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mercoledì 1 febbraio 2017

Dieci anni nel paese delle meraviglie - La pubblicità per la Linea GIG dal 1976 al 1986



TITOLO: Dieci anni nel paese delle meraviglie - La pubblicità per la Linea GIG dal 1976 al 1986
AUTORE: Alberto, Lapo, Niccolò Ferrarese
CASA EDITRICE: Phasar Edizioni
PAGINE: 580
COSTO: 35€
ANNO: 2016
FORMATO: 24 cm X 17 cm
REPEPRIBILITA': Reperibile sul web
CODICE ISBN: 9788863584004

Farsi arrivare in libreria titoli pubblicati da piccole case editrici è sempre un piccolo dramma. Ho ordinato questo libro a metà novembre, appena mi è giunta notizia della sua uscita per il primo dicembre, è arrivato in libreria a metà gennaio. Secondo la libreria il saggio è stato distribuito con notevole ritardo, e considerando che gli autori sono anche (se non ho capito male) i proprietari della casa editrice, mi chiedo cosa possa succedere ad un semplice autore non proprietario della casa editrice.
Un'altra questione riguarda, a mio avviso, il prezzo del libro, 35 euro, che non è altissimo, valutandone il numero di pagine, ben 580, ma, di nuovo, esaminando la questione che gli autori ed i proprietari della casa edirice sono i medesimi, mi sarei aspettato un prezzo un po' più popolare. Infatti i tre autori del saggio sono coinvolti anche nella pubblicazione, magari potevano fare un forfait sui costi...
Peccato per la decisione (della casa editrice, e quindi degli autori stessi...) di inserire tutte le immagini, tranne per le ultime 10 pagine, in bianco e nero, a 35€ forse avrebbero potuto metterle a colori, ma magari c'è stata una motivazione tecnica che lo ha impedito. Mistero.
Un vero peccato, anche perché il formato è abbastanza grande (24 cm x 17 cm), e delle immagini a colori delle pubblicità su Topolino, oltre ai fotogrammi degli spot, avrebbero aumentato il piacere della lettura e dell'effetto "nostalgia".




Un aspetto tecnico che ho, invece, apprezzato tantissimo è la precisione delle note in cui sono citati tutti i numeri (con data) di Topolino in cui apparvero le pubblcità della Phasar per la Gig. In questo modo tutti, possedendo quelle annate di Topolino, potranno facilmente riguardarsi a colori quelle belle pubblcità, che tanti soldini fecero spendere ai nostri genitori  ^_^



L'autore di questo libro di ricordi è Alberto Ferrarese, titolare dell'agenzia pubblcitaria Phasar, che dalla metà del 1976 al 1986 ha curato gran parte delle campagne pubblicitarie per la Gig  (Gruppo Italiano Giocattoli) di Gianfranco Aldo Horvat. Per questo motivo la fonte delle informazioni è totalmente diretta, testimonianze di colui che partecipò a quell'epoca pioneristica delle pubblicità di giocattoli. Ovviamente, coprendo un arco temporale di 10 anni di articoli della Gig, ognuno sarà interessato ad alcuni giocattoli e non ad altri. Per conto mio ho letto con estremo piacere ed interesse tutto quello che riguardava il periodo dal 1976 ai primissimi anni 80, direi fino al 1982, in primis i Playmobil e i Micronauti.
Nel primo capitolo c'è una biografia di Alberto Ferrarese, scritta da Alberto Ferrarese  ^_^  che parte dalla sua esperienza giovanile nel campo musicale, fino all'ingresso nel mondo pubblicitario e alla creazione della sua agenzia pubblicitaria. Diciamo che lo scopo è quello di inquadrare il periodo, anche a beneficio dei più giovani.
Nel secondo capitolo viene narrata la storia del rapporto commerciale tra la Phasar di Ferrarese e la Gig di Horvat, dai primi lavori fino all'interruzione della collaborazione, spiegandone la motivazione.
Horvat impose una classificazione dei giocattoli in base a quanto sarebbero stati sul mercato. Gli articoli "strategici" erano quelli che sarebbero durati più anni, come i Playmobil, i Micronauti o i Trasformer. Gli articoli "tattici" erano quelli che avevano un orizzonte temporale più breve, usa e getta, come la "Palla pazza che strumpallazza". Capitava, ovviamente, che alcuni articoli "strategici", non sfondando sul mercato, durassero molto meno del previsto, mentre alcuni giocattoli "tattici" avessero una vita commerciale più lunga del preventivato.
In questo capitolo ci si dilunga molto sul "come" e sul "da chi" venissero prodotte le campagne pubblcitaria, sia cartacee che televisive. Forse si indugia un po' troppo sulle dinamiche professionali interne all'agenzia pubblcitaria (mia opinione), mentre è sempre interessante la descrizione dei rapporti tra la Phasar (Ferrarese) e la Gig (Horvat).
Con il terzo capitolo si entra nel dettaglio degli articoli "strategici" (vedi scan dell'indice più sotto), con numerosi aneddoti interessanti, tipo quello che la Micronite venne inserita abusivamente nel mondo dei Micronauti, solo per vendere un articolo "tattico" all'interno di un articolo "strategico. Per fortuna che non l'ho mai chiesta a miei genitori...
Durante la lettura si scopre che la Phasar non si limitava a fare spot, ma, dialogando con Horvat, cercava di modificare il prodotto importato dall'estero per renderlo più appetibile ai piccoli consumatori italici, ergo anche a me  :]
Per sempio, dopo il successo dei Micronauti, la Phasar suggerì ad Horvat di legare inizialmente il Diaclone al mondo Micronauti, allo scopo di far tirare il prodotto nuovo da un articolo già affermato, e la medesima cosa fecero con Diaclone per i Trasformer.
Una cosa che proprio non sapevo è che i primi Trasformer importati dalla Gig non erano i "TraNsformerS" della Hasbro, e che questa assenza di "N" ed "S" non fu una furbata tipicamente italica per non pagare i diritti all'azienda statunitense, ma, semplicemente, Ferrarese anticipò la Hasbro senza sapere nulla dei loro piani industriali. La lettura di questa parte è stata assai interessante.
Uno dei pochi casi (o l'unico) descritti nel libro di prodotti commissionati dalla Gig ad un'azienda estera, in questo caso la Takara (che con la Gig collaborava da anni), e quindi non semplicemente importati, furono i "Fantanauti". Furono proprio i maggiori costi dovuti alla creazione del prodotto a mettere fuori mercato queasta linea di giocattoli, che ebbe la sfortuna di arrivare sugli scaffali dei negozi assieme ai "Master of the universe", che oltre ad avere il traino del cartone animato, costavano pure di meno.
Nel quarto ed ultimo capitolo sono descritti gli articoli "tattici" (vedi scan dell'indice più sotto), alcuni non li rammento, altri li avevo  pure io.
Per esempio io fui uno di quei bambini che si sfondò i polmoni a forza di soffiare nel "Soffioplà"  ^_^
Ma fui anche uno di quei bambini, non so quanto numerosi, che dissezionò la Pallapazza che strumpallazza per comprendere i motivi della sua traiettoria non lineare  :]

L'altro protagonista del libro.



Vari esempi di come è organizzato il libro.
Le immagini degli spot, sempre comprensivi del testo nello spot, sono inserite all'interno di un bordo in stile pellicola da film, purtroppo il tutto in bianco e nero   T_T
Dato che io questi spot li vedevo tutti in bianco e nero, visto che in casa la tv a colori arrivò dopo la metà degli anni 80, non mi sarebbe dispiaciuto vederli almeno una vota a colori...






Trasformer senza "N" ed "S"  ^_^



Un mito!
Era come fare la spirometria per due o tre giorni di seguito  :]
Senza contare le tonnellate di saliva che si spargeva per casa   >_<




Non so come mai, ma io l'ho sempre chiamata "la palla pazza che strumpallazza", non la "roba pazza che strumpallazza"  O_o




Le ultime 10 pagine sono riservate alle tavole a colori di alcune pubblcità, molto belle, peccato che non sia a colori tutto il libro...



Tutti gli articoli presenti nel libro.











16 commenti:

  1. Due notazioni fondamentali:
    1. Non é stato tributato il giusto riconoscimento a chi ti ha segnalato il libro.
    2. Anche io ho dissezionato la Pallapazza con gli attrezzi nel gsrage di mio padre

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    1. Due risposte fondamentali:
      1. "Tributare" nel senso di tassa? >_<
      2. Luoghi diversi, curiosità uguali *_*

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  2. Tributare nel senso di erigere una statua bronzea in soggiorno come ringraziamento per la segnalazione^^

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  3. Buongiorno,

    siamo due degli autori del libro “Dieci anni nel paese delle meraviglie” e, a seguito della lettura del vostro articolo, pur ringraziando per la recensione, ci teniamo a puntualizzare quanto segue:

    • l’uscita del libro, programmata per il 1° dicembre 2016, è slittata di qualche giorno per motivi redazionali, ma i ritardi cospicui sono da imputarsi al periodo natalizio sempre abbastanza congestionato che - ogni anno - puntualmente e in modo fisiologico ingolfa i vari step nella filiera delle consegne (magazzini degli store, corrieri, librerie stesse) e quindi i risultati nella consegna dipendono da libreria a libreria, da store a store. Molti lettori hanno ricevuto la loro copia dopo 3-4 giorni lavorativi, altri un po’ di più ma sempre entro tempi ragionevoli. Se però l’ordine, in questo specifico caso, è stato fatto a metà Novembre, quando il libro non era ancora ufficialmente uscito, può sembrare che per ottenere il libro siano passati due mesi. ;-) Non comprendiamo tuttavia perché ne debba risentire la recensione del libro. Attualmente il libro arriva in 3-4 giorni lavorativi.

    • Siamo consapevoli che non sia facile capirlo per chi non sia esperto di dinamiche editoriali, ma il prezzo del volume si basa essenzialmente sul lavoro da noi svolto (quasi 5 anni di ricerche, interviste, incontri, raccolta di informazioni, confronto delle fonti e dei dati, stesura, scansioni immagini, ecc.), sulla mole del libro (quasi 600 pagine) e su vari aspetti tecnici dovuti alla realizzazione (carta, editing, stampa, confezionamento, promozione, ecc.), nonché alle persone coinvolte nel progetto. È inoltre sbagliato pensare che, essendo il libro pubblicato dalla casa editrice di UNO degli autori (gli altri due svolgono infatti altre attività e non sono legati al marchio editoriale), allora non ci debbano essere costi o si debba necessariamente abbassare il prezzo.

    (continua...)

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    1. Io mi sono limitato a scrivere ciò che è successo a me, che mi sono rivolto ad una libreria non di certo piccola di Milano.
      E la mia perplessità riguardava non tanto il libro, ma direi che non si è capito, ma la difficoltà a farsi arrivare in libreria titoli di piccole case editrici. Se gli autori/editori di un libro incorrono in ritardi, figuriamoci gli autori non editori.

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  4. • L’argomento del bianco e nero è stato varie volte affrontato sia sul sito ufficiale del libro che sulla pagina Facebook e la spiegazione - più che tecnica - è economica e strategica. Il libro è stato volutamente progettato in bianco e nero con inserto di 10 pagine a colori (come specificato su sito, schede editoriali, blog, articoli, ecc.), sia perché è una STORIA e non un catalogo di immagini (volevamo quindi che il focus fosse sul racconto in prima persona), sia perché realizzarlo tutto a colori avrebbe relegato il volume a un prodotto di nicchia, per soli collezionisti, e molto costoso (tutto a colori avrebbe sfiorato il prezzo di vendita al pubblico di 90 / 100,00 euro).
    Abbiamo ragionato a lungo, in fase di realizzazione se fosse il caso di inserire almeno qualche immagine in più a colori ma, oltre al suddetto problema dei costi, si poneva anche un discorso di soggettività: con quale criterio scegliere cosa inserire a colori e cosa no? Quante immagini in più avremmo dovuto inserire? E come sceglierle? Se ne avessimo scelte 10 qualcuno ci avrebbe obbiettato “perché non 20?”. Se avessimo scelto un’immagine dei Micronauti qualcuno avrebbe detto “perché proprio quella e non un’altra?” o “perché non una dei Trasformer?” e non avremmo mai veramente accontentato tutti. Anche per noi sarebbe stato difficile scegliere.

    • Il libro (non solo la prima parte) è TUTTO scritto in forma autobiografica. Alberto Ferrarese racconta infatti in prima persona non solo le sue origini ma la nascita e la gestione delle varie pubblicità. Ed è per questo che parliamo delle dinamiche interne all’agenzia che sono poi argomenti e dettagli che molti lettori non conoscevano e che apprezzano. Ma è ovvio che ognuno ha i suoi gusti.

    • Non è scritto da alcuna parte nel libro che Horvat imponesse la classificazione tra prodotti strategici e tattici: le strategie di marketing e le analisi (sia interne a GIG sia quelle commissionate a Phasar) dividevano naturalmente i prodotti in due categorie. Fu un accordo preso di comune accordo tra Phasar e GIG.

    • La Pallapazza fu rimessa in commercio col nuovo nome anni dopo. L’originale era la “Robapazza che strumpallazza”. Quindi forse il suo ricordo è legato al successivo passaggio pubblicitario.

    Grazie per l'interesse... :-)

    Saluti
    Lapo Ferrarese
    Niccolò Ferrarese

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    1. Pagina 87 del libro, titolo "Prodotti strategici e prodotti tattici":
      "A causa del numero elevato di prodotti e sottoprodotti targati GIG che ci venivano affidati e del ritmo serrato a cui eravamo costretti a lavorare, l'organizzazione della comunicazione per Horvat impose ben resto una pratica classificazione in due distinte categorie per addetti ai lavori".

      Probabilmente ho compreso male la frase.

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    2. Riguardo alla questione immagini a colori/aumento del prezzo, buttando un occhio alla mia libreria mi son ricordato di un titolo che, parrebbe, andare un po' in controdendenza rispetto ai costi paventati di 90/100€.
      E' la seconda edizione dello stupendo "Anime d'acciao" di Guglielmo Signora:

      https://imagorecensio.blogspot.it/2013/06/anime-dacciaio-deluxe-edition-guida-al.html

      Che contiene 96 a colori con in più un cd-rom, il tutto a 35€.

      Ed anche la prima edizione aveva le immagini a colori, ma senza il cd-rom, il tutto a soli 32e.
      Ergo l'inserimento del cd-rom ha avuto un aggravio di costi di soli 3 euro.
      Poi, sia chiaro, ogni casa editrice deve guardare ai propri bilanci, non a quello che fanno gli altri, però non è che io mi sia inventato qualcosa.
      Per il mio commento mi ero basato anche su libri come questi.

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    3. Aggiungo che il libro di Guglielmo Signora è un saggio di uno certo spessore, non contiene solo imagini.Anche in questo caso, oltre ad una analisi praticamente unica, ci sono una moltitudine di informazioni.

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    4. Le pagine a colori della seconda edizione di "Anime d'acciaio" sono 96, sopra mi è scappata una parola, cioè "pagine" :]

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  5. Visto Stengo? A parte me ci sono gli autori che leggono le tue recensioni dei libri - anche Massimo Nicora è un autore ;)
    Alessandro

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  6. C'è scritto perché Gig non ha mai importato il Jeeg Takara ? Io ho sempre pensato che il motivo fosse del tipo " e importiamo l'originale, poi i tarokki USA chi ce li compra ?" Hovintoqualchecosa ?
    Anche Ratman cita in un numero la "strumpallazza" !
    Personalmente ho sempre preferito a Gig alla Giochi Preziosi ( altro Big con cui in pratica si dividevano il mercato italico : la prima legata a Takara, la seconda a Bandai ), forse perché curava di più i suoi prodotti ( usando il più possibile gli artwork delle scatole originali, al contrario di GP che le rifaceva spesso in maniera pezzente ) e pubblciità meno caserecce e più fighe ( anche quelle spesso mutuate dalle originali.
    Ma vediamoceli alcuni spot Gig
    Micronauti

    https://youtu.be/ybgmbMVfTBc

    Micronite

    https://youtu.be/_inYFLFHkqs

    Transformers ( da sturbo, specie il secondo )

    https://youtu.be/t06FH4E6lWc

    peccato per le troppe scelte sbagliate post anni 90 che hanno portato al suo fallimento

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    1. Sinceramente non rammento se è presente una informazione del genere.
      Comunque il libro non è un saggio, e una raccolte di memorie.

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