezione "Asian History", il link specifico è quello qui sotto:
 http://asianhistory.oxfordre.com/view/10.1093/acrefore/9780190277727.001.0001/acrefore-9780190277727-e-177

Sono solo tre righe, non ci sono i nomi degli aviatori, ma solo quello del quotidiano che promosse l'avvenimento.








A questo punto mi pare giusto rispondere, eventualmente, ad una domanda:
Perché ho comprato un opuscolo in giapponese su un evento dimenticato come questo?
Premessa, io non cerco di pagare il minimo ogni articolo che mi interessa, se mi sembra valido e tenuto bene sono tranquillamente disposto a pagare cifre mediamente alte (dal mio punto di vista economico, sia chiaro).
Nel gennaio di quest'anno, alla fiera del libro usato di Milano, ho trovato uno stand che vendeva solo materiale editoriale giapponese molto vecchio. Un bello stand con tutto il materiale imbustato e tenuto bene, addirittura ogni pezzo recava un foglio di accompagnamento in cui veniva specificato cosa esso fosse, visto che erano tutti in giapponese.
Leggo il foglio che accompagnava questo opuscolo, e scopro che è quello del viaggio in Europa di Hirohito nel 1921!
Costava 50 euro, però quello fu un avvenimento unico.
Era la prima volta che un futuro regnante giapponese usciva dal sacro suolo giapponese. Ci furono molte polemiche, i più tradizionalisti non volevano che il principe ereditario si contaminasse con gli usi e costumi occidentali. Per il giovane Hirohito fu il momento più bello e spensierato della sua vita.
Insomma, era un pezzo unico, tenuto bene, 50 euro ci potevano stare, ergo l'ho preso. Purtroppo, dopo una breve scorsa solo per valutarne la conservazione, mi sono fidato del foglio allegato, ed ho preso la fregatura   T_T
Cioè, l'opuscolo è comunque tenuto bene, è del 1925 (e non del 1921 come il viaggio di Hirohito), però a me interessava il viaggio di Hirohito in Europa nel 1921, non quello dei quattro aviatori nel 1925...
Ora aspetto la prossima fiera del libro usato del gennaio 2019, sperando ci sia il medesimo venditore, per fargli notare la cosuccia   ^_^
Detto ciò, ecco tutto l'opuscolo scannerizzato.

domenica 22 aprile 2018

"Arrivano i Superboys" ("Soccer Boy") - ("Akakichi No Eleven" - "Gli undici rosso sangue" 1970) - puntate 33 e 34




La puntata precedente ha visto l'ingresso in scena di un nuovo personaggio, Taki, che sembra fatto apposta, grazie alla sua incredibile agilità nei salti, per far coppia con Shingo in modo da effettuare il "tiro acrobatico ad effetto". La nuova micidiale skill con cui gli "undici rosso sangue" devono cercare di stare alla pari con le squadre di Yamagata e Misugi.
L'episodio 33 termina proprio con un fotogramma in dissolvenza, quello del pallone calciato da Shingo che sta volando verso Taki. Da bambino detestavo abbastanza queste puntate a metà, avevi l'obbligo assoluto di vedere la successiva, senza l'ausilio di videoregistratori o streaming... anche se, a dire il vero, era uno degli aspetti affascinanti dei cartoni animati giapponesi, non erano autoconclusivi come tutto quello che ci avevano propinato fino ad allora.
Mentre nella successiva, la 34esima, verrà svelato un mistero che non ricordavo minimamente, o forse ai tempi non vidi la puntata   >_<
Alla fine della puntata 33 è presente uno strafalcione nel doppiaggio veramente grave, fin deprimente... ok, erano solo cartoni animati, però anche i bambini meritano un prodotto decente... di certo oggi le cose in questo ambito sono migliorate.



Vanno bene le puntate non autoconclusive, però un pallone lasciato a mezz'aria era troppo anche per me... cosa sarebbe successo dopo?
Se Shingo avesse battuto Taki, questi si sarebbe unito ai Superboys.
Ma, soprattutto, era corretto sfidare uno che pareva non aver mai toccato un pallone in vita sua?
E di conseguenza, di quale utilità sarebbe potuto essere un ragazzo che a 15/16 anni non aveva mai giocato a pallone?
E Matsuki cosa ne pensava?
Lo scopriremo in questa puntata.
In realtà apprenderemo che Taki giocava a calcio, aveva solo finto di non conoscerlo, lo praticava nella precedente scuola, o almeno quello che si sente dal doppiaggio italico...




Il pallone calciato da Shingo al termine della 32esima puntata è un tiro sottomarino, ergo scende di colpo e finisce nello stomaco di Taki, ma la sfida non è finita. I due continuano a calciarsi contro il pallone, colpo su colpo, implacabili!
Sembrano Iemmello e Cutrone!   ^_^

venerdì 20 aprile 2018

"Filo diretto con..." in "Cartoni in tivù" - Le risposte dei personaggi animati giapponesi ai lettori - parte 3


Non ho il numero 70 di "Cartoni in tivù", ma dal 71 non ci sono più le due pagine di quesiti agli eroi animati, ma una sola, la seconda, mentre la prima è costituita  dalle classiche lettere alla redazione.
Non è che cambi molto, sia chiaro, tanto non erano mica gli eroi giapponesi animati a rispondere veramente alle lettere dei ragazzi e ragazze!  ^_^
Quindi, che la redazione rispondesse direttamente o indirettamente, tramite  gli alter ego nipponici, le curiosità e le informazioni che si possono leggere restano numerose.
Tipo la risposta a Michele di Monopoli, che chiedeva di comprare le video-cassette di Gundam usate dai disegnatori di "Cartoni in tivù" per ricreare i personaggi dell'anime. Intanto Michele dimostrava una lungimiranza non da poco, chissà quanto varrebbero oggi quelle "videocassette professionali", ma è una delle due motivazione del diniego a lasciare un po' sbigottiti. Infatti la redazione spiega che le video-cassette da loro utilizzate erano di proprietà della case distributrici, peccato che noi siamo a conoscenza delle problematiche legate all'acquisizione dei diritti televisivi del Gundam in Italia, che causarono la scomparsa della serie di Tomino fino agli anni 2000. In pratica la redazione di "Cartoni in tivù" non poteva vendere le video-cassette del Gundam per rispettare i diritti della casa distributrice, che non rispettò i diritti della Sunrise   :]
Nel "Cartoni in tivù" n° 75 del 05/05/1982 la redazione, a fronte di una lettere di una 15enne che esprime le proprie angosce verso i cambiamenti fisici ed emotivi che sta vivendo, apre un dibattito con i lettori sull'adolescenza.
Per quanto riguarda le lettere continua la conferma che i gusti dei giovani telespettatori e delle giovani telespettatrici non erano per forza legati ad un teorico target sessuale. Ci sono un sacco di bambine che scrivevano lettere ad eroi maschili di serie per maschi, che è diverso che mandare lettere al bel tenebroso, tipo Terence, di uno shojo.
Inoltre l'età di chi inviava le lettere era abbastanza altina, se valutata con il metro di oggi. Una ragazza di 15 anni manderebbe mai nell'aprile del 2018 una lettera alla rivista di "Detective Conan"?
E poi restano le perle dei retroscena svelati, cioè la gran parte delle volte inventati di sana pianta, dai singoli personaggi animati. Certo, non doveva essere facile rispondere a questioni personali ed amorose inerenti la serie, ma quando ci si spinge a spiegazioni pseudo scientifiche, la lettura diventa simpaticamente esilarante  :]
A quanti anni luce ammonta la "velocità superfotonica con accelerazione atomica" dello Star Crow di Jan Coogh?   ^__^




Imperdibile l'Hiroshi Shiba di Yokohama che scrive a Jan Coogh!   ^_^
Le due pagina sopra sono di "Cartoni in tivù" n° 71 del 26/03/1982

mercoledì 18 aprile 2018

"Goldrake batte Garibaldi, però...", di Nicola D'amico - "Corriere della Sera Illustrato" 2 febbraio 1980




Noi sappiamo bene che non c'era solo Goldrake, però spesso pare che non lo sapessero i giornalisti di allora, e comunque Goldrake era la pietra di paragone per tutti loro.
Questo articolo che mostro non è incentrato né su Goldrake né più in generale sui "cartoni animati giapponesi", ma su un tema storico:
"L'eroe, oggi, nella lezione di storia, in una scuola media".
Il giornalista Nicola D'amico chiese il punto di vista a dei docenti della scuola media "Cairoli" in via Pascal a Milano. Parteciparono al dibattino Gianfranco Zelasco, preside della scuola, Bice Oliva, Agostina Faedda, Giuseppina Cavedon, Giuliana Luraschi.
Chi erano gli eroi per noi ragazzini del 1980?
E come la scuola affrontava la tematica dell'eroe?
Il dibattito fra i cinque docenti e la giornalista è serio, spazia su vari argomenti, ma alla fine il titolo contrappone Garibaldi a Goldrake.
Sarò sincero, forse me ne dovrei vergognare, ma per me non c'era proprio storia:
l'eroe era Goldrake!
Per la cronaca neppure Pablito, almeno fino all'estate del 1982, e men che meno Stenmark, potevano competere con il robottone pilotato da Actarus  :]
Nello scritto c'è un qualche accenno verso gli anime, qualcuno dei docenti è un po' preoccupato per la loro influenza sugli alunni, altri non lo sono per nulla, anche la questione dei contenuti violenti dei cartoni animati giapponesi fa capolino, seppur appena abbozzato.
In realtà è Mazinga, anzi, "Mazinger" ad essere citato, ma nel titolo faceva più effetto un "Goldrake vs Garibaldi", che poi mi chiedo come, l'eroe dei due mondi, potesse difendersi dalla Alabarda Spaziale...
A mio parere l'articolo resta interessante proprio perché la tematica era un altra, l'educazione degli alunni, ma comunque Goldrake finì nel titolo.
Da far notare che Nicola D'Amico scrive poco prima dello scatenarsi dello tsunami informativo generato dai "600 genitori di Imola", chissà quali sarebbero stati i toni della discussione se ne avessero parlato un mese dopo.



domenica 15 aprile 2018

Marvel Chronicle - La storia anno per anno (1940/2008)



TITOLO: Marvel Chronicle - La storia anno per anno (1940/2008) ;"
AUTORE: 
CASA EDITRICE: Panini
PAGINE: 352
COSTO: 45 €
ANNO: 2009
FORMATO: 31 cm x 26 cm (custodia 32 cm x 27 cm)
REPERIBILITA': on line 
CODICE ISBN: 9788863463347


Non è un libro vintage, non è una nuova pubblicazione, ma mi ero dimenticato totalmente di recensirla, ergo rimedio, perché questa guida anno per anno della Marvel è uno strumento indispensabile per ogni fan che si rispetti.
Oltre ad essere un libro molto utile dal punto di vista informativo, resta stupendo il grande formato, ben 31 cm x 26 cm, che è allocato dentro una custodia identica a quelli degli album fotografici dei matrimoni. Ed in un certo senso questo nostro con la Marvel è effettivamente un matrimonio che dura da qualche decennio, prima coi fumetti della "Editoriale Corno" ed ora coi millemila film al cinema.
Quindi più che una guida sulla storia della Marvel, è un album di famiglia, con tante foto dei nostri beniamini, un qualcosa di intimo, da sfogliare per ricordare i bei tempi andati. Anche per ricordare la vera storia dei fumetti originali, visto che oggi i fan della Marvel nati esclusivamente coi film tendono a fare un po' di confusione...
Mi è capitato di usarlo spesso per controllare se sul web le info che trovavo erano corrette, e qualche volta ho evitato di scrivere delle castronerie (in più di quelle che già scrivo) grazie a quello che è riportato nel libro.
Per quanto mi riguarda a me sarebbe bastato che il libro si fermasse alla fine degli anni 70, visto che è il periodo in cui smisi di leggerli, tutte le nuove alluginogene evoluzioni non mi toccano, però magari a qualcuno potrebbe interessare che arriva fino al 2008  ^_^
Purtroppo il libro non mi pare sia più disponibile, bisogna rivolgersi ad Ebay, dove lo si trova comunque non a prezzi folli, al massimo un 15/20 euro in più, ma li valgono tutti.
Per quanto mi riguarda lo comprai coi punti accumulati alla Feltrinelli, quando ancora la Feltrinelli ti permetteva di accumulare una cifra accettabile di punti/euro.



La chiusura della custodia è con una calamita, il libro si presenta con delle incisioni sulla copertina a voler significare una grande "M".
A destra si vede il nastrino rosso che serve a tirare fuori il libro, proprio come negli album fotografici più pregiati.

venerdì 13 aprile 2018

Mazinga Nostalgia, storia valori e linguaggi della Goldrake generation dal 1978 al nuovo secolo (quarta edizione) – Tomo II




TITOLO: Mazinga Nostalgia, storia valori e linguaggi della Goldrake generation dal 1978 al nuovo secolo – Tomo II
AUTORE: Marco Pellitteri
CASA EDITRICE: Tunuè
PAGINE: 819
COSTO: 29,90 €
ANNO: 2018
FORMATO: 24 cm x 16 cm 
REPERIBILITA': ancora reperibile a Milano 
CODICE ISBN: 9788867902996


Il secondo tomo di “Mazinga Nostalgia – quarta edizione” è tanto sostanzioso quanto il primo, sia in fatto di numero di pagine, che per quanto riguarda i contenuti. In questo volume due spiccano le schede di 116 + 1 serie dal 1978 al 2002. La 117esima ed ultima scheda, la più corposa, è ovviamente dedicata ad “Atlas Ufo Robot”, in pratica è da considerarsi un capitolo a sé stante.
Le serie trattate superano il varco temporale dell'era d'oro degli anime in Italia, cioè dal 1978 al 1984, contemplando alcune serie che la prima Goldrake–generation e le successive hanno apprezzato quando le hanno viste da adulti.
Nella prima edizioni le schede erano 40, le 117 attuali sono state tutte riscritte ed ampliate da vari collaboratori. Quando nel 1999 avevo letto la prima edizione, furono proprio quelle 40 schede a galvanizzarmi di più, a far rinascere in me l'interesse per i vecchi cartoni animati giapponesi. Negli anni avevo comunque continuato a registrare (visto che ormai ero adulto e lavoravo) quelle poche serie meritevoli che venivano occasionalmente trasmesse in televisione, ma sui vecchi anime si trovava ben poco. Fu proprio grazie al saggio di Pellitteri che potei riordinare tutti quei ricordi e quelle emozioni che erano lì da qualche parte nella mia testa, in attesa solo che qualcuno desse loro la stura.
Queste nuove schede hanno giocoforza una valenza differente, sono passati 20 anni, ormai c'è il web e sono stati pubblicati tantissimi libri sugli anime ((link)), ma restano tutte interessanti, perché, oltre ad una breve sinossi, ogni collaboratore ha cercato di svolgere una breve analisi. Non ci sono solo le schede delle serie più rinomate, ma anche quelle di tanti anime che nessuno ha mai trattato, ridando al saggio la stessa scossa di effetto nostalgia (in senso buono) che avevano dato le schede del 1999.
L'unico micro appunto che mi sento di fare riguarda la scheda su "Arrivano i Superboys", dato che la sto recensendo. Nonostante che l'autore della analisi non abbia dubbi sul fatto che Shingo Tamai e soci asfalterebbero qualunque appartenente alla serie di “Holly e Benji”, visto che i due anime calcistici sono trattate assieme, ho notato un maggiore approfondimento della seconda a discapito degli “undici rosso sangue”. Forse ci si è basati più sui ricordi che sulla visione recente della serie, perché in realtà di cose ce ne sarebbero da scrivere. Ovviamente è solo una mia sensazione.
Finite le 117 schede sulle serie animate dal 1978 al 2002, ci sono altre 15 schede supplementari su altrettanti lungometraggi animati più rappresentativi del periodo 1987/2008.
Il saggio si conclude con una intervista molto interessante a Jacques Canestrier, una delle figure che ai tempi si occupò della distribuzione di Goldrake.
Prima dell'intervista finale a Jacques Canestrier, sono presenti le conclusioni finali di Marco Pellitteri, che sono anche delle considerazioni su di noi, sulle nostre passioni e su come si sono inaspettatamente evolute in questi 40 anni. Dal semplice svago davanti alla tv quando si era bambini, ad interesse di studio e lavoro, per alcuni, a motivazione per scrivere un libro, per altri, fino a quelli che, magari non avendo le basi per pubblicare qualcosa, si accontentano di infestare il web con le loro elucubrazioni mentali e la loro passione.
Nella recensione del primo tomo avevo “lamentato” l'assenza di immagini a colori, che, invece, sono largamente presenti in questo secondo tomo.
Un esempio di come è impostata ogni singola scheda sulle serie analizzate.



Mazinga Nostalgia, storia valori e linguaggi della Goldrake generation dal 1978 al nuovo secolo (quarta edizione) – Tomo I

mercoledì 11 aprile 2018

"Danguard - Album figurine Panini 1980


Settimana scorsa si è festeggiato il 40esimo anniversario dell'arrivo di "Atlas Ufo Robot" in Italia, ma il Danguard non venne trasmesso molto dopo. Non ho ancora trovato una rivista del 1978 con il Danguard in palinsesto, sul web si può leggere che sarebbe il 1978 l'anno della prima trasmissione, ma complice il fatto che in quel periodo le tv locali si limitavano a segnalare un generico "cartoni animati" o "disegni animati", la tracciatura di quei primi anime risulta impossibile. Poi, magari, avrò già una rivista con il Danguard nelle trasmissioni del 1978, solo che per ora non mi risulta  ^_^
Per quanto concerne la mia memoria io posticiperei il Danguard o alla fine del 1978, oppure nelle prime settimane del 1979, e lo ricordo su Tele Radio Reporter.
Di certo, sempre a mia memoria, il robottone di Leiji Matsumoto arrivò dopo la prima trasmissione di "Atlas Ufo Robot", ma anticipò il Grande Mazinga.
Tutta questa premessa per voler dire che la data del 1980 (settembre) su questo album Panini non implica per nulla che il cartone sia stato mandato in onda per la prima volta nel 1980. Di solito gli album seguivano relativamente di poco la serie animata, ma evidentemente le repliche continuavano ad avere un buon successo, e si decise di fare anche l'album del Danguard.



Quindi la prima affermazione della frase introduttiva non è corretta, perché nel settembre 1980 il Danguard non era per nulla nuovo, era sulle tv locali da più di un anno, forse quasi due.
Mentre la seconda parte si è dimostrata lungimirante, il Danguard non è stato cancellato dalla nostra memoria  :]
Devo dire che tutti i brevi incipit della trama degli album Panini che ho potuto leggere erano veramente fatti bene, magari poteva esserci qualche errorino, ma spiegavano correttamente la storia, dando valore ai contenuti del cartone.
Anche questo album è grandemente corretto, ovviamente per riportare la trama di una puntata in una manciata di figurine, dovettero riassumere e semplificare un po' gli eventi.
Chissà che si occupava di questi scritti alla Panini.



lunedì 9 aprile 2018

"Toei Classics" - I primi 5 DVD




Correva approssimativamente l'anno 2013 quando, per la prima volta, la Dynit annunciò l'imminente pubblicazione dei lungometraggi animati "Classici Toei".
Purtroppo ad un successivo "Lucca Comics", direi quello del 2014, fui presente ad una conferenza stampa in cui si avvisava gli astanti che la Dynit aveva rinunciato a pubblicare questa collana animata, le motivazioni non furono ben speicifate (mi pare).
Ormai mi ero messo l'anima in pace, non avrei mai visto una versione DVD di "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro", "Ali Babà e i quaranta ladroni", "Ventimila leghe sotto i mari" etc etc etc...
Invece qualche mese addietro fu annunciata la lieta novella che i "Classici Toei" sarebbero stati pubblicati, e finalmente in questi giorni sono riuscito ad avere i primi cinque DVD (di 10 film in totale), compreso il cofanettone per ospitarli tutti.
In realtà il DVD de "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro" già esisteva, non l'ho mai avuto, però fu messo in commercio parecchi anni fa, penso un riversamento della relativa VHS, ma potrei sbagliarmi.
Mentre "Il gatto con gli stivali" e "La grande avventura del principe Valiant", che sono gli altri due DVD di questa prima infornata, erano stati pubblicati negli anni 2000.
"Il gatto con gli stivali" nel 2004 ad opera della "Art of Grace", che avrebbe dovuto mettere in commercio anche gli altri classici Toei, ma come al solito si perse per strada:
Il DVD del Gatto con gli stivali
Per questa edizione venne rifatto il doppiaggio, comprese le canzoni, ma i sottotitoli erano fedeli solo al doppiaggio italiano, non al parlato giapponese.

Del DVD de "La grande avventura del principe Valiant" se ne occupò la "Yamato Video", con allegate polemiche inerenti la qualità video, la mancanza di sottotitoli fedeli ai testi nipponici e sul formato, che era in 4:3, identico al DVD della Cinehollywood. La questione del formato in 4:3 causava la perdita di gran parte delle immagini laterali...
Io comprai entrambe le edizioni della "Art of Grace" e della "Yamato Video", ed è indubbio che la Dynit abbia colmato tutte quelle lacune.
Io non sono un esperto di qualità audio/video, quindi non starò a fare le pulci ai 5 DVD, mi limito ad affermare che sono un ottimo prodotto (per quel che mi riguarda).




Il box di cartone, che è gratuito, lo si deve richiedere al momento in cui si fa l'ordine, io l'ho effettuato tramite una fumetteria, se ne sono occupati loro.
La prima scan in alto rappresenta proprio le tra facciate del cofanetto.
In questa recensione metterò le immagini dei vari menù, qualche immagine dei sottotitoli (tutti fedeli al parlato giapponese), ma in particolare farò in raffronto tra l'edizione "Art of Grace" de "Il gatto con gli stivali", l'edizione "Yamato Video" de "La grande avventura del principe Valiant", e i due corrispettivi Dynit.
Per quanto riguarda i film di "Ali Babà e i quaranta ladroni" e "Ventimila leghe sotto i mari", che mi pare non fossero mai stati pubblicati prima, e "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro", mi limiterò ad illustrare i DVD.



In totale i film saranno 10:
"La grande avventura del principe Valiant" (l'unico disponibile anche in BR); "Ventimila leghe sotto i mari"; "Ali Babà e i quaranta ladroni"; "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro"; "Senza Famiglia"; "La leggenda del serpente bianco"; "Le meravigliose avventure di Simbad"; "Il gatto con gli stivali"; "Continuavano a chiamarlo il gatto con gli stivali"; "Il gatto con gli stivali in giro per il mondo".

Edit del 1 maggio:
I 5 DVD conclusivi

Ora tocca ai primi cinque DVD presi singolarmente.
"Gli allegri pirati dell'isola del tesoro"

domenica 8 aprile 2018

"Arrivano i Superboys" ("Soccer Boy") - ("Akakichi No Eleven" - "Gli undici rosso sangue" 1970) - puntate 31 e 32




Le puntate 31 e 32 non prevedono partite di calcio, ma allenamenti di nuove skill d'attacco e la presentazione di un nuovo personaggio.
Attendo con ansia il momento in cui tutti questi campioni giocheranno assieme in una unica squadra (spero di non aver spoilerato nulla...), visto il tipo di tiri speciali che si possono vedere nella 31esima puntata, chissà cosa si saranno inventati i disegnatori nipponici per gli ultimi 10 episodi  ^_^
Riguardo al nuovo personaggio della puntata n° 32 rimando a più sotto, sinceramente io l'avevo totalmente rimosso, ma direi che abbia un certa importanza.
E' un ragazzo assai originale, quasi animale... un selvaggio, che non conosce per nulla il calcio, ma sappiamo bene che in Giappone non è un problema, anche se a 16 anni non hai mai toccato un pallone, puoi diventare lo stesso un campione grazie all'allenamento.
Io in Giappone sarei diventato un mostro di bravura  :]





Misugi e Yamagata si prefiggono di battere Kamioka Go, ma i loro vecchi tiri si sono dimostrati inefficaci, ergo in questa puntata ci faranno vedere le loro due nuove skill.
E Tamai?
Il povero ragazzo si rende conto della sua inadeguatezza, sia rispetto a Kamioka Go, che verso Misugi e Yamagata, gli serve un nuovo tiro speciale, come trovarlo?
Con sacrificio, dolore, tanto dolore, ed allenamenti estenuanti, oltre che pericolosi  T_T
Mentre lo spettacolare tiro di Yamagata lo si era visto in una puntata precedente, duranti i suoi allenamenti nel fango, il tiro di Misugi è nuovo di pacca.
Nuovo, sorprendente e clamorosamente inattuabile durante un partita di calcio!!! 





La puntata inizia con la rassegna stampa della rotondissima vittoria della Fujienishi contro la Shinsei, presumo si esalti la prestazione di Kamioka Go, ma ovviamente non so leggere i titoli in giapponese.

venerdì 6 aprile 2018

"TV color, guida alla televisione a colori" - Allegato a Quattroruote maggio 1976 (solo pubblicità - no articoli)


Nel primo post su questa guida alla televisione a colori avevo messo solo gli articoli:
"TV color, guida alla televisione a colori" - Allegato a Quattroruote maggio 1976 (solo articoli - no pubblicità)

In questo secondo post inserisco solo le pubblicità dei tv color, con, alla fine, un interessante listino con tutti i 200 e più modelli disponibili nel 1976, comprensivi di prezzo!
In questo listino ci sono marche che avevo completamente rimosso, altre totalmente sconosciute, e di alcune non avrei mai pensato che producessero televisioni a colori:
Alltechnik; Atlantic; Autovox; Blaupunkt; Brionvega; Century; CGE; Crezar; Dumont; Emerson; Galaxi; GEC; Grundig; Indesit; Irradio; ITT; Magnadyne; Mivar; Naonis; Nordmende; Nuclear Radio; Philco; Philips; Phoenix; Phonola; Prince; Radiomarelli; Rex; Saba; Sanyo; Seleco; Siemens; Sinudyne; Stern; Telefunken; Ultravox; Voxson; Wega; Westinghouse; Zoppas.

Spicca la numerosa presenza di aziende italiche, direi tutte o quasi defunte, ed una sola marca giapponese!
Alcuni marchi, invece, io li ricordavo solo per le radio e le autoradio, mentre inizialmente cercarono di cavalcare anche il nascente mercato dei tv color.
Dal listino prezzi si capisce che i modelli non costavano poco, siamo nel 1976, qualcuno è "abbordabile", ma in gran parte superavano lo stipendio medio mensile.



Ieri, come oggi, il calcio tirava, magari non ai livelli odierni, ma uno dei primi argomenti positivo di un tv color era quello di poter vedere in tv i colori di una partita di calcio, che poi il calcio in televisione nel 1976 era molto raro.
Spulciate bene queste pubblicità, meritano molto  ;)

mercoledì 4 aprile 2018

4 aprile 1978/2018 - 40 anni di "Atlas Ufo Robot" in Italia: rassegna stampa



Nel rapporto con la lettura io nasco come lettore di quotidiani, poi di saggistica.
Quindi per me è stato abbastanza automatico sia interessarmi alla saggistica su Giappone ed anime, che intraprendere la ricerca di vecchi articoli sui "cartoni animati giapponesi".
Quindi oggi, nell'augusto giorno in cui Goldrake entra nel quarantennale del suo sbarco in Italia, tanto per non scrivere le solite cose, ho pensato di vedere come sia stato affrontata dai giornalisti questa ricorrenza della cultura pop italico-nipponica.
Ma la domanda, in realtà, è un'altra:
Qualcuno sulla carta stampata si è ricordato di Goldrake?
Stamattina mi sono comprato ben nove quotidiani: Il Sole 24 Ore; Avvenire; La Stampa; La Repubblica; Il Corriere della Sera; il Manifesto; Il Giorno; Il Giornale; Il Fatto Quotidiano.

Non per farlo pesare a quei pochi che leggeranno queste mie righe, ma ho comprato l'Avvenire... che l'edicolante è rimasto pure scioccato, non lo compra mai nessuno...

Tranne "Il Fatto Quotidiano", che 40 anni fa non esisteva, e che ho preso perché in passato aveva dedicato spazio a queste tematiche, tutti gli altri sono quotidiani che si potevano acquistare anche nelle edicole del 4 aprile 1978.
A parte "Il sole 24 Ore" (per quello che ne so io), tutti gli altri ospitarono scritti (spesso a sproposito) sui "cartoni animati giapponesi" ed in particolare su Goldrake: Indice emeroteca anime

Quindi ero curioso di vedere come avrebbero festeggiato il suo compleanno. In fondo una  parte dei loro giornalisti avranno più o meno la mia età, è impossibile che nessuno guardasse Goldrake!!!
Ecco... infatti solo "il Manifesto" e "La Stampa" hanno pubblicato articoli sui 40 anni di "Atlas Ufo Robot" in Italia... e se pensiamo che l'articolo de "il Manifesto" è a firma di Matteo Boscarol, ergo un saggista della materia, solo un grande quotidiano nazionale ha dato rilevanza all'argomento...
Tra l'altro il quotidiano torinese ha anche un richiamo in prima pagina, forse memore dei tanti articoli che nel periodo 1978/1984 dedicarono all'argomento "cartoni animati giapponesi".
Sono rimasto basito, invece, dall'assenza di un qualsivoglia pur microscopico trafiletto sul Corsera.
In primis perché ai tempi non lesinò articoli sulle polemiche contro gli anime, ma in particolare perché il "Gruppo RCS" coi personaggi dei cartoni animati giapponesi ci ha fatto i soldoni... tra i millemila DVD delle vecchie serie animate (attualmente Ken Falco) e la famigerata "Go Nagai Robot Collection", hanno trovato veramente "il gran filone d'oro"... e non si sono neppure degnati di scrivere un articolo commemorativo in 50 pagine di quotidiano...
Nei nove quotidiani ho trovato articoli del tutto superflui e banali, che si sarebbero, volendo, potuti pubblicare domani o dopodomani (oppure mai...), in una giornata che, per fortuna, non ha visto accadere drammi mondiali o nazionali che abbiano occupato la gran totalità delle pagine. Ma veramente non c'era lo spazio per inserire un articolo sull'arrivo di Goldrake e su quanto questo abbia cambiato l'immaginario di un numero così grande di bambini e bambine?
Evidentemente no   :]
E poi dicono che i quotidiani non li compra più nessuno, chissà come mai  ^_^


In basso si può vedere come "La Stampa" ha onorato il compleanno italico di Goldrake, con ben due scritti, uno più breve di Alberto Mattioli, ed il secondo un po' più approfondito di Stefano Priarone.
Non che siano esplicitati chissà quali concetti, ma almeno ci si è ricordati dell'evento.
Dopo i quotidiani ero curioso di vedere se "mamma Rai" si sarebbe ricordata del suo figlioletto, o figliastro nipponico, per come lo fece scomparire...


                          

Ho dovuto aspettare il TG1 delle 13,30 ma alla fine un servizio lo hanno fatto!
Si, mi sono guardato tutti i telegiornali Rai fin dalla mattina... e non è un bello spettacolo, sempre le stesse notizie a ripetizione... ma poi in coda al telegiornale arriva Goldrake!   ^_^
Il servizio è positivo, si ricorda il cartone con belle parole, si rammentano anche le polemiche giornalistiche, dura solo poco più di un minuto, però c'è un po' di tutto, compresa la nostalgia (in senso positivo) per i cartoni che furono.
Se la copertura dei quotidiani è stata molto scarsa, deludente e chiarificatrice di quanto poco la carta stampata sia sul pezzo, i siti di informazione hanno dato molto più spazio alla notizia.
Spicca il sito del Corsera, un po' come quando ti dimentichi il compleanno di una persona cara e cerchi di rimediare all'ultimo...
Me la immagino la redazione del Corsera:
Cribbbbio.... ci siamo dimenticati di Goldrake... con tutti i DVD e le statuine che abbiamo venduto... che figura ci facciamo?
Mettiamo l'articolo sul sito! Anzi, mettiamone due!

Per fortuna hanno interpellato Massimo Nicora, e non si sono avventurati in qualche analisi a caso:
Corsera: Goldrake, 40 anni in Italia: da Mazinga a Gianni Rodari, la storia che non conoscete
Corsera: La generazione Goldrake compie 40 anni: nel '78 la prima puntata

lunedì 2 aprile 2018

"Mostri dal Giappone", di Giovanni Mongini - "Robot, rivista di fantascienza" n° 13 aprile 1977


Ieri siamo andati a vedere "Pacific Rim 2" (figata colossale), siamo nel 2018, che nesso c'è con un articolo sui film dei mostri giapponesi in gommapiuma scritto nel 1977?
Il nesso sta nel fatto che, ormai, il mio immaginario giovanile è stato quasi totalmente sdoganato, quei "ridicoli" mostri giapponesi sono diventati i protagonisti di colossal multi milionari, in cui i kaiju non sono più in gommapiuma con dentro l'omino che li muoveva limitatamente, ma fatti, ora si, con le tecniche più avanzate della computer grafica. E, ora veramente si, ai kaiju si oppongono dei veri robottoni fatti veramente al computer, mica come la panzana dei cartoni animati giapponesi fatti al computer nata nel 1978... (Emeroteca anime)
Nell'articolo, in realtà, il termine kaiju non compare mai, forse era ancora una terminologia troppo nipponica, a dimostrazione di quanto oggi la media dello spettatore di film, televisione e DVD sia diventato nerd/otaku, spesso a sua insaputa.
Ormai tutti sono esperti di supereroi Marvel, tutti conoscono la saga di "Guerre Stellari", alcuni discettano pure di robottoni. La cosa fa comunque piacere, ti fa sentire meno "alienato", però NOI queste cose le seguivamo prima di loro  ^_^
E questo è giusto rammentarlo, almeno a noi stessi, ma anche a loro, i neofiti nerd/otaku  :]
Godzilla è nato negli anni 50, quindi non dovrebbe essere parte del mio vissuto cinematografico, ma grazie all'oratorio e alla prime tv locali private, da bambino venni esposto a tutti quei lungometraggi del filone kaiju arrivati in Italia negli anni precedenti.
Non ho mai frequentato l'oratorio, però mi pare giusto riconoscere a quel parroco una certa apertura mentale, quando decise di proiettare tutti i film dei "mostri giapponesi", ci andavo tutte le domeniche pomeriggio accompagnato da mia nonna, che non credo li apprezzasse più di tanto   ^_^
C'è poi da ricordare che solo pochi mesi fa abbiamo potuto ammirare l'ultimo film nipponico su Godzilla:
"Shin Godzilla" (2017)

Ovviamente io nel 1977 non leggevo di certo una rivista impegnata come "Robot", però c'era già qualcuno che scriveva di Godzilla e soci, come Giovanni Mongini.
Nella mia infinita(?) ricerca di articoli sugli anime, sono incappato in questo scritto, ed anche per rendere onore a chi ne scrisse prima di tanti altri, quando le informazioni non si reperivano con un semplice "click", mi pare giusto metterlo per intero.