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lunedì 30 maggio 2016

Catalogo giocattoli Upim - Natale 1981


Mi son reso conto che dei vari cataloghi natalizi presentati mancava quello dell'annata 1981, ergo rimedio con questo dell'Upim. A dire il vero non è il presente catalogo contenga chissà quale meraviglia, quasi assenti anche gli articoli legati agli anime, però è sempre una questione soggettiva, magari qualcuno/a ritroverà il "suo" giocattolo preferito  :]
Rimane sempre bella la location da 25 dicembre delle foto, lucine da albero di Natale, pacchettini infiocchettati e addobbi vari.
Comunque ci sono un paio di articoli che, a mio avviso, pur facendo parte del panorama anime/nipponico, non sono stati citati nella maniera corretta nelle didascalie. Per esempio già a pagina 3 (qui sotto) mi pare di notare che l'articolo numero 3 sia un Monciccì, ma viene identificato solo come "Scimmia e Orso vestiti". Mentre a pagina 4 c'è una "Lulù con il magico amuleto", che dal vestito non parrebbe la stessa dell'anime, ed invece è proprio lei. Per trovare ancora qualcosa legato ai "cartoni animati giapponesi" bisogna andare fino a pagina 24, con il Visore V35 della Mupi di Candy Candy, la cui notorietà continuava imperterrita... fine.
Si vede che l'onda lunga  della mega invasione dei giocattoli giapponesi, che aveva spaventato così tanto gli adulti un paio di anni prima, si era già trasformata in bassa marea, anche se poi nello stesso dicembre del 1981 si poteva leggere un allarmante articolo sulla pericolosità dei giocattoli importati:
"Fermate Mazinga!", di Stella Pende - Panorama 14 dicembre 1981 
Forse l'Upim scelse di non mettere in vendita i giocattoli dei robottoni, ma mi pare strano che ci si privi di una fonte di guadagno certa per evitare di indispettire i genitori. Probabilmente i vari Goldrake e Mazinga avevano già fatto il loro tempo tra i bambini, solo che i giornalisti italici sono sempre un po' in ritardo sulla notizia  :]




Il vestitno non mi pare sia quello classico di Lulù, c'è da dire che non credo di averne mai visto una puntata intera, magari si cambiava di abito, non come Shiro Kabuto... su un sito inerente proprio a Lulù ho trovato la medesima bambolina, con un abito simile, era un articolo della Polistil. Eppure nel catalogo c'è una pagina apposita della Polistil, probabilmente dedicata solo a noi maschietti.

domenica 29 maggio 2016

Album di figurine, la guida alle raccolte di figurine pubblicate in Italia - Volume Quinto Le figurine autoadesive - Altri editori (M-Z)



TITOLO: Album di figurine, la guida alle raccolte di figurine pubblicate in Italia - Volume Quinto Le figurine autoadesive - Altri editori (M-Z)
AUTORE: Marco Maria Valtolina
CASA EDITRICE: Mencaroni Editore
PAGINE: 255
COSTO: 40€
ANNO: 2016
FORMATO: 22 cm X 22 cm
REPERIBILITA': reperibile sul web o alle fiere del fumetto
CODICE ISBN: 9788899397067

Questo quinto volume completa la precedente uscita sugli album di figurine non Panini:
Album di figurine, la guida alle raccolte di figurine pubblicate in Italia - Volume Quarto Le figurine autoadesive - Altri autori (A-L)

La nota un po' dolente è il prezzo, aumentato di 5 euro, che da 35 euro del precedente lo porta a ben 40... per fortuna, avendolo comprato ad una fiera, mi è stato concesso il classico sconto fiera di 5 euro.
Il volume procede come i precedenti del medesimo editore, trovo che sia una validissima, oltre che unica, guida per gli appassionati, anche piccoli collezionisti come me. Personalmente l'ho trovato meno interessante rispetto agli altri, ma ciò è dovuto solo al fatto che gran parte degli album catalogati non fanno parte di quelli della mia infanzia. Infatti ci sono tantissimi album degli anni 90. Un'eccezione, una grandissima eccezione, al non aver trovato molti album risalenti alla mia infanzia, la si trova a pagina 10 (ma anche in copertina), con un album che è diventato immediatamente il mio preferito, quello de "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro"!!!!!!!!  STUPENDO!!!!
Come il precedente volume sulle case editrici non Panini procede per ordine alfabetico della casa editrice, e copre un arco temporale che arriva fino al 1995, c'è la valutazione sulla rarità dell'album etc etc
Tra gli album inseriti tra questi "non Panini" c'è anche "L'album per le figurine della televisione - TV Sorrisi e Canzoni gennaio 1979" , a dire il vero pure io l'ho inserito qui sul blog in un gruppo extra Panini, però penso proprio che sia un errore, sia mio che dell'editore Mencaroni. O meglio, più che un errore formale, un errore "morale", in quanto l'album fu prodotto dalla Panini, che comunque non compare con il suo marchio.
Affermo ciò perchè è in mio possesso il "TV Sorrisi e Canzoni" numero 22 del 1980 (dal 1 al 7 giugno), dove in un articolo dedicato al loro album di figurine sulla televisione, si omaggia la Panini per averlo stampato.


Metto un paio di scan, l'articolo lo posterò quando recensirò il relativo numero.

giovedì 26 maggio 2016

Go Nagai Robot Collection 97 Soldati del Signore del Drago


Sono più forti i soldati del Signore del Drago o quelli della Regina Himika?
Si, ok, sembra un quesito da terza elementare, allora meglio questo:
Hanno più fascino i soldati del Signore del Drago o quelli della Regina Himika?
Alla prima domanda risponderei molto probabilmente che sono più forti i soldati del Signore del Drago, tranne, però, nella puntata numero 32, "Rivolta al centro della terra", in cui i soldati di roccia mettono alle strette i robot dell'usurpatore.
Mentre alla seconda domanda non penso si possa rispondere altro che i soldati di Himika abbiano più fascino: "vengono fuori dalle fottute pareti di roccia" (semi cit.).
Ma "vengono fuori" letteralmente, mica come gli Alien, questa cosa mi ha sempre affascinato, sbucavano e venivano inghiottiti dalla terra allo stesso modo in cui non fendiamo la nebbia  :]
Comunque, dato che il mio livello di maturità poco si discosta dalla terza elementare citata sopra, non mi esimerò da metterli a confronto  ^_^
Peccato che i soldati di Himika della GNRC vennero fatti un pelino più grossi di tutti gli altri soldati delle altre serie, perchè tranne loro, gli altri sono praticamente di dimensione identica.



Per stabilire quale dei due militi sia il più forte non posso altro che fare riferimento a due puntate specifiche, la numero 29 ("L'Imperatore delle tenebre"), in cui fanno il loro esordio assieme al Signore del Drago, ed il già citato episodio numero 32, dove c'è il tentativo di contro colpo di stato, ergo lo scontro armato tra le due truppe.


Questo sotto è il preciso momento della loro comparsa nella serie, invocati dal loro imperatore, non omaggiano neppure il corpo ancora caldo della regina Himika... sono proprio dei robot senza sentimenti... oppure no?

mercoledì 25 maggio 2016

"Fermate Mazinga!", di Stella Pende - Panorama 14 dicembre 1981



Ecco Mazinga che aggredisce un povero quasi inerme bambino!
Quasi inerme perchè impugna, se non sbaglio, la pistola della "Linea TH3" made in "Edison Giocattoli". Quindi, volendo, poteva difendersi  ^_^
Sarebbe poi curioso sapere se la giornalista mise il giocattolo della "Edison Giocattoli" in mano alla vittima per accusare anche questa azienda, di Firenze... oppure diedero al bambino la prima pistola spaziale di plastica che trovarono in giro. Chissà se la "Edison Giocattoli" espresse il suo disappunto per essere stata accumunata con il cattivo Jumbo Mazinga  :]
Devo dire che l'articolo non è per nulla vaneggiante, anzi, denuncia giustamente il ministero dell'industria per lo scandalo della proroga dell'applicazione di una legge sulla sicurezza del giocattolo, solo per far svuotare i magazzini  ai commercianti, incurante dei pericoli che avremmo corso noi bambini... eravamo sotto Natale... si vede che il marcio di oggi affonda le sue radici in abitudini ben consolidate...
Il bello è che da quella legge ne avrebbero guadagnato in primis le aziende di giocattoli italiane, che pare si fossero messe a norma sulla sicurezza dei loro articoli. Quindi in un colpo solo si sarebbe fatto l'interesse dei bambini e delle aziende italiane, non sia mai  T_T
Quello che colpisce nell'articolo, anzi, solo nel titolo, è l'aver messo Mazinga sul banco degli imputati. Ormai bastava la parola "Mazinga" o "Goldrake" per evocare qualcosa di potenzialmente pericoloso per i bambini, non solo psicologicamente ed educativamente, ma anche fisicamente, come per i giocattoli. Conta poco che alla fine del'articolo si precisi che i giocattoli fabbricati in Giappone erano sicuri, in quanto dovevano sottostare alle severe norme d'importazione statunitensi, per salvarsi bisognava fermare Mazinga!
Suona meglio "Fermate Mazinga!" oppure "Fermate i giocattoli pericolosi!", o anche "Fermate il ministro dell'industria Marcora!"?
Ovvio, Mazinga è il cattivo, non per nulla etimologicamente deriva da "demone", e per fortuna che ai tempi nessuno dei giornalisti sapeva di questo nesso diabolico  :]
L'articolo parte da fatti seri e gravi, gli incidenti causati da giocattoli pericolosi.


lunedì 23 maggio 2016

"Candy Candy favorite book 2" - Ristampa secondo tankobon del 1991 (キャンディ・キャンディ 愛蔵版 2)


Quando ho visto questa mappazza di ben 944 pagine, per un peso di 870 grammi, in un formato di 21 centimetri per 14 centimetri, pur non essendo nè un fan nè un esperto di Candy Candy, non ho potuto esimermi da comprarmela. Inoltre la pubblicazione è relativamernte recente, del 1991, quindi un po' lontana dal periodo che normalmente mostro su questo blog, però, vista l'impossibilità di avere materiale in italiano causa la lotta sorellicida tra la Igarashi e la Mizuki (fanno eccezione i due romanzi: - ), poter dare un'occhiata a cosa succede veramente nella storia originale mi incuriosiva.
E devo dire che, pur non comprendendo ovviamente i dialoghi, le tavole, sommate a ciò che conoscevo, mi hanno permesso di inquadrare meglio gli avvenimenti, oltre a rimanere sorpreso da alcuni particolari che non mi aspettavo, e molti altri mi saranno sfuggiti a causa del fatto che non conosco molto bene la storia.
Come si potrà notare il tankobon è il secondo, cioè quello con l'epilogo della manga, non mi sarebbe dispiaciuto poter avere anche la prima parte, ma tra le due preferisco di gran lunga il finale. Per pura fortuna è ancora presente anche la fascetta promozionale della collana di cui faceva parte questa pubblicazione della Kodansha.
Ho eseguito una ottantina di scan, tutte doppie pagine, scegliendo quelle che, a mio avviso, erano le più significative o curiose. Mostro tutte le prime consecutive 17 pagine solo per inquadrare l'inizio della storia, poi compio numerosi salti in base ai fatti accaduti.




Piccola richiesta alle lettrici: per cortesia non esagerate coi sospiri e le lacrime  ^_^
Questo secondo tankobon inizia con Candy che si precipita alla Casa di Pony per incontrare Terence, ma che è già andato via, passata la delusione, con relativi struggenti ricordi dell'innamorato, la ragazza resta per un po' all'orfanotrofio, per poi iniziare la sua avventura come aspirante infermiera. Non saprei se la medesima scena sia mostrata pure nell'anime, ma il primo incontro con l'anziana capo infermiera è assai comico  :]


sabato 21 maggio 2016

Pericolo Giallo, i cartoni giapponesi e il loro impatto sul pubblico



TITOLO: Pericolo Giallo, i cartoni giapponesi e il loro impatto sul pubblico
AUTORE: Paolo Buscaglino Strambio
CASA EDITRICE: ADAM Italia
PAGINE: 100
COSTO: 10€
ANNO: 2008
FORMATO: 18 cm x 11 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN:

Visto che saggi nuovi su anime e manga pare proprio non vengano pubblicati in questo inizio del 2016, mi son rifugiato nel 2008, con il libro della ADAM Italia sulla censura, prevalentemente Fininvest/Mediaset, operata nelle serie trasmesse negli anni 90 e 2000. L'autore ripercorre la meritoria opera della sua organizzazione a difesa di anime e manga, partendo con un accenno alle prime polemiche sui “cartoni animati giapponesi”, per focalizzarsi soprattutto sulla disinformazione del ventennio 90/2000. Essendo il libro di sole 100 pagine, e considerando che le ultime 30 sono occupate da un'appendice su alcune leggi italiane inerenti la censura e la pubblicità in tv, avanzano solo 70 pagine per le tematiche del saggio. Quindi non resta moltissimo spazio per narrare di articoli e polemiche del periodo, ci si limita ad accennare ai fatti più eclatanti, che in parte ricordavo anch'io per averli letti sui quotidiani di allora.
Per ulteriori informazioni sugli articoli viene spesso consigliata la consultazione del sito: www.adamitalia.org
Questo fatto mi permette di ribadire il mio convincimento sulla superiorità informativa, specialmente a lungo termine, dei libri rispetto al web. Infatti, purtroppo, il sito della ADAM Italia non esiste più, quindi i 300 MB e i 5000 file di articoli, citati a pagina 49, che si potevano consultare, non sono più a disposizione di nessuno. 
Mentre questo libricino, pur contenendo un estratto molto limitato di quelle informazioni, è ancora a disposizione. Mettendo da parte per un momento i costi che avrebbe comportato, dato che questo libro (immagino) fu auto prodotto dall'autore, non sarebbe stato più utile avere un saggio di 300 pagine, magari di un formato più grande, con tutto quello che c'era nel sito? 
Sarebbe rimasta una testimonianza importate di quel periodo, ma visto che sono ben poche le case editrici ad interessarsi a queste tematiche, siamo rimasti con un libro che contiene solo un accenno di ciò che era disponibile. 
Magari quel materiale a cui accennavo sopra (i 300 MB e i 5000 file) è ancora leggibile su qualche altra pagina web che io non ho scovato, ma non mi pare siano sulla relativa pagina FB (social che comunque io non utilizzo) o su Youtube, entrambe scarsamente o per nulla aggiornate. 
D'altro canto è abbastanza ovvio che, passando gli anni, cambino sia le priorità personali di chi gestisce un sito, che il panorama sociale in cui quel sito operava e giustificava la propria esistenza. Quindi ciò che era necessario negli anni 90 e 2000, cioè qualcuno che difendesse anime e manga dalla disinformazione imperante, probabilmente non è più una necessità impellente nel 2016.
Tutto questo mio panegirico, alla fine, nasce dal fatto che gran parte degli appassionati di anime e manga non considera importante la lettura della saggistica, in quanto questi pensano di poter reperire le informazione che lo/la interessano sul web, ovviamente finché queste esisteranno... perché ai tempi anch'io avevo letto con interesse il sito di ADAM Italia, ma ora non posso più. 
Chiudo qui i miei vaneggiamenti  :]
Il contenuto del libro di Paolo Buscaglino Strambio è ben illustrato dall'indice (vedi scan più sotto), si parte con un accenno sulle polemiche che scatenò l'arrivo di Goldrake (articoli relativi), per concentrarsi sugli anni d'oro di Finivest e Mediaset: 
il rifacimento delle sigle ad opera del duo D'Avena/Manera; 
il cambio di nomi dei personaggi, titoli delle serie e delle singole puntate; 
adattamenti culturali all'italiana; 
taglio di scene o di interi episodi, per arrivare a collage di più puntate; 
creazione ex novo di rapporti di parentela tra personaggi di serie differenti, etc etc. 
A pagina 14 c'è un accenno alle polemiche scatenate dall'articolo dell'onorevole Silverio Corvisieri ( "Un ministero per Goldrake" ) e della sua ipotetica interpellanza parlamentare, scrivo ipotetica in quanto io non ne ho trovato traccia sul sito di Camera e Senato, e pare che anche Paolo Buscaglino Strambio fosse della mia stessa opinione 


E' presente anche una breve panoramica sui continui tentativi Finivest/Mediaset di aggirare le leggi che vietavano la pubblicità all'interno dei programmi per bambini, in pratica il modus operandi berlusconiano di tutta la sua vita imprenditoriale, quando cercava di rispettare la norma(...): 
fatta la legge trovato l'inganno.
L'autore passa in rassegna il panorama degli eredi dei famigerati 600 genitori di Imola, i primi difensori dei bambini contro i violenti cartoni animati giapponesi: 
il Moige; Cittadinanzattiva; la mitica Vera Slepoj, Maria Laura Rodotà, Maurizio Costanzo. 
Sono presentati un campione assai limitato degli articoli che erano disponibili sul sito, ma bastano a far comprendere che gli strafalcioni che mostro nell'Emeroteca Anime ( indice "Emeroteca Anime" ) non servirono d'insegnamento ai giornalisti del terzo millennio... 
L'indice del libro. 

venerdì 20 maggio 2016

Go Nagai Robot Collection 96 Beni Beni


La puntata numero 58 in cui compare "Beni Beni" propone quello che è un po' un classico degli anime del periodo: il clone cattivo dell'eroe che inganna la popolazione e i suoi alleati.
Infatti il mostro spaziale, inviato direttamente nella base sottomarina di Zuril da re Vega, può trasformarsi (e far trasformare) in qualsiasi cosa, oltre a diventare una copia perfetta di Goldrake, trasformerà  un soldato alieno in un altro Actarus.
C'è una sottigliezza escogitata dagli autori per giustificare l'impazzimento di Actarus, dato che questi non inizia a mettere a ferro e fuoco il Giappone senza motivo, ma a causa di una esplosione dietro la testa di Goldrake. In questo modo i suoi amici non sospetteranno che sia tutto un piano malefico di Vega, ma crederanno che Actarus sia diventato un "demone".
Non per nulla il titolo della puntata è "Il falso Goldrake", ed il piano di Zuril e Gandal è chiamato "Operazione falso Goldrake": "Tranquilli bambini, non è il vero Goldrake!"
Non mancherranno i momenti drammatici: il falso Actarus che manda Venusia all'ospedale; Alcor che cerca di uccidere Actarus; Maria che cerca di uccidere Actarus; Gandal e Zuril che cercano di uccidere Actarus :]
Non mancherà neppure stavolta la classica figura di palta di Alcor/Koji  ^_^
Nel riguardare la puntata mi è sorta una considerazione (le considerazioni possono sorgere?) riguardo a come oggi la rispettabilità di Goldrake sarebbe irrimediabilmente distrutta dal piano di Vega. Immaginiamo tutti i TG mondiali, più "Studio Aperto", che trasmettono in diretta le distruzioni perpetrate dal finto Goldrake, la gente sui social che toglie i "like" dalla pagina FB di Actarus, la tempesta di twitter di condanna, i video su Youtube... hai voglia a spiegare che era tutta colpa di un mostro spaziale con la capacità di metamorfosi... nascerebbero subito decine di siti di dietrologia :]
Oggi Actarus non se la caverebbe come nella puntata numero 58, altro che lieto fine durante il tramonto, dovrebbe scappare su Fleed a velocità fotonica!
Ed ecco qua sotto "Beni Beni"!


 Ah no, quello sopra è "Beni Beni" già trasformato in Goldrake, eccolo nella sua vera forma aliena :]


A mio avviso, se il soggetto della GNRC è di una puntata interessante, la posa passa anche in secondo piano, perchè ci si concentra su cosa successe nell'episodio, visto che questo "Beni Beni" è abbastanza statico. Le sbavature, invece, passano in secondo piano per semplice assuefazione  >_<
Ma cosa succede di preciso in questa puntata?
"Beni Beni" arriva sulla Terra dentro un ufo a forma di uovo, tipo Mork.
Lo vediamo in una radiografia quando è ancora addormentato, pare un micino, fa fin tenerezza  ^_^

giovedì 19 maggio 2016

Articoli su "Capsule Hotel" e "Marco Polo" in "La Domenica del Corriere" del 22 gennaio 1983



Non solo di "cartoni animati giapponesi" si occupavano quotidiani e riviste italiche, i giornalisti nostrani, oltre che alla politica economica del Giappone, rivolgevano occasionalmente la propria attenzione anche sulla quotidianità nipponica. Inutile dire che il tono era a grandi linee il medesimo usato per gli anime, tra il sensazionalistico e il disinformato.
Ne è un buon esempio il primo articolo (vedi titolo sopra) che ho scovato su "La Domenica del Corriere" del 22 gennaio 1983.  A dire il vero non è che sia proprio un articolo di disinformazione pura, però, per come l'ho capito io, è un po' confusionario, non so se casualmente o con dolo. L'argomento sarebbero i "Capsule Hotel", ma il giornalista (anonimo) butta lì qualche considerazione sui problemi abitativi causati dalla densità demografica del Giappone. La confusione nasce dal fatto che i "Capsule Hotel" sono, appunto, alberghi, non edifici popolari, ergo non aveva senso informare il lettore che in ogni chilometro quadrato del suolo giapponese abitavano 312 persone (oggi siamo a 343 persone per Km quadrato).
Eppure l'articolo fu, probabilmente, il primo o tra i primi che ci raccontavano l'esistenza di questi alberghi a notte, che nacquero nel febbraio del 1979 proprio ad Osaka.
Oggi questi alberghi sono utilizzati più o meno occasionalmente anche da persone che non hanno più una casa, o che lavorano per lunghi periodi in altre città, ma non credo che in origine avessero questo scopo.
Il secondo articolo, a firma di Angelo Falvo, è un'intervista al Gran Khan del Marco Polo Rai, l'attore cinese Ying Ruo-Cheng, che venne in Italia assieme alla moglie per un giro di conferenze a Milano, Palermo, Catanzaro e Cosenza. L'articolo è interessante perchè i riflettori erano sempre puntati sul protagonista, Kenneth Marshall, oppure sulla regia italiana, più difficile trovare informazioni sugli altri protagonisti.
Io ricordo con piacere la voce italiana di Kublai Khan, doppiato da Antonio Guidi, era proprio possente, come il Gran Khan, conquistatore di quasi tutta l'Asia..




Riparto dal primo articolo, "In Giappone si dorme in scatola".
E' proprio all'inizio dello scritto che si collegano questi alberghi in capsule alla crisi abitativa giapponese, che mi pare esista ben poco come problema nazionale, in quanto, forse più di noi, l'acquisto di una casa fa parte delle consuetidini sociali.

martedì 17 maggio 2016

"Gundam: Guerra al pianeta Zion" Telealbo 2 - Edizioni Tv Milano (1981)



Sinceramente non ricordo più quando comprai questo fumetto italico del Gundam, forse addirittura in epoca lire, fa parte di quegli acquisti impulsivi che al monento pare non abbiamo senso  :]
Leggendo "Telealbo 2" si potrebbe pensare che sia una seconda parte, invece è una storia a se stante, una prima puntata alternativa del Gundam. Infatti, oltre a non essere ambientata su Side 7, ma sulla Terra, l'altro protagonista assieme a Peter "Ray" è il padre, con il quale il ragazzo ha un rapporto completamente differente rispetto all'anime. Padre e figlio collaborano, paiono più un Kenzo Kabuto ed un Tetsuya Tsurugi, nessun dissapore o disaccordo, non per nulla lo scienziato sta addestrando il figlio. Quindi Peter "Ray" non diventa pilota del Gundam per caso, ma sta studiando la teoria, quando la base viene attaccata da Zion. Molte scene sono prese pari pari dalla prima puntata, come l'esplosione che coinvolge Mirka, ma poi vengono tolte o aggiunte parti, in maniera da creare una storia praticamente nuova. Per esempio il tenente Noah, che compare sulla copertina, lo si vede in un solo disegno, e Scia pare essere il comandante in capo di Zion. Infine quello che viene lanciato è un quasi attacco finale, in quanto Zion, pur essendo tecnologicamente più avanzato, ha limitate risorse, e quindi non può più permettersi di costruire "robot".
Sembra che abbiano preso spunto dal Giappone della seconda guerra mondiale :]
I disegni non sono brutti, magari non sono perfetti, un po' altalenanti, ma nulla a che vedere con altre riviste/cartonati del periodo:
Atlas Ufo Robot - cartonato Giunti Marzocco aprile 1978

Il Superlibro dei Cartoni in Tivù - 1981

La pubblicazione, a differenza dell'anime, fu autorizzata dalla Nippon Sunrise, quindi era ufficiale, non tarocca.

domenica 15 maggio 2016

"Il tesoro del castello senza nome" 7 e 8 (Les Galapiats - 1969) - Yamato Video


A distanza di otto mesi dal primo post, con le prime due puntate de "Il tesoro del castello senza nome", concludo la recensione dell'intero sceneggiato, come venivano chiamati ai tempi i telefilm. Forse questa volta ho un po' esagerato con le immagini, ma considerando che pesano molto poco, non credo che ci saranno difficoltà a visualizzarli. E poi di cose ne succedono nelle due ultime puntate, bisognava per forza essere un po' "prolissi".
Devo dire che la settima puntata è quella più debole dal punto di vista della credibilità, abbastanza ingenua, comunque godibile.
Per chi volesse la recensione delle prime sei puntate sono nei due post sotto:
"Il tesoro del castello senza nome" 1 e 2 (Les Galapiats - 1969) - Yamato Video

"Il tesoro del castello senza nome" 3 e 4 (Les Galapiats - 1969) - Yamato Video 

"Il tesoro del castello senza nome" 5 e 6 (Les Galapiats - 1969) - Yamato Video



Eravamo rimasti con la bambina salvata dai ragazzi, che la dovevano portarte dalla polizia, e Jean-Loup (d'ora in poi JL) con Patrick che sorvegliavano la banda.
La seguente scena è stata ripresa durante un temporale parecchio forte, infatti tutti i ragazzi erano fradici, non una pioggia finta. Da notare come la povera bambina sia trasportata a forza sollevata dal terreno, da qualche parte ho letto che una postura forzata di quel tipo, nei bambini, può causare l'uscita dolororissima della spalla.


sabato 14 maggio 2016

Go Nagai Robot Collection 95 Nuke (e la cornacchia!)



Non avrei mai pensato che un giorno avrei speso 13 euro per Nuke... però è successo  :]
Per fortuna, assieme a Nuke, c'è anche la cornacchia, incredibilmente (o no?) non citata dalla copertina del fascicolino-ino-ino-ino. Per assurdo (o no?) trovo più importante la presenza della cornacchia che di Nuke, e questo la dice tutta su quanto io ritenessi, e ritenga, fondamentale la presenza di Nuke in qualsiasi serie o film appaia...
Quindi Nuke.... cioè... Nuke... però in quella puntata Nuke... da un certo punto di vista... un momento che facco mente locale.... mumble mumble... mumble mumble... appunto, è indubbio che Nuke sia una nullità. Fine della rece  T_T
Certo, c'è l'assonanza tra il suo nome ed il significato inglese di "Nuke", legato alla bomba atomica e/o nucleare, sarebbe stato più attinente, invece, che Nagai lo chiamasse carbonchio. Fine della rece T_T
Ah no! Dimenticavo!
Gli gocciola il naso! Fine della rece.
Gli gocciola il naso nell'anime e nel manga, gli gocciola il naso nell'immagine interna del fascicolino-ino-ino-ino, che mostra come dovrebbe (dovrebbe) essere l'uscita corrente, mentre nella realtà il simpatico(...) moccio colante, che contraddistingue Nuke, non c'è o quasi non si vede, io non lo vedo  -_-
Forse si era soffiato il naso, cosa che in Giappone pare sia tabù, preferendo delle simpatiche tirate di naso  :]



Sembra quasi che dica:
"Salve, sono Nuke, non avrei mai pensato che avresti speso 13 euro per comprarmi!" 
(mentre la cornacchia mi sbeffeggia  T_T)



Ecco, forse con un ingrandimento si vede il moccio al naso...
Si noterà che anche la simpatica cornacchia si discosta un pelino da come dovrebbe (dovrebbe) essere il modellino, però, alla fine, la posa è simpatica, almeno non l'hanno messa appollaiata come una cornacchia.
Il mio modellino ha gli occhi un pelino strabici, specialmente il sinistro.

mercoledì 11 maggio 2016

TV Sorrisi e Canzoni N° 15 dal 9 al 15 aprile 1978 - Seconda settimana di programmazione di "Atlas Ufo Robot" sulla Rete 2 Rai


Dopo il "TV Sorrisi e Canzoni" dell'esordio di Goldrake (dal 4 al 8 aprile), propongo il numero della settimana successiva (ed in seguito posterò tutti i numeri della prima tranche della serie), in cui non ci sono articoli direttamente legati ad "Atlas Ufo Robot", ma solo un articolo su ufo ed extraterrestri, un argomento che ai tempi destava molto interesse. Questo articolo, comunque, serviva per attirare l'attenzione sulla serie della Rete 2, in quanto è segnalato nella pagina inziale: alla fine sempre di ufo ed extraterrestri si trattava  :]
Scopo del post, oltre a monitorare l'interesse del settimanale verso Goldrake, è anche quello di proporre dei palinsesti di alcune settimane consecutive, purtroppo l'inserto delle tv locali, per quanto abbastanza scarno, non è della  stessa zona del precedente numero.
Ho scannerizzato quasi tutto il settimanale, fanno eccezione gli articoli sulla musica ed uno su Gina Lollobrigida, che mi son parsi abbastanza superflui.


Dalla vignetta inziale, assieme al trafiletto, si capisce che già esisteva la preoccupazione per quello che i bambini guardavano in tv, in particolare i telegiornali, con tutte le notizie sul terrorismo. E quando arrivò Goldrake non parve vero poter addossare tutta la colpa al "pericolo giallo", anche se va ricordato che, durante questa prima programmazione, non ci fu nessuna polemica giornalistica (vedi link sopra), che scoppio solo con la seconda parte della serie, a dicembre del 1978.
L'altro trafiletto fa fin sorridere (o piangere), chissà come sarà finito il "rinnovamento" del PSI?  T_T


martedì 10 maggio 2016

"Io sono Mazinga, nel telecomando sta il mio potere", di Guglielmo Pepe - "La Repubblica" 27/28 aprile 1980



Di certo io non facevo parte del campione di bambini dello studio "statistico-psicologico" intervistati dall'istituto Mesomark, per l'indagine "I bambini e la televisione" del servizio opinioni della Rai. Infatti la tv non occupava tutto il mio tempo, non ero intossicato, non giocavo di meno, ma, soprattuto, non avevamo il telecomando!
Il primo telecomando è arrivato con al prima tv a colori, intorno al 1986, mi pare.
Nonostante tutti questi miei distinguo, l'articolo ha catturato subito la mia attenzione, sia per le accuse lanciate, sia perchè il giornalista vuole collegare lo studio alla denuncia dei "600 genitori di Imola":
600 genitori di Imola 1
600 genitori di Imola 2
600 genitori di Imola 3
600 genitori di Imola 4
600 genitori di Imola 5

La cosa curiosa è che lo studio riguarderebbe la televisione e i bambini, non i "cartoni animati giapponesi" in televisione e i bambini, eppure l'autore si concentra solo su Goldrake e Mazinga. L'unico male erano gli anime.
Tutti noi bambini e bambine del nostro cortile eravamo sempre giù a giocare, io sinceramente non rammento questo rinchiuderci in casa per vedere una puntata del Grande Mazinga (non di certo per Mazinga Z...) o di Candy Candy, anche perchè ogni puntata veniva replicata molte volte durante la settimana, inoltre le serie terminate venivano ripetute sulla stessa emittente o su altre, come si può vedere dai palinsesti delle riviste televisive.
Poi, magari, se c'era l'ultima puntata di Jeeg, si scendeva 20 minuti dopo, ma penso che sarebbe stato più assurdo un comportamento contrario  :]
Quello che ancora mi sorprende in questi articoli è quando leggi il giornalista, di certo un bravo professionista (e questo sorprende di più), partire per la tangente e sommare accusa ad accusa, che spesso non si capisce da quali basi provengano.
Perchè i personaggi degli anime erano un modello regressivo?
Perchè non stimolavano la nostra creatività e, addirittura, le nostre emozioni?




lunedì 9 maggio 2016

"Risiko Giochiclub (1968") vs "Risiko Editrice Giochi Milano (fine anni 70)"



Tra i giochi in scatola che ho recensito fino ad ora mancava un must della mia, ma non solo mia, generazione: il Risiko!
Sinceramente non l'avevo ancora mai recensito perchè è uno di quei giochi, assieme al Monopoli, che tutti conoscono, grandi e piccini, giovani e... ehm... anziani  T_T
Poi ho trovato una stupenda versione del 1968, della Giochiclub, penso la prima o tra le prime in assoluto, ergo mi è sembrato interessante mostrare le differenze con la versione con cui giocavo da bambino, quella della "Editrice Giochi Milano".
Infatti ho girato qualche foto della versione più vintage ad alcuni amici, che nell'invecchiare (tiè) hanno mantenuto intatta la loro passione per i giochi in scatola, e tutti sono rimasti sorpresi da questa edizione del 1968, io per primo.
La prima la posso datare con precisione perchè l'anno è presente sul libretto di istruzioni, mentre la mia vecchia confezione non riporta alcuna data, ma è della fine degli anni 70, dal 77 al 79.
La prima differenza salta subito all'occhio: la dimensione della scatola.
La versione della Giochiclub misura 44 cn x 37 cm, mentre l'edizione della "Editrice Giochi Milano" è da 46 cm x 36 cm, inoltre la prima pesa molto di più della seconda, perchè?
Perchè i carrarmatini non sono in plastica, ed in realtà non ci sono neppure i carrarmatini, ma solo in legno, e sono dei semplici parallelepipedi colorati!




Ma le differenze non si limitano ad una mera questione materiale e grafica, cambia anche il regolamento, in primis nella versione del 1968 mancavano gli "Obiettivi"!
Lo scopo del gioco era solo di disintegrare tutte le altre armate, fino ad occupare tutto il planisfero, quindi una partita terminava, ipotizzo, per sfinimento degli avversari, oppure con le madri che trascinavano via i poveri bambini per farli cenare...
Cambia la grafica del planisfero, ma, soprattuto, cambiano i nomi dei territori, non più un singolo nome per ogni territorio, come nella versione della "Editrice Giochi Milano", ma più nomi della regione interessata, con un effetto, a mio avviso, più da mappa di guerra, molto più realistico.
Non essendo io un mega esperto di Risiko, che ormai trovo abbastanza noioso, non mi metterò a fare le pulci ai due regolamenti, che si differenziano per vari aspetti, fin l'uso delle carte, chi vorrà potrà notare le differenze. Comunque il regolamente del 1968, a parte l'assenza degli obiettivi, che ne riduce la varietà strategica, pare molto più professionale. Nell'edizione di fini anni 70 devono aver semplificato un po' le regole, per renderlo più scorrevole, evidentemente i bambini di fine anni 70 erano considerati meno svegli di quelli di fine anni 60  T_T
C'è però un'altra possibilità: all'inizio del regolamento della versione Giochiclub, si chiede al novello giocatore di inviare una lettera alla casa editrice per avvertirli di eventuali varianti di gioco, non escludo che, anche su suggerimento dei giocatori, siano state inserite alcune regole (tipo gli "Obiettivi"), e tolte altre (facilitando, per esempio, la gestione delle carte).
Riparto dall edizione del 1968 della "Giochiclub".

sabato 7 maggio 2016

Go Nagai Robot Collection 94 Kigul E7



Ecco il terribile, tremebondo, potentissimo, erculeo, indistruttibile, esiziale Kigul E7!
Come?
Chi cacchio è Kigul E7?!
Ok, io non sono un fan della serie, ma che altri non lo conoscano mi lascia basito... forse, ma dico forse, il suo essere poco famoso potrebbe essere causato dal fatto che dal momento in cui entra in contatto con Mazinga Z, minuto 6 e 56 secondi, resta in scena solo fino al minuto 7 e 36 secondi... ben 40 secondoni!
Perdincibacco!
Magari eravate andati in bagno a fare pipì  :]
E poi c'è che dice che i mostri del Dottor Inferno facevano cacare... no no, erano veramente forti... ancora non mi spiego il fatto che arrivi Tetsuya Tsurugi a salvare Koji/Rio/Alcor da i mostri guerrieri di Mikenes...
E continuo a non spiegarmi quale sia il criterio di scelta dei mecha nemici da pubblicare, random?
Perchè mandare in edicola un mostro meccanico la cui funzione è una mera azione diversiva?
E' già ovvio che i robot nemici siano destinati a durare massimo due puntate, in rari casi, ma almeno che siano dei nemici che abbiano dato filo da torcere al robottone di turno, un combattimento di 40 secondi mi sembra veramente poca cosa...
Per il resto Kigul E7 compare al primo minuto e 25 secondi, per fare dei buchi nel fondo marino e depositarvi delle mine. Fine. Non ho cronometrato il tempo totale, ma penso che ammonti a poco più di un minuto, forse un minuto e mezzo.
13 euro diviso 90 secondi fa 0,14 centsimi al secondo  :]
Il modellino non è neppure fatto male, il problema è che il soggetto è imbarazzante...


Questa è la sequenza dell'incontro di Sfigul E7 e Mazinga Zetto, fino a quando il mostro meccanico stramazza al terreno...
"Ti spiezzo in due!"


 SCRONC!

mercoledì 4 maggio 2016

Catalogo mostra "Star Wars - Dal fumetto al cinema... e ritorno"



TITOLO: Star Wars - Dal fumetto al cinema... e ritorno
AUTORE: vari
CASA EDITRICE: Wow Spazio Fumetto
PAGINE: 79
COSTO: 10 €
ANNO: 2016
FORMATO: 24 cm X 17 cm
REPERIBILITA': Presso il negozio museo Wow di Milano
CODICE ISBN: 

Alla mostra su "Guerre Stellari" al museo del fumetto Wow di Milano, visitabile fino al 5 di giugno, si può reperire questo libricino, che, a mio avviso, più che un catalogo, è una breve introduzione all'universo creato da George Lucas. Dato che al museo Wow lo hanno specificatamente inserito come catalogo della mostra, io mi sono attenuto a ciò, benchè al suo interno non è mostrato il materiale esposto, se non in misura assai limitata, più che altro viene riproposto il percorso tematico dell'esposizione.
Questo libricino/catalogo è diviso in sette parti, purtroppo molto brevi, ma sempre interessanti. Non mi ritengo un mega esperto di "Guerre Stellari", ed infatti ho letto molte notizie e curiosità che non conoscevo.
L'unica sua pecca è il prezzo, forse un po' esagerato, 10 euro per 79 pagine, tra cui moltissime immagini, mi pare eccessivo.
I sette capitolini affrontano vari argomenti, sia più vintage, direi di quando si usava il titolo "Guerre Stellari" (e li ho graditi maggiormente), che dell'era "Star Wars".
In "Le guerre stellari prima di Guerre Stellari" Alberto Brambilla ripercorre le influenze fumettistiche subite da George Lucas, che ha poi riversato nei suoi film. Non mi vergongo di ammettere che ho scoperto un sacco di cose che non conoscevo.
Marco De Rosa in "Fumetti stellari" riporta una panoramica dei comics di "Guerre Steallari" e "Star Wars", molto interessante la parte delle prime pubblicazioni italiche.
Giorgio Bondi in "Un universo che cresce" mostra tutto il resto del mondo ludico/romanzato.
Più recente il soggetto del quarto contributo, a firma di Antonio David Alberto, "La forza dei cartoni", sull'animazione.
Bellissimo il capitolino sui giocattoli, a cura di Enrico Ercole/Marco De Rosa/Francesco Frangioja, che in "Non chiamateli pupazzetti!", farà sbavare un sacco di fans  :]
Non poteva mancare uno sguardo a chi diventa realmente un personaggio di "Star Wars", lo fanno Alberto Fontanini ed Enrico Ercole in "Essere Star Wars!", dedicato ai membri della 501st Legion e della Rebel Legion.
Parrebbe che io abbia dimenticato il quinto contributo, l'ho, invece, lasciato per ultimo, perchè mi ha fin commosso  T_T
Finalmente non sono l'unico ad ostinarsi ad usare il vecchio nome, ad usare "Guerre Stellari", lo fa anche Filippo Manzella, spiegandone i motivi in "Stra Wars... non esiste?".




Per quella che è la mia esperienza con il museo Wow, questo libricino resterà in vendita anche dopo la fine della mostra, nel caso che qualcuno lo volesse recuperare ;)

martedì 3 maggio 2016

Album di figurine, la guida alle raccolte di figurine pubblicate in Italia - Volume Quarto Le figurine autoadesive - Altri editori (A-L)



TITOLO: Album di figurine, la guida alle raccolte di figurine pubblicate in Italia - Volume Quarto Le figurine autoadesive - Altri editori (A-L)
AUTORE: Marco Maria Valtolina
CASA EDITRICE: Mencaroni Editore
PAGINE: 232
COSTO: 35€
ANNO: 2015
FORMATO: 22 cm X 22 cm
REPERIBILITA': reperibile sul web o alle fiere del fumetto
CODICE ISBN: 9788899397005

Di questa esaustiva collana della casa editrice Mencaroni Editore questo è il secondo volume che recensisco, il primo è sugli album Panini dal 1961 al 1980, è mia intenione reperire anche i successivi di questi primi due, che ne completano l'arco temporale/alfabetico, appena saranno pubblicati.
Questo primo volume sulle case editrici non Panini procede per ordine alfabetico della casa editrice, e copre un arco temporale che arriva fino al 1995. Le schede sono più che esaurienti dal punto di vista informativo, inoltre cercano lodevolmente di mettere in guardia il collezionista, o il semplice amatore, dall'essitenza sul mercato di copie anastiche. Ed è proprio la presenza sul mercato di questi furbetti delle figurine il motivo che mi fa spesso propendere per un album chiaramente "vissuto", e magari meno di valore perchè con qualche danno, rispetto a delle copie intonse, che oltre ad avere prezzi folli, presuppongono la conoscenza approfondita della materia, per evitare di farsi fregare...
Come per il precedente volume c'è la valutazione sulla rarità dell'album, e, di nuovo, pur non essendo per nulla un esperto in materia, mi son ritrovato a non condividere molto alcune stime. Ovviamente mi baso solo sulla mia frequentazione di fiere di fumetti ed affini, e dei prezzi che i venditori sparano: più alto è il prezzo, più immagino che l'album sia raro.
L'interesse personale per questo quarto volume riguardano sia gli album sugli anime (Goldrake, i Mazinga, Candy Candy), ma anche quelli sulla Marvel della Editoriale Corno, ma sfogliandolo ho ritrovato molti album che avevo completamente rimosso, visti a casa di amici o in classe, e che spesso attirarono la mia fanciullesca attenzione.



Come, due sole stelline...  T_T
E' uno dei pochi album non Panini che posseggo  T_T  sob...
"Le figurine di Tarzan delle scimmie" - Editrice Cenisio Milano 1973