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venerdì 6 luglio 2018

Distribuzione temporale degli articoli sui cartoni animati giapponesi tra il 1978 ed il 1982

Edit del 9 dicembre 2018:
ho postato delle nuove tabelle aggiornate

Distribuzione temporale degli articoli sui cartoni animati giapponesi tra il 1978 ed il 1982 (aggiornato al 3 dicembre 2018)




L'aver recuperato più di 550 articoli sugli anime permette di fare un certo numero di considerazioni sull'impatto che Goldrake e soci ebbero sulla stampa italiana.
Intanto che dei cartoni animati giapponesi se ne occuparono un numero spropositato di testate, non limitate alle riviste di informazione televisiva, ma che spaziavano dalle riviste vietate ai minori di 18 anni, passando da pubblicazioni strettamente politiche, religiose, femministe, etc etc etc... per un totale, ad ora, di 60 e passa testate differenti!
Che messe tutte in ordine fanno pure una bella impressione, qualcuna l'avrò pure saltata, tante altre dovrò ancora scoprirle:
Alter Alter; Amica; Autosprint; Bolero; Bollettino Salesiano; Cineforum; Corriere dei Piccoli; Corriere della Sera Illustrato; Domenica del Corriere; Epoca; Eureka; Eva Express, Famiglia Cristiana; Famiglia TV; Gente; Gioia; Grand Hotel; Grazia; Guerin Sportivo; Il Corriere della Sera; Il Giornale; Il Giornalino; Il Giorno; Il Male; Il Mattino Illustrato; Il Messaggero; Il Popolo quotidiano della Democrazia Cristiana; Il Resto del Carlino; Il Tempo; Intimità della Famiglia, L'Espresso; L'Europeo; l'Unità; La Discussione; La Gazzetta del Mezzogiorno; La Provincia di Cremona; La Repubblica; La Stampa; La Stampa Sera; Lei Glamour; Lotta Continua; Music; Novella 200; Oggi; Onda TV; Paese Sera; Panorama; Penthouse; Playboy; Quotidiano Donna; Radiocorriere TV; Rinascita; Settimana TV; Telepiù; Telesette; Topolino; Tutto Musica & Spettacolo; TV Junior; TV Sorrisi e Canzoni; Zoom la rvista dell'immagine.


Un'altra questione di cui mi sono reso conto, ricercando articoli sugli anime, è che prima di Goldrake e soci l'attenzione che i giornalisti davano ai programmi dedicati ai bambini/ragazzi era abbastanza scarsa. Non solo mancava l'attenzione dei giornalisti su questo tema, ma il problema è che mancavano proprio i programmi per i giovani! Quindi poco o nulla da criticare.
E comunque i programmi a noi dedicati, prima dei cartoni animati giapponesi, non sollevavano praticamente alcuna polemica, in fondo al massimo arrivavano dall'alleato Usa, non dal "pericolo giallo".
Probabilmente i primi articoli critici, a parte qualche cariatide che se la prendeva coi fumetti (ma qui sto valutando i programmi televisivi), arrivarono con Sandokan e poi Furia, proprio in virtù del primo grosso sfruttamento commerciale dei due personaggi portato avanti dalla Sacis della Rai.
Quindi, almeno inizialmente, parrebbe essere la pecunia a far smuovere la carta stampata:
i bambini fanno i capricci perché vogliono questo o quel personaggio visto in televisione, ed il giornalista (magari genitore) si accorge del "pericolo".
Ma Sandokan era un prodotto italiano, mentre Furia era un alleato, difficile prendersela più di tanto con il Made in Italy o con il Made in Iùesei (tranne che per i comunisti). Poi arrivarono loro, gli alieni giapponesi, portatori di qualcosa di totalmente avulso dalla consuetudine televisiva dedicata ai più giovani, (quasi) nessuno aveva motivi di difenderli
Seguì la questione della violenza, dei messaggi diseducativi, della tv usata come baby sitter, della scarsa qualità artistica e di contenuti, l'uso del computer, la ripetitività, la quantità di serie animate giapponesi trasmesse etc etc etc
Mentre noi ci vedevamo storie avvincenti, e non auto conclusive come Hanna & Barbera, personaggi ben caratterizzati, colpi di scena, colori (per chi poteva...) fantasmagorici, scale dei grigi (sob...) fantasmagoriche, musiche che ti colpivano i timpani, finali epici etc etc etc
I primi fiocchi di neve polemici del 1978 e 1979 diventarono, pian piano, una valanga mediatica dai toni isterici del 1980, per poi sciogliersi ai primi raggi di sole del 1981 e 1982.
Le cinque immagini, che riporto in questo post, vogliono semplicemente rendere visibile come si sviluppò e poi affievolì l'interesse della carta stampata verso i cartoni animati giapponesi.
Ho semplicemente evidenziato in giallo ogni giorno in cui venne pubblicato (in base a ciò che ho trovato fino al 5 luglio 2018) un articolo sugli anime, indipendentemente se fosse positivo, neutro o negativo, indipendentemente dal grado di approfondimento dello scritto.
Il numerino riportato in quel giorno indica quanti articoli vennero pubblicati.
In pratica è l'indice dell'Emeroteca Anime ma spalmato in 5 calendari annuali  ^_^
E' chiaro che per il 1978 (l'immagine sopra) c'è un picco durante la trasmissione di Heidi e "Atlas Ufo Robot", quindi tra aprile e giugno, poi quasi il silenzio, per riavere una copertura mediatica in occasione della seconda tranche di Goldrake a fine anno.




Il 1979 segue il medesimo andamento, risentendo anch'esso della trasmissione o meno di "Atlas Ufo Robot", ma in quel periodo anche le tv private locali iniziavano a trasmettere anime, e i frutti giornalistici sarebbero arrivati nel 1980.




Il calendario del 1980 è l'apoteosi dell'isteria collettiva che colse i giornalisti e l'opinione pubblica italica, ed aprile è il mese dell'apoteosi delle polemiche e degli schieramenti pro o contro gli anime.
Domenica 20 aprile vennero pubblicati ben 13 articoli, 10 articoli sia il 9 che il 10, in pratica solo in 6 giorni del mese non ci furono scritti sugli anime, ovviamente in base a ciò che ho trovato fino ad oggi.




 Il 1981 vede un affievolirsi dell'interesse verso i cartoni animati giapponesi, ormai lo scalpore era passato, e i giornalisti erano probabilmente passati ad altro, a qualche altro nuovo pericolo mondiale.




Il 1982 è l'ultimo anno con una certa frequenza di articoli, gli anime non sono più una novità, i robottoni stanno già iniziando a scomparire, quindi i motivi per fare polemiche scemano.
Non ho messo i calendari degli anni successivi al 1982 perché gli articoli iniziano ad essere abbastanza sparuti, ma di Goldrake ci si ricorderà ancora, ogni tanto verrà tirato fuori come esempio, di solito negativo, per ricordare quel boom dell'animazione giapponese in Italia.



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