Indice alfabetico libri sul Giappone

domenica 30 giugno 2024

Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 19 giugno 2024

 

Perché o per come questo sia capitato, ci siamo ritrovati a distanza di pochi giorni due testate concorrenti (non della stessa galassia, anzi, universo Sprea) con in copertina la stessa eroina, magari sarebbe stato meglio se non fosse successo, sia per le due case editrici che per noi lettori, ma è successo. Amen.
Essendo periodo di anniversari, libri commemorativi, mostre etc. etc. etc., ci può stare.


Piccolo ragionamento da ignorante di dinamiche editoriali, quindi chiedo scusa per lo sproloquio:
quando NSM constava del doppio formato editoriali/manga, le pagine ammontavano a 140, con l'eliminazione dei manga si è scesi attorno alle 80.
Visto che la prima parte della monografia su "Lady Oscar" era di 75 pagine (solo gli argomenti su L.O.) e quella di questa seconda parte è di 82 pagine, considerando che 75+82 = 157, forse potevano pubblicare a dicembre 2023/gennaio 2024 una monografia unica.
Anche perché da quando la testata non ospita più i manga (motivo per il quale ho ricominciato a comprarla), in ogni numero si son risparmiate circa un 50/60 pagine, ergo fare un singolo numero appena più lungo come fogliazione rispetto alle 140 pagine delle origini, non avrebbe ridotto il risparmio totale di costi/carta già ottenuto e che si continua ad ottenere, a fronte di un prezzo immutato.
In questo modo, inoltre, non si sarebbe stati superati in edicola dalla corazzata, anzi, incrociatore stellare Sprea.

Oltre al sommario dei contenuti, sono stati inserite delle mini bio degli autori, non presenti nel sommario della prima parte.
Direi una bella idea.
Come sempre inserisco la prima pagina degli scritti che mi son parsi più interessanti, mio punto di vista.

giovedì 27 giugno 2024

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 20)


Ventesimo numero di "Anime Cult", la cui copertina ospita Madamigella Oscar tra i rovi, la Sprea è riuscita a battere sul tempo "Nippon Shock Magazine", che nel numero in uscita ha anch'essa Lady Oscar in copertina per la seconda parte (la prima parte a gennaio 2024...) del numero monografico sulla nostra eroina in uniforme. 
Vince chi arriva prima in edicola, almeno da me è arrivata prima la Sprea.
Questa è l'annata dell'anniversario oscardiano, tra mostre, libri e dossier, un po' ce la faranno venire a noia, ma solo un cicinìn  ^_^
Come sempre ritengo che il punto forte della testata siano le interviste a personaggi legati al mondo dell'animazione nipponica e all'editoria italica che nel tempo se ne occupò, in questo numero vi sono le seguenti testimonianze:
Simone D'Andrea (doppiatore);
Paolo Ongaro (fumettista);
Davide Murmora e Fabio Valerio (rivista "Mondo Japan");
Stella Orsini e Marco Alabiso (Junior TV, terza ed ultima parte);
Takashi Saijo (animatore).
Patrizia Tapparelli (cantante sigle, prima parte).



Stante la mia antipatia di fondo, qualche sparuto commentatore qui sul blog mi ha tacciato, non a torto, di essere sociopatico, resta ciò che dicevano i latini, cioè "verba volant, scripta manent", ma anche "fiat voluntas tua", che si potrebbe aggiornare in "Sprea voluntas tua"   ^_^
Anche a me giungono voci lontane dal web, una delle ultime ha riguardato la trasformazione di "Anime Cult" da mensile a bimestrale... da quello che ho letto la motivazione addotta è stata che la casa editrice sia venuta incontro alle nostre lamentele di lettori/compratori delle testate Sprea, che ogni mese aumentavano di numero, aumentando anche l'esborso mensile.
Ergo ci sarà una alternanza in edicola tra "Anime Cult" e "Japan Magazine", un mese una, l'altro mese l'altra.
Io ringrazio umilmente il Ceo ed il consiglio di amministrazione della Sprea per aver pensato alle mie finanze personali, ma... ci sarebbero alcuni ma... ^_^
Nel numero 17 di A.C. sempre il nostro Ceo rassicurava che l'uscita del nuovo "Japan Magazine" non sarebbe stato in alcun modo in concorrenza con "Anime Cult", commentando le solite becere polemiche web secondo cui con la nuova rivista mensile dedicata a manga ed anime... "La Sprea si fa concorrenza da sola", replicava con incrollabile sicumera che... "Ma che concorrenza?"
Ma quindi il problema delle troppe testate Sprea su manga ed anime presenti ogni mese in edicola non era poi così tanto campato in aria?
Io il problema me lo ero posto relativamente, in quanto avevo già deciso che non avrei proseguito l'acquisto di "Japan Magazine" per la ripetitività quasi obbligata dei temi trattai con "Anime Cult".
Ora, però, il problema di questa bulimia edicolaia con più testate Sprea (AC, JM, gli speciali a frotte) che trattano tutti la medesima tematica, è diventato un mio problema, in quanto avevo sottoscritto un abbonamento annuale per un mensile e me lo ritrovo bimestrale...
Secondo il Consiglio di Amministrazione Sprea questa loro scelta mi permetterà di liberare risorse economiche per poter acquistare anche "Japan Magazine", mentre io non avevo e non ho alcuna intenzione di farlo, ergo mi ritroverò con una rivista da leggere ogni due mesi invece che ogni mese, come da sottoscrizione dell'abbonamento.
Il dubbio che mi è sorto è stato: 
ora i miei 12 numeri da abbonamento mensile diverranno 6 bimestrali?!

Per evitare di pendere da informazioni web poco attendibili, ho fatto la cosa più banale, telefonando all'ufficio abbonamenti Sprea, la cui gentile addetta mi ha assicurato sul fatto che il mio abbonamento proseguirà fino al numero da me sottoscritto, ergo si trasformerà in un abbonamento di 12 numeri bimestrali, cioè in un abbonamento bi-annuale. Questo perché, come spiegatomi dalla cortese addetta, io avevo pagato un abbonamento PRIMA della decisione di ridurre i numeri annuali, quindi non sarebbe stato corretto dimezzare i numeri spediti.
Sorge, però, un altro dubbio, che si potrà dissipare solo con il tempo, lungo tempo... la rivista "Anime Cult" resterà in edicola per due anni?
E se la Sprea decidesse di interrompere la testata far un anno e mezzo, quando i numeri da me sottoscritti non saranno usciti tutti, cosa ne sarà dei mie soldini?
Io ho fatto un abbonamento annuale anche perché ritenevo che ancora un anno la rivista sarebbe restata in edicola, ma per due anni?
Se avessi saputo che "Anime Cult" sarebbe divenuto bimestrale, non avrei rinnovato l'abbonamento...
Chiaro che questa decisione di trasformarmi un mensile in bimestrale non mi rende euforico, era la prima volta che acquistavo una rivista in abbonamento, credo che non ci sarà una seconda volta.
Non mi è chiaro, però, da quando AC diverrà bimestrale, in quando di fianco all'editoriale del Ceo, che non tocca minimamente la questione, c'è il solito avviso che il prossimo numero sarà in edicola il 23 luglio, quindi salteranno agosto per ritornare in edicola a settembre?



Il primo articolo della rivista è sui bolidi degli anime, molto da forum come scritto, infatti, giocoforza, se si decide di trattare l'argomento (era proprio necessario?), non si può non citare la solita moto di Hiroshi Shiba che ad ogni trasformazione si sfracellava al suolo, ma nell'episodio successiva era sempre bella intonsa.
Caso ha voluto che nel contempo mi sia arrivato il solito meme sul medesimo tema, solo che i meme e i forum, in cui la "curiosità" esposta da AC venne sollevata più di due decenni addietro, sono gratis, la rivista no.
A mio avviso cercare di "diversificare" gli articoli con temi da web gratuito, come questo, è poco efficace, specialmente se il target sarebbero fan dell'animazione giapponese in Italia, se poi il target è cambiato, volendo puntare su lettori occasionali, potrebbe anche aver senso.
Un articolo simile era presente anche nel numero precedente, "Siamo tutti traumatizzati" ispirato dalla pagina FB di "Recensioni Malsane Reloaded".

domenica 23 giugno 2024

Al cinema con gli anime, i film di montaggio italiani tratti dalle serie televisive giapponesi negli anni Ottanta


TITOLO: Al cinema con gli anime, il film di montaggio italiani tratti dalle serie televisive giapponesi negli anni Ottanta
AUTORE: Jacopo Benini
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 296
COSTO: 22,50 €
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9788896133712


Togliamo subito l'elefante, anzi, il brontosauro dalla stanza, il sottotitolo al libro non l'ho capito, azzarderei fin sbagliato, almeno fuorviante:
i film di montaggio italiani tratti dalle serie televisive giapponesi negli anni Ottanta

Come tutte le volte che mi traslano materiale, qualsiasi esso sia, degli anni 70 negli anni 80, la cosa mi ha irritato   ^_^
"Negli anni Ottanta":
gran parte delle serie tv da cui sono stati assemblati questi film di montaggio sono degli anni 70;
gli stessi mediometraggi Toei, poi montati ad arte per trarne film singoli, sono degli anni 70;
alcune delle iniziative commerciali italiche costituite per generare questi film di montaggio, sono state poste in atto negli anni 70, seppure alla loro fine.

Resta che il 1978 e/o il 1979, anche fino al 31 dicembre, restano anni 70.
Cosa costava riportare "i film di montaggio italiani tratti dalle serie televisive giapponesi negli Settanta ed anni Ottanta?
Si noti che degli anime visibili nelle copertine anteriore e posteriore solo due sono degli anni 80, tanto per dire la scelta un po' insensata per il sottotitolo.

Ammetto che quando appassionati/ricercatori tanto anagraficamente giovani (Benini è del 1996) si approcciano ai "miei" cartoni animati giapponesi provo dei sentimenti contrastanti:
sollievo e contentezza perché nuove leve indagano il mondo degli anime anni 70/80 e mantengono vivo il loro ricordo, che altrimenti si oblierà con la nostra dipartita;
un po' infastidito, come se un "estraneo" mi entrasse in casa ad impicciarsi dei fatti miei...

"Loro", le nuove leve, non hanno vissuto il "first impact" e manco il secondo (forse neppure il terzo...), come si permettono di spiegarlo a me che c'ero e che raccolgo documenti e materiale da quando "loro" (gli estranei) manco erano nati o erano all'asilo?

Ovviamente conta il come questi giovani saggisti sviluppano la loro ricerca e trattano l'argomento "vecchi cartoni animati giapponesi"  :]

Uno dei tanti aspetti che una persona nata nel 1996 non può comprendere è che noi guardavamo i primi anime in tv in bianco e nero, solo successivamente le tv a colori entrarono nella case italiche, ma non a casa mia fino al 1986...




Per fortuna sia nella prefazione di Gianluca Di Fratta, che nello scritto dell'autore e nelle interviste a fine saggio, l'argomento è ben esposto.
Poter recarsi al cinema per ammirare i tuoi eroi a colori era un sensazione unica, che poi le trame di questi film e talvolta i nomi non tornassero del tutto con quello che conoscevi, creava un po' di spiazzamento (e di discussione tra amici), ma restava un'esperienza catartica   ^_^
Infatti concordo su tutta la prefazione difrattiana, tranne nei punti in cui, forse, ci si complimenta troppo con gli autori di questi stravolgimenti di montaggio cinematografico, che, stringi stringi, operavano per un mero tornaconto economico, una mezza truffa ai danni di innocenti bambini che volevano vedere solo i propri eroi animati colorati sul grande schermo. Nel caso dei mediometraggi il film era già esistente nella versione nipponica, sarebbe bastato proiettarlo senza pigliarci per il c...   :]
Un po' mi ricorda la questione attuale, presente spesso sulla rivista "Anime Cult", secondo cui dovremmo ringraziare chi alla Fininvest/Mediaset importava anime fuori target, quindi era "costretto" a manipolarli, delocalizzarli, snaturarli e in alcuni casi stravolgerli, per mandarli in onda... mentre in realtà costoro facevano i propri interessi legittimi di stipendiati, non agivano per il bene dell'animazione nipponica in Italia... ma sto divagando.

Capisco che il saggio sia una analisi seria, seppur di un argomento tanto secondario (ed importante!), ma talvolta ho letto dei termini che forse si sarebbero potuti rendere più accessibili:
tool di rimando; bias culturale; sistematizzazione tassonomica; framework teorico"...

E poi ho smesso di prendere nota a pagina 17, perché era solo l'introduzione dell'autore  :]

Nel primo capitolo si riepiloga la storia dell'animazione nipponica, che viene fatta partire, per esigenze di spazio e coerenza con il tema del saggio, dal dopo guerra. Ci si concentra sull'animazione nipponica commerciale, non film d'autore, come commerciali erano i film di montaggio italici.
Per spiegare la parte commerciale delle serie tv nipponiche, anche nei loro esordi con "Tetsuwa Atom", si fa spesso riferimento agli sponsor, tipo l'azienda di cioccolati "Meiji Seika".
Tanti ma tanti anni fa comprai alla libreria Hoepli di Milano due libricini strapieni di pubblicità per ragazzini, ai tempi non sapevo bene neppure il perché di quell'acquisto impulsivo, ma mi è tornato utili più volte:


giovedì 20 giugno 2024

"Perry Rhodan" alcuni articoli di "Perrycinema" del 1979


La rivista quindicinale di fantascienza "Perry Rhodan" per alcuni numeri del 1979 ha ospitato al suo interno un rubrica di cinema, che venne battezzata "Perrycinema", oltre ad un paio di recensioni sui film di animazione giapponese, ovviamente vennero analizzati film di fantascienza non animati.
Ho selezionato alcuni di questi articoli presenti in cinque numeri, anche se probabilmente ne avrei potuti inserire di più.
Come in tutti i precedenti post di questo giugno, oltre a postare questi scritti per poter immagazzinare le riviste in questione, cerco di rendere palese quanti soldini spende un appassionato/a per ricercare il materiale che solo in minima parte poi viene pubblicato su varie piattaforme web gratuite.
Poi arrivano le redazioni o i saggisti, si fanno un giretto qua o là, pescano info che magari riescono anche ad integrare con altre info proprie (magari), confezionano un bel prodotto a pagamento pro domo propria e manco ti danno la soddisfazione di una citazione   ^_^



Ho notato che in queste riviste di fantascienza venivano pubblicate recensioni di film un po' fuori tempo massimo, per esempio lo si può appurare anche in "Verso le stelle", in questo caso venne recensito "Incontri ravvicinati del terzo tipo", che arrivò nelle sale italica nel 1977.
Fosse un articolo di analisi sul film, potrei anche capire, ma è solo la sua sinossi con qualche fronzolo.

domenica 16 giugno 2024

"La via migliore", articoli vari 1978/1979/1980/1981 + un numero completo



Ulteriore post su degli articoli di vario contento presenti in una sola testata, così stavolta mostro anche un rivista abbastanza poco conosciuta:
"La via migliore"

Dato che nei commenti al post sul "Messaggero dei Ragazzi" mi è stato richiesto di inserirne un numero completo (cosa che farò più avanti), anticipo la richiesta per "La via migliore" mettendo tutte le scan del numero di dicembre 1978, così i più interessati all'editoria da edicola per ragazzi si potranno fare un'idea di come era impostata la rivista.
In realtà non sono certo che "La via migliore" fosse venduta in edicola, in realtà, considerando che in copertina non c'è mai il prezzo, probabilmente era regalata, forse tramite la scuola? 
Sia in copertina che in seconda pagina si fa riferimento a "Le Casse di Risparmio e le Banche del Monte" che collaboravano con la scuola elementare, quindi doveva essere una iniziativa promozionale di qualche genere.
Come nei precedenti post a raffica con articoli vari di una singola testata lo scopo è sempre di far spazio in casa e, nel contempo, cercar di far capire a chi è uso saccheggiare i contenuti dei siti di appassionati per avere spunti e/o confezionare riviste/saggistica a pagamento, che i suddetti appassionati spendono tanti soldini per rendere gratuitamente dei contenuti sul web.
Arrivare, prendere spunto, saccheggiare e manco citare, non è simpaticissimo   ^_^
In questo caso, per esempio, nel tempo ho recuperato numeri (purtroppo non del tutto completi) dal 1977 al 1981, e mi sono dovuto accattare pure dei doppioni, pur di colmare dei buchi...
Ovviamente non mi illudo che tali comportamenti cessino con questa mia antipatica sottolineatura, visto che i saccheggiatori del web sono fortemente motivati dalla pecunia, e tale prassi permette a costoro di ottimizzare i costi e tempi, cioè zero costi e tempi zero perché la ricerca l'hanno fatta altri  :]

Si noteranno scan con mancanze ai lati della pagina oppure pagine più storte del solito, il tutto è dovuto al fatto che la maggior parte dei numeri da me recuperati sono rilegati, ergo il rilegatore fustellò le pagine per farle stare nella copertina rigida, non facendo un grandissimo lavoro di precisione...



Si è capito che i "Muppets" c'erano spesso nelle riviste, sia per ragazzi che per grandi, per quanto oggi siano diventati (mi pare) esclusivamente o quasi animati (cartoni o CGI), ai tempi erano qualcosa di nuovissimo e divertentissimo   ^_^
I miei preferiti erano e sono tutt'ora i due vecchietti acidi che criticano lo spettacolo, Hiltom e Waldorf, forse una parte della mia ironia (riuscita o meno è soggettivo) la devo alla loro ispirazione.

sabato 15 giugno 2024

"Selezione dal Reader's Digest" articoli vari 1978/1979/1980


Continua la mia rassegna di articoli con tematica varia su una testata, che ammetto essere un po' caotica come scelta, il cui scopo principale e quello di liberarmi spazio in casa (prioritario!), ma anche rendere palese che per trovare un singolo articolo della carta stampata sui cartoni animati giapponesi dagli anni 70 (o anche anni 60) fino agli anni 80, mi compro pile di riviste che alla fine si possono dividere in tre gruppi:
1) contenenti articoli sui cartoni animati giapponesi, di norma molto basso dal punto di vista numerico;
2) contenenti articoli vari su altri argomenti di interesse del blog, in numero maggio rispetto al n° 1;
3) nessun contenuto a me utile, grandemente maggioritario...

Salviati questi articoli dall'oblio editoriale, alcuni li posti, tutti li inserisci nell'indice dell'Emeroteca Anime a beneficio di chiunque, e te li ritrovi a pagamento su riviste e libri, è seccante  ^_^
Terminata la lagnanza giornaliera, procedo con la testata "Selezione dal Reader's Digest", che era di matrice prettamente statunitense come comparto redazionale, ma con l'inserimento di occasionali articoli declinati per l'Italia.
Di questa testata ho comprato le annate 1978, 1979 e 1980, ho trovato pochino, ma qualcosa è pur saltato fuori, e vista la visione made in Usa della redazione, ci vengono date delle informazioni che spesso mancavano negli articoli della carta stampata nostrana, specialmente sui film e sui programmi televisivi

I numeri della rivista mensile li espongo come al solito in ordine cronologico, la data è ben visibile sulla copertina, ergo non necessitava di un mio intervento per renderla chiara, come fatto nei post precedenti per le altre testate.



Proprio in questi giorni dovrebbe essere reso disponibile su "Disney+" un documentario di Ron Howard su Jim Henson, l'ideatore e creatore dei "Muppets", questo articoli di John Culhane inquadra "i divi di pezza" non dal punto di vista italico (rifarsi agli articoli nostrani), ma da quello statunitense.
L'articolo venne pubblicato nell'aprile 1978, sfruttando l'arrivo dei pupazzi sulla Rai.
Viene spiegato che "Muppets" nasce dall'unione tra i termini "marionèttes" e "puppets", informazione già presentata su un "TV Sorrisi e Canzoni" di presentazione dello show, mentre la mini biografia su Jim Henson ritengo sia un'anteprima.

giovedì 13 giugno 2024

"I Quindici: i libri del come e del perché" - Volume 15 (1968)


Finalmente termino, e quindi posso riporre, i post sui volumi de "I Quindici":








A dire il vero inizialmente pensavo di omettere questo quindicesimo volume, in quanto dedicato alle mamme, visto che ai tempi i papà non è che si occupassero dell'educazione della prole. Infatti il titolo del volume è "Voi e il vostro bambino" e i temi trattati esulano alla grande da quelli di questo blog, oltre al fatto che son passati ampiamente più di 50 anni, quindi per fortuna l'educazione dei figli si è evoluta.
Senza contare che, giocoforza visto quando furono pubblicati i volumi, le valutazioni sull'educazione del ruolo dei maschietti e delle femminucce era abbastanza rigida.
Ho, però, estratto le tematiche che sono più vicine al blog: 
Cinema; dischi; fumetti; libri per ragazzi; televisione.

Ovviamente come erano visti nel 1968, si noterà che non c'è una voce "cartoni animati".

Come ho sottolineato penso in ogni post, i volumi erano di matrice statunitense, con aggiustamenti editoriali italici, quindi un altro motivo che mi spingeva a non inserire quest'ultimo volume era che l'educazione dei pargoli era declinata all'americana del 1968!
Qui sotto riporto le quattro paginette in cui venne spiegato dall'editore che il tutto era stato ricalibrato in base alla cultura educativa nostrana.
La parte con le voci in ordine alfabetico (come tutto il volume) su cinema, dischi, fumetti, libri per ragazzi, televisione sono appena dopo l'introduzione al volume 15.




mercoledì 12 giugno 2024

"Messaggero dei Ragazzi" articoli vari 1979/1982/1983/1984


Quarto post consecutivo con summa di articoli di una singola testata, devo fare un po' di spazio...   ^_^
Stavolta tocca al non tanto conosciuto "Messaggero dei ragazzi" (chiamato anche "Mera"), sempre di impostazione cattolica come "Il Giornalino", che presentava fumetti, articoli redazionali, tematiche religiose, sport, anticipazioni su film, programmi tv, etc. etc. etc.
Qui presento degli articoli di alcune annate, ma ho anche il 1978, 1980 e 1981, tra l'altro non visionabile in emeroteca e di non facilissimo reperimento on line. 
Tanto per ribadire che è facile andare sul web a carpire informazioni su siti, blog e forum gratuiti per pubblicarli in contenuti a pagamento (quotidiani on line, saggi, testate cartacee), ma poi qualcuno i soldini li aveva spesi per riesumare quelle informazioni... bella e comoda la vita così!



Alla fine il misconosciuto "Battaglie nella Galassia" (Galactica) venne abbastanza pubblicizzato sulle riviste per ragazzi. Il recensore probabilmente non aveva gli strumenti informativi per sapere che il film nasceva da un pilot televisivo per una serie televisiva, non era paragonabile al budget di "Guerre Stellari". 
La recensione cerca di mischiare la fantascienza con la fantastoria, gli Ufo erano sempre dietro l'angolo.

lunedì 10 giugno 2024

"L'Illustrazione dei Piccoli" - Rassegna completa dal maggio 1982 al marzo/aprile 1985 (26 numeri)


Trovata parecchio tempo addietro ad un mercatino la serie completa, non me la sono fatta scapare, sia perché su Ebay ha prezzi assai alti, sia perché la testata non è visionabile in tutti i sui 26 numeri nelle emeroteche da me raggiungibili.
La rivista per ragazzi e ragazze esordì con un numero zero, quello qui sopra, in cui erano presenti anticipazioni dei numeri successivi, e si concluse con il numero 25 nel marzo/aprile 1985, dopo qualche problema di mancate uscite ed accorpamento di numeri nel 1984.
Come al solito mostrerò gli articoli che mi son parsi più aderenti al tema del blog, ma inserendo sempre il sommario di tutti i numeri, tranne lo zero perché non presente, chiunque si potrà fare un'idea del loro contenuto.
Con gli occhi di un adulto mi è parsa una bella rivista, all'epoca non l'ho mai vista e comunque non credo l'avrei apprezzata, ero poco interessato ai temi esposti, e comunque ero un pelino fuori target.
La presenza pubblicitaria era limitata, ma costante, con alcuni sponsor che restavano per più numeri, mi ha colpito lo spazio tenuto dalla "Procter & Gamble Italiana", con vari inserti tra il pubblicitario e il propagandistico, che poi sarebbe più o meno lo stesso, ma visto il target della rivista, son rimasto sorpreso. 
I nuovi consumatori andavano pur educati  ^_^
Molto spazio, ovviamente, è lasciato alle immagini, in particolare della natura, delle attività umane, dello spazio, con vari articoli illustrativi della tematica.
Vennero inseriti molti racconti parziali di narrativa per ragazzi, con tanto di immagini di altri autori, forse non sempre citando l'autore originale, ma erano altri tempi.


Trovati i 26 numeri al mercatino avevo le solite due opzioni:
1) sfogliarli tutti in loco;
2) comprarli in blocco e sfogliarli a casa.

E' chiaro che io abbia scelto la due, anche perché il mio scopo finale è sempre quello della ricerca di articoli sull'animazione giapponese in Italia, ed in questo caso, come in altri casi, ho fatto un bel buco nell'acqua... per questo mi altero quado trovo articoli riesumati da me a pagamento altrove, dietro ogni articolo trovato, ci sono pile di riviste senza nulla.
L'unico accenno agli anime è nel numero di marzo 1984, dove è presente una pagina promozionale su Lamù trasmessa da "Euro TV", le informazioni sono, come spesso accadeva ai tempi, un po' errate:
"Lamù prende spunto da una serie molto nota e apprezzata tra i giovanissimi giapponesi.
La storia narra di Lamù, una extraterrestre che, nonostante due piccola corna, è molto carina ed affascinante.
Lamù si innamora di un giovanotto giapponese, Makoto (?!). Purtroppo, il bel fusto (?!?!) è già fidanzato con Shinotu (quasi giusto), una ragazza alquanto gelosa. Il triangolo diventa molto complicato quando Lamù si piazza a casa di Makoto. A rendere tutto più difficile, poi, ci pensano personaggi come Cherry (Sakurambo?!), sua figlia (nipote?) Sakura, Ten, un cugino di Lamù e, infine, il precedente fidanzato di Lamù, Rey.
Una serie televisiva davvero nuova creata per affascinare i giovani fans del cartoon."

Ovviamente non è spiegato che Lamù fosse ispirata ad una Oni, son sbagliati i nomi, non è esplicitato che il "giovanotto" sia uno studente ampiamente minorenne e che Lamù si piazza in casa dei genitori di Makoto.
Come spesso accadeva mi sa che la sinossi la scrisse qualcuno che non aveva visto manco un episodio... immagino la presero da qualche brochure.

Di seguito inserisco sempre la copertina del numero a cui segue il sommario, dove mi è parso che l'argomento collimasse con quelli che posto sul blog, l'ho inserito. Per la maggior parte c'è solo la copertina ed il sommario.

venerdì 7 giugno 2024

"Domenica del Corriere" articoli vari annate 1977/1978/1979


Questo post ha il medesimo scopo personale del precedente su "Il Giornalino", poter riporre in altro loco una serie di riviste che avevo in casa a prender polvere in attesa di postarne i vari contenuti. Con la sostanziale differenza, rispetto alla rivista per ragazzi di relativamente recente acquisizione, che le annate 77, 78 e 79 della "Domenica del Corriere" furono il mio primo acquisto in blocco accaduto anni ed anni addietro.
Come per il post con vari articoli de "Il Giornalino" il risultato finale sarà un po' caotico, con vari argomenti in parte senza nesso tra di loro, ma dovevo assolutamente immagazzinare queste riviste  ^_^

P.S.
E non ho finito post simili!  :]

P.P.S.
Così, forse, meglio si potrà comprendere cosa voglia dire e quanto possa costare fare ricerche come le mie (e di altri), e perché mi secca trovare gli inutili e vetusti contenuti riesumati da me in altri lidi a pagamento.


Essendo un articolo del 24 marzo 1977, si viveva ancora una televisione che trasmetteva programmi per ragazzi pre era goldrekkiana, quindi quello che ci veniva elargito era tutto grasso che colava, non c'era molta scelta:
"O così o pomì" (cit. pubblicitaria)  ^_^

Non che non sia affezionato a "Supergulp!", ma le opzioni erano questo e/o "Scacciapensieri" e poco altro...
Lo ammetto, io aspettavo spasmodicamente l'appuntamento settimanale con "Supergulp!" per il cartone dell'Uomo Ragno, tutto il resto variava dal molto simpatico (Nick Carter o il "Gruppo TNT") al "che noia" (il resto dei fumetti di matrice italica/europea).

mercoledì 5 giugno 2024

"Il Giornalino" articoli vari annate 1978/1979/1980/1981/1982



Nella mia ricerca di documenti ed articoli mi sono accattato un po' alla volta cinque annate complete de "Il Giornalino", dato che avevo comprato le annate 78 e 79 per la la caccia al primo episodio di Danguard, ho proseguito con gli anni 80, 81 e 82.
Ho trovato un buon numero di materiale sull'animazione giapponese, ma anche vari articoli su temi che sul blog tratto, quindi in questo post inserirò 10 redazionali, forse la summa del tutto risulterà un po' un minestrone, ma altrimenti mi sarebbero rimasti in casa tutti questi numeri a prender polvere  ^_^
Piccola ripetuta noiosa chiosa:
quando mi arrabbio perché del materiale riesumato da me finisce in altri siti, specialmente se a pagamento, oppure su testate cartacee a pagamento, è perché le cinque annate di cui sopra e sotto, me le sono comprate, non ci ho inciampato durante una camminata...
E' troppo facile e poco simpatico pubblicare riviste e libri sfruttando l'incipit di siti gratuiti.
Chiusa la chiosa, passo ai singoli articoli esposto in ordine cronologico, si noterà che nel caso di recensioni di film presenti al cinema, ti spoileravano il finale...


Quando dall'aprile 1978 in poi i cartoni animati giapponesi verranno accusati di sfruttare economicamente gli innocenti bambini e bambine italici, cosa anche vera, parte dei giornalisti omisero o si dimenticarono che lo sceneggiato e i film di Sandokan ebbero il medesimo scopo.
In particolare l'articolo si riferisce al secondo film con Kabir Bedi, di cui ho già trattato:


sabato 1 giugno 2024

Il paese incantato, i giardini segreti di Hayao Miyazaki


TITOLO: Il paese incantato, i giardini segreti di Hayao Miyazaki
AUTORE: Lidia Zitara
CASA EDITRICE: Pendragon
PAGINE: 318
COSTO: 22
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833645766


Parto che le solite premesse d'obbligo, per cercare di evitare equivoci, che sul web non mancano mai  ^_^
Non capisco nulla di giardinaggio, in casa non ho neppure una piantina e neppure la voglio.
Non capisco nulla di paesaggistica, architettura, tecniche di disegno animato e colorazione.
Per questi motivi, oltre a cercare di illustrare il contenuto del saggio con il mio scritto, ho inserito alcune scan (quasi tutte del capitolo su "Porco Rosso"), così da evitare di scrivere castronerie su tematiche a me ignote.
Ho apprezzato il saggio in quanto affronta i film di Miyazaki da punti di vista differenti dal solito, in particolar luogo quello dei giardini, di cui l'autrice è un'esperta, trattando la tematica come professione.
Ribadendo che consiglio la lettura del libro, mi permetterò di fare qualche critica, anche perché la stessa autrice non ne lesina verso i giornalisti italici, la saggistica di settore (anime e manga), i doppiaggi nostrani dei film di Miyazaki e tante ed altre varie.
Si può dire che scriva in maniera schietta, occasionalmente un po' astrusa, almeno per il mio livello culturale, ma comunque, nella totalità del libro, comprensibile.
La lettura del libro mi ha fatto venire voglia di rivedere i film, tanto per capire se ho compreso qualcosa in più dell'apparato grafico e dei fondali.
E' importante specificare che nel saggio non c'è la sinossi precisa dei film e delle serie, ci sono solo accenni a parti, non essendo il tema del saggio, quindi chi non li ha visti non comprenderà i riferimenti descritti.
Nell'introduzione l'autrice spiega che il libro si occuperà dei "paesaggi di Miyazaki", però non nel senso generale di come l'artista espone le proprie storie ed idee, ma proprio nel senso letterale del termine "paesaggistico", comprensivo di fondali, tecniche di disegno animato e coloritura dei cell. In qualche saggio è stato proposto un approccio simile, ma non mi pare fosse una delle basi dello scritto, come è invece in questo.
Sempre nell'introduzione viene riportato che il libro "non prenderà in esame aspetti psicologici, concettuali o tecnici, già affrontati altrove con grande capacità". Solo che "l'altrove" nel libro non è del tutto chiaramente esplicitato, perché totalmente assente la bibliografia e la sitografia. Il problema è che, se nell'introduzioni si muovono critiche alla saggistica in lingua italiana (su cui posso anche concordare, basta pensare alla collana "Ultra Shibuya"), motivo per il quale si è attinto a quella anglosassone e poi non viene inserita la bibliografia, mi pare che si crei un corto circuito logico. C'è da dire che di norma è la casa editrice a decidere di non inserire le pagine di bibliografia e sitografia, non chi scrive il libro. Qualche informazione è comunque presente, in quanto nelle note a piè di pagina ci sono vari titoli di libri e siti, ma leggere la bibliografia e la sitografia sarebbe stato meglio.
Stante che il saggio si sarebbe dovuto occupare di paesaggio, architetture, fondali, tecniche di disegno animato, colorazione e giardini, non mancano gli off topic in tema animazione giapponese, che vanno pure bene, bastava non scrivere nell'introduzione l'opposto.
Ci sono, poi, occasionali off topic degli off topic, politica, politica estera, valutazioni su gruppi come gli otaku, maschilismo ed altro, che forse si potevano evitare. E' vero che pure io qui sul blog ogni tanto butto lì qualche battuta di attualità, ma qui non paga nessuno, pagare un libro su Miyazaki e leggere certe valutazioni descritte, risolte e sentenziate in due righe, mi ha parzialmente distolto da una lettura rilassata del libro, ma ci tornerò più sotto.
Il primo capitolo funge da spiegazione al lettore di come l'autrice venne a contatto con l'animazione giapponese, cioè in televisione. Non mi è chiara la sua età, quindi ipotizzo, da quello che scrive, sia più giovane di me, infatti a pagina 19 sposta "Lupin III" negli anni 80, mentre il ladro nipponico arrivò sia in televisione che al cinema nel 1979, fine 1979, ma sempre 1979:



Per l'autrice il colpo di fulmine fu il giorno della Befana 1987 con la trasmissione del film "Nausicaa" su "Rai 1" (link). In questo passo viene scritto che "per la prima volta nelle nostre vite un cartone animato si presentava come un film". Non mi è chiaro se il "nelle nostre vite" sia riferito a lei e alla sorella (con cui vide il film) o "nostre" di bambini italiani. Immagino sia la prima interpretazione, anche perché "noi" vedemmo un vero film animato in televisione quando veniva trasmesso dalle tv private locali l'Hols/Valiant di Isao Takahata, che benché contenesse qualche canzoncina (comunque triste), aveva toni seri ed adulti.

Il secondo capitolo prende in esame i fondali e i paesaggi delle prime serie tv a cui Miyazaki partecipò (con la regia di Takahata). Stante che ognuno ha i suoi gusti, il giudizio su Heidi mi vede agli antipodi, e lo trovo pure un pelino offensivo, visto quello che la pastorella svizzero nipponica ha fatto in Italia per gli anime:
"In verità - come per molti dei prodotti per la TV che ho visto da giovanissima - se oggi mi chiedeste di rivederlo preferirei un calcio nella rotula"...

Quindi l'autrice ha scritto un paragrafo sulle parti di Heidi disegnate da Miyazaki senza rivedere la serie?
Io Heidi l'avrò rivisto nei decenni una decina di volte, ed ogni volta l'ho trovo sempre più bello... forse il giudizio si poteva omettere o almeno evitare la confessione di non aver più rivisto la serie.
Piccola nota sulle battuta del "calcio alla rotula", non è l'unica e vi sono riportate anche battute del web, a mio avviso son cose che possono andare bene su un blog o sui social, non in un saggio.
Mia opinione  :]
Ad Anna, anche sul versante dei giardini, è dedicato un po' più spazio, spero che l'autrice abbia rivisto la serie senza doversi tirare un calcio nella rotula  ^_^
"Conan il ragazzo del futuro" ha un numero di pagine maggiore rispetto alle altre serie tv, e lo si esamina dal punto di vista del layout, fondali e tecniche di disegno, che poi è lo scopo finale del saggio.