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venerdì 26 aprile 2024

3 articoli su "Espressione Giovani '80" del luglio/agosto 1980


Ho ricercato questa testata per lungo tempo, purtroppo in una emeroteca da me frequentata sarebbe stata teoricamente consultabile, ma per problemi logistici, materialmente inaccessibile... 
Sui siti di vendita online non mi capitava mai di trovare anche un singolo numero, probabilmente perché in totale non ne vennero pubblicati moltissimi.
Io ero certo che avrei trovato qualche scritto che tirava in ballo i cartoni animati giapponesi, vista la tematiche della rivista, ma se non la puoi sfogliare, resta solo una mera convinzione personale.
Alla fine, quando l'autunno scorso (più o meno) sono riuscito a comprare (comprare!) online due miseri numeri del 1980, in uno dei due c'erano ben tre articoli.
Questa è l'ennesima dimostrazione che, nonostante qui sul blog si possa trovare un'indice con più di 1300 scritti, ancor di più ce ne sarebbero da riesumare, se si potesse accedere realmente al materiale delle emeroteche e/o se tante testate del periodo non fossero finite al macero...
Più o meno a breve inserirò un nuovo corposo aggiornamento di articoli, con numerose nuove testate, che mai e poi mai avrei pensato avessero potuto trattare l'argomento animazione giapponesi in Italia.
Oggi per noi è impensabile una tale varietà di riviste, ma negli anni 70 ed 80 le edicole traboccavano di testate, senza contare quelle che venivano spedite in abbonamento o quelle che erano indirizzate ad una platea di ristretti interessati ad un settore specifico.
Il panorama editoriale era veramente sterminato   ^_^

In questo numero i tre scritto sono l'editoriale di apertura, firmato dalla redazione, più due articoli di Federico Bianchessi Taccioli:
"Nonna, raccontami una storia!" - "Espressione Giovani '80" luglio/agosto 1980

"La fantasia è violenza?", di Federico Bianchessi Taccioli - "Espressione Giovani '80" luglio/agosto 1980

"I figli dello schermo", di Federico Bianchessi Taccioli - "Espressione Giovani '80" luglio/agosto 1980


Quando Federico Bianchessi Taccioli scrisse questi articoli aveva solo 24 anni, quindi, pur essendo ai nostri occhi di allora "un vecchio", era ben più giovani di tanti altri giornalisti o esperti che riempivano le pagine di quotidiani e riviste. 
Da ricordare che questo numero di luglio/agosto 1980 arriva dopo lo tsunami mediatico della primavera 1980, in cui molteplici fattori concomitanti trasformarono i cartoni animati giapponesi nel pericolo numero uno per i bambini e le bambine dello stivale. 
Quindi gli scritti vennero influenzati anche da questo clima a dir poco isterico anti "cartoni animati giapponesi".


Come si può vedere dal sommario la testata si occupava di spettacolo in generale, con un focus specifico sui giovani. La redazione era sita qui a Milano in via Rovigno (11/A), quindi vi si poteva leggere di iniziative facenti capo al comune di Milano o alla regione Lombardia.



"Nonna, raccontami una storia!" - "Espressione Giovani '80" luglio/agosto 1980

Come accennavo ad inizio post già l'editoriale fa riferimento all'indagine statistica "Bambini e TV" della Rai, che quindi mi pare il caso di linkare:


L'editoriale non accusa tanto gli anime, che vengono considerati al pari delle favole della nonna in quanto a violenza e contenuti, ma al diverso mezzo che le veicolava, la televisione.
Oggi è il web o lo smartphone l'accusato di creare disagi ai bambini/ragazzi, domani saranno le trasmissioni con visore VR   ^_^
La seconda pagina dell'editoriale pone alcuni interrogativi a cui si cercherà di rispondere.
La nostra condanna eterna sarebbe stata la mancanza di fantasia causata dall'elettrodomestico televisivo e dai programmi da esso trasmessi, qualunque essi fossero, se non culturali.
Non so, lo ripeto sempre, ma io ricordo che la fantasia non mi mancava, come non mancava ai compagni di giochi di scuola e cortile, solo che i nostri giochi e le nostre fantasie erano spesso diverse da quelle di chi scriveva sulla carta stampata, anche se erano 24enni.
Una delle soluzioni prospettate per non diventare ebeti davanti al televisore era quella di far fare teatro ai bambini. 
Forse in altre zone di Milano più ricche era la prassi, ma sia per quanto mi riguarda che per tutti i coetanei che frequentavo, nessuno ha mai realizzato spettacoli teatrali per giovani attori delle elementari o delle medie.


"La fantasia è violenza?", di Federico Bianchessi Taccioli - "Espressione Giovani '80" luglio/agosto 1980

Sinceramente non ho capito molto di questo scritto, ergo evito di sparare fantasie a caso  :]


"I figli dello schermo", di Federico Bianchessi Taccioli - "Espressione Giovani '80" luglio/agosto 1980


Il sottotitolo, "Come Goldrake convinse il buon selvaggio a dargli l'oro in cambio di un pezzo di vetro" non annuncia nulla di buono per il vecchio robottone gonagaiano... mentre a grandi linee l'autore non addossa a Goldrake e soci le colpe del mondo, facendo notare che sarebbero dovuti essere i genitori e gli insegnanti a porre in essere una alternativa alla videodipendenza animata.
Devo dire che la metafora sui piccoli selvaggi che resteranno a vita succubi dell'astuto colonizzatore televisivo, trasformandoli in clienti dei loro prodotti, non era poi tanto campata in aria.
L'autore promuove delle lezioni in classe in cui si parli di cinema, televisione e suoi personaggi, bella idea teorica.
Come in classe nessuno ci ha mai proposto di fare teatro, nessuno ci ha mai illustrato le dinamiche di cinema e tv, cosa che a me avrebbe anche interessato. Addirittura non ricordo (potrei ovviamente sbagliare) neppure un dibattito su Goldrake o i cartoni animati giapponesi, nemmeno quando studieremo la Rivoluzione Francese quasi in concomitanza con la trasmissione di "Lady Oscar".
L'articolo è interessante, ma forse il cinema e i prodotti televisivi non ridicolmente per i più piccini e che avessero dei contenuti auspicati nello scritto, erano proprio i cartoni animati giapponesi, che raccontavano storie di fantasia senza trattarci da ebeti... bastava solo che il target del programma fosse quello corretto, cosa che molto spesso ai tempi non capitava... quindi ti trovavi a vedere un anime per adolescenti a 8 anni... ma la colpa era di chi trasmetteva senza criterio, non degli autori nipponici.


 

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