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domenica 2 giugno 2013

Il paese più stupido del mondo


TITOLO: Il paese più stupido del mondo
AUTORE: Claudio Giunta
CASA EDITRICE: Il Mulino
PAGINE: 176
COSTO: 14€
ANNO: 2010
FORMATO: 20 cm X 13 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788815138934

Claudio Giunta è stato in Giappone, nei mesi di aprile e maggio del 2009, per tenere delle lezioni all'università Todai a Tokyo, da questa sua esperienza bimensile col Giappone è nato questo libro. Lo stesso autore ammette che del Giappone conosceva solo i cliché sul paese del sol levante che un po' tutti hanno sentito o letto, nulla di più, nessuna lettura di carattere narrativo/storico/saggistico antecedente la preparazione del viaggio, quando decise di leggere alcuni libri sulla società giapponese.
Nel suo libro l'autore mette in ordine un insieme di impressioni personali sul Giappone (e i giapponesi), che non hanno nessuna pretesa di scientificità, alcune positive, molte altre negative, quasi tutte a dire il vero. Anche se poi, senza voler svelare nulla, a mio parere le considerazioni finali possono essere lette anche in maniera non totalmente critica verso il Giappone, e, invece, critiche verso l'Italia. 
Il libro si legge agevolmente, basta non “offendersi” per le critiche contenute, altrimenti si apostroferà questa opera come “Japan Bashing”. Termine che l'autore ha scoperto si appioppi a coloro che criticano gli aspetti del Giappone ponendosi in un ottica euro centrica, da parte, in particolare, dei non giapponesi “convertiti” alla religione della giapponesità.
Durante la lettura delle prime pagine pensavo: “Questo è stato in Giappone solo 2 mesi, manco conosce la lingua, e cosa caxxo pretende di capire?”. Domanda/accusa che lo stesso autore si è sentito rivolgere dopo due settimane di permanenza, e che in parte lui stesso condivide.
Ho apprezzato il libro non tanto per il suo valore scientifico/sociologico/d'inchiesta, che tra l'altro non vuole avere, né per le informazioni sul Giappone, che magari sono errate o distorte da un minimo di preconcetto di base, ma per l'ironia che vi è contenuta.
Claudio Giunta si pone per tutto il libro la seguente domanda: “Quel è il costo che il Giappone paga per tanta perfezione, efficienza ed armonia sociale?”.
La risposta è filtrata dai racconti di molti stranieri che abitano da svariati anni in Giappone, e da qualche giapponese stesso, in particolare da uno che ha sposato un trentina d'anni fa un'italiana.
Il costo finale è la gabbia in cui vivono i giapponesi, e la loro infantilizzazione sociale, che li vede assere trattati come dei bambini perenni. Ma alla fine l'autore si chiede se sia meglio la “gabbia” giapponese o la “giungla” italiana del più forte/ricco.
In un capitolo affronta abbastanza dettagliatamente, direi che ne faccia una recensione, due libri sul Giappone che aveva letto in preparazione del viaggio, “L'eleganza è frigida” di Goffredo Parise e “L'impero dei segni” di Roland Barthes. Direi che dopo le sue due recensioni dubito li leggerò mai. Tra gli altri un terzo libro è citato, però positivamente, “Giorni giapponesi” di Angela Terzani Staude, che a me non è piaciuto molto.
Per concludere direi che se siete “fanatici” del Giappone forse questo libro non fa per voi, se, invece, volete leggere punti di vista differenti oppure siete stati in Giappone (o ci siete tutt'ora) potrebbe essere una interessante lettura.

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