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domenica 27 febbraio 2022

Gli Ainu del Giappone



TITOLO: Gli Ainu del Giappone
AUTORE: John Batchelor
CASA EDITRICE: Opuscola Defensiva
PAGINE: 171
COSTO: 10 
ANNO: 2022
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 


In italiano sulla popolazione Ainu c'è veramente poco, al massimo se ne parla in qualche paragrafo della saggistica sul Giappone, quello che sono riuscito a trovare è al link qui sotto:

Un documenta abbasta interessante, specialmente per le immagini è lo speciale di "Atlante" del gennaio 1961:

Ergo, quando ho scoperto l'uscita di questo libro, l'ho acquistato subito, non avendo neppure compreso che fosse la traduzione di uno scritto del 1892 a cura del missionario cattolico John Batchelor, che visse con gli ainu per circa otto anni (non consecutivamente).
Nonostante non sia un libro recente, resta interessante, perché ci riporta quali fossero gli usi e i costumi della popolazione autoctona del Giappone in un periodo in cui l'influenza nipponica era già stata devastante, ma il popolo non era ancora stato assimilato del tutto.
Inoltre Batchelor studio approfonditamente la lingua ainu e redasse dei dizionari e dei libri di grammatica, e conosceva anche il giapponese.
L'autore era chiaramente influenzato dal pensiero Occidentale del periodo, che ci faceva pensare (come oggi) di essere i più civilizzati del pianeta, inoltre si era recato dagli ainu per convertirli, quindi tutti i suoi ragionamenti erano un po' obnubilati dal fondamentalismo religioso nella misura in cui la fede possa spingere un essere umano a spostarsi dall'Inghilterra per far cambiare credo religioso ad un popolo che se ne sta tranquillo dall'altra parte del pianeta...
Tanto per fare un esempio, a pagina 40 Batchelor scrive: 
"quando (gli ainu) adorano i loro dei invisibili..."

Ma perché il nostro dio è visibile?   >_<
Detto tutto ciò, e lo scritto risente parecchio dei giudizi di superiorità europea, Batchelor apprezzava gli ainu, e se non fosse stato per lui molti costumi, racconti ed abitudini forse si sarebbero perse del tutto, visto che questa popolazione non ha metodo di scrittura.
Tra le tante cose interessanti si apprende che, a differenze dei più civilizzati giapponesi ed europei, la coppia di ainu che decideva di sposarsi poteva farlo anche se le due famiglie (o una di esse) fossero contrarie. 
Sono riportati numerosi racconti religiosi e mitologici ainu, che non ricordo di aver letto altrove.



Già quando Batchelor scrisse queste pagine la giustizia non la potevano più amministrare gli ainu, ma dovevano rifarsi ad un tribunale giapponese, forse non fu un grosso dramma   ^_^
Sovente l'autore fa presente che gli ainu non si curavano dell'igiene personale, praticamente l'opposto dei giapponesi, per i quali anche gli Occidentali erano sporchi, figuriamoci come potessero considerare un popolo in cui gli insetti camminavano tra la folta barba degli uomini...
L'autore fa presente più volte che le donne ainu era al servizio degli uomini, si sobbarcavano tutto il lavoro ed erano considerane poco più che delle schiave.
E' chiaro che bisogna prendere tutto il libro così come fu pensato nel 1892, cercando di fare un po' la tara dei concetti espressi, ma comunque ne consiglio la lettura.

Qui sotto inserisco le scan con le due pagine che presentano la biografia di Batchelor e della sua opera di evangelizzazione degli ainu.

sabato 26 febbraio 2022

TV Sorrisi e Canzoni n° 39 dal 27 settembre al 3 ottobre 1981 - “Bia, fai tu la magia”, di Paola Zivelli (i bambini telefonano a Cinzia De Carolis/Bia)


Il numero di "TV Sorrisi" è molto corposo, come al solito ho omesso alcuni articoli, tra cui il fumetto di Dallas (che detestavo...), quelli inseriti mi sono parsi i più interessanti: 
sulle trasmissioni "Domenica in", ed "Hello Goggi", sui personaggi Miguel Bosè e Francesca Antonacci, sul telefilm "Hagen", che sinceramente non rammento.
Nei palinsesti delle tv locali abbonda l'animazione giapponese  :]
Tra le lettere si può leggere una missiva che chiedeva dei cinghiali:
"E' vero che i cinghiali, che erano scomparsi, stanno ripopolando l'Italia?"

"Non esageriamo", fu la risposta  ^_^

E' questa la sesta telefonata agli eroi animati, che la redazione di "TV Sorrisi" rendeva disponibile ai bambini, che posto:


L'idea fu veramente bella e lascia spesso la consapevolezza che non eravamo (e non lo sono i bambini di oggi) dei minus habens come ci volevano far passare esperti, giornalisti e chiunque altro pontificava sulla carta stampata e in tv.
A differenza degli altri eroi animati a Bia, come a Candy, non essendo vista come combattente, non veniva richiesto di salvare l'Italia dal terrorismo rosso e nero o dalla corruzione, alla fine eravamo anche in grado di capire che Goldrake poteva sconfiggere le BR o i Nar, mentre alla maga 15enne si facevano richieste più ragionevoli.
Bia non fu una di quelle serie contro cui gli adulti puntarono il dito accusatorio, era una giovane maghetta, forse venne considerata alla stregua di un personaggio disneyano. 
In realtà questa serie introdusse in Italia il voyeurismo, per di più verso una scolara,(!) che si vedeva spiata sia dal fratellino che da quello che era un vero e proprio maniaco, cioè Ciosa. 
Molto prima che il fanservice divenisse una piaga per l'animazione giapponese, come ormai è oggi, in Bia già lo si poteva vedere, eppure non ricordo (magari sbaglio) grandi levate di scudi verso le mutandine di Bia e il suo girare in sottoveste...
Leggendo da adulto gli articoli dei giornali dell'epoca sul tema cartoni animati giapponesi non mi capacito di come un obiettivo così gigantesco come il sesso sfuggi al radar degli esperti... che poi facevano le pulci ai pugni a razzo di Mazinga Z...
La redazione di "TV Sorrisi" interpellava anche un psicologo, che considera Bia "mini-sexy", ma a mio avviso non vide molti episodi, altrimenti avrebbe notato che il sexy era un po' più che mini, considerando che in Italia una serie del genere non si era mai vista. 
Di certo la Fujiko di Lupin III era più sensuale, ma era una donna e il suo personaggi prevedeva che usasse anche l'arma del fascino, una 15enne che veniva spiata e si mostrava mezza ignuda in un cartone espressamente per bambini, cosa che Lupin III non era (ma noi non lo sapevamo), non si era mai visto in Italia.
E' questa la dimostrazione, a mio avviso, che in realtà gli adulti di allora spesso neanche le guardavano le serie animate giapponesi che poi giudicavano, sia per i lati positivi che per quelli negativi o inconsueti, come era chiaramente una più che larvata sensualità presente in Bia.
Questa volta tutti i censori dei cartoni animati giapponesi avrebbero avuto un nemico da additare come emblema di quanto questi fossero diseducativi, e addirittura istigassero pensieri lascivi dei loro figli, eppure non venne proferita polemica alcuna   ^_^
Nell'ottobre del 2017 ho postato un "Onda TV" della primavera 1981, in cui di nuovo non vengono mai criticate le scene un po' più osé:


Qui sotto lo scritto ingrandito   ;)

mercoledì 23 febbraio 2022

"The book of Boba Fett" - Ovvero sono rimaste solo le tasse come certezza, la morte non più, almeno in "Guerre Stellari"


E' importante premettere che la serie in questione mi è piaciuta molto, come mi erano piaciute le due serie del Mandaloriano, che assieme a questa fanno un imperdibile trittico guerrestellaresco.
Questo post non vuole né analizzare "The book of Boba Fett" né spoilerare alcunché (tranne che Boba Fett è vivo), visto che ci sono siti ben più professionali per queste cose, ma solo soffermarsi sulla totale incongruenza che sottostà alla bella miniserie visibile su "Disney +":
Boba Fett muore ne "Il ritorno dello Jedi"!!!

Comprendo bene che un personaggio come Boba Fett si prestava perfettamente per creare nuovi intrecci narrativi che andassero a incastonarsi nella prima trilogia, come è capitato con il perfetto "Rogue One", il problema è che non si può far resuscitare i personaggi defunti all'abbisogna... se si cede a questa tentazione poi vale tutto:
Obi Wan Kenobi da anziano non è morto in "Guerre Stellari", in realtà è diventato il primo Jedi invisibile, pare si sia unito ai nuovi Vendicatori, purtroppo nessuno lo vede;
la principessa Leila non è spirata sul suo letto, essendo una principessa sta attendendo il bacio del principe azzurro per unirsi allo stuolo di principesse Disney;
Ian Solo non è stato trafitto a morte dal figlio, ma solo ferito di striscio e non è deceduto per la caduta, dato che  stava facendo bungee jumping;
Yoda non è morto di vecchiaia, ma è passato al Muppet Show, si vocifera di uno scambio con Kermit, ma sono solo indiscrezioni hollywoodiane!

Pur non avendolo mai seguito ho sempre riso della resurrezione di Bobby Ewing alias Patrick Duffy in Dallas, era l'esempio lampante di quanto fossero ridicole le soap opera statunitensi e di quanto fosse saggio starne lontani.
Ed ora nel 2022, dopo 35 e passa anni, dovrei credere che Boba Fett/Bobby Ewing  esce indenne dalla bocca del potente Sarlacc senza esso abbia nulla da obiettare?
No, cara la mia Disney, avrai anche confezionato un bel prodotto, ma Boba Fett è morto...

Però, forse, chissà... ricordavo male?
Allora ho riesumato, è proprio il caso di dirlo visto l'argomento, le VHS della "CBS-FOX Video" - Panarecord del 1986/1987, tanto per controllare il documento originale, il momento in cui Boba Fett finisce nella bocca di Sarlacc, quindi senza i miglioramenti grafici successivi.
Ho controllato anche la versione DVD del 2006 in mio possesso, sia mai che Lucas ci aveva fatto qualche scherzetto con la sua abitudine di aggiungere o togliere scene a caso?


Intanto la bocca del grande Sarlacc era grande e poco ospitale, sia nella versione più spartana originale che in quella modificata.
La versione VHS l'ho fotografata dalla TV   ;)

E' necessario, però, fare un passo indietro o avanti, dipende dal punto di vista cronologico, e per questo svelerò come Boba Fett sarebbe sopravvissuto a Sarlacc.


Vediamo Boba Fett tutto impiastricciato di succhi gastrici dentro a Sarlacc, accende una luce per orientarsi, prende un po' di ossigeno da un casco di un soldato imperiale (da quanto stava lì quell'armatura? E il corpo del soldato?), poi arrostisce un po' lo stomaco di Sarlacc, tipo reflusso gastrico...

domenica 20 febbraio 2022

"Guida Book Ghibli Museum, Mitaka" (2002) - parte 2 (fine)




Quanto mi piacerebbe poter visitare il museo dello Studio Ghibli... visto che quasi sicuramente non accadrà mai, mi accontento di sfogliare di questa guida, che ha la sola pecca di essere del 2002 (se ho capito bene la data), ergo un po' vecchiotta. Chissà il numero di gallerie avranno inserito nel frattempo!
Posterò la guida in due parti, omettendo solo le pagine con le domande, di cui si può avere un'idea guardando la 14esima scan.
La guida spiega anche come comprare/prenotare il biglietto del museo alle macchinette automatiche, tenendo conto, però, delle date del calendario.
La quarta scan è quella dell'indice, questa prima parte del post presenta gli argomenti della pagina di destra.
Essendo tutta in giapponese stretto altro non ho da aggiungere, buona osservazione   :]





sabato 19 febbraio 2022

Unboxing vintage di "La casetta di Remi in Senza Famiglia" (1979/80?)


Trovato in un mercatino tempo fa, ecco quello che immagino fu un prodotto da edicola del Remi farlocco, "La casetta di Remi in Senza Famiglia - contiene episodi sceneggiati con personaggio in omaggio", un articolo abbastanza curioso, probabilmente parte di una serie di uscite che parrebbe non uscirono mai.
Intanto la scritta "contiene episodi sceneggiati" sembra volesse alludere agli episodi della serie del Remi di Osamu Dezaki del 1977 visto alla Rai dall'ottobre 1979, mentre questo prodotto era del lungometraggio animato del 1970 che si poteva vedere in televisione sulle tv locali anche prima del 1979.
Nel blister purtroppo non c'è neppure una volta la data di pubblicazione dell'articolo, ma immagino fosse uscito nel 1979 o nei primi mesi del 1980, sempre per cavalcare il successo della serie tv di Remi.
Ho scoperto che su Ebay questo pezzo è disponibile in più esemplari, tutti ancora blisterati, quindi non è per nulla raro, ma il fatto che si trovi sempre e solo questo pezzo mi fa ipotizzare che i successivi numeri non vennero messi in vendita. 
In una delle illustrazioni pare di notare i personaggi in ritagliati in cartoncino duro, e dato che sono disponibili degli sfondi tratti dal film, sembrerebbe che l'idea originale fosse quella di permettere al bambino di crearsi la propria storia. Chiaramente sono tutte ipotesi.
All'interno del blister è presente un Remigio in plastica, uno spillato di otto pagine con sei scene tratte dal film (ogni immagine presenta un commento), poi c'è il foglio che spiegava (più o meno) il piano dell'opera (come si direbbe oggi), infine una casetta in cartoncino da assemblare, che io non sono riuscito a montare...   T_T
Ho cercato informazioni sul personaggio in omaggio, ma non ho trovato nulla, sulla scatola è riportato "Prodotto esclusivo Tercom - Toei Company 1969", quindi immagino che il Remigio in plastica, tra l'altro di bella fattura, facesse parte di un mega stock invenduto che era rimasto in qualche magazzino nipponico, giusto in attesa dell'Italia.
Questo non è il primo "Unboxing vintage" che effettuo, pur sapendo che avrebbe avuto più senso  lasciare l'articolo intonso per mantenerne il valore collezionistico, ma trovo divertente aprire un prodotto che è restato chiuso per 40 e passa anni  :]

L'altro lato dell'articolo.


E partiamo con questo unboxing vintage   ^_^

mercoledì 16 febbraio 2022

Famiglia ragazzi e televisione - Famiglia e nuovi media: tutta la famiglia dialoga con i media da protagonista



TITOLO: Famiglia ragazzi e televisione - Famiglia e nuovi media: tutta la famiglia dialoga con i media da protagonista
AUTORE: Zita Lorenzi
CASA EDITRICE: 
PAGINE: 89
COSTO: 
ANNO: 1983
FORMATO: 
REPERIBILITA': biblioteca di Trento
CODICE ISBN: 



E' stato assai arduo recuperare questo scritto, alla fine mi è stato fotocopiato a pagamento da una biblioteca di Trento, l'unica ad avere una copra del libro.
Rispetto ad altri titoli della "pre-saggistica sugli anime dal 1979 ai primi anni 90" forse questo titolo risulta meno interessante, ma merita in quanto si pose numerose domande sul futuro della televisione ed il rapporto con i bambini, direi senza scagliare anatemi. 
Specifico che non l'ho letto tutto, solo passato in rassegna.
Ad oggi ho scovato ben 31 titoli che toccarono, più o meno ampliamente, la tematica degli anime, mai avrei pensato di arrivare a tre decine:


Lo spazio dedicato all'animazione giapponese è esiguo, solo due pagine, in cui si parla brevemente dell'Ape Maia e di Heidi.
Il saggio vuole indagare l'influenza dei nuovi media, compresa la tv, sui bambini, cercando di spiegare ai genitori e ai docenti come rapportarsi al suo potere, il tutto da un punto di vista cattolico praticante.
Il giudizio sull'Ape Maia è positivo, anche Heidi, tranne qualche riserva sullo sfruttamento commerciale del personaggio, è promossa.
La cosa che mi ha colpito è che, vistole blande critiche agli unici due anima trattati, si sarebbe dovuto massacrare tante altre serie che vedemmo fino al 1983.
Nulla su Mazinga, Goldrake e compagnia!
Senza contare che dubito che l'autrice fosse ignara delle polemiche della carta stampata (e non solo) contro i cartoni animati giapponesi, ma di tutto ciò non vi è traccia, pare che in Italia vedemmo solo l'Ape Maia e Heidi.
Inserisco qualche altra scan in quanto nel saggio vengono trattati anche i "nuovi media" e l'autrice cercò di guardare alche al futuro della televisione, ai suoi nuovi utilizzi "elettronici", fu abbastanza lungimirante.



Inserisco questa nota iniziale dell'autrice per cercare di comprendere meglio il taglio del saggio.




Da notare che per quanto riguarda Heidi si fa riferimento alla Germania Federale, quando non sarebbero mancati gli spunti italici, visto quanto la Sacis della Rai guadagnò grazie alla pastorella svizzera.
Heidi viene leggermente criticata per le ambientazioni non credibili, ma in fondo era un cartone animato e Takahata voleva proprio far risaltare la negatività della città in confronto alla montagna: 
industria vs natura
vivere male ed infelici vs vivere sani e felici

Chiaramente l'autrice non poteva conoscere il punto di vista di Isao Takahata.
Mi resta oscuro il motivo per cui, pur capendo che forse emotivamente e territorialmente l'autrice era più vicino ai paesi teutonici, pare che la Rai e la trasmissione italiana non esista... magari mi è sfuggito qualcosa sulla genesi del saggio.

sabato 12 febbraio 2022

Demon Slayer: registro della squadra ammazza demoni - Official Fanbook




TITOLO: Demon Slayer: registro della squadra ammazza demoni - Official Fanbook
AUTORE: Koyoharu Gotouge
CASA EDITRICE: Starcomics
PAGINE: 216
COSTO: 19,90 
ANNO: 2022
FORMATO: 29 cm x 19 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788822628701



Chi capita (per errore) su questo blog trova tonnellate di vecchiume, anche materiale nuovo, ma che riguarda sempre vecchiume, stavolta ecco una pubblicazione nuova di una serie nuova!   ^_^
Sia chiaro, guardo anche serie nuove, ma il web è strapieno di esperti ben più esperti di me, quindi meglio se mi focalizzo sul vecchiume  ;)
Ho visto "Demon Slayer" su Netflix, e l'ho divorato, molto bello, ottima grafica, ritmo incalzante, personaggi ben caratterizzati, l'unica pecca sono tutte le menate che vengono sciorinate durante un attacco... kemmenefutteame di sapere come un colpo verrà eseguito e del perché?
Tetsuya Tsurugi, Hiroshi Shiba, Polimar o Kyashan mi spiegavano la mossa che stavano eseguendo o l'arma che stavano per usare? No, colpivano e basta...
A parte questo aspetto che ho trovato semplicemente logorroico, per il resto è una bella serie e spero di poter vedere la nuova stagione in italiano il prima possibile.
Ergo, quando in libreria ho visto questo fanbook in italiano, me lo sono accattato immantinente.
E' vero che il fanbook si basa del tutto sul manga, che non ho letto, però resta un ottimo prodotto, ben 216 pagine a 20 euro (meno 10 centesimi).
Sono presenti uno storyboard ed un breve manga che illustrano meglio la storia, spiegando l'origine del manga attuale e svelando qualche curiosità su altri aspetti.
Ogni personaggio buono o cattivo ha una sua scheda, in cui sono riportate curiosità varie, fin i pettegolezzi  :]
Ci sono le illustrazioni a colori del manga, etc. etc. etc. in pratica tutto quello che un fan possa anelare, sebbene mi è parso che il taglio dell'opera possa essere un po' per ragazzini, magari sbaglio  :]
Quanto sarebbe stato bello nel 1979 poter sfogliare un librone del genere su Goldrake, Mazinga o Jeeg... sarebbe andato a ruba in tutte le edicole e librerie!
Fortunati i giovani appassionati di oggi che possono avere tali prodotto così ben strutturati ed illustrati.


Il ringraziamento del mangaka in seconda di (sovra) copertina.



Oltre alla scan dell'indice ho inserito qui sotto la prima pagina di ogni capitolo, tanto per far comprendere la qualità del prodotto editoriale.

venerdì 11 febbraio 2022

Anno 3000 - Editoys (1974)


E' questo il secondo gioco in scatola della "Editoys" di Bollate che recensisco, il primo è stato l'insuperabile "Metropolis", gli ideatori del gioco sono i medesimi.
A quanto pare i giochi in scatola della "Editoys" avevano ed hanno alcune caratteristiche comuni:
per nulla pubblicizzati sui cataloghi di giocattoli dell'epoca;
innovativi;
molto curati nei dettagli;
con una dotazione ricca;
regole chiare;
ricercati a distanza di decenni.

Ringrazio i due ex proprietari del gioco in scatola che me ne hanno fatto dono, assieme ad altro materiale ludico  ^_^
Personalmente non ci ho mai giocato, i suddetti due amici pare non ne fossero entusiasti, uno non aveva particolari ricordi (forse perché più piccolo), l'altro ne dà un giudizio neutro, senza infamia e senza lode. Entrambi erano e sono (impegni permettendo) appassionati di giochi di società, quindi il loro è un giudizio di chi apprezza la tipologia di gioco, anche se c'è da dire che non capiscono la fantascienza, sono proprio ignoranti (nel senso che ignorano), quindi non proprio i due soggetti a cui regalerei mai un gioco in scatola di fantascienza.
Tanto per capire, non hanno mai visto "Guerre Stellari"... ho terminato Vostro Onore!



Ho trovato molto bello lo stratagemma per il movimento delle astronavi, che necessita dell'uso di ben due pannelli di controllo (la coppia sopra la confezione).
Quindi niente dadi o roulette, bisogna comunque sorteggiare quali saranno i valori numeri dei tre reattori, ma poi ci si deve basare sul responso dell'Elaboratore di Rotta Comandi Automatici e del Pannello Comandi Manuali.
Da notare che secondo la dotazione presente nelle regole le materie prime dovrebbero essere in alluminio, mentre sono in legno, e non ci sono le astronavi, ma semplici, seppur belli, modellini di caccia da guerra.
Forse fu questa una seconda edizione fatta al risparmio?
Infatti sulla confezione c'è un'immagine (a fine post più in grande) del gioco con i pezzi sul tabellone, e ci sono le astronavi, inoltre le materie prime non paiono di legno, oppure furono colorate di grigio.
Ci sono un po' di immagini online del gioco, ma in nessuna ci sono le astronavi.


Il tabellone è molto grande, misura 42 cm x 98 cm, quasi un metro di lunghezza!
Per voler essere una simulazione spaziale ci sarebbe da opinare che i punti cardinali, presenti sul tabellone e sulle carte "Emergenza", nello spazio non ci sono, non c'è neppure orizzontale, verticale e diagonale, ma sarebbe fare eccessivamente i pignoli per un gioco in scatola di metà anni 70 :]
Nel tabellone in alto a destra vediamo Plutone, che ai tempi era considerato un pianeta, da qualche anno retrocesso a pianeta nano.
Le carte "Emergenza" hanno lo scopo di creare un po' di scompiglio, in pratica fungono da carte "Probabilità/Imprevisti" del Monopoli.
Tranne tre che sono doppie, le altre hanno tutte un testo diverso (scannerizzate tutte più sotto), una in particolare mi ha divertito:
"Un'astronave corsara vi ha derubato del carico che trasportate".

Forse Capitan Harlock?   ^_^

Il regolamento consta di sole quattro paginette, oggi fanno giochi in scatola per ragazzi che bisogna avere due lauree per capire le regole, prima di iniziare sei già stanco...

mercoledì 9 febbraio 2022

"Onda TV" dal 7 al 13 maggio 1978 - nono numero della rivista


Purtroppo non ho l'ottavo numero di "Onda TV", quindi salto dal settimo al nono, comunque si può lo stesso valutare i palinsesti della primavera 1978 abbastanza accuratamente, a parte i tanti programmi mancanti dei titoli, specialmente telefilm, film e cartoni animati. Per fortuna mediamente le rubriche autoprodotte dalle tv locali mostrano il titolo, talvolta ci sono anche i nomi dei conduttori.
E' presente un articolo molto interessante sulle guerre per le frequenze tra le varie tv locali, in questo caso per il canale 43. Ai tempi capitava che un'emittente usurpasse le frequenze di un'altra, quindi un giorno vedevi un canale e il giorno dopo uno diverso (oppure non vedevi più nulla...), ma dato che tutto il circo mediatico delle tv private girava senza una legge che lo regolamentasse, ognuno faceva un po' quello che gli pareva (il paese delle libertà...). 
E' da questo stato di cose nacque il termine "far west televisivo", che alla fine spinse alcuni "sceriffi", cioè i questori, ad intervenire oscurando le emittenti che trasmettevano in diretta con il sistema delle cassette mandate in onda in contemporanea, poi intervenne Bettino etc etc etc, fino ad oggi...
Da notare in prima pagina l'avviso un po' equivoco "In attesa del parto scegliamo il nome e votiamo", che riguardava la scelta del nome della nuova trasmissione musicale di "Antenna 3 Lombardia".
Ancora "Antenna 3 Lombardia"... non l'avrei mai detto...   ^_^





Questo è il primo numero, fatti salvi i due non in mio possesso, che non presenta in copertina un conduttore delle trasmissioni di "Antenna 3 Lombardia", che stavolta è dedicata a Kid e Zanna Bianca, i due protagonisti del film "Zanna Bianca e il grande Kid". 
Il film fu proiettato nei cinema nel 1977, quindi la si potrebbe considerare quasi una primissima visione televisiva, solo che non ho trovato su quale emittente venne trasmesso.
In copertina e in un trafiletto in seconda pagina viene riportato un titolo un po' differente, "Zanna bianca nel west", che doveva essere un titolo alternativo.
Il film partecipò al "Giffoni Film Festival" del 1978, mi paiono, però, delle date troppo recenti per un passaggio in televisione, ma la redazione riportava testualmente: 
"Con la copertina omaggiamo il ritorno di Zanna Bianca sui teleschermi"  (settima scan qui sotto)

Secondo me fecero un po' di casino, probabilmente non era trasmesso in tv, ma veniva ancora proiettato al cinema.
Da notare che l'immagine presa dal sito del "Giffoni Film Festival" e quella della copertina sono identiche ma a specchio  :]
Per parte mi vidi tutti i film di Zanna Bianca all'oratorio, che frequentavo la domenica pomeriggio solo per i film (accompagnato da mia nonna). Il don spaziava molto, dall'animazione giapponese agli spaghetti western, da Godzilla e Gamera a "Marcellino pane e vino".



Come già evidenziato nei numeri precedenti la redazione di "Onda TV" promosse un referendum sulle emittenti preferite, la "Hit Tivù", in cui, abbastanza incredibilmente, l'onnipresente "Antenna 3 Lombardia" si attestava prima davanti ai canali Rai!
Una spiegazione del successo di "Antenna 3 Lombardia" su "Onda TV", oltre al valore delle sue trasmissioni, potrebbe essere dovuta al fatto che più un canale era votato e più spazio riceveva sulla rivista, quindi più spazio aveva e più veniva visto, ergo arrivavano un maggior numero di segnalazioni positive e così via discorrendo.
Prima che venissero inventati gli algoritmi, che tutto vedono, memorizzano e sanno, per capire il grado di diffusione e gradimento di un'emittente privata ci si doveva accontentare dei tagliandi allegati alla rivista da far spedire ai lettori più volenterosi. 
La redazione di "Onda TV" ricevette 4472 schede dal tagliando del terzo numero della rivista, di certo non un'indagine demoscopica, ma comunque delle informazioni che altrimenti non avrebbero potuto ottenere.

domenica 6 febbraio 2022

"Goldrake: L'eroe dei piccoli turba i grandi", di Claudio Altarocca - "Il Giorno" 10 gennaio 1979


Capitava sovente che in quel fine anni 70 e nel 1980 in prima pagina ci finissero i "cartoni animati giapponesi", questo capitava in un paese che viveva un periodo storico straziante, in un contesto mondiale che era sul filo dell'autodistruzione nucleare, ma il protagonista della notizia poteva essere Mazinga, Heidi, Remi o più spesso Goldrake.
Guardiamo le notizie della prima pagina de "Il Giorno" il 10 gennaio 1979:
in Cambogia Pol Pot (non era morto...) era stato appena deposto, e stava fuggendo dopo aver trucidato un terzo della popolazione... Putin pare un boyscout in confronto.
a Roma un commando fascista assaltava in pieno giorno Radio Città Futura" ferendo cinque donne dello staff che stavano trasmettendo in diretta... oggi devastano sedi sindacali vuote.
in Spagna era stato ucciso un altro magistrato.
a Napoli c'era stata una serie di morti di bambini negli ospedali... oggi abbiamo la pandemia.
l'ennesimo governo Andreotti iniziava a mostrare segni di crisi... in questo campo nulla cambia.

Pensiamo ad una prima pagina di oggi con notizie contestualizzate all'attualità, ci sarebbe spazio per un articolo su  "Demon Slayer"?
A qualcuno oggi fregherebbe nulla di "Demon Slayer", di "One Piece", di "Naruto", Sailor Moon" o qualsiasi altra serie animata nipponica?!
Eppure l'eroe dei piccoli che nel gennaio 1979 turbava i grandi era Goldrake, forse gli adulti si sarebbero dovuti turbare per tutte le altre notizie della prima pagina e mai e poi mai per Goldrake...

La genesi dell'articolo su Goldrake nasce sempre dal primo attacco reale e non animato verso "Atlas Ufo Robot" ad opera di un veganiano vero, l'Onorevole Silverio Corvisieri  ^_^
Per il resto mi pare di poter affermare che l'articolo faceva parte di una polemica contro il potere culturale della sinistra (l'egemonia culturale), che oggi sembra fin fantasioso, ma che ai tempi effettivamente esisteva.
Un vero peccato che una buona parte, ma non tutta, della sinistra, che io in seguito andai a votare, non comprese che Goldrake non era quello paventato da Corvisieri, ma proprio l'opposto.
Chiaramente i tempi politicamente (e non solo) cupi che gli adulti vivevano distorcevano il loro giudizio, sarebbe bastato, forse, guardarsi con attenzione qualche episodio in più prima di sparare su un "Pierino qualsiasi, un ragazzo-bimbo dal ciuffo ribelle", cioè Actarus, che combatteva controvoglia la più classica delle invasioni nazifasciste.
Da notare che Claudio Altarocca, che si oppone alla censura di "Atlas Ufo Robot", non aveva neppure ben chiaro che Actarus era un adulto, giovane, ma adulo, non un "Pierino qualsiasi, un ragazzo-bimbo dal ciuffo ribelle"... probabilmente anche lui, come e quanto Corvisieri, nulla sapeva del soggetto del suo articolo.

sabato 5 febbraio 2022

"Temple e Tamtam" ("Fūsen shōjo Temple-chan" - 1977) - puntata 3


Come avevo immaginato questa serie non lascia molto spazio a commenti, non c'è un Bairok, non c'è uno Shingo Tamai e non c'è neppure una Julie rosa di bosco, quindi ci si limita alla stretta sinossi della puntata e a qualche curiosità.
Per esempio non mi capacito di come i giapponesi nel 1977 pensarono alla zafferano come erba curativa della febbre, ho cercato info sulle doti di questa pianta, e non pare serva per sfebbrare... 
A casa mia si usava solo nel risotto  ^_^
Un'altra cosa che mi ha colpito è che ero convinto che questa serie fosse costituita da episodi fondamentalmente autoconclusivi, mentre a fine della seconda puntata lasciamo Temple in prede a febbre e la terza puntata è tutta incentrata su come far guarire la bambina.
Non sarà una trama articolata alla "Conan il ragazzo del futuro", per considerando il giovane target della serie, era di sicuro una trama più complessa  di un qualsiasi cartone animato statunitense o europeo.


Temple è ancora febbricitante, Tamtam cerca di guarirla cantando e ballando, dovrebbe andare a Sanremo...

Il bambino si carica l'amichetta sulle spalle in cerca di aiuto, fin quando trovano una casetta, dove abita un vecchietto incline all'uso di alcolici.
Inizialmente il vecchietto si rifiuta di aiutare il gruppo di bisognosi, ma poi, pur mantenendo una certa dose di antipatia, accetta di concedere riparo a Temple.

martedì 1 febbraio 2022

"Le sigle dei cartoni giapponesi - Dossier, interviste, quotazioni" - Vinile n° 32 del 27 gennaio 2022

Prima che mi dimentichi (la vecchiaia incombe...) ringrazio il coetaneo Massimo Nicora che mi ha informato dell'uscita di questa rivista, che contiene un corposissimo speciale sulle sigle dei cartoni animati giapponesi, ben venti pagine con sei articoli!
I sei articoli sono:
I dieci 45 giri più venduti (2 pagine);
I dieci 45 giri più rari e collezionati (2 pagine);
Tutti cantano con Cristina (3 pagine);
Una partenza a razzo... missile (3 pagine);
Da Mina a Cristina (2 pagine);
C'è nel regno un autore in più (8 pagine!).

A dispetto della copertina, oltre al collezionismo dei vinili, non si parla solo di Cristina D'Avena, sono trattati il duo Albertelli/Tempera, Massimiliano Pani, "I Cavalieri del Re", manca, però, un focus sui "Superobots/Rocking Horse", una pecca non da poco.
Premesso che non sono un esperto di sigle degli anime o di dischi, mi ha stranito un po' vedere inserite al nono e decimo posto della classifica dei 45 giri più venduti (primo articolo) due sigle dei Puffi...
Capisco che la redazione possa non essere pratica di animazione giapponese, ma la serie animata dei Puffi fu disegnata da "Hanna & Barbera", cioè made in Usa.
Poco sensato inserire le due sigle dei Puffi in uno speciale sulle sigle dei cartoni giapponesi   ^_^
Anche nella classifica dei 45 giri più rari (secondo articolo) è stata inserita al sesto posto la sigla "Joe Superboy", che venne usata per le serie "Stingary", Joe 90" e "Thunderbirds", tutte e tre made in England...
Indubbiamente l'articolo più interessante è la lunga intervista a Riccardo Zara, ma in questo numero di "Vinile" è presente anche uno scritto sugli "Oliver Onions" dal titolo "Due (finti) americani a Roma", altre otto belle pagine.
Consiglio vivamente l'acquisto del numero in questione, visto che le sigle dei cartoni animati giapponesi (quindi non i Puffi e le marionette della perfida Albione) sono trattate raramente sulla carta stampata.
La rivista costa 9,90 €.