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lunedì 22 ottobre 2018

Documentario "Lupin III - Tutta la Storia" (versione lunga, 2015)



Documentario "Lupin III - Tutta la Storia" (versione lunga, 2015) from Luca Martera on Vimeo.


Nei 1300 e passa post di questo blog ho sempre messo qualcosa di mio, al massimo, in qualche raro caso, del materiale di amici, cercando di evitare, benché non ci sia nulla di male, di far ciò che capitava nei forum, cioè inserire semplicemente un video o un link da commentare.
Faccio la prima eccezione per il documentario "Lupin III - Tutta la Storia", da cui venne tratto lo speciale di 30 minuti mandato in onda da Italia 1 in occasione della messa in programmazione di "Lupin III - L'avventura italiana".
Questa versione lunga dura più di 90 minuti, con un finale contenente alcuni curiosi extra.
Ho scoperto il video grazie ad Animeclick:
Guarda il documentario "Lupin III - L'Avventura Italiana" disponibile nella versione completa

Della serie del 2015 avevo visto le prime 3 o 4 puntate, poi, se non ricordo male, a causa dei continui cambiamenti di orari decisi da Italia 1, ne interruppi la visione. Il mio giudizio su questa nuova serie, da appassionato cresciuto con il Lupin III con la giacca verde (gli altri Lupin con le altre giacche non esistono), non era negativo, ma neppure eccessivamente positivo, diciamo che mi riservavo di valutarla meglio nel proseguo, ma non mi è stato possibile.
Il documentario, oltre a numerosi stralci di una intervista con Monkey Punch e ad altri autori nipponici, contiene gli interventi di vari autori di saggi sull'animazione giapponese (i cui titoli troverete su questo blog), tra cui: Luca Raffaelli; Marco Pellitteri; Massimo Soumaré.
Il documentario è molto esauriente, per esempio è spiegato che il nome Fujiko Mine non ha nessun nesso con il suo seno prosperoso ed il monte Fuji, lo dice direttamente Monkey Punch.
Il filo conduttore del documentario è ovviamente Lupin III, ma vengono ben spiegate alcune dinamiche della messa in onda dei primi cartoni animati giapponesi.
Nel totale l'ho trovato un bel documento.
Ci sono poi i contributi di altri esperti di vari settori, tra cui: Lorenzo Nutini  (di Radioanimati);
Andrea Dentuto; Mario Verger; Orlando Leone; Alessandro Bioletti.
Una citazione a parte riguarda il lungo intervento di Alessandra Valeri Manera, che ho visto "di persona" in questo documentario per la prima volta, in cui la ex dirigente Fininveste/Mediaset cerca di spiegare perché censurassero gli anime, compreso Lupin III.
Questa donna me la sono sempre immaginata come una terribile omona dispotica, ed invece è una signora molto esile, con una voce delicata e gentile.
Ho ascoltato con attenzione la sua esposizione, le sue giustificazioni, e non mi hanno convinto per nulla... passi togliere qualche secondo in cui veniva frustato a sangue Goemon, passi un nudo ammiccante (ma non un nudo in un onsen!!!), ma perché tagliare (in altre serie) intere porzioni di una puntata? Perché eliminare i riferimenti al Giappone di una storia che si svolge in Giappone?
Il perché lo spiega lei, peccato che sia sbagliata la filosofia di fondo.
Ho trovato irritante quando si spiega che tutti quei tagli costarono un sacco di soldi a Mediaset!
Poverini!   ^_^




Segnalo l'extra presente dopo un'ora 24 minuti e 50 secondi, dove si mostra una clip del programma Rai "Trentaminuti" del 1979, in cui si annuncia il lungometraggio di Lupin III!
La ragazza, oltre ad essere assai impacciata, annuncia che il film sarà nelle sale per il Natale 1979 (tipico film natalizio...), e legge il solito vaneggiamento sui cartoni animati fatti al computer!
Da notare che siamo nell'autunno o inverno (la data della clip non è specificata) del 1979, e la fake news sui cartoni animati fatti al computer è già così radicata da essere detta tranquillamente in un programma Rai...
"La tecnica usata per creare le azioni del personaggio e l'ambiente intorno a lui, è frutto di un complicatissimo computer, che farà un effetto schermografico mai conosciuto, e che mai conosceremo, perché i produttori di questo film sono talmente gelosi di questo segreto, che non ce lo faranno sapere"

Un complicatissimo computer!!!
Perché, ci sono anche i semplicissimi computer? Un Vic 20?
E non sapremo mai nulla su questo segreto tecnologico perché i giapponesi sono gelosi!  T_T
Oppure perché non esisteva?


Le immagini successive sono quelle del film Lupin III - La pietra della saggezza!




Ed infatti su La Stampa del 21 febbraio 1980 al cinema "Nuovo Palazzo di Genova proiettavano proprio "Lupin III"!


12 commenti:

  1. "un complicatissimo computer"... sarà stato quello citato dal Maestro Momoki, ma anche quello era una balla clamorosa, infatti Goemon non l'ha bevuta! :D
    Le persone esili e gentili, omini e donnine, hanno spesso un lato mostruoso... Goebbels, Himmler, la Valeri Manera...

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    1. Heh heh, sto guardando il video.
      Questa signora si scusa per non essere riuscita a censurarlo abbastanza... e chiamava lo psicoterapeuta... ma quello che non dice è che tante volte i tagli servivano a inserire più pubblicità. Questa è una prassi comune a retequattro, vengono tagliate anche scene normalissime. Il background legato alla religione cattolica... il bagno insieme dei giapponesi... le culture diverse (e allora per non mostrare una cultura diversa tagliamo la scena del bagno)... mamma mia quante ne dice questa signora, secondo me non è del tutto normale.

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    2. Le dà fastidio persino che "loro" mangino coi bastoncini invece che con le forchette... lo vede come un problema per lo spettatore italiano... ma alla fine disegnalo te il cartone, donnetta!
      Oddio, basta basta, mi sto scompisciando dal ridere! :D

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    3. No, vebbè dai.. i nazi boys no ^_^

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    4. Secondo me la Manera non ha valutato che questo video lo avrebbero visto anche gli appassionati, che un po' di retroscena li conoscono, altrimenti forse avrebbe evitato di dire certe cose.
      Anche perché quando devi "giustificare" la tua opera/lavoro hai, a mio avviso, 3 argomenti differenti con cui rispondere:
      1) Non me ne frega nulla delle vostre lamentele, mi pagavano per mandare in onda contenuti non adatti ai bambini ed io ho tagliato tutto quello che mi andava di tagliare, l'azienda per la quale lavoravo era soddisfatta del mio lavoro, ergo non mi toccano le vostre critiche;

      2) Mi sono resa conto di aver sbagliato, avremmo dovuto agire in un'altra maniera;

      3) Non è stata colpa mia, il maremoto, le cavallette, non è stata colpa mia!!!

      La 1 e la 2 hanno senso, si può concordare o meno, ma hanno senso. La 3 irrita. Purtroppo in questo video è stata scelta l'opzione 3, purtroppo i giapponesi mangiavano con le bacchette non per fare un dispetto a Mediaset...

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    5. Secondo me, e poi chiudo il discorso, il vero sbaglio nella sua, diciamo, "filosofia", è proprio questa paura, anzi quest'arroganza di presumere che allo spettatore bue possa dar fastidio tutto quello che minimamente esula da un appiattimento su ciò che lei pensa sia l'abitudine rassicurante della cultura italiana.
      Al di là delle chiappe di Fujiko, delle frustate a sangue e delle sigarette, lei pensa che tutto ciò che sia minimamente diverso dall'abitudine mentale possa sgomentare bimbi e soprattutto mamme.
      Con ciò non mostra rispetto per lo spettatore, presumendo che sia infastidito e non interessato dalla visione e comprensione di una cultura "altra".
      Ma questo anche nei minimi dettagli, le bacchette, l'onsen (molto azzeccato il parallelo che fa il ragazzo con l'antica Roma, anche a livello religioso i giappi son come i romani, più ce n'è di "dei", meglio è)...
      Certo che è stata colpa sua, io non ho molte stima degli italiani ma penso che mai nessun comitato di mamme le abbia mai chiesto di censurare le bacchette. Ma questa è quella che cambiava persino i nomi, giusto? Negli anni 90 italianizzavano...
      Un eccessivo zelo, molto teutonico, direi Eichmanniano, però hai ragione questo non è nazismo è proprio medioevo.
      Scusa la prolissità, ma la signora è un ottimo soggetto di studio.

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    6. Che la filosofia che portvaa la censura e le delocalizzazioni sia senza senso è palese, ma è l'argomentazione che lei porta come giustiicazione che mi ha colpito.
      Avrei potuto capire singole censure su scene problemamtiche, ma lì era ormai diventato tutto sistematico.

      Gli adattatori italianizzavano gli anime anche all'esordio in Italia (78/80), ma non c'era uno scopo censorio a priori, pensavano solo che non sarebbe cambiato molto modificare qualche nome. Non tagliavano scene o modificavano la trama, cambiavano qualche nome. L'eccezione fu, per esempio Candy Candy, dove cambiarono il finale, ma solo perché le fan dell'epoca volevano l'happy end! ^_^

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  2. Il documentario è veramente molto bello e interessante, sopratutto per un fan di Lupin.

    Su Manera sono d'accordo con te ma pur non condividendo il suo discorso lo comprendo in parte. In fondo stiamo parlando di un periodo (gli anni 80-90) dove la globalizzazione non aveva ancora l'influsso di oggi e rendere comprensibile certe abitudini era veramente difficile senza scatenare le ire dei genitori, quindi si preferiva censurare. Certo poi in molti casi si esagerava con scelte folli e sbagliate come censurare interi episodi o serie massacrate per evitare di mostrare una cultura diversa.

    Sulla quarta serie di Lupin ti posso dire che l'ho trovato abbastanza brutta, con un Lupin con un caratterizzazione penosa (praticamente un babbocione) e che non ruba nulla per l'intera serie, episodi per la maggior parte noiosi e l'idea di ambientare il tutto in Italia praticamente ridotta a narrare stereotipi. Ci sono idee interessanti come archi narrativi spalmati in più episodi o un comprimario femminile più attivo ai fini della trama, ma nulla viene sfruttato a dovere e Rebecca Rossellini (la Lupin girl della serie) finisce la sua utilità al primo episodio e per il resto si fa odiare ogni volta che compare. Per fortuna che gli spunti sono stati ripresi in modo veramente interessante nella quinta serie, che ti consiglio di vedere.

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    1. Ma tanto le ire dei genitori (alcuni) si scatenavano lo stesso :]
      Ma quindi, se la motivazione fosse stata quella, perché non cambiavano le scene western dove si vedevano i nativi americani con le loro usanze?
      Che ne sapevo io di loro a 8 anni?
      E che ne sapevo io degli inglesi?
      Ma che ne sapevo pure dei sardi o dei valdostani! ^_^

      Fino ad un certo punto al massimo si cambiavano i nomi, potevano esserci delle modifiche sulla trama, ma erano scelte occasionali. Spesso le modifiche nascevano dalla poca considerazione del prodotto "cartone animato" in sé.
      Solo Finivest/Mediaset operò sistematicamente in quel modo per ogni serie acquistata... e devi pure sentire che il tutto gli costava un sacco di soldi :]

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  3. La Maqnera è stata intervista da riviste specializzate negli anni 90 : una su Carttomics della Play Press ( n. ?) l'altra su Mangazine Granata Press ( N. ?)
    Anche lì si difendeva sempre che bisognava censurare per nopnt urbare il bambino italiano, che orrore, avrebbe potuto imparare che esistono usi e costumi diversi dai nostri.
    Il suo modo di fare veniva dagli americani, che censuravano uguale gli anime nel loro Paese.
    In Italia , dopo le polemiche sulla violenza e sulla colonizzazione culturale nipponica, si cominciarono ad adattare in italino i nomi degli anime, cosa che prima non faceva quasi nessuno .
    Ed ecco così i vari Bia, Gigi la Trottola , Ransie la STrega, che non erano Mediaset ma italianizzati abbestia .
    Lo stesso Goldrake, dalla seconda serie in poi , comincerà ad avere censure con tagli sulle scritture nipponiche presneti nell' anime ( pure quelle col nome del robot nemico ) o le scene dove mangiano le bacchette !
    Non è vero che censuravano per aumentare gli spazi pubblicitari, visto che non aveva senso : se il cartone dura poco, diminuisce pure lo share, e quindi ci smenano .
    Infatti all' inizio la Manera tagliava le scene, nel senso che mancavano dei pezzi, poi cominciò a doppiare integrale e a coprie le scene incriminate con fermo-immagine o simili che duravano quanto la scena incriminata ( l'audio rimaneva integrale ) in modo da non accorciare la puntata.
    I tagli veri e propri erano fatti solo quando la scena era troppo lunga per non essere coperta da fermo-immagine .

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  4. In Bia cambiarono i nomi, però lasciarono le mutandine e gli ammiccamenti ;)
    Quindi, a mio avviso, fu più che altro per semplificare i nomi (sbagliando), forse una Bia era considerato più memorizzabile di una Meg.
    Anche se mi pare che alcune puntate non furono mai doppiate per contenuti troppo problematici.
    Ma a questo punto preferisco questa scelta, il non trasmetterli del tutto, piuttosto che stravolgerli.

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  5. Ma Bia aveva anche un ambientazione occidentale e l'episodio con la suora fu eliminato .
    Poi come detto altrove, la Rai al tempo mostrava cartoni anche più spinti come Bandar che aveva scene di nudo ( e pure una scena di stupro , a guardar bene )
    E francamente, che senso aveva mettere nomi italiani o ingles a varie serie , se poi lasciavi gli ammiccamenti sessuali, ben più problematici ( coem anche in Gigi la Trottola ?)
    Perché come diceva quel giornalista su Pinocchio, "la Rai parla male di Mazinga ma lo trasmette, parla bene di Pinocchio e invece non lo fa vedere " : è un esempio di come alla tv di stato dicessero sempre una cosa e ne facessero un altra ,senza alcuna coerenza logica.
    Dicevano che gli anime sarebbero stati banditi dalle loro reti e invece Goldrake andò in onda fino all' 85, trasmise gli anime di Tezuka pieni di ammiccamenti sessuali , Il Fire and Ice di Bakshi e addirittura Rock Odissey, un cartone USA oggi rarissimo sulla storia del rock e scene allucinanti sul Vietnam.

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