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martedì 31 agosto 2021

"Gekisou! Rubenkaiser TV Ehon" ("Formula 1"?) - 1977 (libro illustrato tv)


Ringrazio di nuovo Andrea e Valentina per il materiale  ^_^

Questo "TV Ehon" è sulle corse automobilistiche, venne prodotto nel 1977, ma non lo vidi mai sulle emittenti private della zona di Milano tra il 1978 e i primi anni 80. Sul nostro territorio, in via teorica, dovrebbe essere arrivato con il titolo "Formula 1", peccato non si sappia bene in che periodo (1982? 1990?), in quale regione/città fosse visibile, non c'è traccia né di uno straccio di puntata e neppure della sigla italiana...
Per quanto riguarda la trasmissione italiana l'anime non è riportato su "Il dizionario dei cartoni animati", che, invece, dava conto di un altro anime poco notato come "Flying Dragon, il drago volante".
Il titolo italiano "Formula 1" è presente su "Anime, guida al cinema d’animazione contemporaneo" dei Kappa Boys, benché venga considerato di 26 episodi, quando sul web c'è accordo sul fatto che ne vennero prodotti solo 17, gli autori lo liquidano in tre righe .
La presenza di "Gekisou! Rubenkaiser"/"Formula 1" sul libro dei Kappa Boys, pubblicato nel 1991, avvalora sia la tesi web della trasmissione nel 1982 che nel 1990.
Sullo speciale di "if" "Orfani e Robot" del dicembre 1983 è riportato il titolo in giapponese, ma non ci sono riferimenti su una trasmissione in Italia, come per tutte le altre serie che vedemmo.
Io ho fatto una ricerca random sui miei "TV Sorrisi" del 1982, che sono di varie edizioni territoriali, ma non ne ho trovato traccia, come non mi è saltato all'occhio sugli archivi storici on line di un paio di quotidiani, sia per l'annata 1982 che per il 1990. 
C'è da considerare che la ricerca per parole, con un titolo comunissimo come "Formula 1", ha dato una quantità alta di risultati, fosse stato titolato in italiano "Rubenkaiser conquista la Formula 1", sarebbe stato facile...
Fu mai trasmesso in Italia "Gekisou! Rubenkaiser"?
Il fatto che sul web non si trovi (io non l'ho trovato) neppure uno spezzone di pochi secondi della sigla, manco un audio, ma solo ricordi di utenti o sperdute pagine web che lo citano col titolo "Formula 1", oltre ai Kappa Boys su carta, mi fa sorgere il dubbio che non sia mai arrivato da noi. 
Di certo non arrivò nel 1982, forse nel 1990, come "Flying Dragon, il drago volante", magari li importarono assieme a costi bassissimi.
Sul web si trovano anche i titoli in italiano di "Formula 1", che, una volta tradotti, non si discostano molto da quelli giapponesi, ma ciò non implica nulla, anzi, se fossero stati completamente differenti avremo avuto qualche indizio che la serie fu trasmessa nel 1982, dato che era la pratica corrente del periodo. Il fatto che il titolo in italiano sia una quasi corretta traduzione di quello nipponico potrebbe essere sia la prova che venne trasmesso nel 1992, che sia un fake news  ^_^
Ma c'è un però... leggi più sotto.



        

Le sigle di apertura e chiusura cantate da Isao Sasaki con in coda le anticipazione del successivo episodio, dove si possono vedere pochi secondi dell'anime, chiaramente in giapponese.
Dalla pagina di Wikipedia jappo ho tradotto tramite Google il seguente testo:

mercoledì 25 agosto 2021

L'immagine al plurale - Serialità e ripetizione nel cinema e nella televisione



TITOLO: L'immagine al plurale - Serialità e ripetizione nel cinema e nella televisione
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Marsilio Editore
PAGINE: 184
COSTO: 5 
ANNO: 1984
FORMATO: 21 cm x 16 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 


Il seguente saggio sulla serialità nel cinema e in televisione contiene dieci contributi, uno è specifico su Goldrake, quindi rientra perfettamente nella mia ricerca della pre-saggistica sull'animazione giapponese in Italia.
Come per l'Emeroteca Anime, che originariamente non avrei mai pensato avrebbe superato i 1100 scritti, neppure per questa particolare ricerca sulla saggistica non avrei mai immaginato di trovare così tanti libri che cercarono, più o meno approfonditamente, di spiegare il successo dei cartoni animati giapponesi.
Con questo libro sono arrivato a 29 titoli, ma ne ancora da recensire:
"Dizionario dei film - Tutto il cinema di tutti i Paesi" (1980)
Capire la TV (1981) 
Il ragazzo e il libro: corso di aggiornamento (1981)
L'alluvione cine-televisiva, una sfida alla famiglia alla scuola alla chiesa (1981)
Età evolutiva e televisione - Livelli di analisi e dimensioni della fruizione (1982)
TV e cinema: Quale educazione? (1982)
Fare i disegni animati - Manuale didattico di cinema d'animazione (1982)
Vita col fumetto (1983)
La camera dei bambini – Cinema, mass media, fumetti, educazione (1983)
Guida al cinema di animazione - Fantasie e tecniche da Walt Disney all'elettronica (1983)
Il consumo dell'audiovisivo (1984)
Il bambino e la televisione, a cinque anni solo con Goldrake (1985)
Il libro nella pancia del video - Il bambino lettore nell'era dell'informatica (1986)
Ombre Rosa - Le bambine tra libri, fumetti e altri media (1987)
Testimone a Coblenza (1987)

L'autore di questo contributo, "Un'estetica industriale (a proposito di Goldrake)", è il francese Jacques Aumont, e nel 1984 aveva poco più di 40 anni, quindi non un "vecchio". C'è da precisare che questo scritto, se non ho capito male una piccola prefazione, nasce da un convegno del 1983, un solo anno o pochi mesi prima della pubblicazione del saggio.
Lo scritto, che ho riportato interamente, inizia a pagina 103, e comincia a trattare di Goldrake da pagina 107, sinceramente dalla pagina 103 alla 107 non ci ho capito nulla...  T_T
Su Goldrake ci vengono date subito due informazioni;
la serie è stata prodotta negli ultimi 5 anni = gravemente errato...
il nome originale di Goldrake è Grendizer = giusto.

Va da sé che come non ho capito le prime 5 pagine, non è che le altre mi siano state chiarissime...



Aumont si focalizzo sui cinque punti sopra riportati, che, di nuovo, non mi sono del tutto chiari, ergo è un po' difficile per me valutare lo scritto, se non per le parti che ho capito o che contengono errori.
Un fattore che non rende sempre attenibili queste analisi (non solo questa) è che l'autore non vide tutta la serie, ma solo qualche puntata. Purtroppo anche Aumont dichiara di aver visto solo una "ventina" di episodi, ma cosa vuol "ventina"? 21 episodi o 29 episodi?
L'autore sapeva che la serie era composta da 74 puntate?
Quindi nel caso ne avesse viste 29 non si sarebbe neppure avvicinato alla metà, se si fosse fermato a 21 episodi non sarebbe arrivato ad un terzo.
E questa "ventina" di puntate erano quelle iniziali?
Finali?
Vide una "ventina" di episodi consecutivi?
Un semplice telespettatore può guardare una "ventina" di puntate e decretare che quello spettacolo non gli garba, ma si può pubblicare una analisi su una serie vedendone meno di un terzo?
Infatti a pagina 108 ci spiega che ogni episodio ha uno "svolgimento autonomo", che io interpreto come "autoconclusivo", il che sarebbe un grave errore, ma se lui ha visto solo una "ventina" di puntate, magari dava questa impressione.
Un aspetto che non è mai chiaro è se l'autore si riferisca alla trasmissione francese o italiana di Goldrake, io immagino sia quella della sua nazione, ma non è mai esplicitato... oppure io non l'ho capito   >_<

martedì 24 agosto 2021

"Uno di voi si cela dietro la maschera di... Zorro: Due spade per un vero duello che deciderà l'identità di Zorro" - Clementoni (1975)


Sebbene l'uscita del gioco in scatola della Clementoni su Zorro fu precedente alla messa in onda del telefilm di Zorro con la prima sigla italiana, il gioco nel 1975 e il telefilm nel 1977, per me fu il telefilm a motivare la richiesta del gioco di società.
Come racconto spesso, prima dell'avvento dell'animazione giapponese televisiva per noi bambini e ragazzi (ancor di meno per bambine e ragazze) non c'era molta scelta su cosa guardare in tv, e Zorro fu uno dei primi successi che sviluppò un certo merchandising.
Nell'arco di un paio di anni, era pre-Goldrakkiana, vedemmo Sandokani MuppetsFuria, Ufo Shado e appunto Zorro, per tutti questi ci fu un certo livello di messa in commercio di prodotti ancillari (termine per fare i fighi). Sandokan fu quello che ebbe più merchandising tra i quattro, in realtà ci sarebbe anche "Rin Tin Tin", ma lo considero un po' meno famoso e con pochi articoli a lui collegati.


          


Dato che nel 1975 ero troppo piccolo per avventurarmi in un gioco di società, lo chiesi a chi di dovere nel 1977, benché questa non fosse una prima visione assoluta, chiaramente lo era per me  ^_^
Il telefilm era in bianco e nero, ma in una Italia che possedeva nella sua quasi totalità solo tv in bianco e nero, ciò non costituiva un problema. Il successo del telefilm di Zorro (Sandokan, Muppets, Furia, Ufo Shado), con annesso acquisto di gadget, anticipò di poco l'invasione del merchandising derivati dai cartoni animati giapponesi, solo che Zorro era statunitense, per di più della Disney, ergo nessuno si sognò mai di gridare allo scandalo perché si trasformavano i piccoli telespettatori in petulanti richiedenti di prodotti legati al telefilm.



Non rammento bene se il gioco di società mi piacesse, siamo agli albori dei ricordi ludico e televisivi, ma non venne mai sfruttato molto, questo implica che almeno non garbava molto ai miei amici.
Forse, ma non ne sono certo, grazie ad un avviso presente nelle regole, mi è sorto il dubbio che mia madre non fosse molto lieta che ci si giocasse.
Infatti la presenza di due spade e il regolamento implicano che ci si dovesse sfidare a duello, e per quanto la punta delle spade fosse arrotondata, anzi, arrotondatissima, il rischio che ce le fiaccassimo in un occhio non era improbabile. 
I duelli li prendevamo molto sul serio, e qui c'era in ballo il poter essere riconosciuti ufficialmente come Zorro, che non è paragonabile ad Actarus o Hiroshi Shiba, ma in quel contesto valeva comunque il rischio di divenire guerci...
A termine del regolamento si può leggere una nota:
"Qualora, per differenza di età fra i due duellanti (o perché la mamma non vuole), non si volesse fare il duello con le spade, la sfida può avvenire con la roulette"

La Clementoni, saggiamente (anche dal punto di vista legale), prescrisse la possibilità di non spargere bulbi oculari per casa, dando per regolamento ad una figura di comando il diritto di vietarli.
Sorge il dubbio su quante madri avessero il tempo di leggere il regolamento di un gioco in scatola, ma potrebbe ben essere che mia madre, senza averlo letto, mi vietò giustamente l'uso delle spade, riducendo di molto l'attrattiva del gioco in scatola, che finì a prendere polvere per anni finché non si dissolse.

sabato 21 agosto 2021

Per i post dal 18 agosto (2021) è scomparsa la possibilità di scorrere le immagini in sequenza


Si vede che ai gestori di Blogspot il mese di agosto porta male...
Lo scorso agosto era stato implementato il nuovo disastroso aggiornamento del blog:


I problemi di cui sopra sono restati tali, e se non fosse stato per il lettore IDEEIS (anch'esso blogger) non ne sarei mai uscito vivo...
E' passato un anno e mi sono reso conto che Blogspot ha introdotto per i nuovi post una simpatica novità, cioè non è più prevista la possibili dello scorrimento in sequenza delle immagini una volta cliccato su una di esse.
Come si può vedere sopra e sotto per il post su Lupin del 16 agosto una volta cliccato su una immagine potevi scorrerle tutte, senza dover ritornare al post per poi rientrare a vedere una immagine.
Per un blog come il mio, che inserisce una tonnara di immagini, era una funzione semplice ed indispensabile, ma penso lo fosse anche per i blogger che sono più parchi. Questa, comunque, era una funzionalità che mi pare fosse stata sempre presente, pur con modifiche nel tempo.

Il 18 agosto ho inserito il post sulla 29esima puntata di Megaloman, e al momento della pubblicazione funzionava tutto come al solito, dato che controllo sempre le immagini tramite l'opzione dello scorrimento.

Quando ho inserito un nuovo post il 19 agosto mi sono prima reso conto che lo scorrimento delle immagini di questo post non esisteva più, e controllando gli altri, che da quello del 18 agosto (Megaloman) era scomparsa questa funzione...
In quello del 18 agosto (Megaloman) si vede solo l'immagine a grandezza standard, mentre in quello del 19 agosto il cursore presenta un "+" per ingrandire o un "-" per riportare l'immagine alla grandezza precedente.
La situazione è la medesima per il post che ho inserito il 20 agosto.
Comunque questa opzione di ingrandire l'immagine è abbastanza random...
Controllando sullo smartphone il blog mi sono anche accorto che per i posto fino a Lupin si vede la prima immagine, dal post del 18 agosto su Megaloman e successivi non si vede più la prima immagine...

Controllando il codice HTLM ho notato che è stato modificato l'URL dove vengono caricate le immagini.
Quando c'era lo scorrimento automatico delle immagini erano caricate su "1.bp.blogspot.com", nei tre successivi post sono caricate su "blogger.googleusercontent.com/img/a".
Ho provato a dare una occhiata su altri blog di Blogspot, e direi che la situazione che ho riscontrato è la medesima.
In passato avrei segnalato il problema a Blogspot, che prima dell'aggiornamento dell'anno scorso ha sempre risposto, ma devono aver eliminato l'assistenza ai blogger, quindi evito di segnalare il problema a chi lo ha creato.
Ho provato a cambiare tre browser, utilizzo normalmente Chrome per il blog, ma non è servito. 
Ho chiesto ad un amico di verificare se il problema si presentasse anche sul suo pc fisso, magari essere un malfunzionamento del mio computer, anche sul suo si presenta la medesima situazione..
Quindi chiedo ad altri blogger se, per caso, ci sia una qualche configurazione che permetta di ripristinare lo scorrimento in sequenza delle immagini  ^_^

Nel post del 16 agosto su Lupin c'è l'opzione di scorrimento delle immagini, che è rimasto anche per tutti (spero e per ora) i post antecedenti.

Edit del 24 agosto:
Magicamente, dal post sul gioco in scatola di Zorro della Clementoni, è di nuovo possibile scorrere le immagini in sequenza, infatti ora le immagini sono caricate di nuovo su "1.bp.blogspot.com".
Vediamo se sarà definitivo...

venerdì 20 agosto 2021

"Arrivano dal Giappone gli UFO a disegni animati" - Libertà 30 marzo 1978: ovvero la bufala degli anime fatti al computer prima di Paolo Cucco!




Mi ha sempre incuriosito quale fosse la fonte originaria di una delle bufale più assurde e durature sui cartoni animati giapponesi quando esordirono in massa sulle emittenti italiane dal 1978, cioè che erano fatti al computer!!!
Quando una notizia grandemente falsa come questa inizia a circolare ci sarà pure chi l'avrà messa in giro per la prima volta, tipo il "paziente 1" in una pandemia, tanto per restare all'attualità. 
Da tempo sono quindi alla ricerca della "bufala 1" o "fonte originaria", da cui nacquero fiumi di parole senza senso, che immaginavano che per dei cartoni animati seriali, quindi televisivi, degli anni 60/70 i diabolici giapponesi utilizzassero un fantascientifico computer!
Un computer, e quindi un software, che sarebbero stati inimmaginabilmente costosi, e che non erano a disposizione neppure della Nasa.
Incredibilmente (o forse neppure troppo) nessuno dei giornalisti che propagarono questa assurdità si premurò di controllarne la veridicità, tranne qualche sparutissima eccezione la smentì subito. Il comico fu che questi pochi giornalisti che non caddero nella fake news vennero bellamente ignorati dalla masse dei colleghi. Alcuni di questi giornalisti ed esperti che veicolarono l'assioma "cartoni animati giapponesi fatti al computer" erano anche persone che, per il proprio lavoro, avrebbero dovuto sapere che non era vero.
Un'altra curiosità su questa baggianata è che inizialmente venne considerato un fatto meritorio, la prova delle capacità dei disegnatori giapponesi, ma quando iniziò a spirare il vento della santa inquisizione divenne subito motivo di stigma sociale/artistico.
Premesso tutto ciò, fino a qualche mese fa ero convinto, esclusivamente per un motivo cronologico, che il primo a diffondere la fake news sui cartoni animati fatti al computer fosse stato Paolo Cucco in questo numero di "TV Sorrisi e Canzoni":

Paolo Cucco era il primo che aveva tirato fuori questa notizia, quindi doveva essere stato lui, ma l'aveva semplicemente inventata di sana pianta o l'aveva presa da altri scritti?
Avevo quindi ipotizzato che l'avesse desunta da un saggio sull'animazione, che citava nell'articolo su "TV Sorrisi":

Quando ho trovato questo articolo su "Libertà" del 30 marzo 1978, quindi tre giorni prima dell'uscita del n° 14 di "TV Sorrisi e Canzoni", mi sono sorti dei dubbi.

giovedì 19 agosto 2021

Disegni ed immagini di Capitan Harlock nella rivista "La Società" (mensile del PCI bolognese) del maggio/giugno 1979


Scandagliando più o meno a caso l'infinita distesa di quotidiani, settimanali, mensili etc. etc. etc. alla ricerca di articoli sull'animazione seriale giapponese, talvolta incappo in stranezze o curiosità.
Una di queste curiosità è presente nel numero 24 (maggio-giugno 1979) della rivista "La Società: politica, cultura, economia - mensile della federazione bolognese del PCI", dove, nell'inserto "Il comparto delle macchine automatiche", vennero inseriti i disegni tratti dal "Manuale Spaziale Tecnico Attivo di Capitan Harlock" pubblicato sempre nel 1979.
Nell'ultimo aggiornamento dell'Emeroteca Anime del 10 giugno sono stato nel dubbio fino all'ultimo se inserire o meno anche questo articolo, poi ho evitato in quanto neanche una riga tratta di cartoni animati giapponesi. E' vero che in altri casi ho inserito le copertine di riviste anche se non c'erano articoli al loro interno, ma erano in copertina, in questo caso le immagini di Capitan Harlock sono all'interno.
Certo è che questa citazione del pirata spaziale, in una rivista super seria di analisi politica ed economica sul mondo del lavoro ad opera di un partito politico, è l'ennesima dimostrazione di quale livello di clamore mediatico investì i cartoni animati giapponesi.
Non fu solo l'immaginario di noi bambini ad essere modificato per sempre, ma anche gli adulti, pure quelli acculturati, se dovevano scegliere delle immagini che illustrassero l'automazione, il futuro tecnologico che ci attendeva o i computer, pensavano subito ai cartoni animati giapponesi di carattere fantascientifico o robotico.





Come seconda scan del post inserisco l'indice della rivista, per far comprendere quanto impegnata fosse la rivista. In molti casi queste analisi non servirono al PCI o al sindacato per prendere le giuste decisioni quando sarebbero servite, però fa impressione, paragonato ad oggi, il livello di attenzione su certe tematiche.
Da notare che sono riportate anche le analisi del "Consiglio di fabbrica" di alcune aziende, a dimostrazione che anche a livello base (gli operai) esisteva un impegno ed una conoscenza dei processi che oggi sono pressoché scomparsi.

Qual è l'immagine che per la redazione de "La Società" ben identificava il mondo tecnologico del comparto della macchine automatiche (quindi anche robotica, o pre-robotica)?
Ma ovviamente l'Arcadia!!!   ^_^

Preciso che ho inserito anche la prima pagina dello scritto dove sono presenti immagini di Capitan Harlock, tanto per contestualizzare la tematica.
Controllando il numero di pagina sul fianco, ci si potrà un po' orientare.

mercoledì 18 agosto 2021

Megaloman (1979) - puntata 29





Stiamo arrivando all'epilogo, le armi rimaste a Capitan Delitto si assottigliano, tutti i suoi (e di Bairok) diabolici stratagemmi si sono rivelati fallimentari, ne resta uno... un classico dell'animazione robotica del periodo, anche se di norma il soggetto era un personaggio occasionale.
Mi sorge il dubbio che alla fine della serie il budget si stesse assottigliando, perché nel momento in cui è necessario fare delle ricerche per trovare i nostri eroi, il cui segnale non perviene più a Mari, viene inviato solo Takamine... nonostante lui potrebbe inviare truppe a terra, ed in una certa fase della serie abbiamo visto il personale di questa task force multiforze sul campo. Magari non si vedevamo molte comparse, ma qualche militare, alcuni ufficiali, tecnici e scienziati. Stavolta zero, forse erano in ferie.
Non manca la scena in cui l'incolumità del giovanissimo Ippei viene messa a repentaglio, scena in cui un qualunque genitore di una qualunque nazione o cultura richiamerebbe il figlio per non fare la cosa che stava facendo.
Non mancano un paio di scene grossolanamente ingenue, che sfociano nel comico, viste da adulti, chiaramente  ^_^


Perché Takashi non dovrebbe colpire il mostro?
L'episodio inizia nel punto in cui era terminato il precedente, la voce narrante ci spiega che...



... Takashi e soci hanno ripreso a cercare la base di Capitan Delitto, mentre questi sta rimproverando Bairok in cui lo scienziato a sacrificato la vita del figlio.
Entrambi delle vere merde umane...
Bairok fa notare che se ha fallito il figlio, che era il loro guerriero più potente, nessun altro riuscirà a battere Megaloman, ma a Delitto sorge l'idea di un avversario più forte del figlio di Bairok. Riguarda il più forte del gruppo, escluso Takashi, che è Hyosuke!
Nel nostro doppiaggio Hyosuke venne battezzato "Etsuke", come Ran venne cambiato in "Uan", in queste recensioni ho usato i nomi originali giapponese, ma giuro di non essere un purista!!!   ^_^

Piccola nota per le orecchie di Capitan Delitto, che sono tanto posticce quanto imbarazzanti, un leggero sforzo da parte degli addetti al trucco sarebbe stato utile.
Intanto i nostri eroi sono giunti alla cava dove sospettano esserci la base degli alieni. La cava è una location ottimale e molto sfruttata in questa serie, può fare esplodere qualsiasi cosa dove vuoi, tanto è una cava.

lunedì 16 agosto 2021

Lupin di Netflix (2021)- Lupin III il castello di Cagliostro (1979) - Lupin III (anime 1971)- Arsenio Lupin (serie tv 1971)


Quando ho visto la serie Netflix su Lupin mi sono reso conto di quanto, per uno che è cresciuto con il Lupin III animato dai giapponesi, sia difficile abituarsi ad un Lupin differente, benché vidi per primo il telefilm (sceneggiato) francese di "Arsenio Lupin".
Di quest'ultimo ho un ricordo parecchio annebbiato, non mi pare mi piacesse molto, direi che ne vidi qualche puntata sulla "Svizzera Italiana", ma perché lo seguiva mia nonna.
Per quanto riguarda il Lupin Netflix non che non lo abbia gradito (molto bello), ma ogni volta che vedevo la scritta arancione "LUPIN" su sfondo nero immediatamente avevo la sensazione mancasse qualcosa, cioè il "III".
Quando i giornalisti ed esperti affermavano che i cartoni animati giapponesi ci condizionassero avevano una certa ragione, ma non per quello che temevano loro, la violenza, ma per l'imprinting definitivo sul nostro immaginario.
Questo post nasce da un paio di curiosità che ho notato vedendo il Lupin moderno e da qualche considerazione generale sul potere dell'animazione seriale nipponica, potere dato dalla capacità di creare storie innovative che generano interesse nel telespettatore, piccolo o grande che sia. 
Chiaramente non pretendo che le mie elucubrazioni siano le prime del genere  :]

Intanto è giusto riconoscere che le serie animate giapponesi degli anni 70 hanno dato una seconda, anche terza e quarta vita a tutta una serie di romanzi europei che altrimenti sarebbero caduti in grande misura nell'oblio. 
Basti pensare ad Heidi, Anna dai capelli Rossi e a tutti gli anime del genere "World Masterpiece Theater", infine anche al personaggio creato da Georges Descrières.

Nel 2021 i francesi fanno riemergere dal dimenticatoio il loro personaggio, che nei decenni passati è rimasto vivo grazie alle serie e ai film animati giapponesi, e pensano bene di citare gli autori nipponici, direi nello specifico Hayao Miyazaki, inserendo proprio la Fiat 500 gialla.


Premetto che sul Lupin di Netflix non effettuerò spoiler, se non quello dell'immagine sopra, dove possiamo vedere la mitica 500 gialla!
Mi pare ovvio che nel 2021 in Francia la Fiat 500 non possa essere considerata un mezzo comune di trasporto, ciò implica che gli autori della serie abbiano voluto omaggiare Lupin III di matrice nipponica.
Mi sono quindi andato a cercare, tanto per curiosità, quando la Fiat 500 fa la sua prima apparizione nella prima serie (in giacca verde, l'unica che merita di essere vista) e nei film.
Una volta tanto mi sono tornati utili gli art book e i pamphlet giapponesi che comprai un po' di impulso negli anni in varie fiere del fumetto.


La prima volta (sperando di aver controllato bene...) che compare una Fiat 500 è nella 16esima puntata della prima serie, quando Fujiko entra in scena all'inizio dell'episodio. La puntata è quella dal titolo "Rapina alla gioielleria". L'auto verrà usata anche per la fuga, che si interrompe a causa di un pneumatico forato, espediente usato in seguito di nuovo da Miyazaki nel film del 1979.

venerdì 13 agosto 2021

"Onda TV" dal 19 al 25 marzo 1978 - secondo numero della rivista (foto solo delle tv private + articolo su Antenna 3 Lombardia)


Dopo il primo numero di "Onda TV" posto il secondo numero, con l'idea di proseguire questa cronologia finché mi sarà possibile, purtroppo per il numero 2 ho solo foto prese in emeroteca, quindi il numero non è completo. Infatti non era umanamente possibile fotografare l'intero numero, avendo passato in rassegna intere annate, ma ho pensato fosse più logico concentrarmi sulle tv locali private, essendo i programmi Rai illustrati i medesimi su tutte le riviste di questo tipo. Inoltre, visto che la foto intera della pagina con le tv locali non permetteva di leggere i singoli programmi, quindi sarebbe stata inutile, mi sono limitato alle emittenti che trovo più interessanti. Tutto ciò comporta che questo numero 2 è in formato abbastanza ridotto, ma come si dice a Milano: 
"piuttosto che niente è meglio piuttosto"   ^_^

Concludo che le manchevolezze di questo post con avvisare il potenziale interessato/a che alcune foto risultano sfuocate, quel giorno in emeroteca ho fatto 1,32 giga di foto, con una luce non sempre ottimale. A mia ulteriore discolpa va considerato che non sarebbe stato possibile controllare con precisione tutti i palinsesti, quindi potrebbe essermi sfuggito qualche programma interessante.
Come sottolineo spesso capita di leggere nel palinsesto solo "Film", "Telefilm" o "Cartoni Animati", ma la colpa poteva essere delle emittenti, che non fornivano il titolo alla redazione. Per questo motivo, a titolo di esempio, alla fine dei programmi di "Milano TV", evidentemente frustasti da non poter inserire i titoli, la redazione scriveva la seguente frase:
"Ci scusiamo per l'incompletezza dell'informazione non determinata dalla nostra volontà"

Poi, finalmente, "Milano TV" per il venerdì comunica un titolo di un programma, i cartoni animati "Funny Manns", peccato che pare non fossero cartoni animati... ma gag comiche in bianco e nero, e poi c'era chi si sorprese del successo di Goldrake e soci...
Questa è la dimostrazione che in quel periodo le emittenti non sapevano bene neppure cosa mandassero in onda.

Un altro esempio lo si può vedere venerdì 24 marzo su "Teleradio Reporter", dove dalle ore 20,00 alle 21,20 c'era solo "cartoni animati", ma cosa?
Film d'animazione?
Una serie giapponese tipo "Kimba il leone bianco"?
Resterà un mistero  >_<
Di animazione giapponese si può trovare la sinossi corretta di "La grande avventura del piccolo principe Valiant" martedì 21 marzo 1978 su "Lombardia 1" trasmesso alle ore 16,00.



Gli "Onda TV", specialmente all'inizio della loro pubblicazione, contenevano di norma un articolo, ma era sempre inerente le tv locali private, quindi assai interessante.
Ho fotografato, spero in maniera che risulti leggibile, quello di questo numero, in cui Riccardo Vantellini racconta il fenomeno Lucio Flauto. Leggendo l'articolo mi sono ricordato che le barzellette che raccontava Flauto erano divertenti, anche se talvolta un po' osé  :]


mercoledì 11 agosto 2021

Apologia di Dragon Ball, le ragioni di un successo planetario



TITOLO: Apologia di Dragon Ball, le ragioni di un successo planetario
AUTORE: Chiara Aviani Barbacci
CASA EDITRICE: Streetlib
PAGINE: 341
COSTO: 18,99 
ANNO: 2020
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 9788892598423


Anagraficamente non potrei essere un fan della prima ora della serie di Dragon Ball, la mia è la generazione del first impact dei cartoni animati giapponesi, Goku e soci ebbero, però, il grande merito di ravvivare la fiamma della passione verso gli anime, che a fine anni 80 era di molto scemata.
Quale fu il mio primo incontro con Dragon Ball?
Stavo assolvendo agli obblighi di leva e nel pomeriggio del weekend, se non eravamo di servizio e non volevamo uscire in quanto la caserma era sperduta nel nulla, ci mettevamo davanti ad una delle prime mini tv a cristalli liquidi e in un piccolo gruppo ci guardavamo su "Junior TV" questo strano cartone animato di combattimento, che un po' ricordava, per il clima scherzoso, Hurricane Polimar.
Negli anni successivi mi è capitato di vedere un po' di puntate, qualcuna di seguito, molte altre no, anche qualche film che veniva trasmesso il pomeriggio su Rai 2, il che fa di me un fan della primissima ora, che conosce a grandi linee la storia, ma non nel particolare i personaggi e le varie saghe.
Il saggio mi ha permesso di fare una mega full immersion e scoprire un sacco di aspetti a me sconosciuti di "Dragon Ball" e "Dragon Ball Z", le due serie analizzate. Per esempio tra le tante cose che ignoravo c'era che la "Z" di "Dragon Ball Z" fosse nelle intenzioni originali di Toriyama un semplice "2", cioè la seconda serie di "Dragon Ball".
Il saggio si concentra principalmente su "Dragon Ball Z", la saga dei Sayan, la saga di Freezer, la saga degli umani artificiali, la saga di Majin Buu.
Chiaramente ho apprezzato di più le parti del saggio che analizzavano le cose che a grandi linee conoscevo, come i primi sette capitoli, da "Le Sfere del Drago" a "I Sayan". Ho apprezzato meno i tre capitoli dedicati a Trunks, un po' perché il personaggio non mi è mai piaciuto le poche volte che l'ho incrociato, un po' perché non sapevo che avesse tanta importanza nello svilupparsi della trama generale.
L'autrice fa largo uso delle similitudini con eventi storici, mitologici, religiosi e narrativi. Forse un po' troppi. Mentre ho apprezzato quelli con "Il Signore degli Anelli di Tolkien, mi sono parsi un po' fuori luogo quelli con il cristianesimo  e la variante cristologica occidentale. Non dubito che i singoli parallelismi descritti non siano presenti, ma se non erano nell'idea originale dell'autore mi paiono forzature. Un saggista eschimese o di qualche gruppo etnico dell'Amazzonia potrebbe vederci collegamenti con la propria cultura/religione, ma che Toriyama ignorava.
Un'altra similitudine che mi ha fatto storcere il naso è quella tra i Sayan e il popolo di Israele, non tanto perché sia errata, ma, benché questa sia espressamente una "apologia" di Dragon Ball, non si può metterla in rapporto con qualsiasi cosa  ^_^
Nonostante il tirare in ballo ogni tanto i personaggi di Tolkien mi abbia colpito, forse si è un po' esagerato anche su questo versante. Vegeta non può essere paragonato contemporaneamente a Boromir, Gollum, Denethor ed Eowyn, sono personaggi differenti tra di loro.
Probabilmente questi parallelismi si potrebbero fare per qualsiasi serie animata giapponese (specialmente se lunga) se si sia è in possesso della cultura necessaria, come dimostra di avere l'autrice.
Per esempio a me verrebbe, qui su due piedi mentre scrivo, la similitudine Marvel tra un Freezer/Galactus e un Vegeta/Silver Surfere (mi riferisco ai fumetti della "Editoriale Corno" che leggevo da bambino).
Con questa mia critica, però, non vorrei dare l'impressione sbagliata, il saggio mi è piaciuto, di più nella sue parti che in qualche modo conoscevo un minimo, va da sé che un appassionato di "Dragon Ball" lo apprezzerà in toto.

L'indice del saggio.

martedì 10 agosto 2021

Catalogo giocattoli Upim - Natale 1978


La mia ricerca di vecchi cataloghi di giocattoli ha un limite nel costo (tranne qualche eccezione), e per ovviare a questa regola autoimposta i mercatini dell'usato restano fondamentali.
Il catalogo Upim del Natale 1978 lo cercavo da parecchio, ma il suo prezzo era (per me) esorbitante, attualmente lo si trova su Ebay a 100€... ma a 10€ e in condizioni come nuove mi fa ringraziare la regola di cui sopra  ^_^
Essendo il Natale del 1978 la prima festività regalesca in cui si sarebbero potuti ricevere doni in tema "Atlas Ufo Robot" ero curioso di vedere cosa fosse disponibile nelle grandi catene di vendita, in questo caso l'Upim, e nelle 80 pagine del catalogo non c'è un solo giocattolo di Goldrake!

Si vede proprio che il successo dell'esordio TV di Goldrake (primi 25 episodi: 4 aprile/6 maggio 1978) non fu abbastanza per impostare per tempo un Natale su questo nuovissimo personaggio, solo con la seconda tranche di puntate (secondi 25 episodi: 12-12-1978/ 12-01-1979) gli esercenti si resero conto dell'immane richiesta di giocattoli, ma ormai era tardi per avere i magazzini pieni.


L'unica pagina in cui campeggia la sacra effige di Goldrake è quella dell'indice, una bella truffa per il bambino che iniziava a sfogliarlo per poi non trovarci neppure un suo giocattolo...
Le aziende fecero in tempo, invece, a valutare positivamente Heidi, presente con tre articoli, il proiettore "Mupi V35" , il Minicinex ed il gioco in scatola della Clementoni.

Dell'Upim ho già postato due cataloghi:


In questo catalogo non tutti gli articoli recano il prezzo, a differenza dei due linkati sopra, un peccato, ma comunque può dare l'idea di quanto costammo ai nostri genitori  ^_^



La cosa curiosa è che mancavano i giocattoli di Goldrake, ma a pagina n° 33 c'era la trottola di "Bambino Pinocchio", messo in onda in Giappone nel 1976 e trasmesso in Italia nel 1982.
Non è la prima volta che mi imbatto in giocattoli di "Bambino Pinocchio", avevo trovato alcuni articoli nel catalogo Catalogo ToyService Baravelli (1978/79?), si vede che c'era qualche azienda che li importava dal Giappone senza sapere che fossero di un anime.
Questo non è il primo caso di merchandising di una serie animata nipponica presente sul mercato italiano prima della sua messa in onda televisiva, in alcuni casi c'erano i giocattoli ma la serie non arrivò mai, tipo il Raideen.

lunedì 9 agosto 2021

Manga "Shingo Tamai - Arrivano i Superboys" n° 3 (Dynit)

Questo manga penso stia avendo un buon successo di vendite, la prima pubblicazione nelle fumetterie sono riuscito a comprarla solo per il primo numero, per il due ed il tre ho dovuto attendere che venisse rispedito. Forse per i prossimi numeri (ne restano tre) dovrei fare una recensione più tempestiva, visto che lo si trova anche nelle Feltrinelli.
Come nelle altre due recensioni eviterò il più possibile spoiler, visto che essendo il manga più breve rispetto all'anime la trama si dipana in maniera differente, alcuni fattori sono i medesimi, ma capitano con tempistiche e in contesti diversi.
In questo terzo numero fa la sua apparizione un solo nuovo personaggio, Kojiro Yamagata, soprannominato subito faccia da cavallo... il suo tiro speciale è indicato come tiro forkshoot, visto che prenderebbe spunto da una tecnica di lancio del baseball. Non ne ho trovato traccia sul web.
Questo numero è la saga dei tiri speciali, ne vedremo ben tre, oltre a quello di Yamagata ci sarà il tiro "avvitante" di Misugi e il tiro "sottomarino" di Tamai. Per quanto riguarda gli ultimi due, gli effetti sui portieri saranno parecchio più devastanti rispetto all'anime.
Ho notato che i personaggi denotano atteggiamenti abbastanza diversi se paragonati al cartone animato che vedemmo da bambini:
Tamai non prova quel profondo odio per Matsuki, anzi è orgoglioso del suo allenatore e lo rispetta profondamente, appena superati i dissidi iniziali;
Hikaru Aota è un personaggio molto più negativo;
Misugi pare più profondo e consapevole dei valori dello sport.

Una ulteriore curiosità è che la prima partita ufficiale dello Shinsei avviene durante il torneo prefetturale di Saitama, che si gioca in un solo giorno!
Si parte dai quarti ad eliminazione diretta, poi la semifinale, infine la finale. Quindi chi arriva in finale gioca 270 minuti in una giornata.
Il finale è totalmente a sorpresa, e ci mostra qualcosa che nell'anime non si vide mai, in nessuna puntata.


giovedì 5 agosto 2021

Arrivano i barbari, l'invasione occidentale del Giappone del XIX secolo



TITOLO: Arrivano i barbari, l'invasione occidentale del Giappone del XIX secolo
AUTORE: Pat Barr
CASA EDITRICE: Res Gestae
PAGINE: 283
COSTO: 20 €
ANNO: 2021
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788866973218


L'argomento del secondo sbarco degli occidentali in Giappone dopo il trattato di "amicizia" con gli Usa mi ha sempre interessato, il saggio della Barr pubblicato nel 1966 resta interessante, ma mi ha deluso sotto molti aspetti.
Intanto l'impostazione editoriale, che come si può vedere più sotto lascia un larghissimo spazio nella parte superiore della pagina, e anche in basso non scherza... 
La cosa comica è che con tutto quello spazio sprecato, non hanno inserito la bibliografia originale, nonostante che nella nota dell'autrice ella ne faccia esplicito riferimento.
Per quanto riguarda, invece, lo scritto della Barr si fa fatica a seguire temporalmente gli eventi, sono riportate poche date scritte poche volte. Sovente sono dovuto tornare indietro di molte pagine per cercare di capire quando la nuova cronaca nipponica narrata poteva essere accaduta, ed in alcuni casi non ne ho avuto neppure la certezza.
Forse l'autrice non voleva annoiare il lettore con troppe date, ma due note della casa editrice avrebbero potuto aiutare, ma le note non ci sono   ^_^
Non si fa fatica a leggerlo, ma si fatica a contestualizzarlo, nonostante i fatti esposti io li abbia letti in altri saggi, immagino il dubbio di un lettore a digiuno di questa tematica.
Inoltre, se non per la quarta ed ultima parte, si narra solo degli eventi che interessano i "barbari occidentali", senza illustrare cosa capitasse nella società giapponese dopo l'arrivo degli stranieri. Solo nell'ultima parte si dà conto dello scontro tra le truppe dello shogun e quelle dell'imperatore Meiji con annessi risvolti politici interni ed esteri. 
I racconti della vita in Giappone degli stranieri, nella quasi totalità a Yokohama (inizialmente piccolo villaggio di pescatori), spazia da fatti più importanti alla mera cronaca cittadina, comprese le problematiche amministrative degli occidentali.

mercoledì 4 agosto 2021

Getta Robot (Space Robot) Box DVD - Yamato Video



Quando ho postato il folle dipanarsi delle puntate di "Space Robot" e Getta Robot" su "Antenna Sicilia"
mi è sorto un impellente bisogno di colmare la lacuna di non aver mai visto le due serie, ai tempi vidi solo qualche puntata a caso. Quindi, con circa un anno e mezzo di ritardo dalla sua messa in commercio, ho acquistato entrambi i cofanetti in DVD. 
Ho terminato lo "Space Robot" e ne sono rimasto sorpreso, sia per il finale (non per la dipartita di Musashi che immagino tutti conoscano) che per vari aspetti della serie, alcuni positivi, un po' di più negativi, ma non così negativi da considerarlo un brutto anime (per i canoni del periodo).
Come disegno le prime puntate sono orrende, poi, per fortuna, migliora un po',
Man mano che proseguivo la visione mi sono appuntato alcuni particolari che mi avevano colpito, purtroppo non tutti, anche perché, altrimenti, questo post sarebbe stato infinito  ^_^
Dopo le immagini del mero cofanetto, ho inserito quelle di alcune scene dei seguenti argomenti:
tematiche para ed anti nazionalistiche del periodo pre-bellico e bellico;
personaggi/mezzi che non rammentavo o che non avevo mai visto;
curiosità;
assurdità;
ripetitività narrative;
megazaurus di non dinosauri

Ma in tema di assurdità ho scoperto una delle frasi più senza senso di tutti gli adattamenti/doppiaggi storici italici di tutte le serie che io abbia mai visto  :]


          

Nella puntata numero 12 il megazaurus (uso il termine italico) distrugge tutte le centrali elettriche di Tokio. Ryo, Musashi ed Ayato si ritrovano a commentare la nuova strategia dell'Impero dei Dinosauri, ma non è ben chiaro cosa avessero in mente gli adattatori o il doppiatore (Massimo Rossi) del terzo, a cui fecero proferire un concetto assolutamente avulso dalla trama della serie, avulso da quello che avevano detto Ryo e Musashi, infine avulso dal contesto cronologico in cui si sviluppavano gli eventi, cioè l'attualità degli anni 70 in Giappone...
Ayato:
"Molti anni fa, all'incirca verso il duemila, alcuni popoli della Terra hanno tentato la stessa impresa, ma l'operazione non è riuscita, si sono autodistrutti!"

Se gli anni 2000 sono indietro nel tempo "molti anni fa" vuol dire che la serie era ambientata del 2100?
E perché mai alcuni popoli della Terra (attenzione, non un popolo specifico, ma l'idea venne a più popoli) dovrebbero sabotare le proprie centrali per restare senza energia elettrica?
E perché si sarebbero estinti senza elettricità?

Magari non c'era il testo per doppiare Ayato e Massimo Rossi disse la prima cosa che gli venne in mente per tappare il buco, forse avrebbe dovuto riflettere di più   ^_^

La frase in origine, invece, era:
"Elettricità, tv, telefoni, telegrammi, computer, neon, comunicazioni, film, treni, ascensori. Le previsioni sono nere"

Di strafalcioni ne abbiamo sentiti tanti in quei vecchi doppiaggi, anche se nel totale restavano abbastanza coerenti con i dialoghi originali della serie, ma questa breve frase mi ha lasciato parecchio di stucco, oltre a farmi scompisciare  :]

Di seguito le immagini del cofanetto DVD Yamato, che alla fine ha fatto uscire tutti i robottoni classici che mancavano da sempre.
Si potrà vedere in sequenza: la copertina del cofanetto, i DVD ed infine il booklet, il tutto moltiplicato per tre.