CERCA NEL BLOG

sabato 11 agosto 2018

"Videogiochi, che passione", di Piero Piazzano - "Scienza & Vita Nuova" luglio 1983



Nel 1983 l'argomento "videogiochi" era ancora molto oscuro, sui quotidiani veniva sovente trattato alla stessa stregua dei "cartoni animati giapponesi", quasi esclusivamente per denunciarne i pericoli per le nuove generazioni, a rischio di rimbambimento (stessa cosa che dicono oggi...) ed i costi esorbitanti per i genitori.
Erano rari gli articoli di persone che cercavano di analizzare il nascente, specialmente in Italia, fenomeno delle console domestiche. Di solito se ne parlava sotto Natale, allo scopo di dare consigli sui nuovi giocattoli messi in commercio. Erano giocattoli, solo giocattoli, raro che qualcuno ne valutasse l'aspetto tecnologico. Inoltre la prima rivista di videogiochi in Italia aveva aperto i battenti proprio nel gennaio del 1983, ergo il settore era più che pionieristico, e comunque una rivista che trattava di videogame poteva essere vista, anche giustamente, come poco obiettiva, atta solo a vendere un prodotto.
Per tutti questi motivi ho trovato estremamente interessante che una rivista come "Scienza & Vita Nuova", presente da decenni nelle edicole italiche, vi dedicasse addirittura la prima pagina.
Per curiosità ho provato a cercare sul web quando venne inaugurata "Scienza & Vita Nuova", purtroppo, per quanto possa sembrare incredibile, pare non ci sia in tutto il web una voce specifica che dica quando nacque... dalle immagini che si possono trovare pare sia dei primi anni 50, ma non c'è neppure un link di Wikipedia in merito.
Comunque la rivista della Rusconi "Scienza & Vita Nuova", almeno per me, rappresentava la pubblicazione scientifica per antonomasia, ne compravo qualche numero ogni tanto, probabilmente stimolato dai documentari di Piero Angela (prima che li chiamasse "Quark").
Ovvio che ai tempi avrei fatto i salti di gioia se mi fossi accorto che in copertina c'erano i videogiochi, verso cui gli adulti dimostravano una fortissima avversità, a parte i proprietari dei bar, che ci fecero montagne di monetine da 100 e 200 lire... avrei potuto portare la rivista a prova del fatto che non si trattava di una perdita di tempo e soldi, o almeno, non solo... ma i videogiochi erano il futuro!
Purtroppo ho trovato il n° 7 del luglio 1983 solo qualche settimana fa ad un mercatino, ergo, con qualche decennio di ritardo, ho potuto apprezzare un adulto di allora, Piero Piazzano, che trattava la materia con serietà.




L'articolo analizza i videogiochi delle console casalinghe, però il ragazzino della foto stava chiaramente giocano a Pac-Man, anche se ipotizzo fosse una foto presa da qualche rivista statunitense. Comunque nel 1983 i cabinati erano ancora presenti nei bar, magari era passato il boom di un paio di anni prima, quando anche nelle latterie (chi se le ricorda le latterie?  ^_^ ) potevi trovare Asteroids, Space Invaders e Q*bert!
Senza contare che in tanti bar era stato messo da parte il biliardo ed i flipper per riempire la sala di "macchinette mangiasoldi". Entravi nel sala del bar che era adibita a biliardo, e trovavi il paradiso, fino a 10 cabinati tutti assieme!
Solo chi visse quel momento può comprendere appieno quel periodo magico, gli altri possono solo rosicare ed accontentarsi di essere abili smanettoni, ma arrivati dopo   :]
Piccola chiosa sul termine "macchinette mangiasoldi", che oggi viene usato per le slot machine da bar, chiamate sovente anche "videogiochi"(...). Sicuramente quei nostri cabinati erano anche "macchinette mangiasoldi", ma almeno eri impegnato in qualcosa di divertente ed arduo per alcuni minuti, in cambio di 100 lire (poi 200, finché ci giocai io), il prezzo di un ghiacciolo.
Eravamo comunque dei bambini, giocavamo, oggi vedi adulti di ogni età rimbambirsi davanti a quei cabinati pieni di luci, che costano follemente di più, e che non necessitano nessuna abilità... e li senti chiamare "videogiochi"...  >_<
Nel dubbio che lo scritto potesse non essere leggibile del tutto, prima ho postato le pagine intere che compongono l'articolo, ed in fondo ho messo anche solo lo scritto  ;)



Piero Piazzano nel 1983 aveva già 43 anni, ma non si faceva problemi, prima di trattare un argomento come i videogiochi, di provarli lui stesso. Ciò dimostrava, oltre una grande interesse verso le nuove tecnologie, una enorme apertura mentale.
Da notare che, oltre a dare info sulla situazione delle console casalinghe, l'autore dell'articolo ipotizza scenari futuri che si sono tutti avverati.
 A "Jungle King" ci ho giocai anch'io, e non con migliori risultati finali di Piazzano... solo che io ero uno di quei ragazzini che magari aspettavano che lui finisse, non un quarantenne  T_T


          





E' la prima volta che leggo di questa console Mattel, che non ebbe un gran sviluppo:
Mattel Aquarius


          





Il sommario di quel numero di "Scienza & Vita Nuova", tanto per far comprendere che la rivista era seria, non trattava cavolate pseudo scientifiche...






Qui sotto solo la parte scritta dell'articolo e le foto singole.












8 commenti:

  1. Bah...i videogiochi di adesso non solo costano un fottio (e non mi riferisco solo al videogioco ma anche alle consolle, PlayStation e xboX) ma credo siano per la maggior parte diseducativo e creino una violenza interiore. Un Un bambino di 8 anni non può giocare ad un videogioco di zombie dove ci sono scene splatter o di gangster dove si sparano. E lo dico da amante del genere cinematografico horror e thriller. E vero che anch'io ho avuto in regalo da mia mamma il mattel elettronics del calcio o lo space invaders o il pac man ma erano giochi che non danneggiavano la psiche dei fanciulli. E poi non dimentichiamo che negli anni 70 c'erano unicamente i giochi di cortile che favorivano maggiormente le relazioni sociali tra bambini. Ora mi sembrano tanti coglioni viziati.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma un bambino di 8 anni non può giocare con un Resident Evil. Ogni confezione reca ben chiara l'età minima dell'utilizzatore deve avere. Se poi il genitore, per ignoranza o per mancanza di fermezza, non segue le indicazioni, mica è colpa del videogioco.
      Io occasionalmente gioco con la Play 4, e ti assicuro che il costo alto è anche motivato dalla qualità del prodotto e dall'esperienza videoludica che ne consegue.
      Sono come film, oppure partite di calcio.
      Il discorso è sempre il solito, valeva per i cartoni animati giapponesi, vale per i videogiochi vecchi e nuovi: il target ed il tempo di utilizzo.

      Se i genitori non controllano...

      Elimina
    2. I videogiochi di oggi sono più economici e alla portata di tutti rispetto a quelli presentati nell'articolo del luglio 1983: allora le console più diffuse costavano di listino 299 e 399 mila lire (pari a 470 e 630 euro di oggi), con i giochi usciti in quell'anno a prezzi dalle 50 alle 90 mila (quindi da 80 a 140 euro di oggi). Basta dunque confrontare queste cifre con quelle delle console attuali per rendersi conto della differenza.

      Elimina
    3. Infatti!
      Se vai a leggere la recensione su un articolo della console Mesaton, vedrai che costava 250 mila lire, che corrisponderebbero a 682 eruo di oggi!!!

      https://imagorecensio.blogspot.com/2017/01/console-videogiochi-mesaton-articolo-su.html

      E aveva giochi normali e senza licenze ufficiali.

      Elimina
    4. Già, e per dare un altro dato... L'Atari VCS è stato venduto in Italia da Melchioni a partire dall'autunno del 1980 con un prezzo di listino di 385 mila, quindi rivalutando si arriva quasi a 900 (!) euro. Era a tutti gli effetti un bene di lusso.

      Elimina
    5. Uno stipendio mensile di un neo assunto...

      Elimina
  2. Mah, io ha 8 anni già distinguevo tra realtà e finzione...sta tutto nella nostra mente, se non sono i cartoni o i videogiochi ci sarà sempre qualcos'altro ad influenzare le nostri azioni se siamo predisposti.

    Claudio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo è vero...tutto ciò che ci circonda da piccoli ci può influenzare negativamente compresi i genitori. Io sono praticamente stato cresciuto da mia mamma visto che mio papà lo persi che avevo solo 10 anni. Ricordo perfettamente quanto si arrabbiasse quando vedevo a tarda ora i primi programmi o films porno che a fine anni 70 le TV locali trasmettevano regolarmente. Però cio che vedo adesso è che le coppie moderne che hanno figli sembra che 'invoglino' i figli piccoli alla trasgressione e non mi riferisco solo a comprargli videogiochi violenti, ma in generale...

      Elimina