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lunedì 21 ottobre 2024

Annuari 1981/1982/1983 con i fatti del 1980/1981/1982 "Nuovissima Enciclopedia Universale Curcio" - focus su televisione e radio


Con questo secondo post termino di illustrare gli "Annuari Curcio" nei pochi punti che trattarono dell'animazione giapponese in Italia per i volumi del 1981, 1982 e 1983, in cui sono presenti i fatti del 1980, 1981 e 1982.
Nel precedente post ho inserito gli "Annuari Curcio" del 1978, 1979 e 1980 con i fatti del 1977, 1978 e 1979, il volume con più materiale sugli anime è quello del 1980, con i fatti del 1979.
Rimando al post di cui sopra per la comparazione tra i tre annuari che ho trovato fino ad oggi (Rizzoli, Age e Curcio) e per le varie spiegazioni sul perché abbia inserito meno scan rispetto agli "Annuari Rizzoli".
Per i volumi 1981, 1982 e 1983 (con i fatti del 1980, 1981 e 1982) ho scelto solo le pagine inerenti la "Televisione e radio", in quanto in nessuna altra pagine si faceva riferimento ai cartoni animati giapponesi. Tra l'altro gli anime vengono appena citati, e sempre in maniera negativa.



Ho riunito qui sopra le poche righe dedicate agli anime nei tre volumi, più sotto ripresentate nel loro contesto originale. Tutti e tre i commenti a "Televisione e Radio" sono di Mario Balvetti, che si era occupato di "Televisione e Radio" anche nel volume del 1980 (con i fatti del 1979), infatti il tono è sempre lo stesso, negativo, molto negativo. In questi anni di ricerche di articoli sui cartoni animati giapponesi ho imparato che, quando in poche righe il giornalista li stronca senza appello, il valore del giudizio (negativo) non deve essere sminuito, in quanto il pregiudizio si protrarrà nei decenni, fino ad arrivare a pochi anni fa.
Nel volume del 1981 con i fatti del 1980 il giornalista liquida i cartoni animati giapponesi con l'aggettivo "insopportabili", ricordando che "predominano", tipo invasione degli Unni...
Nel volume del 1982 con i fatti del 1981 bastano tre parole: "giapponesi, l'orgia continua".
Nel volume del 1983 con i fatti del 1982 si cercò si sviluppare un po' di più la critica:
"La Tv dei ragazzi anche nel 1982 è stata caratterizzata dalla massiccia presenza dei cartoni animati giapponesi che nelle ore pomeridiane assolvono unicamente la funzione di baby sitter televisiva riversando negli innocenti ragazzini che li guardano la violenza esasperata degli eroi extraterrestri e dei loro robot insieme alle lacrimevoli storie degli orfanelli tutti pelle e ossa".

All'autore sfuggì l'aspetto che forse le "lacrimevoli storie degli orfanelli tutti pelle e ossa" permisero di mantenere vivi dei titoli di letteratura per ragazzi, anche italiana, che altrimenti nessuno più avrebbe letto. 
Può anche essere che la tv ci abbia fatto un po' (tanto) da baby sitter, come oggi lo sono i videogiochi e/o gli smartphone, ma quei cartoni animati giapponesi non "assolvevano unicamente" a questa funzione, raccontavano storie, trasmettevano valori.
Sarebbe bello che gli adulti di oggi non si trasformino in tanti grandi Mario Balvetti, che giudicavano quei programmi senza cercare di seguirne qualche puntata, perché secondo me il giornalista non se li guardò mai due episodi completi di una qualsiasi serie animata giapponese, altrimenti mezza cosa valida l'avrebbe pur trovata. 



C'è da dire che Balvetti non era critico solo verso i cartoni animati giapponesi, ma in generale la televisione italiana non lo aggradava molto   ^_^



Inizia ad essere commentato il "Marco Polo" della Rai.
Si inizia a parlare di "Canale 5" e Berlusconi, che lancia la concorrenza alla Rai, viene definito il "boss di Canale 5"... beh... magari involontariamente, ma ci azzeccò parecchio   ^_^


Viene dato conto della perdita di telespettatori della rai, ovviamente a favore delle tv private, locali ed ormai quasi nazionali.
Nella trattazione dei programmi televisivi del 1982 sparisce la parte inerente solo le tv private, viene riepilogato tutto assieme, pubblico e privato.
Vengono citati i nuovi network privati "Italia 1" e "Rete 4", "Canale 5" era già assurta alla cronaca del volume precedente.
Viene dato conto dell'incredibile regalo della Rai a "Canale 5" con la cessione di Dallas.
Viene riportato che il glorioso "Giochi Senza Frontiere" terminerà per i costi troppo alti di produzione.


 

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