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domenica 10 novembre 2013

Manga Academica vol. 6, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese


TITOLO: Manga Academica vol. 6, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 95
COSTO: 12,50€
ANNO: 2013
FORMATO: 20 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788896133217


Una premessa piena di complimenti è d'obbligo verso la casa editrice che continua con l'uscita annuale di “Manga Academica”, specialmente se si pensa che in questo periodo di crisi la Iacobelli ha interrotto da un anno le sue due collane sugli anime (I love anime e Japan Files), ed anche la Tunuè per Lucca non è uscita con nessuna novità editoriale. C'è da tener conto che anche il prezzo è rimasto invariato rispetto all'anno scorso.
Detto ciò, in seconda battuta ci metto una critica che ripeterò per ogni contributo di questo volume: gli scritti sono eccessivamente brevi (forse è per questo che il prezzo è rimasto invariato?).
Non sarebbe stato meglio, al posto di quattro argomenti sviluppati in poche pagine, sceglierne solo due argomentati per il doppio delle pagine?
Ascesa e caduta dell'uomo da Gilgamesh a Death Note. Appunti per uno studio della cultura del limite. (Fabio Bartoli)
Capitolo 1 Universalità della cultura del limite: Gilgamesh: limite ultimo e invalicabile, discesa dell'uomo nel mondo; Dedalo e Icaro: nascita della ragione, téchne, ascesa e caduta dell'uomo.
Capitolo 2 Cristianità e cultura del limite: Adamo ed Eva: caduta ontologica dell'uomo; Lucifero: caduta della ragione e ascesa della fede.
Capitolo 3 Modernità e patto col diavolo: Faust: scienza, alchimia e magia nera. La téchne valica il limite del creato; Marlowe: dominio degli elementi naturali: La dannazione eterna di Faust; Goethe: discesa di Faust tra gli uomini. La redenzione di Faust; Mann: caduta di Faust e ascesa di Lucifero.
Capitolo 4 Manga, anime e cultura del limite: Devilman, la vittoria di Lucifero; Il Giappone e l'hybris suprema; Galaxy Express 999 e Gilgamesh: accettazione definitiva dei limiti umani; Danguard e Doktor Faust: caduta di Doppler e discesa tra gli uomini di Arkhen.
Capitolo 5 Cultura del limite in Death Note: Il nuovo patto col diavolo; Ascesa e caduta di Light Yagami; Lucifero oggi: hybris quale regola di vita.

Nelle mie recensioni mi permetto spesso di soffermarmi sul livello di difficoltà (ovviamente tutto mio) che ho incontrato nel leggere il contenuto. Lo scritto di Bartoli è, nella sua brevità, abbastanza ostico (come il saggio “Mangascienza” della Tunuè LINK), forse con qualche pagina in più si sarebbe potuto rendere gli stessi concetti in termini più abbordabili, forse.
All'inizio del capitolo Fabio Bartoli spiega cosa si intende per “universalità della cultura del limite”. In pratica, semplificando da ignorante della materia, nella storia umana tutte le popolazioni hanno creato miti simili, nonostante fossero in luoghi ed epoche differenti, perché l'umanità si trovava davanti i medesimi misteri, e con i loro miti cercavano delle risposte. Nei successivi capitoli e paragrafi sono illustrati brevemente alcuni di questi miti “del limite”, allo scopo di introdurre il lettore ai successivi capitoli in viene spiegato il rapporto tra i vecchi miti e le nuove storie (miti) di manga ed anime.
Quindi dal capitolo quattro, con Devilman, inizia il raffronto con la “mitologia moderna” giapponese. Dopo aver analizzato i parallelismi tra “Galaxy Express 999” e Gilgamesh e tra Danguard e Doktor Faust l'autore passa ad analizzare la mitologia “del limite” insita in Death Note.


Altered Japan. Iniezioni di fantastico in proiezioni reali (Luca Paolo Bruno)
Capitolo 1 Concetti fantastici in universi reali.
Capitolo 2 Una realtà che violenta la fantasia.
Conclusioni

L'autore analizza due manga (Highschool of the Dead; Front Mission: Dog Life & Dog Style) per spiegarci come nelle trame giapponesi il protagonista, di solito tra i 17(?) e 25 anni, non vuole cambiare il mondo, ma ripristinarne il normale corso. L'età media dei protagonisti è così bassa perché in Giappone rappresenta una fascia di età relativamente libera da costrizioni sociali rispetto alla vita degli adulti. Nelle brevi conclusioni finale è spiegato in che modo nei manga viene inserito il “fantastico” in un contesto quotidiano.


L'architettura nei manga. (Maurizio Nataloni)
Capitolo 1 La realtà giapponese.
Capitolo 2 L'architettura giapponese: Tipi di abitazione nella cultura giapponese.
Capitolo 3 Gli architetti del fumetto giapponese: Osamu Tezuka; Go Nagai; Katsushiro Otomo; Hayao Miyazaki.

Nel terzo contributo si analizza un aspetto poco consueto: l'architettura nei manga.
La città giapponese differisce molto da quella europea o in generale occidentale, manca di un “centro”, di luoghi pubblici, di monumenti. Nei manga questi luoghi europei sono sostituiti dalle stazioni ferroviarie, dai treni stessi, dai locali e dai negozi. Altre caratteristiche che colpiscono il lettore occidentale sono, per esempio, i cavi sui pali del telefono e i fili della corrente elettrica penzolanti, i condizionatori fuori dalle finestre, le insegne commerciali e di pubblicità. Come finale l'autore analizza l'architettura nelle opere di Osamu Tezuka; Go Nagai; Katsushiro Otomo; Hayao Miyazaki.
Per Tezuka si analizza (troppo brevemente) solo la sua “città verticale” Metropolis.
Per Nagai si sottolinea che i protagonisti di Goldrake non vivono in città, che è mostrata solo per essere distrutta, ma in una fattoria, che è in antitesi con un agglomerato urbano. Unico appunto riguardo a Nagai è che il mangaka non si è limitato a Goldrake.
Per Otomo si fa una mega breve accenno ad “Akira e a “Domu, sogni di bambini”.
Leggermente più spazio è riservato al il “dio degli anime”. Su Miyazaki e la sua architettura retrò (Kiki, Laputa) non vi è scritto nulla, è commentato brevemente “Conan il ragazzo del futuro”, Mononoke (poche parole) e “La città incantata”. Direi che il soggetto del contributi di Nataloni è molto interessante, ma il suo sviluppo è eccessivamente breve, basti pensare a cosa si poteva scrivere sulle città e gli ambienti solo delle opere di Miyazaki.


Anime violente. Guida pratica alla gestione delle tematiche violente di manga e anime. (Sara Parisi di Landrone)
Una piccola premessa
Capitolo 1 Quale violenza viene mostrata nei manga e negli anime? La violenza fisica o sessuale; La violenza sociale; La violenza psicologica; I livelli di violenza.
Capitolo 2 Le emozioni legate alla violenza.

Estremamente interessante l'ultimo contributo di “Manga Academica, purtroppo anche questo risulta troppo troppo breve, in special modo per la tematica che si vorrebbe affrontare: come trattare la violenza in manga ed anime.
L'autrice è una psicologa a cui i genitori esternano i dubbi sui contenuti di manga ed anime, avrei trovato interessante sapere la sua età (anche se non è educato), solo per capire se anche lei (come i figli dei genitori che le chiedono consiglio) sia cresciuta a pane e anime/manga, cosa non secondaria.
Come mi pare corretto l'autrice differenzia la violenza in anime e manga in base al target maschile (shonen) o femminile (shojo), in quanto essa è mostrata in maniera differente. Anche se mi pare che negli ultimi anni si sia fatto spazio un terzo genere di manga ed anime che supera ampiamente le due categorie, accontentando contemporaneamente fruitori maschili e femminili. Forse di questo si dovrebbe tenere conto.
Sono analizzati separatamente i tre tipi di violenza: La violenza fisica o sessuale; La violenza sociale; La violenza psicologica.
Riguardo al bullismo scolastico secondo me non è stato per nulla sottolineato che in Giappone è una problematica nazionale, che risale fin da prima della seconda guerra mondiale, e che oggi a scatenato il dramma degli hikikomori (mai citati).
Ho trovato molto interessanti, seppur nella loro eccessiva brevità, le conclusioni dell'autrice.

Recensioni
In questo numero di Manga Academica sono recensiti due saggi:
Storia dellanimazione giapponese (al link la mia recensione) da parte di Mario A. Rumor.

La bomba e l'onda   (al link la mia recensione)  da parte di Loris Cantarelli.

Per il web è recensito il mitico sito Encirobot, e qui colgo l'occasione di ringraziare il suo creatore perché personalmente lo visito spessissimo, quando ho un qualsiasi dubbio, prima di scrivere una castroneria (una delle tante), controllo sempre su Encirobot!

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