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martedì 23 maggio 2017

C'era una volta Goldrake, la vera storia del robot giapponese che ha rivoluzionato la tv italiana



TITOLO: C'era una volta Goldrake, la vera storia del robot giapponese che ha rivoluzionato la tv italiana
AUTORE:
Massimo Nicora
CASA EDITRICE:
Società Editrice La Torre
PAGINE: 660
COSTO: 24,5 €
ANNO: 2017
FORMATO: 21 cm x 15 cm 
REPERIBILITA':
reperibilità sul sito della casa editrice 
CODICE ISBN: 9788896133316

 
Apro questa recensione esprimendo l'auspicio che questo saggio su “Atlas Ufo Robot” possa venir letto anche dalle generazione di appassionati di animazione, giapponese e non, che non hanno vissuto quel 4 aprile 1978.
Quando c'erano i forum (oppure oggi sulle poche piattaforme on line dove ancora ci si confronta tra fan di età differenti, tipo Anime Click) capitava di leggere commenti di “giovincelli” che conoscevano solo i loro anime, di solito rigorosamente subbati. Giovani otaku (nel senso positivo del termine) che ignoravamo bellamente, quasi facendosene un vanto, come, quando e perché gli anime sbarcarono in Italia, senza dimenticare il chi li importò.
Nel saggio di Massimo Nicora si potrà leggere sia il come, il quando, il perché ed il chi, ma, sopratutto, il prima ed il dopo.
Per il “prima” intendo che questi fan, arrivati poco o molto dopo il 4 aprile 1978, potranno capire quale fosse la disponibilità di programmi per bambini/e e ragazzi/e. Mentre per il “dopo” intendo che potranno comprendere cosa scatenò a livello mediatico, diremmo oggi, l'atterraggio di Goldrake nelle case degli italiani.
Ovviamente il saggio è indirizzato anche a chi quell'epopea l'ha vissuta in diretta sui canali Rai e delle televisioni locali, visto che sono riportate una mole di informazioni uniche. Tipo la famosa questione della parola “Atlas” presente nel solo titolo italico, oppure di come sarebbe potuto capitare di ritrovarci Actarus arruolato nelle truppe berlusconiane... meglio Vega!
Uno degli aspetti più importanti del saggio è il panorama globale che viene presentato e rappresentato. Una delle battute più belle del mitico Totò era che “è la somma che fa il totale!”, ed in questo saggio c'è veramente la summa di Goldrake.
Non mancano numerose interviste ai protagonisti di questa favola da “c'era una volta...”, in parte raggiunti direttamente dall'autore allo scopo scoprire quanti più dettagli possibile sul chi, come, quando e perché arrivò Goldrake.
Senza contare che, dal mio punto di vista di ricercatore di articoli giornalistici sui cartoni animati giapponesi, il settimo capitolo è stato una vera goduria per gli occhi.
Vorrei rassicurare il potenziale lettore di non farsi spaventare dalla mole del libro, che può effettivamente essere considerato un “bel tomo”, in quanto la lettura scorre via tranquillamente, è pieno di note esplicative (facilmente consultabili a fondo pagina. Grazie!) e non sono presenti citazioni lasciate in oscuri idiomi non italici. Per comprendere immediatamente l'esaustività dello scritto rimando alle scan dell'indice alla fine della recensione.
Ok, sono 660 pagina, ma solo 7 capitoli ^_^  che andrò ora ad illustrare brevemente.

Il primo capitolo introduce l'humus fantascientifico cinematografico che permise al pubblico ed agli autori nipponici di sviluppare la passione verso gli Ufo. Sono riportate le sinossi di alcuni film di fantascienza statunitensi e giapponesi: “Ultimatum alla Terra”; “La Terra contro i dischi spaziali”; I misteriani”; “Inferno nella stratosfera”.
L'ultimo paragrafo illustra anche i telefilm che in Giappone diedero impulso alle storie sugli ufo, come “Ufo Shado” e “Spazio 1999”, che sortirono il medesimo effetto pure da noi.
Con il secondo capitolo si introducono le due serie antecedenti Goldrake, Mazinga Z ed il Grande Mazinga. Oltre alla sinossi delle puntate più importanti delle due serie, non mancano numerosi aneddoti e curiosità, accompagnati dall'analisi dei contenuti presenti nelle due trame e sul ruolo dei personaggi, sia buoni che cattivi.
Espletato con il primo ed il secondo capitolo il panorama di film, telefilm e serie animate fantascientifiche/robotiche, con il terzo capitolo si inizia ad entrare nel mondo italiano e giapponese di Goldrake. Partendo dalla sinossi de “La grande battaglia dei dischi volanti”, il mediometraggio che poi venne modificato per diventare Goldrake. Segue la sinossi della serie, con l'analisi degli episodi più significativi, oltre ad una valutazione dei personaggi più importanti.
Fatto più unico che raro è presente un paragrafo sulle musiche originali giapponesi (opening, ending, BGM), brani che da bambini ascoltavamo i sottofondo e che alcuni di noi da adulti sono andati avidamente a ricercare, rimanendo sbalorditi dal fatto che, nonostante fossero decenni che non le ascoltavamo più, le ricordavamo tutte perfettamente! Misteri del cervello umano...
C'è spazio anche per l'analisi dei due manga su Grendizer, comprensiva di sinossi molto dettagliata (per chi come me non li ha mai letti), e descrizione delle differenze con la serie animata.
Il terzo capitolo si conclude con i cloni sud coreani di Mazinga Z (Taekwon V) e Goldrake (Mazinger X), a cui è dedicato un approfondito paragrafo, comprensivo delle sinossi e delle differenze con gli originali nipponici. Inoltre viene ben spiegato per quale motivo i sudcoreani si imbarcarono in queste produzioni che scimmiottavano i robottoni giapponesi.
Con il quarto capitolo massimo Nicora inizia a raccontare come successe che Grendizer approdò (prima) in Francia, illustrando il ruolo e la storia di chi lo importò materialmente. E' questa una parte importante del saggio, in quanto esistono ricostruzioni differenti su quei fatti, l'autore ce le presenta tutte, esprimendo il suo punto di vista su quella che potrebbe essere la più veritiera/logica, anche supportato dalle interviste ai protagonisti di quegli eventi.
Tutta la storia comincia grazie a Bruno-René Huchez, che per una multinazionale giapponese (la Marubeni) ha il compito di trovare prodotti francesi da esportare in Giappone, e viceversa. Nel 1975 Bruno-René Huchez si trova a Tokyo, e mentre riposa in albergo vede un anime robotico, intuisce che un cartone animato del genere avrebbe spopolato in Francia e riesce ad ottenere un incontro coi vertici della Toei. Bruno-René Huchez chiede loro di diventare l'importatore ufficiale degli anime Toei in Europa, da questo momento prende il via la valanga che per alcuni di noi dura tutt'ora.
La Toei apre un dipartimento internazionale proprio in virtù di questa trattativa con Bruno-René Huchez, a dimostrazione, a mio avviso, che le storie sui giapponesi che producevano gli anime per esportarli era una falsità. L'esportazione, inizialmente, non era un'opzione considerata, lo fu in seguito, ma comunque di carattere secondario rispetto al mercato interno (sempre mia opinione).
Dopo questa fase entra in campo l'altro protagonista francese di questa storia, Jacques Canestrier. Nonostante numerose problematiche, tutte ben riportate, Grendizer/Goldorak ebbe il benestare di essere trasmesso su “Antenne 2” nel luglio 1978. L'adattamento d'oltralpe fu parecchio devastante per la storia originale, ma il successo francese fu comunque senza precedenti. Come in Italia iniziarono a piovere soldi dai licenziatari del merchandising, con successive questioni legali tra Bruno-René Huchez e Jacques Canestrier, e con il successo economico arrivarono anche le polemiche giornalistiche sulla violenza di Goldorak.
Terminato il vero e proprio “romanzo” dell'avvento di Goldorak in Francia, Nicora analizza l'impatto che il robottone ebbe, partendo dal libro "A 5 anni solo con Goldorak".
Per chi non ha vissuto/visto i programmi per bambini/ragazzi disponibili in televisione prima di Goldrake è difficile comprendere per questa serie animata cambiò tutto. L'autore vi pone rimedio nel quinto capitolo, che illustra cosa offriva la Rai prima del 4 aprile 1978.
Ho così scoperto, o riscoperto, che alcuni degli autori di questi primi programmi per bambini/ragazzi saranno gli artefici dell'arrivo di Goldrake, come Nicoletta Artom e Sergio Trinchero. Ovviamente non può mancare la storia del mio primo programma a cartoni animati preferito, cioè "Supergulp!". Ho notato, probabilmente perché non era fruibile da tutta la popolazione italiana, che non è citato “Scacciapensieri” della Svizzera italiana, che era un contenitore di cartoni animati statunitensi ed europei.
Si arriva quindi, dopo una esauriente introduzione durata cinque capitoli, alla trasmissione contenitore delle Rete Due “Buonasera con...”, al cui interno potemmo vedere, dal 4 aprile 1978,”Atlas Ufo Robot”. Solo grazie ai cinque precedenti capitoli che si può apprezzare questo sesto, che contiene numerose testimonianze dei protagonisti di quello sbarco animato giapponese sulla televisione di Stato.
Il protagonista di “Buonasera con...” sarebbe dovuto essere il cartone animato di Superman, e, invece, tutti noi ci sintonizzavamo per l'altro sconosciuto cartone animati giapponese!
Sono descritti i passaggi che portarono la Rai a notare (grazie a Nicoletta Artom) e poi acquisire la serie di “Atlas Ufo Robot”, con relative testimonianze di quasi tutti i diretti interessati, compresi i semplici dirigenti che si occuparono di stilare il mero contratto cartaceo con la Toei.
In questa parte del capitolo sono illustrati numerosi aspetti inerenti la serie:
come capitò che Goldrake non finì a Berlusconi; come mai la “Mondo TV/Doro TV” entrò in possesso dei diritti della tracci audio italiana; quale fu il reale ruolo della “Mondo TV/Doro TV”.
Si passa quindi alle fasi di adattamento e doppiaggio, e al famigerato “Atlas”, da dove saltò fuori?
E come nacque il nome “Goldrake”?
Nel capitolo sono riportati tutti gli aspetti del successo che la serie ebbe in Italia: ascolti; giocattoli; pubblicazioni editoriali; dischi; prodotti da edicola.
Mancherebbero solo le polemiche giornalistiche e politiche, che sono il fulcro del settimo capitolo.
Non è assolutamente possibile, a mio avviso, inquadrare correttamente quale fu l'impatto mediatico-culturale di “Atlas Ufo Robot”, senza citare la reazione della carta stampata e dei programmi informativi della Rai, al suo travolgente successo.
Su, pro e contro Goldrake, soprattutto contro, furono scritti veramente fiumi di inchiostro ( Indice Emeroteca ).
Non mancarono anche alcune trasmissioni televisive della Rai, che potrebbero parere numericamente poche, rispetto agli articoli della carta stampata, se non si considerasse la diversa struttura della televisione italiana in quel periodo. Oltre al fatto che la tendenza a fare trasmissioni basate solo sul clamore, senza approfondimenti veri, erano rare, specialmente se paragonate a quelle di oggi. Ai tempi i giornalisti Rai si occupavano di argomenti seri, abbondavano le trasmissioni educative, il fatto che si dibattesse su Goldrake in televisione già dimostrava il livello dell'interesse della nazione. Tra l'altro in un periodo storico in cui, tanto per citare un argomento a caso, c'erano attentati terroristici quasi ogni giorno.
Massimo Nicora ci mostra, in un semplice ma efficace ordine cronologico, l'evolversi delle reazione dei giornalisti alla messa in onda di “Atlas Ufo Robot”. All'inizio la serie viene quasi ignorata, dagli adulti, ovviamente, poi arrivò l'onorevole Corvisieri, e il clima divenne un tantino ostile...
La fake news degli anime fatti al computer (negli anni 70!!!) nacque, invece, immediatamente, probabilmente generata da Paolo Cucco (mia opinione). Dall'articolo su “La Repubblica” del 7/8 gennaio 1979 in poi, Goldrake sarà quasi sempre brutto, sporco, diseducativo, violento, stupido e cattivo.
Le polemiche diverranno un “grande tifone mediatico” con la petizione dei "600 genitori di Imola", che avanzava anche richieste ragionevoli, ma che venne sfruttata per fare solo del sensazionalismo. In mezzo a tutta questa “orgia di violenza giornalistica annientatrice”, tanto per citare Corvisieri, ci furono alcuni giornalisti e uomini di cultura che mantennero un minimo di raziocinio, e che oggi noi annoveriamo tra i “difensori” di Goldrake”. Queste persone si limitarono, secondo me, a portare argomentazioni normali, che semplicemente contestualizzavano meglio l'impatto di “Atlas Ufo Robot”, e degli altri anime, giunti in Italia dal 1978 in poi.
Ogni stralcio di articolo riportato da Massimo Nicora comprende una nota a fondo pagina, contenente la data, l'autore (se presente) e la testata giornalistica, e nella bibliografia sono presenti ben 20 pagine con articoli su Goldrake. Molti di questi articoli sono presenti anche in questo blog, quindi, volendo, li si potrà leggere nella loro forma completa consultando l'indice dell'Emeroteca Anime.

Solo leggendo l'indice è possibile comprendere il livello di dettaglio della ricerca che si potrà leggere.




Un esempio di come si presenta il settimo capitolo, quello che gli articoli giornalisti su Goldrake. Da notare le note a fondo pagina, onnipresenti in tutto il libro.


600 pagine sono sempre 600 pagine.



7 commenti:

  1. Che bel tuffo nel passato questo libro di Nicora.
    Grazie Ste per la segnalazione nonché per l'ottima illustrazione.
    **EmmeKing**

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  2. Stengo a pagina 659 nella bibliografia e' citato anche il tuo blog
    Alessandro

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    1. La dimostrazione che non tutte le fonti sono attendibili :]

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  3. Fantastico, me lo compro senz'altro!
    Grazie mille per l'ottima, come sempre, segnalazione/recensione.
    Orlando

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  4. Ho finito il libro , a pag. 594 Nicora ringrazia per ultime - cioè le più importanti ^__^ - due persone , una è Stengo per le email scambiate e la condivisione della ricerca articoli d'epoca

    Stengo nella recensione non l'ha scritto e io ho rimediato

    Alessandro

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    1. Non ringraiza mica solo me, e poi sono in fondo perché è in ordine alfabetico ^_^

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