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venerdì 26 luglio 2019

"Il Giappone Moderno" - Giovanni De Riseis (1895) - Capitolo 13



E' già qualche anno che mi ripropongo di leggere questo libro antico (dal mio punto di vista) che narra del viaggio del nobile, poi Senatore, infine podestà(...) di Napoli, Giovanni De Riseis, ma a forza di rimandare rischio che diventi più che antico, direi vetusto...
Sono due le problematiche che mi hanno frenato, in primis il numero di pagine, quasi 600, che non saprei bene come riassumere, in quanto ogni descrizione di un Giappone tanto trapassato può risultare interessante, riportarne un aneddoto, per tralasciarne un secondo, ha ben poco senso.
Inoltre le pagine sono veramente delicate, molto leggere, tanto che nello sfogliarlo c'è sempre il rischio che si rompano, senza contare che alcune parte interne al libro si sgretolano, lo si nota pure dalle scan. Mentre la rilegatura regge ancora bene, considerando che lo scritto, risalente al 1895, fu pubblicato del 1900, ergo 118 anni fa!
Quindi, alla fine, ho pensato che aveva molto più senso scannerizzare per intero lo scritto, ovviamente diviso in più post, in questo modo ognuno potrà fruire di questo documento storico senza dover pendere dal mio punto di vista.

Questo 13esimo capitolo sarebbe potuto essere estremamente interessante perché l'autore avrebbe voluto recarsi sull'idola di Yesso, cioè l'Hokkaido, per entrare in contatto con gli ainu. Da notare che non era facile ottenere le autorizzazione per fare i turisti in Hokkaido, per tutto il resto del Giappone quasi non c'erano problemi, per l'isola a nord di Tokyo si doveva sottostare a controlli aggiuntivi. Probabilmente perché ai tempi ancora non era stata del tutto conquistata dallo Stato centrale giapponese, inoltre, immagino, non doveva far piacere che si notasse che non tutti i nipponici erano al 100% nipponici  :]
Dicevo che "avrebbe voluto" visitare il luogo dove sopravvivevano gli ainu, ma la temperatura troppo rigida del periodo invernale glielo impedì... un vero peccato...
Comunque il buon De Riseis si fece un altro bel giretto a nord (Sendai), per poi tornare verso Tokyo, con il solito profluvio un po' caotico di aneddotica giapponese.
Ammesso e non concesso che l'autore cogliesse sempre la realtà di una situazione che osservava o che gli traducevano, è interessante l'annotazione presente alle pagine 351 e 352 su quanto fossero inquinati i torrenti, inquinati dalla produzione industriale della seta, più di quanto lo fossero i torrenti lombardi!








































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