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martedì 15 luglio 2014

Akira Toriyama, il mangaka sorridente



TITOLO: Akira Toriyama, il mangaka sorridente
AUTORE: Giorgio Mazzola
CASA EDITRICE: Edizioni il Foglio
PAGINE: 268
COSTO: 16€
ANNO: 2014
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788876064845

Mi pare giusto premettere che io non ho mai letto un manga di Toriyama, mentre per quanto riguarda gli anime vidi distrattamente qualche puntata di Dr, Slump & Arale nella sua prima trasmissione, ma ero già un po' grandicello e non lo seguì mai per più di pochi minuti. Diverso il discorso per Dragon Ball, quando venne trasmesso per la prima volta su Junior TV facevo il servizio militare. Ovviamente non potevo certo seguirlo regolarmente (anche perché aveva un target un po' per bambini), ma ricordo con piacere alcuni sabato pomeriggio, in cui eravamo confinati in caserma, duranti i quali ci riunivamo nella camerata del commilitone che aveva la mini tv portatile e ci facevamo quattro risate per 20 minuti con il piccolo Goku. In seguito l'ho seguito sulle reti Mediaset, un po' sporadicamente, ma comunque con piacere.
Detto ciò, il saggio di Giorgio Mazzola è diviso in tre capitoli, nel primo c'è la biografia di Akira Toriyama, nel secondo si analizza compiutamente la sua opera ed in quello finale si illustra l'evoluzione artistica del suo disegno.
In appendice sono presenti due saggi di Davide Tarò ed Alessandro Del Gaudio, sempre incentrati su Toriyama, di cui parlerò alla fine.
Ogni aspetto dei manga (ed anime) di Toriyama analizzato da Mazzola è sistematicamente accompagnato da esempi presi da vari episodi cartacei o animati, in modo da calare la “teoria” nella “pratica”. Mi capita spesso di permettermi di criticare la saggistica scritta in maniera “difficile”, chiedendomi se non sarebbe stato possibile renderla più abbordabile, Mazzola riesce, pare senza problemi, dove tanti altri autori non arrivano: rendere agevole la lettura.

Una biografia può tramutarsi in una sequela di date, luoghi e nomi, con un soporifero effetto finale. Non è il caso della biografia messa in campo da Mazzola, la vita di Toriyama scorre via in maniera piacevole e leggibile, come tutto il resto del saggio, ovviamente un fan del “mangaka sorridente” si sentirà maggiormente coinvolto dalla lettura rispetto ad un semplice curioso come me.
Il secondo capitolo è quello più approfondito e complesso, ma non difficile, la lettura è sempre agevole, senza inutili complessità o terminologie astruse.
L'autore vuole far risaltare la giapponesità delle opere di Toriyama, anche se non sono ambientate in un contesto tipicamente nipponico, ma piuttosto in mondi fantastici non inquadrabili in una specifica nazionalità. Nonostante il “pianeta Toriyama” (come lo battezza l'autore) non sia il Giappone, i contenuti e i personaggi nascono dalla cultura giapponese.
L'autore inizia con l'illustrare in che modo Toriyama presenta i suoi buoni e i suoi cattivi. I buoni sono gli alter ego del se stesso campagnolo e provinciale, spensierati, puri, innocenti e con la testa fra le nuvole, così positivi proprio perché vivono a contatto con la natura.
Del tutto personalmente obbietto sull'equiparazione della campagna agricola come esempio di natura, in quanto proprio gli agricoltori furono i primi essere umani a modificare la natura incontaminata allo scopo di sfruttarla.
I buoni campagnoli di Toriyama fanno risaltare la loro personalità provinciale quando si recano in città. Metropoli solitamente super tecnologiche, in cui i vari Goku ed Arale non si sentono a loro agio, come non ci si trova Toriyama. Dopo i “buoni” Mazzola analizza la figura dei “cattivi”, e lo fa prendendo spunto dalla sinossi della ”saga di Freezer”, all'interno della quale ci sono tre avvenimenti che disvelano come il mangaka vede i suoi villains: l'arrivo dei Sayan sulla Terra; il viaggio verso Namecc; la lotta contro Freezer.
In particolare ci si sofferma sui personaggi negativi di Piccolo, Vegeta, Freezer, Majin-Bu. I quattro nomi da me citati non sono gli unici che l'autore valuta, dimostrando quale sia la discriminante che può permettere ad un cattivo di Toriyama di evolversi in buono: quando si iniziano a conoscere i dettagli sulla sua storia e le sue origini.
Quindi il cattivo di cui il manga (o l'anime) inizia a raccontare i trascorsi potrà diventare buono, o venire comunque riabilitato, mentre il cattivo che non ci rivelerà nulla del suo passato (ergo del perché sia diventato cattivo) resterà tale.
Si passa ad analizzare altri aspetti: i rapporti tra i vari personaggi creati dal mangaka; l'amicizia nel gruppo; come il gruppo tenda sistematicamente ad allargarsi inglobando anche i personaggi inizialmente cattivi.
Devo dire che l'ultimo espediente narrativo è presente in anime antecedenti a quelli di Toriyama, per esempio in “Conan il ragazzo del futuro”, oppure nell'ancora più vecchio “I Superboys”.
In particolare l'autore si sofferma sul meccanismo utilizzato in Dragon Ball per far incontrare a Goku nuovi personaggi. Semplificando di molto: ad un primo incontro segue il combattimento, ed in seguito l'amicizia, oppure altri combattimenti se il cattivo non diventerà mai buono.
L'autore battezza questo meccanismo “conflitto inglobante”, procedendo ad illustrarne vari esempi in altre opere di Toriyama.
Sempre nel contesto del rapporto tra il protagonista e gli altri personaggi è dato largo spazio ad Arale e agli abitanti del Villaggio Pinguino. L'autore chiama “amicizia porta a porta” il rapporto che Arale instaura con i loro, in quanto è sempre la robottina a recarsi dal nuovo personaggio per legittimarlo e farlo uscire dal suo guscio/ambiente casalingo.
A questo punto, dopo aver illustrato le varie dinamiche presenti nelle opere di Toriyama, vengono fatti notare gli aspetti prettamente giapponesi dei suoi manga ed anime. Ambientazioni e comportamenti della società giapponese che non risaltano immediatamente, in quanto i contesti sono sempre di mondi fantastici. Questa ampia parte del saggio supera il confine di una semplice analisi delle opere di un mangaka, spaziando tra la sociologia e l'antropologia. Il tutto sempre in maniera comprensibile e con esempi tratti dalle puntate televisive o dai manga. Questa parte del saggio potrebbe essere un buono stimolo per affrontare le peculiarità della società giapponese che vadano oltre manga ed anime.
Il primo aspetto della società giapponese che viene affrontato è quello del rapporto col gruppo, cioè chi fa parte della propria cerchia, identificato col termine “uchi”, e di chi è fuori dal gruppo, il cui termine è “soto”.
In questa parte del saggio si fa spesso riferimento al saggio di Chie Nakane "La società giapponese".
Quindi si passa ai rapporti all'interno del proprio gruppo (uchi), spiegando il significato dei termini “attributo” e “struttura” nella società giapponese.
Sono evidenziati anche i comportamenti dei personaggi di Toriyama che contrastano con le regole sociali valide per un giapponese. I personaggi che infrangono queste consuetudini sociali sono per lo più bambini ed anziani, le due età a cui in Giappone è permesso tutto o quasi.
Quando Goku diviene adulto può continuare a farsi beffe delle regole dei grandi solo perché è un puro, quindi assimilabile ancora ad un bambino. In questo Toriyama rivela il suo desiderio di far vincere il mondo dei bambini contro quello degli adulti (giapponesi).
Nella parte finale del secondo capitolo l'autore sposta l'attenzione su due attività umane enfatizzate in Dragon Ball e Dr. Slump & Arale: fame e sonno.
La fame ed il sonno fanno parte anch'essi del mondo dei bambini, Mazzola vi dedica largo spazio, con considerazioni assai interessanti.
Nel terzo capitolo viene ripercorsa la quarantennale carriera artistica di Toriyama, presentando e commentando tutte le sue opere, allo scopo di mostrare la sua evoluzione nel disegno.
Il primo saggio in appendice è ad opera di Davide Tarò, che ha scritto vari titoli su anime a manga (4 libri recensiti qui sul blog), ed è incentrato sul successo editoriale di Dragon Ball in patria ed in Italia. Oltre a ripercorrere questo devastante successo mondiale, Davide Tarò spiega il meccanismo editoriale che sta dietro l'alleanza strategica tra la rivista Shonen Jump e la Toei Doga.
Il secondo contributo, più breve del precedente, è di Alessandro Del Gaudio (2 saggi recensiti qui sul blog),con soggetto i mondi creati da Toriyama. Del Gaudio conia il termine “Terriyama” per identificarli, illustrando i vari mondi alternativi creati dal mangaka, non limitandosi a Dragon Ball e Dr. Slump & Arale.

Le scan dell'indice, che inserisco per rendere più chiaro il contentuo del saggio.


 













2 commenti:

  1. Sembra molto interessante. Non ho seguito dragon ball oltre la prima serie (manga letto a scrocco da una compagna delle medie e anime visto in tv), ma ho adorato Arale e il villaggio pinguino :)

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    1. L'aver sottolineato che quando uscì il manga tu eri alle medie, mentre io ero già ventenne, mi ha ferito mortalmente T_T ^_____^
      Non oso chiedere che età avevi quando trasmetterono Arale per la prima volta su Rete 4 nel 1983 :O

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