Indice alfabetico libri sul Giappone

domenica 27 aprile 2025

Il cinema d'animazione


TITOLO: Il cinema d'animazione
AUTORE: Walter Alberti
CASA EDITRICE: Edizioni Radio Italiana
PAGINE: 226
COSTO: 10 
ANNO: 1957
FORMATO: 24 cm x 17 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 


Con questo saggio della "Edizioni Radio Italiana", cioè la successiva "ERI RAI", ho postato ben 45 libri che ho catalogato come "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90", anche se poi vi ho inserito anche saggistica pre 1978, con questo torno indietro fino al 1957!


Questa saggistica di tematica varia tratta l'animazione giapponese e i manga prima della nascita negli anni 90 di una saggistica di settore, in gran parte di questi scritti gli anime e/o i manga sono citati solo di sfuggita, ma trovo interessanti due aspetti:
a) capire quali potessero essere le fonti informative dei giornalisti che scrivevano sui/dei cartoni animati giapponesi su quotidiani, settimanali e mensili dal 1978 in poi; 
b) capire se, senza l'assillo di dover scrivere un articolo di fretta per un quotidiano, dovendo occuparsi di un libro, quindi con più calma, se gli autori riuscivano a dare delle informazioni più corrette rispetto alla carta stampata.

Rispetto al punto "a" ho capito che, seppur le informazioni dal 1978 non fossero moltissime, qualcosina era stato pur pubblicato, quindi, volendo, si sarebbero potute scrivere meno imprecisioni. Oltre al fatto che nulla avrebbe vietato ai giornalisti di contattate una qualche fonte nipponica che svelasse i contorni meno chiari dell'industria animata giapponese.
Per quanto riguarda il punto "b", direi che a grandi linee, dal 1978 in poi, il preconcetto contro l'animazione giapponese era così radicato, che anche sui libri trovavi scritte le medesime imprecisioni o bufale che si leggevano sulla carta stampata.
Più interessanti, forse, i brevi contenuti presenti nei libri fino al 1978 (sei, compreso questo), quando ancora l'invasione animata nipponica in Italia non era esplosa, quindi chi scriveva si limitava a riportare solo le informazioni che aveva rinvenuto, senza dover portar aventi una crociata.
Questo saggio di Walter Alberti è il più vecchio che io fino ad oggi ho postato, le pagine dedicate all'animazione cinematografica giapponese sono solo tre (due di scritto), ma l'arco temporale del saggio termina al 1956 (inizia nel 1832).
Alla fine del post inserisco, come sempre , l'indice del saggio, in modo che ognuno potrà valutare il suo contenuto in base ai propri interessi animati, per parte mia inserisco, ovviamente, solo le pagine inerenti il Giappone.


"La nave fantasma" di Noburo Ofuji non venne mai distribuito nei cinema nostrani, ma viene trattato in un successivo articolo del 1965 su "La Rivista del Cinematografo":

Si può notare che l'accostamento della tecnica di Lotte Reiniger a Noburo Ofuji è presente sia nell'articolo del 1965 linkato qui sopra, che nel primo libro dell'elenco, cioè "Storia del cartone animato" di Enrico Gianeri (Gec).
Quindi la fonte originaria fu questo libro?

venerdì 25 aprile 2025

Itako, sciamane e spiriti dei morti nel Giappone contemporaneo



TITOLO: Itako, sciamane e spiriti dei morti nel Giappone contemporaneo 
AUTORE: Marianna Zanetta
CASA EDITRICE: Mimesis
PAGINE: 256
COSTO: 20 
ANNO: 2024
FORMATO: 20 cm x 13 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791222309033


Il saggio lo compari alla sua uscita, ma sono parecchio indietro con le letture... 
L'autrice premette subito che il tema "itako" è trattato dal punto di vista antropologico, ma cosa sono o chi sono le itako?
Sono donne sciamane che interagiscono con gli spiriti dei defunti e che devono (o dovrebbero) possedere un minus fisico per essere tali, cioè non vedenti.
Nel Giappone non attuale essere non vedenti, ma valeva per qualsiasi altra menomazione, era una condanna, specialmente se si era donne in una società maschilista. Una bambina, ragazza e poi donna cieca come poteva mantenersi e non essere di peso alla famiglia?
Diventava l'apprendista fin da bambina di una itako anziana, un apprendistato duro...
In questo saggio ho avuto la conferma che le itako non sono ben viste dalle autorità religiose ufficiali, in quanto considerate delle approfittatrici che campano sulle superstizioni (fa ridere il pulpito da cui viene mossa l'accusa). Effettivamente una persona che afferma di parlare con gli spiriti dei defunti, sempre che non si sia autoconvinta di possedere tale potere, è tendenzialmente considerabile poco corretta, diciamo così   ^_^
Il concetto analizzato nel saggio non è, come è ovvio, se le itako abbiano o meno questo potere paranormale, ma perché la società giapponese richiedeva e richiede una tale figura religiosa o para religiosa.
In questo blog cerco, magari non riuscendoci, di portare informazioni su un Giappone non stereotipato, non dico quello reale, ma almeno che non sia quello del turista occasionale.
L'autrice, parlandoci delle itako, ci racconta di uno spaccato che coinvolge più settori della vita comune giapponese: la vita della donna disabile e non; i rituali funebri; la vita nelle zone rurali.

Non è il primo saggio inerente le religioni giapponesi che recensisco oppure sui riti funebri, tra cui un altro della medesima autrice, quindi la tematica mi è conosciuta, ma anche chi non ha mai letto nulla in merito, non farà alcuna fatica a seguire i concetti espressi, in quanto il saggio è scritto in maniera chiara ed esemplificativa. 
Vengono individuate alcune parole chiave per guidare il lettore in questo viaggio tra le itako e i riti funebri nipponici: donna; sciamana; morte (kegare = impurità); famiglia; legame (en).

Questi termini/concetti vengono ben illustrati, sia dal punto di vista storico che nel contesto attuale del Giappone, in cui l'autrice si è recata, dopo studi in merito, dal 2012 nella regione del Tohoku, più specificatamente la prefettura di Aomori, per poi spostarsi in altre zone del paese.
Il primo capitolo è una mini full immersion sulle religioni in Giappone. Introduzione indispensabile per chi è a digiuno della tematica.
Il secondo capitolo illustra le itako sotto la lente della "teoria", della saggistica già pubblicata, degli studi e della storia.
Le donne cieche diventavano itako perché non avevano alternative per mantenersi economicamente nella società in cui vivevano. 
Viene ripercorsa la storia delle sciamane, delle miko, delle imperatrici sciamane e delle itako, in modo da contestualizzare storicamente i successivi capitoli.
Nel capitolo, oltre alle varie tipologie di miko, sono trattate le sciamane delle isole Ryukyu e degli Ainu.
Sono analizzati i vari riti svolti delle itako:
kuchiyose (possessione da parte di un defunto);
kami-oroshi (possessione da parte di un kami per conoscere il futuro);
oshirama-asobase (protezione di casa e famiglia).

domenica 20 aprile 2025

"Jumborg Ace" trasmesso in Italia dal novembre 1985 al novembre 1986 sulle tv private locali di Roma, Torino e Siracusa


Nel precedente post ho scoperto che il telefilm tokusatsu "Jumborg Ace" venne trasmesso anche in Italia, ma no avevo trovato né la datazione né l'emittente:

Ringrazio Andrea che mi ha suggerito sia la zona d'Italia in cui lo aveva visto in televisione, cioè Roma, sia il periodo, cioè il 1984/85.
Quando faccio queste ricerche sulla prima trasmissione di un prodotto seriale televisivo nipponico ho la pessima abitudine di fermarmi al periodo dalla fine degli anni 70 ai primi anni 80, un po' come se finisse il mondo conosciuto televisivo, tipo ai tempi delle Colonne d'Ercole   ^_^
La ricerca l'ho effettuata inizialmente sul mio materiale, che però è molto scarso per le annate oltre il 1982/83, quindi non ho trovato nulla, invece il periodo era da traslare di un paio di anni in avanti.
Ho portato avanti la ricerca su materiale online:
"Radiocorriere TV"; "La Stampa"; Il Corriere della Sera"; "Il Piccolo di Trieste".

Ho trovato riscontri solo nella prime due fonti, "Radiocorriere TV" e "La Stampa", quindi nella zona di Milano non venne mai trasmesso almeno fino alla fine del 1986?


La prima traccia in assoluto nell'etere italico è presente a Roma su "Teleroma" alle ore 17:00 del 25 novembre 1985, da notare che venne classificato come "cartone animato"... ancora a fine 1985 non sapevano manco cosa trasmettevano...
Come si può vedere qui sotto nelle due successive immagini, per tutta la settimana "Jumborg Ace" è presente in palinsesto sempre alle ore 17:00.
Da come è riportato sul "Radiocorriere TV", la trasmissione su "Teleroma" si interrompe venerdì 13 dicembre.

sabato 19 aprile 2025

Keibunsha Encyclopedia (in box) TV Hero Dai Zenshuu 2 (ケイブンシャ テレビ・ヒーロー大全集2) [1973]


Direttamente dal Giappone mi è giunto un sorprendente regalo da un paio di cari amici (grazie Simona e grazie Jacopo!) neofiti turisti in terra del Sol Levante, degli stupendi poster e non solo di quattro serie televisive nipponiche, due anime e due tokusatsu:
Mazinga Z; Gatchaman; Super Robot Red Baron; Jumborg Ace (Jumborg 9).

Ovviamente i due anime son stati mandati in onda in Italia, ma ho scoperto che anche "Jumborg Ace" venne trasmesso nell'etere italico, anche se le notizie sono scarse:

I poster sono nuovi di pacca e misurano 51 cm x 36 cm, ripiegati meticolosamente e senza alcun danno più volte dentro il bel box in cartoncino che li ospita, e sono 28 poster fronte retro, quindi 14 fogli, ma poco sopra scrivevo "non solo", perché sono presenti anche due lunghi pieghevoli di "Mazinga Z" e dei Gatchaman!
Spettacolari i poster e spettacolari i pieghevoli a libro!

Un giudizio che debbo ribadire ogni volta riguarda l'apprezzamento delle pubblicazioni editoriali giapponesi per bambini, specialmente se paragonate a quelle italiche di qualche anno successivo.
Questa pubblicazione della casa editrice "Keibunsha" è datata 1973, ma è avanti vent'anni rispetto a quello che dal 1978 in poi le case editrici italiche, tranne qualche sparuta eccezione, rifilavano a noi fans dei cartoni animati giapponesi...
Mi chiedo quante migliaia di copie avrebbe venduto una pubblicazione simile, ma con protagonista Goldrake o Jeeg, avrebbe fatto la fortuna di chi l'avesse messa in vendita, bastava recuperare il materiale illustrato dal Giappone, ed il guadagno era fatto.

Da qui sotto in poi c'è da rifarsi gli occhi   ^_^

Come si può notare ogni poster è identificato con una lettera dalla "A" alla "N" affiancata da un "1" o un "2", come riportato nell'indice all'interno del box.
Ok, non è il Guretto e men che meno Goldrake o Jeeg, ma l'illustrazione fa la sua porca figura   :]

venerdì 18 aprile 2025

"L'America senza macchia e senza paura, a proposito di Guerre Stellari", di Serge Le Peron - "Essai" n° 1 del giugno 1978


Nella mia ricerca infinita di articoli sull'animazione giapponese sono incappato in due testate che trattavano i film d'essai, una delle due è quella di questo post, "Essai", il cui numero zero (in mio possesso) è dell'aprile 1978.
Purtroppo nessuna delle due è presente nelle emeroteche da me raggiungibili, e comunque, dove presente, la consistenza resta lacunosa.
Dato che nel numero 2 del novembre 1978 era presente un articolo sul "Festival di Fantascienza di Trieste" del luglio 1978, speravo in qualche informazioni su "Space Cruiser Yamato", purtroppo nello scritto non viene trattato minimamente il lungometraggio animato giapponese... ergo ho compiuto un altro buco nell'acqua a pagamento   ^_^
Speravo di scovare qualche articolo su qualche vecchio film d'animazione giapponese, ma la tematica "animazione giapponese", nei numeri in mio possesso, non è stata mai trattata.
Questo lo scrivo non per farmi compatire perché ho buttato qualche decina di euro per una mia passione, ma per ricordare a chi depreda le informazioni di siti gratuiti (come questo) per trasporle un po' rielaborate (talvolta neppure questo...) a scopo di lucro, che fanno un'azione un po' antipatica, diciamo così...   :]
Conscio che rammentare questo non avrà alcun effetto nei depredatori seriali. 
Detto ciò, anzi, ridetto ciò, la testata "Essai" l'ho trovata molto bella, purtroppo tratta tematiche a me un po' sconosciute non essendo un cinefilo e neppure un cinefilo d'essai, ma mi dispiaceva non mostrare nulla dei tanti scritti presenti.
Quindi ne ho scelto uno un po' più in sintonia con questo blog, "Guerre Stellari", in modo far capire come trattavano tali argomenti.

Come si può vedere il formato della rivista mensile era un po' particolare, 32 cm X 17 cm, con tre colonne scritte per pagina.
La rivista era l'organo informativo della "A.I.A.C.E.", L'associazione Italiana Amici del Cinema d'Essai, ancora esistente.
Non mi metterò a commentare l'articolo, perché il livello culturale dell'analisi è chiaramente un po' oltre le mie conoscenze, c'è da dire che non mi è parso negativo, oppure non ho capito un fico secco   :]
Qui sopra tutta la prima pagina, di seguito qui sotto le porzioni di colonne per renderlo più leggibile.

martedì 15 aprile 2025

Audience dei programmi di Rai e tv locali private dalla rivista "Altrimedia" tra gennaio 1981 e giugno 1982


Circa un mese addietro ho speso un po' di post per cercare di capire, tramite il materiale che ho accumulato in questi ultimi due decenni (soldini e giorni in biblioteca), a quanto ammontasse l'audience dei cartoni animati giapponesi, in particolare quello di "Mazinga Z":





In questi ultimi giorni ho cercato di fare un pochino di ordine tra il mio materiale cartaceo, e mi sono tornate in mano una serie di fotocopie fatte alcuni anni fa, quando ho scoperto l'esistenza dell'inestimabile testata "Altrimedia".
La parte più interessante di questo materiale di "Altrimedia" l'avevo già postata nel febbraio 2021(!), e si era un po' persa nel blog, me ne ero dimenticato pure io...  T_T
Consiglio di verificare i dati di ascolto degli anime e confrontarli con i link sopra:

Nel settembre 2023 avevo postato gli ascolti delle tv private locali dalla primavera del 1982 all'autunno del 1982:

Questo post di oggi integra i due linkati appena sopra con l'aggiunta di una parte scritta e di tabelle per il periodo di poco precedente.
Ho creato anche la "tag" "Audience anime e trasmissioni anni 70/80", tanto per cercare di non perdere pezzi nel caos del susseguirsi di post durante gli anni...
Il primo articolo di "Altrimedia" di gennaio 1981 è incentrato sull'elaborazione dei dati di ascolto delle reti Uno e Due della Rai dell'annata 1979(!), ai tempi ci voleva pazienza, sia per avere disponibili i numeri che per poterli valutare.
Quello che conta è che l'elaborazioni dei dati era basato su ascolti rilevati "minuto per minuto", ovviamente dai campioni di riferimento.
Su 6800 ore di trasmissioni analizzate la fetta dedicata ai programmi per ragazzi nella annata 1979 era del 12%, cioè 816 ore tra la Rete Uno e la Rete Due della Rai.


La particolarità dell'analisi era che si valutava la domanda e l'offerta dei vari generi selezionati, in alcuni casi l'offerta era superiore alla domanda, in altri casi no.
La tabella illustra abbastanza bene la differenza tra domanda del pubblico ed offerta della Rai per alcune tipologia di trasmissioni. 
Se per l'informazione l'offerta Rai era superiore alla domanda del pubblico, per film, telefilm e sceneggiati era grandemente inferiore, come per i varietà/quiz.
Imbarazzante la differenza tra offerta e domanda per quanto riguarda i programmi culturali/scienza/arti...
Mentre le tabelle di altri due gruppi di programmi mi hanno sorpreso non poco.
A quanto pare l'offerta di programmi sportivi era il doppio della domanda, in un periodo in cui di partite di calcio in televisione forse ne vedevi una al mese nell'arco di un anno... mi viene da pensare che il problema fosse proprio questo, gli spettatori maschili volevano vedere la partita di calcio, ma la Rai trasmetteva di tutto, tranne praticamente il calcio... ricordo l'ippica, l'hockey (assieme alla Svizzera Italiana), il rugby, ovviamente il basket, ma pressoché niente calcio in diretta.
Anche l'offerta di trasmissioni per ragazzi superava la domanda, ma, considerando che i cartoni animati erano trasmessi anche dalle tv private locali, la cosa mi pare un poco sorprendente.


Non sorprende, invece, che come emblema del 1979 per le trasmissioni per ragazzi venne scelto Goldrake, purtroppo la parte scritta dedicato a questo gruppo non fa altro che confermare ciò che più o meno già si sapeva, la fascia oraria era quella tra le 17:00 e le 19:00.

sabato 12 aprile 2025

3 articoli di luglio, settembre e novembre 1978 sul lungometraggio "Space Cruiser Yamato"

Nel gennaio 2023 avevo postato cinque articoli che trattavano del lungometraggio animato "Space Cruiser Yamato" al "XVI° Festival Internazionale del film di fantascienza" di Trieste dall'8 al 15 luglio 1978:

Stavolta ne inserisco altri tre, tranne quello su Stampa Sera", che seppur breve è incentrato sul film, gli altri due riportato solo accenni della proiezione, ma essendo utili come testimonianza di questo passaggio italico, li trovo lo stesso meritori di essere postati.
La mia ricerca sulla proiezione triestina contempla, però, altri post, ogni volta li ripropongo, forse ripetitivamente, ma penso che sia l'unico modo per aver una panoramica un po' estesa su questa breve comparsata in Italia della Corazzata Spaziale Yamato prima che venisse ribattezzata "Star Blazers":



Qui sopra Piero Zanotto, che occasionalmente trattava l'animazione giapponese, su "Stampa Sera" del 10 luglio 1978 prende spunto dall'inoffensiva Heidi per informare i suoi lettori di come il produttore (cioè la Toei) distruggerà la Terra nel lungometraggio animato in concorso a Trieste.
Direi che il produttore di Heidi e di "Space Cruiser Yamato"/"Incrociatore spaziale Y" non fosse lo stesso, ma ai tempi era difficile reperire certe informazioni, e alla fine per molti giornalisti erano tutte produzioni nipponiche tout court, fine   ^_^
Si noti, di nuovo, che il titolo ufficiale era anche "Incrociatore spaziale Y", oltre che "Space Cruiser Yamato", almeno nella versione italiana promossa dalla "EVI Film Distribuzione" (vedere ultimo link qui sopra).
"Atlas Ufo Robot (Goldrake)" viene ridotto ad un semplice "Atlas", eravamo nel luglio del 1978, l'anime boom non era ancora deflagrato, uno valeva l'altro.
Piero Zanotto riferisce che il film ha riscosso un "lungo successo", ma non mi è chiaro se intendesse un successo al Festival di Trieste oppure si riferisse al "lungo" successo nipponico.
L'altro dubbio che mi attanaglia sempre in questi articoli o brevi citazioni su "Space Cruiser Yamato"/"Incrociatore spaziale Y" riguarda la visione o meno del film da parte di chi ne scriveva. Ci son stati casi in cui mi è parso che si commentasse sinossi scritte da altri, ma in questo articolo parrebbe che il giornalista avesse visto il film.

Qui sotto la pagina intera dove è riportato l'articolo di "Stampa Sera".

giovedì 10 aprile 2025

Promozione del film "Incrociatore Spaziale Y. - Il più grande film animato di fantascienza" - "Giornale dello Spettacolo" n° 2 del 14 gennaio 1978



Nella mia ricerca indefessa di informazioni sul lungometraggio animato "Space Cruiser Yamato", ho accumulato ormai un certo numero di notizie:


Fare riferimento ai link sopra per spiegazioni più esaurienti, in questo post le considererò acquisite, altrimenti debbo rispiegare tutto l'ambaradan ogni volta  :]

Sappiamo che il film "Space Cruiser Yamato" non venne mai proiettato nei cinema italici, in quanto non esiste il relativo visto censura del lungometraggio animato, probabilmente non venne neppure mai doppiato.
Non è presente neppure nelle schede della pubblicazione "Segnalazioni Cinematografiche".
La carta stampata ne riferì al pubblico italiano perché il film "Space Cruiser Yamato" partecipò al "XVI° Festival Internazionale del film di fantascienza" di Trieste dall'8 al 15 luglio 1978.
La Salani, però, pubblicò il cartonato, ma con il titolo modificato in "Incrociatore Spaziale Galaxy", usando le immagini di quel film di montaggio proiettato a Trieste.
Era già un film di montaggio, ma la versione triestina venne ulteriormente ridotta/rimaneggiata.
Dal punto di vista cronologico il cartonato della Salani si piazza, a mio avviso, appena dopo a quello di "Atlas Ufo Robot" della "Giunti Marzocco".
Dal punto cinematografico, forse, il film "Space Cruiser Yamato" anticipò di qualche giorno l'uscita nelle sale dei film di Goldrake e Mazinga, seppur per la platea ristretta del festival di Trieste e probabilmente in inglese sottotitolato in italiano.
"Space Cruiser Yamato" venne proiettato anche al 30esimo Festival di Cannes del maggio 1977:

lunedì 7 aprile 2025

"Candy Candy col disco - quindicinale del Gruppo Editoriale Fabbri": parte quarta (fine) numeri da 19 a 24 (settembre 1981/dicembre 1981)


Concludo l'escursione grafica dei volumetti allegati a "Candy Candy col disco" pubblicato dal "Gruppo Editoriale Fabbri" con gli ultimi sei numeri:


L'aver postato a raffica i 24 numeri della pubblicazione mi ha permesso di rendermi conto non a rate del livello abbastanza basso con cui vennero assemblati. Si, assemblati, in quanto mi son fatto l'idea che vennero messi assieme disegni provenienti da fonti differenti, creando un guazzabuglio grafico che sinceramente non ricordo di aver mai visto in tutto il materiale che ho in mio possesso.
Nei cartonati o negli spaghetti manga i disegni potevano essere belli o brutti, ma erano più o meno uniformi nel loro livello di cura, in questi 24 spillati c'è di tutto.
I disegni inseriti negli spillati direi che provenissero da queste quattro fonti:
il manga colorato della Fabbri;
fotogrammi dell'anime;
illustrazioni create all'uopo;
personaggi di altri anime!

Frullati, mixati, sovrapposti, il tutto senza curarsi di avere una resa estetica un minimo uniforme... la cosa che mi ha divertito di più, ed anche assai sbalordito, è l'aver rinvenuto visi di personaggi di altre serie animate del periodo:
Procton; la signora Milligan di Remi; Remi; Mattia di Remi; Arin di Danguard; Peter di Heidi; un contadino di Heidi; Anna dai capelli rossi; Diana Barry di Anna; Matthew Cuthbert di Anna.

Ancora più interessante il fatto che nessuno di questi personaggi era pubblicato dalla Fabbri e che non erano tutti trasmessi da un'unica emittente. Quindi non ho trovato un minimo comun denominatore che possa spiegare l'uso di questi visi, in alcuni casi pure l'abito è identico.
Alla fine, probabilmente, la spiegazione è fin banale:
avevo dei cartonati dei cartoni animati giapponesi, non sapevano come disegnare questo o quel personaggio e, invece che sincerarsi che quel personaggio fosse corretto, li presero a caso... tanto era roba per bambini...

Una delle tante prove di questo totale caos grafico è Terence, se nel precedente post avevo mostrato 15(!) versioni diverse di Terence distribuite in sei spillati, stavolta pubblicarono 6(!!) versioni diverse graficamente di Terence solo nel numero 19!!!
Segue un Terence isolato nel numero 20.
In Giappone c'è chi si occupa di controllare che i personaggi animati restino fedeli al proprio tratto grafico durante un episodio o un film, penso che alla Fabbri una figura editoriale del genere non fosse prevista in organico   ^_^

Anche in questo quarto ed ultimo post inserirò solo le scan delle pagine che mi son parte più curiose.

domenica 6 aprile 2025

"Candy Candy col disco - quindicinale del Gruppo Editoriale Fabbri": parte terza numeri da 13 a 18 (giugno 1981/settembre 1981)


Proseguo l'escursione grafica dei volumetti allegati ai dischi di "Candy Candy" pubblicati dal "Gruppo Editoriale Fabbri" dopo i primi sei numeri:


Prima di acquistare questi spillati allegati ai dischi di "Candy Candy" ero convinto che fossero di buona fattura grafica, mi son dovuto abbastanza ricredere, infatti il tratto di tutti personaggi non è mai il medesimo, neppure in un singolo numero...
Il chara (character designer) dei personaggi è un mix di varie fonti, che nel totale crea un cacofonia, anzi, una dodecafonia grafica straniante, la cui provenienza mi pare sia:
il manga colorato della Fabbri;
fotogrammi dell'anime;
illustrazioni create all'uopo;
personaggi di altri anime!

Quest'ultimo aspetto si nota nel secondo link, dove gli autori della Fabbri ci ficcarono a forza tre personaggi della serie di Remi di Osamu Dezaki: Remi, Mattia e la signora Milligan!
Lo scempio prosegue in questi terza sei numeri, dove ho notato, ma mi pare si possa affermare che non sia un parto della mia fantasia, che, oltre a Remi, la redazione della Fabbri prese spunto da Heidi e pure dal Danguard!!!   O_O
A questo punto immagino che sui tavoli da disegno ci fossero, oltre al manga colorato della Fabbri, vari cartonanti del periodo, che servirono agli illustratori per farsi un'idea della tipologia di tratto nipponica. Quando questi  autori avevano un dubbio, si ispirarono a questo o quel disegno, senza mantenere in nessun modo una coerenza grafica del character designer, ma senza sapere manco chi fosse il personaggio che stavano disegnando in quel preciso istante, quando, poche pagine prima o dopo, lo avevano ritratto in maniera completamente differente!
Mi chiedo se a Yumiko Igarashi, autrice del disegno originale, sia mai stato fatto vedere questo caos illustrato... c'è da dire che anche Kyoko Mizuki avrà avuto il suo bel infarto, visto quanto la storia originale venne piegata alle necessita di pubblicare un disco.

Ribadisco che non mostrerò tutte le pagine di tutti gli spillati, ma sono qualche scan rappresentativa e/o curiosa.


A titolo esemplificati di quanto cambi il tratto grafico di un singolo personaggio nei volumetti, ma anche solo nel medesimo numero, prendo spunto da Terence Granchester, che appare proprio dal numero 13, ma lo avrei potuto fare per qualsiasi altro personaggio.
Ogni disegno di Terence riporta il numero dello spillato in questione, come scrivevo sopra, le fonti paiono essere le quattro già citate:
il manga colorato della Fabbri;
fotogrammi dell'anime;
illustrazioni create all'uopo;
personaggi di altri anime!

Si consideri sempre che il manga pubblicato dalla Fabbri venne colorato, quindi la tinta dei capelli del nobile tenebroso furono già un'invenzione italica, infatti, nei disegni tratti dal manga, variano di continuo.
Direi che, come sempre, le immagini parlano più di mille parole   ^_^
Chissà quanto fu alto il livello di confusione delle piccole lettrici italiane nello sfogliare questi spillati...

Piccola nota a margine, oltre a vari uccellini che i disegnatori della Fabbri piazzarono un po' ovunque, l'altra onnipresente presenza fastidiosa animale è quella di Klin... si vede che la Fabbri ebbe un qualche feedback sul fatto che piacesse alle lettrici, quindi c'è anche quando non c'era nel manga e nell'anime oppure non ci poteva essere materialmente.

venerdì 4 aprile 2025

"Candy Candy col disco - quindicinale del Gruppo Editoriale Fabbri": parte seconda numeri da 7 a 12 (marzo 1981/giugno 1981)

Proseguo l'escursione grafica dei volumetti allegati ai dischi di "Candy Candy" pubblicati dal "Gruppo Editoriale Fabbri" dopo i primi sei numeri:

Negli spillati mostrati al link sopra si può ammirare(?) una certa confusione grafica, data da più stili accostati anche nella medesima pagina, la cacofonia estetica prosegue anche in questi successivi sei numeri.
Nei primi sei numeri l'anomalia a livello grafico era data anche dalla prematura presenza di Terence nel sesto numero, non chiamato con il suo nome, ma chiaramente il personaggio era quello.
In questi altri sei numeri ho trovato di peggio, o meglio, ho trovato qualcosa di più curioso, l'inserimento di personaggi graficamente identici o quasi a quelli di Remi!
Ribadisco, come già fatto nel post precedente, che non pretendo di essermene accorto io per primo, infatti la cosa salta subito all'occhio.
La trama di questi altri sei volumetti presenta un certo numero di libertà della sceneggiatura come i primi sei, ma la cosa è anche comprensibile, dovendo riassumere una trama per un disco.

Ripeto che non mostrerò tutte le pagine di tutti gli spillati.




Si noti il tratto dolce della signora Legan, normalmente disegnata come un personaggio sgradevole, quale esso è... in seguito questa annotazione tornerà utile.

Le rose "Dolce Candy" le avevo rimosse   ^_^
Nel disco ci devono essere un certo numero di canzoni registrate per la pubblicazioni, sarebbe interessante ascoltarle.

mercoledì 2 aprile 2025

"Candy Candy col disco - quindicinale del Gruppo Editoriale Fabbri": parte prima numeri da 1 a 6 (dicembre 1980/marzo 1981)


Era parecchio che ricercavo gli spillati allegati ai dischi di Candy Candy delle Fabbri, non mi interessava neppure che ci fossero i dischi, ero curioso di vedere la fattura dell'edizione, ma costavano sempre esageratamente... quando li ho trovati ad un prezzo sensato e tenuti bene, me li sono accattati.
Posterò sei numeri per volta, non completamente, solo qualche pagina ed eventuali curiosità che ho notato.
Non ho mai rivisto la serie di "Candy Candy", da bambino non mi perdevo un episodio fino a quando lei diventa infermiera, poi mi ruppi le scatole. Questa prima parte dell'anime lo vidi, ma ovviamente non ricordo i particolari, quindi nei fascicoli potrebbero esserci gravi strafalcioni e io non me ne accorgerei.
Chiaramente per pubblicare uno spillato di commento ad un disco, dovettero pur fare un certo numero di adattamenti rispetto all'anime. Non si può pretendere il rispetto preciso della puntata di riferimento.
Mi dolgo sovente che il materiale editoriale ispirato all'animazione giapponese di quel periodo era spesso fortemente deficitario, sia come fattura che come contenuti/grafica. Non posso valutare la parte audio-recitativa e della sceneggiatura dei dischi, ma lo spillato è un pochino claudicante...
Come già si può vedere nella copertina del primo spillato i personaggi di Candy, Annie e Tom risultano graficamente differenti rispetto sia alla tavola imbandita che ai tre bambinetti che si vedono spuntare.
Pur non essendo un candycandiano, mi azzarderei ad affermare che per allestire questi volumetti si presero immagini del manga, qualcosa dell'anime e pure disegni fatti al momento, creando un mix un pelino caotico graficamente...
Nei primi cinque numeri non ho notato nulla di particolare, se non un signor Brighton, il padre adottivo di Annie, che pare essere il dottor Procton, non ci avevo mai fatto caso  ^_^
Nel sesto volumetto, invece, ho scoperto un'incongruenza abbastanza colossale (non pretendo di essere stato il primo a notarla).
Purtroppo le pagine non sono numerate, ma a parte le due scan qui sotto, che sono della seconda e terza+quarta pagina, le altre che propongo non sono quasi mai in sequenza.

domenica 30 marzo 2025

Testimonianze del tempo che fu, parte seconda: le mie letture e trasmissioni preferite del 1979 + disegni (ricalcati) di Goldrake, Jeeg e Danguard + adesivo "Heidi diventa Principessa" (1979/80)


Il post precedente l'ho dedicato al ritrovamento di un mio tema di 5ª elementare su Jeeg:

Non è stata la prima volta in cui ho postato testimonianze dirette del periodo, testimonianze mie e di sconosciuti:

Considerando che in due audio propongono la mia voce da bambino e il tema mette a nudo le mie carenze grammaticali, non mi restava che ridicolizzare le mie capacità artistiche   ^_^
I bambini che amano qualcosa la disegnano, io avrò pure provato a disegnare Goldrake, Jeeg e Danguard con le mie limitate doti da mangaka (tanto per restare in tema), ma son sopravvissuti al tempo solo questi disegni ricalcati, quindi esteticamente più decenti e, soprattutto, più simili al soggetto originario.
Ho una mezza idea da dove ricalcai la sacra effige di Goldrake  ^_^

L'illustrazione in questione la si può vedere ad inizio post, non per nulla il cartonato "Giunti Marzocco" era nelle mie disponibilità, ergo lo sfruttai, cioè ricalcai.


Piccolo intermezzo scritto.
La maestra di quarta elementare prediligeva porre dei questionari ai suoi alunni, con domande che avrebbero dovuto sia spiegare a lei taluni aspetti dello studente che far riflettere il bambino su quale fosse il proprio comportamento in classe e fuori.
Rileggere le domande e le mie risposte è stato assai illuminante, un paio di queste tornano utili in questo post da effetto Madeleine scolastico:
10) Ti piace coltivare la tua intelligenza con buone letture? Quali letture?

11) Quali sono gli spettacoli che preferisci?

Per fortuna inserii anche il libro Cuore, di cui avevo una copia rilegata, perché le altre letture che avrebbero dovuto "coltivare la mia intelligenza" per me erano "Uomo Ragno", Thor e i super eroi in generale, mentre per il versante anime c'era la lettura intellettiva di Goldrake  ^_^
Si vede che in quarta elementare non mi era ben chiaro cosa significasse "coltivare la tua intelligenza", che io assimilavo al concetto di leggere ciò che mi piaceva.
Più interessante l'elenco delle trasmissioni che prediligevo, i cui nomi mi hanno permesso di datare inequivocabilmente il compito, cioè 1979, in quanto il varietà comico "Luna Park" venne trasmesso solo quell'anno. L'aggiunta delle trasmissioni "Capitan Arloch"(...), Jeeg, Mazzinga (con due zeta...), Bingooo e " Il Pomofiore" conferma in toto l'anno, tra l'altro in un quaderno con scritto "4 B", quindi tutto torna.
Scrivo e ribadisco sempre che i ricordi non hanno per forza un valore probatorio, la seconda risposta mi conferma la mia passione per i cartoni animati giapponesi e mi fa scoprire che guardavo assiduamente "Antenna 3 Lombardia", che trasmetteva "Bingooo" e "Il Pomofiore".
Ricordo che guardavo "Luna Park", come non mi perdevo una puntata di "Non Stop".
 

sabato 29 marzo 2025

Testimonianza del tempo che fu, parte prima : "Le avventure di Jeeg" tema di 5ª elementare del 15 ottobre 1979


Per il post inerente i licenziatari delle concessioni per i diritti di "Mazinga Z" mi son dovuto andare a cercare il mio diario di prima media di "Mazinga Z", il passo successivo è stato sfogliarmi tutti i quaderni di elementari, medie e tutto quello che c'era nello scatolone dei ricordi scolastici.
Qualcosa ho trovato   ^_^
Piccolo passo indietro, non è il primo post in cui inserisco testimonianze dirette di fine anni 70/primi anni 80, mie o di estranei:




Dato che già mi sono un po' sputtanato con i due audio dove mi si sente sbraitare cose a caso con voce bianca, posso continuare con uno scritto   ^_^
Ribadisco spesso, e continuo a sottoscrivere il concetto, che i ricordi di tanti decenni addietro possono risultare fallaci, erronei, seppur del tutto in buona fede.
Avevo una grande passione per Jeeg, l'audio dello spot di "Milano TV" lo conferma, ma anche questo sgrammaticato tema   :]
Questo sgrammatico blog affonda le proprie radici in una sgrammaticatura presente fin dalle fondamenta della mia formazione scolastica, eppure io ero uno dei più bravi in classe, figuriamoci cosa si trovavano a leggere nei temi dei miei compagni delle elementari le maestre...   T_T
Sinceramente non ricordavo neppure di aver fatto questo tema in classe... e ne sono rimasto sinceramente colpito  ^_^
Non fu un compito a casa, in quanto i nomi dei personaggi son tutti sbagliati, se lo avessi fatto tra le mura domestiche, pur non potendo ancora consultare Wikipedia o Enciribot, avrei sempre avuto tra le mani il mio adorato album di figurine di Jeeg della Panini, ergo mi sarei evitato una sequela di:
Imica; Ichima; Mimaschi; Iroschi.

Mentre i nomi giapponesi italianizzati ci potevano anche stare, la cosa più orrenda e vergognosa è stato leggere due volte (due...) un inconcepibile "wima" in minuscolo al posto di "Miwa"... dislessia nipponica?  T_T
Eppure io adoravo wima... ehm... Miwa... come posso aver commesso due volte un tale sacrilegio?!   T_T
Non ricordo neppure di aver avuto questa passione per il mostro Aniba del 12esimo episodio, Gorel, ne metto anche un mio disegno ricalcato e colorato, ricalcato sempre dall'album di Jeeg.
A quanto pare la puntata di Gorel mi colpì, oppure, più semplicemente, la rividi il pomeriggio del giorno prima, quindi in classe la mattina dopo avevo la mente fresca, anche se non per i nomi...
Direi che barai un po' sull'esercizio da compiere, i quanto questo prescriveva "Inventa una storia", ma io mi basai su una puntata di Jeeg, di certo la maestra non avrà visto la puntata specifica, ma sapeva chi fosse Jeeg, quindi mi presi una certa licenza poetica   :]
Nell'ottobre 1979 partivo da un presupposto semplice:
Jeeg è un robot d'acciaio invincibile
Fine    ^_^

Indubbio che l'urlo di Romano Malaspina emesso nel momenti della trasformazione era grandemente catartico per noi bambini del periodo.
Per fortuna non sbagliai ascrivere le armi.
Noto che per me le armi non venivano sparate, scagliate oppure lanciate, ma "urlate/dette", cioè pronunciate/gridate da Romano Malaspina.

martedì 25 marzo 2025

Cartonati e non di "Mazinga Z" per concessione Edierre, Sacis, Toei dal 1979 al 1981+ Ape Maia


Questo post prende spunto da quello di Massimo Nicora (confrontando le info con lui), in cui spiegava che nelle Teche Rai, alla voce "produttore di Mazinga Z" risulta la Edierre:

Sono quindi andato a controllarmi i dati editoriali dei cartonati e varie pubblicazione cartacee di "Mazinga Z" in mio possesso, non sono tantissimi, ma qualcosa ho.
Alla ricerca ho aggiunto anche altro materiale non propriamente considerabile come "cartonati", ma comunque utili alla ricerca, per esempio ho riesumato (nel vero senso della parola...) il mio diario di prima media, che alla fine è tornato utile per capire chi fosse il licenziatario.
Alcune di queste pubblicazioni le avevo anche già postate sul blog tempo addietro.
L'arco temporale del materiale in mio possesso parte dal 1979 e termina nel 1981, è il seguente:

i numeri 3-4-5-6 di "Mazinga dalla TV" della TOEI/Dynamic Production + Guiòn y creaciòn gràfica de "Ediciones Junior S. A." + Salani (1978) = pubblicati dal 14 novembre 1979;

i quattro cartonati I-II-III-IV "Mazinga dalla TV" della TOEI/Dynamic Production + Salani = pubblicati del 1979;

"il diario di Mazinga Z" della Toei/Dynamic Production + Sacis + Mondadori = pubblicato del 1979 per l'anno scolastico 80/81;

"Il librogioco di Mazinga Z" della Toei/Dynamic Production + EDIERRE + Mondadori = pubblicati nel febbraio 1980

"L'Apemaia e le sue avventure" (ringrazio Susy e Guido per le foto) della "Editrice Edierre" "Apollo Film Wein" + Salani + Mondadori = pubblicato nel gennaio 1980

"Il Superlibro dei Cartoni in Tivù" della "Edizioni Edierre" + Mondadori + le varie aziende di produzioni nipponiche = pubblicato nell'aprile 1981. Per "Mazinga Z" TOEI/Dynamic Production

Tranne il cartonato dell'Apemaia, tutti gli altri sono di "Mazinga Z" o contengono ("Il Superlibro dei cartoni in Tivù") "Mazinga Z".

Chiaramente, per quanto riguarda "Mazinga Z", l'accoppiata "TOEI/Dynamic Production" c'è sempre, ma sul versante italico c'è un po' di bordello... i concessionari accreditati sono molteplici:
Salani; Mondadori; Sacis; Edierre

A quanto parrebbe i primi a pubblicare qualcosa di "Mazinga Z" fu la Salani, sia traducendo la pubblicazione spagnola "Ediciones Junior S. A." che pubblicando in maniera autonoma i 4 cartonati con i  numeri romani. 
Da notare che la serie "Maiznga Z" non è ancora trasmessa dalla Rai, probabilmente la Salani anticipò i tempi sfruttando il "Mazinga Z" visto nei film di montaggio e nel finale de "Il Grande Mazinga"?
Mistero...
In queste prime stampe targate Salani non compare né la Edierre né la Sacis.
Poi tocca al diario di "Mazinga Z", pubblicato nel 1979 per l'anno scolastico 1980/81 su concessione della Sacis dalla Mondadori.
Entra in scena "Il librogioco di Mazinga Z" pubblicato dalla Mondadori nel febbraio 1980 su concessione, per la prima volta, della Edierre.
La dimostrazione dell'importanza del ruolo della Edierre è dato dal cartonato dell'Apemaia, nonostante fosse trasmesso anch'esso dalla Rai come "Mazinga Z"
Nell'aprile 1981 viene pubblicato dalla Mondadori "Il Superlibro dei cartoni in Tivù", in cui ci sono 13 fumetti dei cartoni animati giapponesi, le licenze giapponesi sono multiple, ma tutti su concessione delle "Edizioni Edierre" e delle "Edizioni TV" che pubblicavano "Cartoni in tivù".

Sarebbe da capire l'ordine cronologico dell'acquisto dei diritti, chi ottenne i diritti per sfruttare cosa nello specifico, visto che la Sacis e la Edierre si sovrappongono nella pubblicazione di materiale editoriale.
A qualcuno i fumetti ed altri il resto del cartaceo?
Perché la Salani iniziò le pubblicazioni prima che venisse trasmesso "Mazinga Z" dalla Rai?
Riguardo alla "Ediciones Junior S. A.", parrebbe fosse una costola della Mondadori, oppure che venne acquistata successivamente dalla Mondadori:




Quindi la Mondadori, nel caso fosse stata proprietaria della "Ediciones Junior S. A." nel momento della pubblicazione degli albi spagnoli di "Mazinga Z", era anch'essa licenziataria dei diritti "TOEI/Dynamic Production"?
E' per questo che pubblica parte del materiale editoriale di "Mazinga Z" in Italia?




Inutile dire che i cartonati Salani sono gli stessi di quelli ispanici della "Ediciones Junior S. A.", che però poi scompare, ma resta la Mondadori.
Poi salterà fuori che a questi quesiti, specialmente quelli sulla "Ediciones Junior S. A.", c'è chi aveva già risposto, magari in uno dei tanti saggi in mio possesso e pure recensiti   ^_^

mercoledì 19 marzo 2025

"Gli Eroi di Zero Tester" su "Koper Capodistria" nel 1978?


Ho cercato di esaudire una richiesta informativa sulla trasmissione dell'anime "Zero Tester", con il titolo italiano "Gli Eroi di Zero Tester", sull'emittente ai tempi jugoslava "Koper Capodistria" nel 1978.
Ho cercato abbastanza a tappeto tra tutte le miei riviste, ma non ho rinvenuto nulla, purtroppo i palinsesti di "Koper Capodistria" del periodo erano parecchio stringati, e quando si trattava di cartoni animati, riportavano spesso solo "cartoni animati" o "disegni animati".
Figurarsi poi nel 1978... solo i programmi Rai e della TV della "Svizzera Italiana" erano dettagliati, tutti gli altri palinsesti erano vagamente indefiniti.
Non trovando alcuna informazione utile sul versante cartaceo del 1978, ho quindi fatto la cosa più semplice, fin banale, la stessa che avevo fatto per Danguard:

Cioè ho mandato una mail alla redazione di "Koper Capodistria" per aver lumi su "Gli Eroi di Zero Tester", e se per Danguard la redazione di "Telenova" non aveva potuto darmi alcuna risposta definitiva, in quanto i palinsesti non erano più disponibili nei loro archivi, quelli di "Koper Capodistria" una risposta me l'hanno data  ^_^


"Abbiamo verificato nei nostri archivi e non ci risulta che il cartone animato sia stato trasmesso dalla nostra emittente".

Tra l'altro, dall'invio della mia mail (parte in alto) alla risposta ricevuta oggi, sono passati alcuni giorni.
Quindi non è che l'indomani mi abbiano dato la risposta di cui sopra, cosa che ti fa sorgere il dubbio che manco abbiano controllato.
E' passato un lasso di tempo coerente con una ricerca d'archivio:
"Abbiamo verificato nei nostri archivi e non ci risulta che il cartone animato sia stato trasmesso dalla nostra emittente". 

Più di questo non posso fare   ^_^