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giovedì 25 aprile 2024

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 18)


Questo deve essere il periodo delle sigle, dopo lo speciale "Sigle degli Anime - Periodo RCA 1978-1986" e l'uscita dell'autobiografia del Maestro Zara (Nippon Shock Edizioni), la Sprea torna sull'argomento con il dossier sigle all'interno di "Anime Cult" 18.
Considerando che i contenuti dello speciale sulle sigle della RCA  in gran parte erano articoli riciclati da altre testate Sprea, avevo il dubbio che questo dossier sigle fosse improntato ad una concezione simile. In parte lo è, essendo il principale curatore il medesimo (Emanuel Grossi), ma più che altro per un certo numero di contenuti di materiale mostrato. Ci torno più sotto.
Anche in questo numero non mancano le interviste interessanti, si vede che la redazione sta cercando di scandagliare il mondo di anime, manga e sigle per scovare personaggi che, almeno a me, erano poco o per nulla noti:
intervista a Nino Scardina, doppiatore di Mister X!
la seconda parte dell'intervista ad Andrea Romoli;
la riproposizione dell'ultima intervista ad Olimpio Petrossi, già pubblicata nello speciale RCA;
la riproposizione dell'intervista a Massimo Cantini, già pubblicata in AC n° 10;
intervista a Wilma Battigelli, manager della "Fonit Ceetra";
intervista a Davide Castellazzi, in qualità di editore;
doppia intervista a Stella Orsini e Marco Alabiso sulla sindacation "Junior TV".

Leggo sempre con curiosità l'editoriale del Ceo, stavolta si concentra sulla grande opera informativa portata avanti dalla Sprea sulla tematiche sigle, sembra quasi che prima non ne avesse mai trattato nessuno. 
Prima o poi il Ceo ci verrà a spiegare cosa si provò ad essere davanti al televisore il 4 aprile 1978  ^_^
Come si dice a Milano, sarebbe auspicabile stare un po' più "schisci", ma ovviamente è  solo la mia banalissima opinione  :]




Nella riproposizione dell'intervista  a Petrossi e Cantini, che rispondono assieme, viene inserito un passo che forse nelle precedenti pubblicazioni non c'era (o mi è sfuggito al ricontrollo), riguardo il mancato pagamento dei diritti Siae da parte delle reti Fininvest per, in questo caso, le sigle dei cartoni animati giapponesi.
L'aneddoto riguarda la Standa, dato che questo marchio della grande distribuzione fu di proprietà Fininvest dal 1988 al 1998 (10 anni), si può intuire che la prassi non avveniva in epoca antidiluviana, ma relativamente più moderna. Oggi se metti mezzo video di proprietà Mediaset ti arrivano i tank di Punti in casa, ieri non pagavano la Siae   ^_^



L'indice che gli argomenti trattati, da cui sono praticamente scomparse le interviste ad autori nipponici.




Continua la panoramica sull'editoria di manga ed anime, stavolta tocca alla testata "Kappa Magazine" e le sue varie evoluzioni, dato che non l'ho mai comprata, ho letto ed appreso.


L'intervista è bella, resta che spesso questi protagonisti diretti ricordino pochino del loro doppiaggio dei personaggi dei cartoni animati giapponesi, e li si può anche capire, visto che quella parte della loro carriera era di minore importanza e svolta, magari, in tempi serrati.



Come accennavo sopra Emanuel Grossi è stato il curatore dello speciale sulle sigle "RCA dal 1978 al 1986" (vedere link ad inizio post), ed è lo stesso che scrive gran parte degli articoli di questo dossier su "AC" n° 18. Inevitabile rileggere cose già lette, seppur con una infarinatura diversa.
A fine scritto di pagina 30 si fa notare che l'avvento della Fininvest valerimaneriana con l'aggiunta della D'Avena creò un monopolio che pose fine alla varietà di autori, cantanti e generi musicali usati per le sigle.



L'altro estensore di scritti per il dossier sigle è Dario Muras, che mostra numerose brochure e dépliant sugli anime anni 70 ed 80 che servivano ad informare i circuiti televisivi sui contenuti delle serie da acquistare. Il medesimo materiale cartaceo, sia in inglese che in italiano, venne usato anche per confezionare le copertine dei 45 giri, lo si nota dalle immagini presenti in entrambi i prodotti.
Il tema è anche interessante, le brochure e i dépliant sono bellissimi, peccato che nel più e più volte succitato speciale sigle RCA le immagini di questo materiale erano già quasi tutte presenti e usate al medesimo scopo...
Altro riciclone editoriale con modifica del formato e dello scritto.
Faccio notare una piccola questione inerente la brochure di Doraemon, dove vien ben evidenziato (io ho a mia volta evidenziato in azzurro l'evidenziazione) che il materiale mostrato è "RARISSIMO"!
Hanno fatto bene, è cosa buona e giusta, a dimostrazione che tutti ci teniamo a che venga riconosciuto che un materiale "X" o "Y" è particolare, basta farlo sempre e per tutti  :]
 


Non essendo più possibile interpellare Giampiero Scussel della "Fonit Cetra", Emanuel Grossi ha l'ottima idea di rivolgersi ad una sua stretta collaboratrice che si occupò anch'essa di sigle degli anime.
Molto interessante.



Se a pagina 30 AVM e la D'Avena avevano creato un monopolio (termine non simpatico) sulle sigle, a 96 la prima diventa l'artefice di una "perfetta macchina da guerra".
Come diceva quel regista, "le parole sono importanti"  ^_^


Qui fa di nuovo capolino la classica "sinergia redazionale" della Sprea, in quanto Castellazzi viene intervistato in qualità di editore, ma fa parte della stessa redazione... in pratica si intervistano tra di loro, sono "uni e trini"  ^_^
Non per fare troppo l'antipatico, ma mi pare che l'intervistatore non chieda a Castellazzi della sua fuoriuscita da "Nippon Shock Magazine", che sarebbe un argomento anche interessante, mentre gli chiede di "Manga Giornale". 
Per questo motivo , forse, le interviste andrebbero fatte a non stipendiati della Sprea da parte di stipendiati della Sprea, magari sbaglio io   :] 


Altra interessante intervista, che non tratta molto degli anime trasmessi da "Junior TV", ma di come venne fondata e di come funzionava.



Ormai di live action di manga ed anime ne sono usciti parecchi, alcuni belli (Yattaman), altri deludenti (Kyashan...), numerosi orrendi... 
Per quanto mi riguarda un live action lo è solo se di matrice giapponese, ma l'autore dell'articolo è di differente opinione, quindi inserisce nel gruppo anche le oscenità italiche di "Kiss me Licia", quelle europee e le versioni statunitensi. "Lady Oscar" fu una produzione nippo francese, quindi fece schifo il doppio  ^_^
Tra i film elencati mai arrivati in Italia manca, per quello che è a mia conoscenza, il live di Polimar, non citato neppure tra quelli arrivati.
Poi ci sarebbero quelli mai prodotti, tipo il Gaiking...

Ogni settimana ripeto il medesimo concetto, cioè che far commentare a Nicola Bartolini Carrassi gli adattamenti/stravolgimenti Fininvest/Mediaset è puro negazionismo, se continua così, fra un paio di numeri ci ritroveremo a chiedergli scusa per le critiche passate e a condannare artisticamente i dialoghi originali giapponesi   ^_^

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