tag:blogger.com,1999:blog-6351656037606325306.post7242787745414855087..comments2024-03-27T17:09:44.063+01:00Comments on Imago Recensio: Giocattoli italiani in crisi e cartoni animati giapponesi - 5 articoli tra il 1978 e il 1980stengohttp://www.blogger.com/profile/15384899791955108259noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-6351656037606325306.post-65410117750563388332014-07-18T13:17:42.958+02:002014-07-18T13:17:42.958+02:00Ciao a te e grazie del commento ;)
Un paio di appu...Ciao a te e grazie del commento ;)<br />Un paio di appunti al tuo appunto :)<br />Però il discorso dei maggiori costi (comprese le materie prime) rispetto all'oriente vale da sempre, anche oggi, con la sola differenza che negli anni 70 e 80 si poteva svalutare la lira. Una bella svalutazione e l'export s'impennava, ma non il mercato interno.<br />Ma per rimanere sia sul mercato interno (quindi senza il vantaggio della svalutazione) che su quello estero (nonostante il vantaggio della svalutazione della lira) bisognava, come di ci tu, innovare.<br />Ma cosa vuol dire innovare?<br />Creare nuovi giochi oppure seguire l'onda. <br />E qui, scusami tanto, ma i gusti dei bambini sono prioritari. <br />Tu puoi fare il più bel trenino del mondo, al costo più competitivo del mondo, ma se il bambino vede sullo scaffale il videogioco portatile del Gundam, o il Gundam stesso, il tuo trenino rimane a prendere polvere:<br /><br />http://imagorecensio.blogspot.it/2014/03/guindam-lsi-portable-game-bandai-1981.html<br /><br />La Polistil cercò di creare dei videogiochi all'italiana, alcuni li comprai anch'io:<br /><br />http://imagorecensio.blogspot.it/2013/12/memoquiz-polistil-1979.html<br /><br />Ma non c'era paragone tra il Memoquiz e "Gundam LSI Portable Game Bandai"!<br /><br />Come ho fatto notare in questo post (non che abbia scoperto un segreto industriale) ad un certo punto le industrie italiane del giocattolo cercarono di restare sul mercato (vedi, di nuovo, restare al passo coi gusti di noi bambini di quel periodo) comprando varie licenze dai giapponesi.<br />Ma come l'Atlantic insegna con le licenze di Goldrake e Capitan Harlock talvolta arrivarono nei negozi a boom finito.<br /><br />Per ultimo, per una volta, eviterei di dare la colpa ai governi. Un'azienda privata è un'azienda privata. Non puoi mica aspettare che il ministero dell'industria di crei il videogioco nuovo o ti obblighi ad avere idee innovative. <br />L'Italia non sviluppo mai un'industria del videogioco, nè personaggi italici nuovi su cui sviluppare il merchandising nel mondo, colpa della politica?<br /><br />Tutto questo discorso vale, a mio avviso, più per i giocattoli per i maschietti, perchè quelli per le bambine erano meno innovativi.stengohttps://www.blogger.com/profile/15384899791955108259noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6351656037606325306.post-6388925071403954542014-07-18T02:13:50.968+02:002014-07-18T02:13:50.968+02:00Ciao, bella ricerca, un solo appunto, la crisi del...Ciao, bella ricerca, un solo appunto, la crisi del giocattolo (o meglio della fabbricazione di giocattoli in Italia) ha una causa molto meno poetica purtroppo, non dipese dai cambi di gusti dei bambini ma dall'aumento del costo della manodopera italiana portando ad una progressiva quanto inevitabile migrazione dalle fabbriche italiane alle fabbriche orientali e lasciando in Italia solo importatori di giocattoli e non fabbricanti... i grandi marchi italiani avrebbero potuto sopravvivere se avessero investito maggiormente in ricerca e sviluppo e trasformandosi da produzione a sola progettazione, ma non ci riuscirono (forse complice anche la politica italiana che rende difficoltoso il rinnovo degli asset aziendali, ma è un ipotesi) e progressivamente furono sconfitte dai grandi marchi internazionali (l'ultima a perire è stata la Bburago pochi anni fa)...Carlo Santagostinohttps://www.blogger.com/profile/12305859045275476602noreply@blogger.com