Indice alfabetico libri sul Giappone

domenica 26 maggio 2024

"I giapponesi in ritirata" - "WOW fanzine di fumetti, fantascienza, cinema" marzo/aprile 1980


Quello che mi sorprende sempre, oltre al tono accusatorio e ai contenuti disinformati degli articoli della carta stampata generalista del periodo, fu l'atteggiamento delle riviste sui fumetti e sulla fantascienza, che, invece e forse, avrebbero potuto fare uno sforzo informativo. 
L'approccio di questa stampa di settore verso l'animazione seriale giapponese trasmessa dalle emittenti italiane fu nella quasi totalità di due tipologie:
totale disinteresse;
riproposizione dei cliché divulgativi proposti dalla stampa generalista.

Quanto sarebbe stato premiante leggere oggi un articolo del marzo/aprile 1980 su una di queste pubblicazioni sui comics in cui si faceva tabula rasa di tutte le fake news veicolate dai quotidiani, settimanali e mensili?
Purtroppo quasi sempre non fu così...
Fa piacere rendersi conto che spesso nei decenni a seguire gli autori di questi articoli e i direttori di quelle testate cambiarono anche opinione, ma più piacere avrebbe fatto averli dalla nostra parte durante lo tsunami mediatico contro gli anime della primavera 1980.
L'editoriale che ho riesumato è della testata milanese "WOW fanzine di fumetti, fantascienza, cinema", non è firmato, ma essendo un editoriale posso immaginare facesse capo al direttore.
Tra l'altro la testata vantava (lo si può leggere nella parte sinistra della pagina qui sopra appena sotto la mappa del mondo) pure un corrispondente dal Giappone, Hiroshi Tanabe, perché non interpellare lui su quello che veniva pubblicato dal 95% della stampa italiana? 
Nell'editoriale si narra della "ritirata dei giapponesi", ed il tono di rivalsa verso questi fumetti e cartoni animati alieni è tanto forte quanto errato a medio, lungo e lunghissimo termine.
Probabilmente farò la figura dell'antipatico a riesumare questo breve scritto, ma è un po' come leggere le giustificazioni dei collaboratori Fininvest/Mediaset per gli stravolgimenti degli anime, in questo caso "carta canta", in quel caso gli "adattamenti cantano".
Lo scritto parte pacato... definendo i disegni animati giapponesi come poveri di idee, di contenuti e violenti. 
Solo chi non ne aveva mai seguito neppure mezzo episodio poteva etichettarli come "poveri di contenuti ed idee"... se quelle storie avevano un pregio, fu proprio quello dell'originalità, se paragonati a quello che ci facevano vedere prima del febbraio (Heidi) e aprile (Goldrake) del 1978.
Mentre sulla violenza ci poteva anche stare l'appunto, ma non replicando a pappagallo ciò che veicolava la carta stampata generalista e la gran parte degli "esperti", magari spiegando il perché nei disegni animati giapponesi c'era più violenza rispetto ai cartoni di "Hanna & Barbera".
Non solo, si informava il lettore che editorialmente i fumetti ispirati ai cartoni animati giapponesi, che a parte il Mazinga e la Candy Candy pubblicati dalla "Fabbri Editori", erano tutti di matrice italiana, erano un cattivo affare editoriale, perché le polemiche contro i "vari Mazinga" ne avevano causato un crollo di vendite.
Per l'editorialista l'invasione dei super robot e dei lacrimosi orfanelli di marca nipponica era durata meno del previsto, il tono è sollevato, il nemico è sconfitto, forse?   ^_^
La parte, però, che mi ha fatto abbastanza inorridire, in quanto veicolata da una testata, per quanto piccola, dedicata a "fumetti, fantascienza, cinema" è l'accenno ai prodotti nipponici "studiati e creati su fredde base scientifiche, figli del computer"... ma in redazione non potevano interpellare Hiroshi Tanabe?
Nessuno di loro aveva visto sulla Rai "Heidi, Goldrake, Harlock and co.", di Giuseppe Breveglieri?
A quanto pare nessuno si avvalse della collaborazione del loro inviato nipponico e nessuno vide il servizio di "Tam Tam" del Tg1 dell'aprile 1979... perché gli anime erano disegnati tutti a mano!  T_T
I giudizi negativi non terminano, i cartoni animati giapponesi si beccano in sequenza:
lacrimosi orfanelli; serials spettacolosi e crudeli; uguali tra loro; privi di genialità; privi di inventiva; privi di valore letterario; privi di umanità; serie violente e vuote; diseducativi; l'influenza negativa esercitata sui giovanissimi.

Cioè... distrutti su tutta la linea, condannati in contumacia, nessun appello possibile.
La cosa triste è che ci si beava del fatto che le polemiche della carta stampata e la crociata dei genitori di Imola causarono il crollo delle vendite in edicola dei fumetti derivati dagli anime.
Per l'editorialista misterioso "nessun rimpianto per i mazinga perduti" (emme minuscola di Mazinga), ma nel contempo si domandava se gli editori italiani avrebbero sfruttato il crollo di vendite dei brutti, sporchi e cattivi "spaghetti manga" per dare spazio agli autori italiani.
Non sono un esperto, ma a grandi linee direi che la risposta fu no.
Poi ci sarebbe da capire se, effettivamente, dopo le pesanti e a tratti farneticanti polemiche della primavera 1980, ci fu un crollo di vendite in edicola di tali prodotti editoriali, forse da qualche parte ho dei dati.

Qui sotto la copertina del numero in questione.


 

3 commenti:

  1. "Per l'editorialista misterioso "nessun rimpianto per i mazinga perduti" (emme minuscola di Mazinga), ma nel contempo si domandava se gli editori italiani avrebbero sfruttato il crollo di vendite dei brutti, sporchi e cattivi "spaghetti manga" per dare spazio agli autori italiani."
    Mah, mi sembra un tipico esempio di "wishful thinking"... questi fanzinari tendevano a credere che la crisi del fumetto italiano, che allora mostrava solo i primi segni, fosse tutta da imputare ai cattivi giapponesi, mentre erano ben altre le cause (per esempio le tv private, che moltiplicavano gli spettacoli e perciò toglievano tempo alla lettura del fumetto, sarebbero esistite anche senza Goldrake... o i videogiochi, o chessòio...).
    Avevano creato un comodo capro espiatorio, e s'illudevano che tolto quello, tolto il dente marcio.
    Buffo però, perché non volendo, in parte ci avevano azzeccato.
    Oggi buona parte di quella esigua nicchia che è diventato il mercato del fumetto è appunto dominata dal manga e dallo "spaghetti manga"... Mah!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì insomma, si facevano delle illusioni ... un po' di musica, và...

      https://www.youtube.com/watch?v=rlZ97mhzArc

      Elimina
    2. Già, ed oggi si sono riconvertiti in pro manga ed anime ^_^

      P.S.
      Mi sfugge la cit. musicale >_<

      Elimina