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domenica 27 luglio 2014

Il fumetto "Actarus" N° 2 - "La trappola" - gennaio 1980



Ecco la seconda puntata dell'Actarus made in Edizioni Flash, con il numero uscito nel gennaio 1980, facente parte di quello che considero il primo spin-off del panorama editoriale italiano, che contiene anche il primo racconto di fan-fiction, "La vera storia di Actarus". Il titolo mi fa sorgere, però, un atroce dubbio, ma se nel racconto di fantascienza c'è "la vera storia di Actarus", la storia narrata nel fumetto è falsa?!
Nel primo numero di "Actarus" il principe di Fleed era stato mostrato in una ambientazione poliziesco/investigativa, con un finale western, questa volta vediamo un Duke Fleed alla Sandokan con pennelate di Navy Seals. Infatti, oltre ad un corpo a corpo con una tigre, ingaggerà un combattimento con tanto di lancio di bombe a mano contro i soldati di Vega.
Ma che fine ha fatto il nostro amato Actarus che combatte contro i Mostri Spaziali?
Il disegno dei mecha non è brutto, in pubblicazioni dello stesso periodo si vedono dei veri e propri obbrobri, sono quasi meglio i mezzi che i personaggi.
C'è da dire che Actarus e soci in questo fumetto girano il mondo, non sono più confinati in Giappone.
Ecco Daisuke che brandisce una bella scimitarra...



Cosa ha nella mano sinistra?
La coda del procione di Candy?






I piani di quella maniaca assatanata di Venusia vengono sventati dal padre geloso.





E' il comleanno di Maria! Auguri!
Non so, sarà una mia impressione, ma la trama non mi pare molto lineare... in pratica la trappola di cui parla il titolo consisterebbe in Alcor/Koji/Rio che legge sul giornale che un antiquario vende la sua collezione, Procton vi si reca con Maria per farle un regalo e compra un medaglione proveniente da Fleed. Il medaglione sprigiona un gas che fa ammalare Maria.
Ma se Alcor non comprava il giornale? Se lo comprava ma non aveva il tempo di leggerlo? Se lo leggeva e non notava l'annuncio della vendita?
Ok essere diabolici, però qui si esagera...











Questo Actarus non si fa scrupoli ad usare le maniere forti per ottenere informazioni, l'avrei visto bene a Guantanamo.




Venusia parte per l'isola di Ceran in Nuova Guinea.







"Miniufo"? Ma non sono minidischi?










Nel precedente numero Actarus aveva a che fare con i nativi americani, questa volta con indigeni di un'isola, evidentemente i selvaggi venivano considerati un espediente narrativo, quanto valido è opinabile.




Actarus in versione Sandokan, però Kabir Bedi le tigri le uccideva...






Con tutta la tecnologia di Vega le fanno una semplice iniezione col siero della verità?





Venusia ha problemi cardiaci?



Che cosa umiliante... Actarus portato in giro come un maialino...




Capo dei cacciartori? 5 mogli? Molta autorità? Ecchisenefrega non vogliamo mettercelo?



Minkia che botta!




E qui scopriamo un nuovo potere di Actarus, la connessione telepatica con Goldrake, qui  in versione Astroganga.










Una delle cose più belle sono gli stacchi, di colpo ti ritrovi a guardare una tavola di un'altra ambientazione.
















Fa una bella comparsata pure Zuril.





Lo stesso Actarus che non era riuscito a scappare da una capanna di selvaggi si libera da una prigione tecnologica.



Prende subito il casco, che magari qualcuno lo riconosce, ed impugna un giornale arrotolato...



Sarà stata "La Repubblica", con un editoriale di Eugenio Scalfari in prima pagina, più pesante di quello...





Ma perchè, ora che Venusia è libera, Actarus non usa Goldrake?






Actarus passa dalla modalità Sandokan a quella Navy Seals.
Ma da quando i fucili laser dei soldati di Vega hanno la cinghia per tenerlo a spalla?






Perchè deve raggiungere Goldrake? 
Non fa prima a chiamarlo col pensiero?









Che diamine vuol dire "...però... va bene..."?





Questo racconto è una vera perla!











2 commenti:

  1. Tantissime Grazie per aver messo in rete il secondo fumetto di Actarus.
    A presto, Wunderkind4D (*_*)

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