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domenica 8 maggio 2022

Dante Shinkyoku, La Divina Commedia di Go Nagai



TITOLO: Dante Shinkyoku, la Divina Commedia di Go Nagai 
AUTORE: Cristiano Brignola
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 194
COSTO: 18,5 
ANNO: 2022
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 97888896133620


Parto con le mie solite premesse   :]
Mi è capitato già di recensire saggi di cui non conoscevo o conoscevo pochissimo il tema trattato, ergo in quei casi mi sono solo limitato ad illustrare cosa contesse lo scritto.
Anche nel caso di questo nuovo saggio della casa editrice "La Torre" mi si prospettava la medesima situazione, avevo due alternative per ovviare all'impasse:
leggermi "La Divina Commedia" di Dante Alighieri;
leggermi il manga di Go Nagai che propone la sua visione dell'opera dantesca.

Visto che anche se mi fossi imbarcato nella lettura dell'opera originale non l'avrei capita... mi sono rifugiato nella seconda è più agevole opzione.
Quindi in previsione della lettura di questo saggio ho comprato il manga de "La Divina Commedia" di Go Nagai.
Immagino che Dante si stia ribaltando nella tomba nel sapere che un suo connazionale sceglie di accostarsi alla sua opera leggendo il fumetto di un giapponese...   ^_^
Altra premessa, posseggo pochi manga, troppo poco spazio in casa, di Nagai ho letto solo Devilman edizione Dynamic metà anni 90. 
Ultima premessa, detesto a morte tutte le rivisitazione, remake, prequel, sequel, riscritture che Nagai ci propina da decenni (BASTA!), almeno questo manga era qualcosa di "nuovo".
Non sono certo in grado di valutare le differenze tra il manga di Nagai è l'originale dantesco, a far questo ci pensa per fortuna l'autore, posso, però, dare un giudizio sul manga dal punto di vista estetico:
terribile   T_T

Ho scritto "terribile", ma anche brutto, sgraziato, tentennante e approssimativo possono andare bene.
Il tutto, ovviamente, basandomi sul mio gusto personale, ad altri di certo piacerà.



Ho scelto una pagina un po' a caso, in realtà ne avevo viste anche di peggiori, ma non mi sono segnato il numero di pagina (perché non c'è...).
Alla veneranda età del maestro Nagai si può mai disegnare un viso così?

Passo al saggio.
Nel saggio introduttivo Di Fratta cerca di risalire all'edizione in cui un Nagai bambino lesse stralci dell'Inferno de "La Divina Commedia" con le famose illustrazioni di Gustave Doré, che tanto influenzarono il mangaka creatore di moltitudini di mostri che abbiamo apprezzato da bambini.
Alla fine ci riesce pure, quindi scopriamo che Nagai non si era inventato nulla (io ho sempre avuto il dubbio), esiste veramente un'edizione per bambini in giapponese de "La Divina Commedia" con le illustrazioni di Doré, non il massimo da far vedere ad un bambino...

Il saggio è diviso in una prima parte introduttiva, in cui si valuta la poetica di Nagai, segue l'influenza dantesca nelle sue opere, infine c'è l'analisi narrativa e grafica del manga "Dante Shinkyoku".
Come ho scritto sopra le continue ripetizioni di Nagai inerenti a soggetti creati negli anni 70 mi ha stufato, inoltre ho letto solo due suoi manga, quindi non aggiungo altro per il primo capitolo. 
Nel secondo capitolo vengono illustrati ed analizzati i manga di Nagai in cui sono presenti richiami in varie forme alla Divina Commedia e a Dante.
Devo dire che grazie all'autore ho notato quanto ritornino questi personaggi danteschi, ma anche solo il nome "Dante" modificato, fin nelle serie animate dei robottoni!
Con il terzo capitolo si entra nell'analisi del manga "Dante Shinkyoku", e come ho spiegato sopra, vista la mia ignoranza in merito, mi rimetto alle valutazioni dell'autore, che raffronta lo scritto originario con le modifiche approntate da Nagai.
Ho solo un dubbio generale che nasce dalla lettura di pagina 70:
"E principalmente nell'Inferno, infatti, che Nagai può far sentire la sua voce. Per i due terzi dell'opera, al giudizio di Dante si sovrappone il proprio. Nagai parla per bocca di Dante, dipingendo un poeta molto più fragile e incerto sul proprio cammino.".

Mentre comprendo bene perché uno studioso debba e voglia capire come Nagai ha interpretato Dante, capisco meno perché io lettore italiano mi dovrei leggere l'interpretazione di un fumettista giapponese (cosa che alla fine ho pure fatto) che con Dante non condivide né la cultura (ammesso io ne abbia) né la religione (almeno quella inculcatami da bambino).
Se mai volessi farmi spiegare la Divina Commedia avrebbe più senso leggere uno dei millemila saggi scritti da studiosi italiani, cosa mi interessa del punto di vista di Nagai?
Ovviamente il saggio resta un approfondimento per i fan di Nagai, che a quanto pare dimostro di non essere poi molto, se non per l'eterna gratitudine per aver creato il filone robotico che tanto mi ha fatto sognare da bambino.
In questo capitolo sono illustrate le modifiche ai personaggi di Paolo e Francesca, Beatrice, Virgilio. Inoltre si analizza il tipo di linguaggio usato per il manga, paragonando i passi originali di Dante con le frasi adattate da Nagai.
Il quarto capitolo si occupa del Purgatori e del Paradiso, che Nagai ha sacrificato molto rispetto all'Inferno, che occupa il doppio delle pagine rispetto agli altri due assieme.
L'autore avanza l'ipotesi, che a me pare sensata, che Nagai inizialmente avesse pensato di pubblicare solo un manga sull'Inferno, e poi abbia aggiunto Purgatori e Paradiso.
Il quinto capitolo analizza la parte estetica, in particolare raffrontando il manga alle tavole di Gustave Doré.
E' questa la parte che ho potuto apprezzare di più, avendo "visto" il manga.

Il mio giudizio estetico sul manga di Nagai è totalmente negativo... lo so, per questo finirò all'Inferno di Nagai... condannato a leggermi per l'eternità Shin Shin Shin Mazinga, Nuovo Nuovo Nuovo Getter, New New New Devilman, mille adattamenti di Grendizer, il remake di Jeeg che si aggancia con la colla al posto del magnetismo, Il Grande Mazinga alto 2 centimetri e con tutto ciò che il Mangaka deciderà di punirmi    ^_^



L'edizione è molto bella, copertina rigida e pure il segna pagine in tessuto rosso, il contenuto è pessimo.

 

4 commenti:

  1. Condivido pienamente quello che dici su Nagai. Quando ho scoperto negli anni ‘90 che era lui il “papà” di Goldrake, l’ho messo su un piedistallo… Ma l’ho tirato giù da anni, praticamente dopo aver letto MazinSaga (prima edizione Dynamic Italia 1999). Non se ne può più di questi minestroni e rifacimenti…

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    1. Anche in Devilman i visi non erano proprio il top, ma dopo un paio di decenni non ci si può ripresentare con il medesimo difetto... poi nei manga più recenti saranno anche perfetti, in questa Divina Commedia gonagaiana sia rimasti a Devilman :]

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    2. Io quando ho visto il Goldrake versione manga di Nagai ci sono rimasto malissimo, ma perché non sapevo che l'anime aveva fatto la "cura Araki", pensavo che Nagai disegnasse come Araki!
      Me n'ero accorto già ai tempi del Grande Mazinga della Fabbri, anche se lì era Ota a disegnare.
      Lo stile di Nagai è quello, almeno qui l'ispirazione a Doré lo costringe, mi sembra, a disegnare con più attenzione e più lentamente, ho sempre pensato che dev'essere un "velocista".

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    3. Guarda, secondo me "ti sembra"...
      Quasi tutte le tavole sono avvolte nel buoi, essendo due terzi della storia ambientati all'inferno, non è che ci sia poi tanto da disegnare.
      Lo scrivo da ignorante del disegno, giudizio estetico personale :)

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