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sabato 20 novembre 2021

"Il televisore questo elettrodomestico", di Ivano Cipriani - "Il giornale dei genitori" ottobre/novembre 1977


Per quanto riguarda gli articoli dell'Emeroteca Anime ho trovato ben 13 scritti in cui la redazione de "Il giornale dei genitori" si occupò tra il marzo del 1979 ed il gennaio del 1983 a vario titolo dei cartoni animati giapponesi. Questa rivista mensile era di matrice pedagogica, uno dei suoi direttori fu Gianni Rodari, quindi era normale che si occupasse dei programmi trasmessi dalla televisione, che tanto influenzavano noi bambini (e gli adulti).
Con l'arrivo degli anime in Italia il dibattito sulla dannosità della televisione si scatenò come mai prima, il nemico era l'alieno nipponico che non aveva santi nel paradiso politico/culturale italiano, ma la rivista si occupò dell'elettrodomestico anche prima dell'avvento di Goldrake e soci.
Quale era il suo punto di vista nell'era pre-goldrakkiana?
Per inquadrare meglio lo scritto preciso che del suo autore, Ivano Cipriani, ho trovato ben 9 articoli che trattarono dei cartoni animati giapponesi, inoltre scrisse nel 1980 il saggio "La Televisione".
Preciso che la posizione di Cipriani verso gli anime non era di condanna assoluta, non era molto informato in merito, ma ho letto ben di peggio da parte di altri esperti.
L'articolo è del numero di ottobre/novembre 1977, quindi i personaggi citati che andavano in voga erano FuriaSandokan e Lassie, tutti di matrice non nipponica, anzi, uno era 100% italiano.
Noi bambini (compresi quelli un po' più grandi di me nel 1977) eravamo già influenzati dai programmi televisivi, come si può leggere nel saggio pubblicato nel 1976 "I bambini e la tv, la prima ricerca sull'esperienza televisiva dai 3 ai 6 anni", lo eravamo a maggior ragione a fine 1977.
L'elettrodomestico televisione era già usato come baby-sitter elettronico (come scrive lo stesso autore) prima dell'avvento di "Atlas Ufo Robot", come oggi lo sono i tablet o gli smartphone, ma i programmi che fungevano da catalizzatori della nostra attenzione (che quindi non si riversava per alcune ore sui nostri genitori) non erano visti come particolarmente preoccupanti, destava timore maggiormente il tempo passato davanti ad essa, più che i programmi trasmessi.
Solo con l'arrivo dei cartoni animati giapponesi i due fattori, tempo davanti alla tv e programmi della tv, si fonderanno generando polemiche mai viste prima e nemmeno dopo.
Ivano Cipriani cerca di dare alcuni consigli su come moderare l'influenza della televisione, consigli pratici, tipo non guardarla al buio, che è un buon consiglio sia per bambini che per adulti, per il resto si chiede, un po' rassegnato, cosa in realtà si possa fare per ridurne il potere sui giovani.
Tra l'altro l'autore non propugna di vietare la televisione ai bambini, come alcuni fanatici facevano ancora nel 1977 e nel 1978...
Quello che mi colpisce è che a fronte della non ancora presenza dell'animazione seriale nipponica in tv questo dibattito non ebbe eco sul resto della carta stampata, ogni tanto qualcuno lo tirava fuori, ma il tema non interessava.
Avremmo dovuto aspettare il nemico animato giapponese per saldare la santa alleanza contro la pericolosità della televisione   ^_^



Qui sotto lo scritto un po' più ingrandito.



 

5 commenti:

  1. Io vedevo volentieri "una lingua per tutti", ci ho anche imparato un po' di spagnolo (il tedesco non mi piaceva). Mi piaceva anche "Tuttilibri".
    E non c'erano i canali tematici, è che allora la televisione non doveva "necessariamente" essere antitetica alla cultura.
    E' tutta questione di offerta, se ai ragazzi proponi anche questo, poi puoi tranquillamente dargli anche Sandokan (che all'epoca era visto come qualcosa di leggero ma era un signor sceneggiato con nobili ascendenze letterarie) e Goldrake. Se invece proponi -solo- spazzatura e tonnellate di pubblicità, è un altro discorso.
    Tutti questi giornalisti e intellettuali di sinistra sono fantastici: pestavano su Goldrake e non immaginavano cosa sarebbe diventata la televisione per i bambini da lì a qualche anno. Il problema non è l'Era Goldrake, ma l'Era Bim Bum Bam. D'accordo che nel 77 era difficile capirlo, ma gli intellettuali dovrebbero avere un minimo di preveggenza.

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    1. Secondo me, da quello che ho letto in questi anni sulla stampa del periodo, per l'élite culturale o anche solo per gli "esperti" la tv era già considerata da ebeti, oggi è da ebeti di più, ma era già antitetica alla cultura.
      Facevano eccezione alcuni programmi teatrali o documentari, qualche film impegnato.
      Bium Bum Bam in origine era un mero contenitore di cartoni animati, come Ciao Ciao, ma anche nel primissimo periodo con conduttori era un programma abbastanza normale, poi non so se sia peggiorato, dato che non lo vedevo.
      O meglio, magari registravo un anime (anche da adulto!), ma poi saltavo tutte le menate tra i conduttori.

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    2. Le menate tra conduttori (mi ricordo un nome, Carlotta) e pupazzo UAN, a mia memoria erano sempre finalizzate all' acquisto di qualcosa.
      La RAI monopolista, con tutti i suoi difetti, per me non era afatto "antitetica" alla "cultura".
      Forse sono troppo fondamentalista quando commento sulla Fininvest?... boh!

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    3. Non dico fosse antitetica alla cultura, ti dico che, da quello che ho letto sulla stampa del periodo, chi aveva livelli alti di cultura e scriveva sui quotidiani la considerava da decerebrati.
      Beh, da quel versante pare si sia entrambi poco inclini a incensare il gruppo :]

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  2. Secondo me le nuove generazioni, intendo quelli che sono bambini/adolescenti adesso sono molto più rincoglioniti di noi cresciuti negli anni 70. Si ammazzano tutto il giorno con videogames anche violenti, smartphone e computer. Si fanno i selfie per poi condividerli su Instagram e FB. Io personalmente da piccolo, ma anche adolescente o post adolescente oltre alcune animazioni giapponesi ( remi e Anna dai capelli rossi su tutti) ero un appassionato di documentari a tema scienza e fantascienza, e qualche volta mi capitava di leggere anche alcune riviste, cosa che le nuove generazioni sicuramente non fanno

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