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giovedì 4 novembre 2021

Figurine Panini, storia di un impero industriale di una famiglia e di un fenomeno di costume



TITOLO: Figurine Panini, storia di un impero industriale di una famiglia e di un fenomeno di costume
AUTORE: Nunzia Manicardi
CASA EDITRICE: Guaraldi
PAGINE: 295
COSTO: 10 
ANNO: 2000
FORMATO: 22 cm x 15 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 7988880491992



Lo scorso marzo avevo recensito un altro saggio sulla "Panini", "Panini, storia di una famiglia e di tante figurine", pubblicato nel 2020.
Quello che recensisco oggi fu pubblicato nel 2000 e trovo sia più esaustivo ed interessante, inoltre più corposo, infatti, benché le pagine siano minori, il carattere di scrittura è molto più piccolo, ergo più parole scritte.
Ci sono anche più informazioni sull'aspetto industriale e finanziario della Panini, compresi i vari cambi di proprietà fino al 2000, a cui seguì quello che vede l'attuale assetto.
Uno degli aspetti poco presenti nell'altro saggio era quello prettamente produttivo, qui molto più approfondito, poco più sotto inserisco un racconto di Umberto Panini a titolo di esempio.
I due saggi meritano la lettura, questo un po' di più, a mio avviso.
Vengono presentate le testimonianze di molti dirigenti storici della Panini (tra i tanti Arrigo Beltrami e Alfredo Roma), che vissero sia la nascita dell'azienda che il primo poco felice cambio di proprietà.
Rammento che ai tempi seguì sulla stampa con sommo dispiacere quelle continue vendite della Panini, anche perché nel periodo in cui furono in mano a Robert Maxwell le cose andarono male.
Non ci sono solo i ricordi dei manager e dei Panini stessi, ma anche di amici, parenti e dipendenti, tra le tante c'è la testimonianza del fotografo ufficiale della Panini, Franco Vignoli.  

Sia il saggio quello del 2020 che questo non contemplano informazioni sugli album dei cartoni animati giapponesi, a parte un piccola citazione di Heidi presente in questo del 2000 a pagina 89 (scan qui sotto) ed un accenno al fatto che tra le poche nazioni in cui la Panini non sbarcò mai ci fu il Giappone, ma non viene spiegato il perché.



Più volte i protagonisti (famiglia Panini e loro collaboratori) ribadiscono il concetto che era difficile immaginare se un album avrebbe incontrato il favore  dei loro piccoli clienti, come esempio viene fatto quello dell'album della nipponica Heidi, a cui nessuno di loro dava alcun credito, ed invece...   ^_^
I gusti dei bambini, di allora e di oggi, sono difficile da classificare, tematiche che gli adulti della Panini ipotizzarono potessero avere successo furono dei flop, altre figurine prodotte con un certo scetticismo andavano esaurite appena la bustina arrivava in edicola.
A questa regola facevano eccezione gli album sul calcio, ovviamente  :]
Un aneddoto interessante riguarda il destino delle figurine di collezioni che si dimostrarono poco richieste, che finivano direttamente nell'inceneritore. Questo perché gli edicolanti avevano diritto al reso pagato della merce, e quindi costava di più lasciare in circolazione figurine poco richieste piuttosto che bruciarle tutte.


L'aneddoto di Umberto Panini, che in azienda tra i quattro fratelli era il "tecnico", non per nulla inventò la Fifimatic(!), rende bene i temi trattati dal saggio e come essi vengono piacevolmente esposti.
La lettura di un libro come questo va accompagnata dalla visione di una bellissima brochure del 1976 pubblicata dalla Panini, che ebbi la fortuna di reperire ad una fiera del fumetto parecchi anni fa:




A pagina 189 si può leggere cosa successe la volta in cui venne pubblicato l'album "Discoteche d'Italia '93", tanto per ribadire che dai cartoni animati giapponesi diseducativi a "Squid Game" che influenza negativamente i bambini, le cose non sono cambiate molto, ed un lungo filo di isterismo collettivo unisce tutti questi decenni... 


 

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